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Autore: Kim WinterNight    10/03/2013    2 recensioni
Grace riuscirà a recuperare un rapporto che sembra ormai concluso per sempre?
Tra una figuraccia e l'altra, la protagonista andrà alla ricerca di un modo per riconquistare la fiducia di un vecchio compagno di giochi.
Leggete e ditemi che ne pensate, mi farebbe piacere.
Grazie!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jemy'
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“Tutto è cominciato più o meno un anno fa” esordì Elizabeth, senza guardare Grace. “Non avevo mai degnato nessuno di uno sguardo, nessun ragazzo almeno. Tu mi conosci, lo sai. A me certe cose non interessano, mi devo concentrare sullo studio e non posso perdere tempo in futilità. Ma poi, Grace, poi un giorno il mio sguardo si è posato su Noel, sì, quel Noel. Lo stesso che ti ha fatto del male. Mi dispiace, ma le cose stanno così. Lo conoscevo da sempre, avevo sempre sentito parlare di lui. Eppure, ciò non aveva mai provocato in me nessuna reazione. Noel Deaver per me era uno dei tanti ragazzi stupidi e insignificanti che popolavano questo paese. Mi era completamente indifferente.

“Poi, be’, le cose sono cambiate. Un giorno i miei occhi hanno incontrato i suoi e da quel preciso istante non ho potuto più fare a meno di pensare a lui. Trascorrevo le giornate a base di studio, lezioni e Noel Deaver. Fantasticavo su quello che sarebbe potuto succedere tra noi, mi chiedevo come sarebbe stato stare insieme. Mi sono presa proprio una bella sbandata per quel ragazzo e mi sono dovuta rendere conto che era la prima volta, che non mi era mai successo di sentirmi così presa da qualcuno. E, tra l’altro, io non conoscevo Noel, per me era solo un nome e due occhi splendidi e penetranti.

“Più il tempo passava, più il mio strano sentimento nei suoi confronti cresceva. Mi sentivo sempre più legata a qualcosa di astratto, a qualcuno che non sarebbe mai stato mio. Ma la cosa, inspiegabilmente, mi piaceva e mi intrigava. Noel ormai era diventata la mia forza, quella spinta in più che dava vitalità alle mie giornate monotone. Non volevo smettere di provare quell’attrazione, mi donava serenità e allo stesso tempo mi tormentava l’anima. Era stupendo.

“Poi, le cose sono cambiate drasticamente intorno a me. Tu, Grace, ti sei riavvicinata a Jeremy e io non riuscivo a credere di avere un’opportunità così preziosa di aver a che fare con Noel Deaver. Pensavo  che le cose avrebbero potuto prendere una piega positiva. Ma, come ben sai, non è stato così.

“Noel ti ha ricattato, ti ha trascinato nella sua casa in campagna e ha tentato di abusare di te. E io, come una stupida, ho continuato ad amarlo incondizionatamente. Se da un lato sapevo che stava sbagliando e che avrei dovuto lasciarlo perdere, dall’altro la cosa mi intrigava e mi faceva provare invidia nei tuoi confronti.”

Elizabeth fece una pausa abbastanza lunga, nella quale Grace continuò a ripetersi che non era possibile, che la ragazza che le sedeva accanto sulla panchina non stava dicendo sul serio. Elizabeth Carlsson non poteva amare Noel Deaver, quello stronzo psicopatico di Noel Deaver.

“So che è terribile ciò che sto dicendo, Grace, so che tutto questo ti fa soffrire. Ma io, cosa posso farci? Quello che provo per quel ragazzo va avanti da un anno! Quello che è successo nelle ultime settimane non è riuscito a distruggere i miei sentimenti. Ci sto provando, devi credermi, ce la sto mettendo tutta.”

Elizabeth tacque.

Grace, scossa e profondamente turbata da ciò che aveva appena appreso, ci mise un paio di secondi a trovare il coraggio di aprir bocca.

Senza guardare l’altra ragazza, mormorò: “Non è possibile.”

“Lo è, Grace. Io… non so come dirtelo, ma c’è dell’altro.”

Grace, stavolta, sollevò di scatto lo sguardo dalle proprie scarpe e lo fissò su Elizabeth. Non riusciva a cogliere la sua espressione, ma sentiva che era tormentata, era triste e amareggiata.

“Cos’altro c’è?” domandò, torcendosi le mani in un gesto involontario.

“Quando tu mi hai chiesto di accompagnarti al concerto, io ti ho detto di no. Be’, la verità è che avrei voluto farlo, mi sarebbe piaciuto venire con te e renderti felice. Conosco i tuoi problemi e mi dispiace per come sono andate le cose. Il problema è che, da quando Noel è agli arresti domiciliari, non trascorre giornata che io non vada a trovarlo.”

Grace non sapeva più cosa pensare, era allibita cda quelle confessioni. La sua amica non era mai stata così, non aveva mai provato dei sentimenti per un ragazzo. Non era il tipo.

Ma del resto, anche lei non aveva mai avuto certe esperienze prima di conoscere – nuovamente – Jeremy.

Eppure, non poteva accettarlo. Noel Deaver aveva provato a violentarla, con l’aiuto e la complicità dei suoi amici.

“Tu stai dicendo che…”

“Che io e lui ci frequentiamo, se così si può dire. Il mio sogno si sta realizzando, Grace, capisci? So che probabilmente mi stai odiando in questo momento, ma ti giuro che lui è pentito di ciò che ha fatto. Tiene a Jeremy e non voleva fargli del male, così come non voleva farne a te. Non giustifico il suo comportamento, non fraintendermi, ma ha dato di matto e non sa spiegarsi come possa essere stato così cattivo nei vostri confronti.

“Io e lui parliamo tantissimo, sai? Mi ha raccontato un sacco di cose della sua famiglia, del rapporto burrascoso che intercorre tra lui e suo padre, del fatto che i suoi si sono separati perché quell’uomo picchiava sua moglie. Quella donna adora Noel, lo ama più di ogni altra cosa al mondo. Parlo molto anche con lei. Mi dice che vorrebbe strangolare suo figlio perché ha un pizzico di cattiveria del padre, ma dice che quel ragazzo è il suo unico amore, la sua unica ragione di vita. Spesso entrambi mi chiedono perché continuo a frequentare quella casa deserta, in cui nessuno ha mai messo piede dopo l’accaduto. Le voci girano, si sa. E anche i parenti evitano Noel e sua madre come la peste.

“E io, Grace, quando mi chiedono il motivo, non so mai cosa rispondere. A volte dico che mi fa piacere, a volte mi limito a sorridere. La verità è che vorrei poter dire loro che amo Noel Deaver, che sono felice di poterlo conoscere meglio e che non posso fare a meno di passare i miei pomeriggi a parlare con lui.”

Grace era sempre più turbata, ma mentre Elizabeth parlava, lei riusciva a cogliere un grande amore farsi largo tra quelle che erano solo parole ma che, in realtà, rappresentavano molto di più. Quella ragazza si era innamorata e Grace, nonostante tutto, riusciva a capirla.

Avrebbe voluto credere al fatto che Noel era pentito, ma era troppo presto per metabolizzare una possibilità simile. Per quanto la riguardava, non l’avrebbe mai perdonato. Le aveva inflitto troppa sofferenza, si era preso gioco di lei e l’aveva umiliata davanti alle sue amiche e ai suoi complici.

“Quindi” intervenne Grace, cercando di riordinare le idee. “Vorresti stare con Noel Deaver?”

“Sì, Grace, lo voglio con tutta me stessa. Per ora gli sto vicino e mi accontento di strappargli qualche sorriso e qualche lacrima. Poi, si vedrà.” Elizabeth parlò con tono tranquillo, come se si stesse riferendo alla persona più innocente ed innocua del mondo.

Grace non riusciva proprio ad accettare quel tradimento, da parte sua. Non sapeva se sarebbe stata in grado di esserle ancora amica. Come sarebbe stato il loro rapporto? Lei non sopportava di sentir nominare la persona di cui Elizabeth era innamorata, la persona di cui non avrebbe mai smesso di parlare perché era parte di lei.

“Io non so cosa dirti” ammise Grace, dopo una lunga pausa.

“So di averti sconvolta, ma…”

“Come possiamo essere amiche, Elizabeth?”

L’altra le rivolse un’occhiata confusa e scosse il capo. “Non ne ho idea. Io non voglio perderti, ma non voglio perdere nemmeno lui. Adesso capisco cosa si prova quando si ama.”

“L’amore non è tutto” buttò lì Grace, sapendo di mentire spudoratamente.

“Tu lasceresti Jeremy, se io te lo chiedessi? Saresti in grado di scegliere tra me e lui?” la aggredì Elizabeth, acida.

“Non osare paragonare quel maniaco di Noel Deaver al mio ragazzo. Loro due non hanno niente a che fare.” Grace si stava innervosendo.

“Ma lui è cambiato, è profondamente pentito!” ribatté l’altra, cercando di far valere le sue ragioni.

“Me ne fotto!” sbottò Grace, stizzita. “Doveva pensarci prima di tentare di fare un’orgia a mie spese!”

Calò un silenzio carico di tensione e di rabbia. Ognuna delle due ragazze aveva le proprie idee ben chiare e non aveva la minima intenzione di scendere a compromessi con l’altra.

Grace, sbuffando, si alzò e prese a camminare avanti e indietro, cercando di rimettere in ordine tutte le informazioni che aveva appena assorbito. Era tutto così surreale, così paradossale! Non poteva crederci, non riusciva a concepire che Elizabeth provasse dei sentimenti per quel troglodita, non dopo tutto quello che era successo!

“Io, scusami, non ce la faccio! Forse è meglio se non ci vediamo per un po’, devo accettare troppe cose!” concluse Grace, prendendosi la testa tra le mani. Osservò Elizabeth e la vide sotto una luce diversa, la vide come un’estranea. Non la riconosceva più.

“Grace, se è quello che vuoi…” Elizabeth fece cadere le ultime parole come se temesse di pronunciarle.

L’altra ragazza annuì.

Così, in silenzio, si avviarono insieme ma separate verso casa.

Elizabeth provò a chiedere a Grace com’era andato il colloquio e il concerto, e lei si limitò a mugugnare un ‘bene’, immersa com’era nei suoi pensieri e nella rabbia e la delusione che provava dentro.

Era stato tutto troppo bello per essere vero, negli ultimi giorni.

E infatti, la mazzata era arrivata anche stavolta e lei non aveva potuto far altro che incassare il colpo e provare ad assimilare il tutto, per poi accettarlo.

Ma era ancora presto, troppo presto.

Jeremy era andato via e Grace era di nuovo sola, persa nei meandri dei problemi che non finivano mai di tormentarla.

Non poteva parlarne con Jane, non le sembrava il caso di spargere troppo la voce in quel dannato paese in cui nessuno sapeva farsi i fatti suoi.

E, oltretutto, doveva prepararsi psicologicamente per il lavoro.

Sentiva che non ce l’avrebbe fatta, non aveva più voglia di vivere quella giornata tremenda e non ne poteva più di elaborare concetti confusi e dolorosi.

Non vedeva l’ora di tornare a casa, buttarsi a letto e dormire, sperando di risvegliarsi dall’incubo più forte di prima.

 

  
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