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Autore: Molly182    10/03/2013    1 recensioni
Edward alzò la testa e puntualmente i nostri occhi s’incontrarono e mi sorrise.
Erano le persone come lui che mi mettevano davvero a disagio. Erano sempre così sorridenti, sembrava che andasse tutto bene finché sei insieme con loro, ma poi ti ritrovi da sola e tutto è così triste, scuro, grigio. Non ci sono più sfumature ma soltanto un unico colore che ti divora all'interno e la sensazione di nostalgia verso quelle persone che riescono a cambiarti la giornata, che ti fanno sembrare la vita meno schifosa del solito.
E sapevo che ci sarei ricascata, mi sarei lasciata trasportare dalla sua positività se solo mi fossi lasciata avvicinare e avessi dato retta ad ogni sguardo che mi mandava mentre cantava.
Il fatto che fosse un bravo musicista rendeva ancora più difficile la cosa.
"Posso darti una mano?" , mi chiese Edward seguendomi per i tavoli.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chap 5
Non so quanto tempo passai a guardare il soffitto sopra al mio letto. Non so quanto tempo era passato da quel saluto un po’ imbarazzato. Mi ero accorta che avevo passato parecchio tempo distesa sul materasso perché, quando guardai fuori dalla finestra, il cielo si stava oscurando pian piano.
Erano quasi le sei, dovevo sbrigarmi ad uscire di casa per recarmi al lavoro. Afferrai la giacca e la borsa e mi chiusi la porta dietro le spalle.
Arrivai con le guance rosse e i capelli scompigliati dalla corsa che avevo fatto dalla metro fino al bar.
“Quindi ci avete dato dentro!”, dichiarò Lory vedendomi affannata.
“Come?”
“Il tuo aspetto è quello di una ragazza che si è divertita parecchio”
“Se con divertimento intendi correre per non arrivare in ritardo al lavoro, sì, ci ho dato dentro di brutto!”
“Quindi lo ammetti?”
“Ammettere cosa?”
“Che è successo qualcosa?”
“Credo di aver perso il filo del discorso e credo anche di stare per svenire”, dissi agitando la mano davanti al mio viso. “Sbaglio o fa caldo?”
“Non cambiare argomento, signorina!”, mi rimproverò indicando lo sgabello dove mi sarei dovuta sedere per raccontagli tutto quello che era successo quella mattinata. “Siediti e raccontami tutto di te e Mr. Sheeran”
“Se quello che vuoi sapere è se è successo qualcosa tra noi due, ti devo avvertire che ne rimarrai delusa perché primo non è successo nulla e secondo non voglio che accada nulla”
“Neanche un bacio?”
“Neanche un bacio!”
“E cosa avete fatto fino ad adesso?”
“In verità siamo tornati a casa alle due, mi ha portato al molo, abbiamo parlato, poi mangiato e lui ha ricevuto una telefonata che gli ha fatto mutare l’umore rendendolo freddo e stranamente silenzioso”
“Mhm…”, mugolò poco convinta.
“Tranquilla, domani si è gentilmente offerto contro la mia volontà di aiutarmi con la casa”
“E quindi farete sesso sul tavolo della cucina?”
“Ok, tu mi preoccupi, soprattutto la tua mente perversa”
“Sono londinese, è nel mio DNA essere pervertita”
“Giusto…”
“Quindi hai deciso di non cambiare opinione su di lui?”
“Diciamo che non è poi così antipatico, potrei sopportarlo… fino a un certo punto”
“Te lo avevo detto!”
“Detto cosa?”, chiese Mark avvicinandosi al bancone.
“Che Ed sarebbe riuscito a starle simpatico”, gli rispose Lory. “Alla fine ci riesce sempre!”
“Sai Maddy, abbiamo già aperto le scommesse su quando tempo deve passare prima che vi mettiate insieme”, rispose lui ridendo. Se era una battuta era di pessimo gusto!
“Aspettate!”, dissi portando le mani davanti a me. “Non iniziate a farvi strane idee, non penso che io ed Edward potremmo mai metterci insieme”
“Questo lo dici tu”
“Lory, te l’ho già detto come la penso”
“Ragazze, non è che verreste a darmi una mano invece di discutere?”, ci chiese Toby avvicinandosi al bancone con dei foglietti pieni di ordinazioni.
Andai a riporre la giacca e la borsa nello spogliatoio, o quello che era per davvero: una piccola stanza con un appendiabiti e uno specchio. Tornai in sala e mi misi a lavorare.
Passai gran parte della serata a fare avanti e indietro tra il bancone e i tavolini. Non avevo neanche tempo per respirare, ero totalmente presa dal lavoro e questo era un lato positivo della serata perché mi permetteva di non pensare allo strano comportamento che Edward aveva avuto quel pomeriggio e di sicuro non sarei stata a pormi mille domande su quale fosse stata la causa del suo mutamento di umore.
Del resto, quando però non si è totalmente attenti si rischia di combinare casini e di conseguenza andai addosso a una persona.
“Scusa”, farfugliai raccogliendo il bloc-notes che mi era caduto dalle mani. Ringraziai il cielo che non stessi portando un vassoio. Dovevo decisamente stare più attenta.
Alzai lo sguardo dalle scarpe rosso col tacco alla ragazza con cui mi ero scontrata. “Tutto bene?”, chiese raccogliendo la penna.
Era davvero carina, indossava un vestito morbido color caffelatte lungo sopra al ginocchio. Dei boccoli castani, quasi biondi, ricadevano sulle sue spalle.
“Sì, grazie”, le risposi. “Scusami ancora per esserti venuta addosso”
“Tranquilla”, mi disse sorridendo e scomparendo in mezzo alla folla.
Era stato uno strano incontro e la ragazza sembrava particolarmente gentile nonostante, probabilmente, le fossi andata addosso come un elefante.
“Maddy, porta questi al tavolo laggiù”, mi disse Mark indicando un divanetto infondo al locale. Sembrava davvero impossibile raggiungerlo.
“Ecco qui le vostre ordinazioni”, disse poggiando dei bicchieri e delle bottiglie sul tavolino. “Edward!”, pronunciai il suo nome sorpresa. Sembrava più rilassato di qualche ora fa.
“Oh ciao”, rispose una voce più delicata. Guardai a chi appartenesse e la proprietaria era proprio la ragazza con cui mi ero scontrata. “Eccoci ancora qui”, sorrise.
“Già!”, risposi imbarazzata.
Cosa ci faceva lui con lei? Erano amici? Si frequentavano? O magari si erano solo seduti vicini ed erano in compagnie diverse?
“Sono 17.25 £”, dissi volendo allontanarmi in più fretta possibile.
“Maddy, puoi dire a Mark di mettere sul mio conto?”, chiese Ed decidendosi di parlare.
“Si”
“Vi conoscete?”, chiese lei curiosa di come conosceva il mio nome. A quanto pare non erano venuti con persone diverse. Non che dovesse importarmi, ma se si vedeva già con qualcuna, non mi spiegavo perché mi aveva invitato quella mattina ad uscire con lui.
“In un certo senso”, risposi.
“Lei è…”, iniziò lui a dire. “Lei è Maddy, cioè Madeline”, rispose correggendosi subito. “E lei è …”
“Alice”, lo anticipò allungandomi la mano sinistra. Non potei fare a meno di vedere una fedina d’oro che decorava il suo anulare. “Sono la sua ragazza”
La situazione che si era creata era alquanto imbarazzante, almeno dal mio punto di vista. Erano bastati pochi secondi di pausa per farmi cadere in panico o probabilmente era stata la sua presentazione. Non mi ero mai realmente soffermata a pensare alla possibilità che Edward avesse una ragazza, tanto meno se mi avrebbe dato fastidio.
In realtà non mi avrebbe dovuto dare fastidio, per giunta non mi avrebbe dovuto condizionare particolarmente, ed eppure le mie emozioni erano totalmente confuse a riguardo. Non riuscivo a capire come l’effetto di quelle parole mi avessero fatto sentire.

Probabilmente il suo invito era stato solo per pura cortesia. Presumibilmente Edward aveva pensato che sarebbe stato carino farmi fare un giro della città, ma non eravamo rimasti a Londra. Mi aveva portata a Brighton, nel suo posto speciale. Allora perché mi trovavo davanti la sua fidanzata?
“Vi conoscete da tanto?”, continuò a chiedere.
“No, direi proprio da no”
“Ci siamo incontrati in aeroporto, avevo preso per sbaglio la sua valigia”
“Quindi non sei di queste parti?”, disse. “Avevo notato il tuo strano accento”
“Sono italiana”
“Deve essere un bel posto, ho sempre desiderato visitare Roma o Venezia”, continuò a dire sorseggiando il suo drink. “Ed, dovremmo andarci prima o poi, non dista poi tanto, giusto?”, chiese rivolgendosi a me.
“Dovrebbe essere un’oretta e mezza di volo”
“Ho sentito dire che la primavera è il periodo perfetto”
“Già”, risposi. “È meglio che torno a lavorare, è stato un piacere Alice”, dissi cercando di allontanarmi in più fretta possibile.
Quella situazione mi aveva scombussolata per davvero. Se prima cercavo in tutti i modi di evitare di pensare a lui, ora non riuscivo a fare a meno. Non riuscivo a spiegarmi quello che era appena successo.

“Mark, ho bisogno di prendere una boccata d’aria, posso uscire?”, gli dissi sorreggendomi al bancone.
“Sei un po’ pallida, stai bene?”
“Ho solo bisogno un po0 di aria…”
Presi la mia giacca e uscii velocemente dal locale. Un getto d’aria fredda mi colpì in pieno viso. Forse mi avrebbe schiarito le idee.
Non so se la temperatura si fosse abbassata di colpo ma decisamente faceva freddo, la mia pelle era percossa dai brividi. Misi le mani in tasca e mi accorsi di avere un pacchetto di sigarette, era mezzo vuoto.
L’ultima che avevo fumato risaliva a qualche settimana fa, prima di partire per Londra. Mi ero promessa che arrivando in questa città avrei decisamente smesso anche con questo vizio ma in quell’istante era così forte la tentazione che non resistetti mandando all’aria la promessa che avevo cercato di mantenere.
“Il fumo fa male non solo a te ma anche a chi ti sta attorno”, mi disse un ragazzo.
“Cerca allora di respirare più che puoi”, lo vidi sorridere nonostante fuori non c’era molta visibilità. “Che ci fai qui?”
“Sono venuto a fare quello che fai te”, disse accendendosi una sigarette.
“Bene!”, risposi sarcastica, non contenta della compagnia.
“In verità sono venuto a vedere se eri arrabbiata”
“Perché dovrei essere arrabbiata?”
“Perché hai conosciuto così Alice”

“E come avrei dovuto conoscerla?”
“Forse avrei dovuto dirtelo”
“E perché? Non mi hai mica invitato ad uscire…”, gli dissi. “No, aspetta! Lo hai fatto!”
“Non pensavo che…”
“Tranquillo, non pensavo che ci volessi provare”
“Mi dispiace che ti sia arrabbiata”
“Non sono arrabbiata!”

“Non sembra”
“Edward!”
“Volevo anche chiederti scusa per come mi sono comportato oggi”
“Lei lo sa che eri con me?”
“Non è importante”
“È la tua fidanzata, è importante!”
“Scusa di nuovo”
“Lo hai già detto”, gli feci notare. "Perché sei venuto qua questa sera?"
"È un buon pub"
"Senti, dovresti rientrare da lei", dissi. "Sono venuta qua per prendere una boccata d'aria, da sola"
"Vuoi che domani verrò da te?"
"Penso che..."
"Fa niente!", rispose scuotendo la testa e gettando a terra la sigaretta.

"Maddy, stai meglio?", chiese Tony sbucando dall'ingresso.
"Sì, ora rientro", dissi ma lui era già uscito.
"Finito qui ti va di andare a bere qualcosa?", mi chiese il ragazzo. Guardai prima Edward e poi lui. "Sempre se ti va", aggiunse alzando le spalle.

"Uhm... Va bene"
"Perfetto", rispose lui sorridendo. "Ehi, Ed", lo salutò prima di tornare all'interno del locale. Mi chiesi se davvero Tony non si fosse accorto che stavo discutendo con Edward o se lo avesse fatto a posta, giusto per salvarmi da quella situazione.
Guardai in faccia Edward. Volevo vedere se gli aveva fatto effetto o almeno se mi avesse detto qualcosa. Ci speravo.
Ma mi maledissi immediatamente per aver fatto quel pensiero. Non doveva importarmi nulla di lui ed eppure stavo a pensare su cosa mi avrebbe potuto dire o quale sarebbe stata la sua reazione. Stavo decisamente diventando una stupida.
"È un bravo ragazzo, molto simpatico, ti divertirai di sicuro"
"Immagino di si"
"Vedo che non ci hai neanche pensato ad un rifiuto?", mi fece notare. "Io ti ho dovuto supplicare"
"Tony è simpatico e tu sei fidanzato"
"Fino a poco fa neanche lo sapevi"
"Perché sei irritante, e io non ti sopporto!"
"Va bene"
"Ottimo", risposi portando le braccia al petto.
"Mi prometti di non fare cavolate?"

"Cosa intendi con cavolate?"
"Non lo so, senti..."
"É meglio che torno a lavorare!", dissi scomparendo dietro all'interno.
Perché quel ragazzo aveva la capacità di farmi arrabbiare come non mai? Non aveva nient'altro da fare che starmi attorno?


_________________________

Spazio dell'autrice :)

Beh, vorrei iniziare col dire un grande 'Grazie' a chi ha letto questa storia e soprattutto a chi l'ha commentata o messa tra i preferiti/seguite. Specialmente vorrei ringraziare ruffjosweed, Ginger Angel e notworthanymore per aver commentato.

   
 
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