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Autore: Medea Astra    10/03/2013    3 recensioni
“Lasciami, mi fai male, smettila subito” disse lei rossa in viso.
“ No, non ti lascerò andare finchè tu non mi avrai detto il vero motivo per cui hai insistito perché quello rimanesse a vivere sotto il tuo stesso tetto.”
Bulma stava per dare una delle sue solite risposte pungenti quando un boato infranse il silenzio dei suoi pensieri.
I due giovani si guardarono in giro spaesati per capire da dove provenisse quel rumore poi, un pensiero fulmineo e terribile attraversò la mente di Bulma che subito corse fuori in giardino in direzione della gravity room.
“ Sono sicuro che è successo qualcosa a quel congegno infernale, forse Vegeta l’ha spinto troppo in là, forse le pareti non hanno retto alla veemenza dei suoi colpi, forse…” i pensieri di Bulma furono interrotti ancora una volta, adesso però a porre un freno alla sua mente non fu il suo udito ma i suoi occhi che raccapricciati e terrorizzati osservavano la scena che le si parava davanti.
La gravity room era esplosa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate l'immenso ritardo, so di esser imperdonabile ma vi prego di chiudere un occhio, sono di maturità quest'anno e l'ispirazione se ne è andata proprio come la mia voglia di studiare, perdonatemi :'(...
spero che il capitolo vi piaccia e che commentiate in tanti:), a presto e buona lettura
!


Dopo quel bacio Vegeta se ne era andato subito, lasciandola seduta lì, in laboratorio, con il vestito ancora mal messo e una miriade di emozioni contrastanti che le facevano a pugni nel petto. Per tutto il pomeriggio era rimasta in laboratorio a lavorare, aveva costruito dei nuovi robot e programmato il nuovo trainer della camera gravitazionale, cercava di distrarsi, di non pensare a quel dolce momento di intimità che c’era stato poche ore prima tra lei e il principe eppure ciò le risultava pressoché impossibile. All’ora di cena salì in casa e si sedette a tavola facendo finta che tutto fosse come al solito eppure il suo viso ancora pallido e i lividi sul collo raccontavano una storia diversa. Insieme a lei era giunto in cucina anche Vegeta che non proferendo parola le si era seduto di fronte.
“ Tesoro ma cosa ti è successo?” Chiese preoccupata la madre della scienziata quando, dopo svariati minuti passati a controllare la cottura del pollo, si era voltata verso la figlia.
“ Nulla mamma, oggi in laboratorio c’è stato qualche imprevisto, ma nulla di grave, non temere” Bulma mentì spassionatamente, non voleva che sua madre sapesse di quello che Yamcha aveva tentato di farle e neppure che Vegeta l’aveva salvata e che loro alla fine si erano baciati. Già, si erano baciati e le era piaciuto, chissà se a lui…
Bulma sollevò lo sguardo dal tavolo in direzione di Vegeta, lo scoprì a guardarla con il suo solito sguardo freddo e apparentemente privo di emozioni e per un momento ebbe quasi paura di quello che il ragazzo potesse pensare.
Il resto della cena trascorse tranquillo, i due giovani ragazzi e i coniugi Brief mangiarono ascoltando il tg e parlando del più e del meno, stranamente Vegeta, che solitamente non parlava se non interpellato, scambiò quattro chiacchiere con lo scienziato in merito ad alcune notizie di attualità.
“ Vedi, caro Vegeta, io non credo che l’installazione di trivelle nella nostra zona possa esser qualcosa negativo, da uomo di scienza quale sono propenderei piuttosto per dire che molto probabilmente ricaveremo molto da questi scavi” Disse il padre di Bulma quando, d’improvviso venne interrotto dalla figlia.
“Io vado in camera mia, sono molto stanca, scusatemi”.
La madre guardò la giovane allontanarsi verso il piano superiore e poi, lentamente, con una calma che nessuno sapeva appartenerle, si voltò verso i presenti.
“Sapete per caso cosa le sia successo? E’ davvero strana oggi”
Vegeta, che sapeva perfettamente cosa avesse Bulma, si limitò a ricambiare lo sguardo della donna per poi alzarsi a sua volta e dirigersi verso le scale.
“ Vado a vedere cos’abbia!”
La signora Brief e suo marito si guardarono esterrefatti, non credevano che Vegeta si interessasse a Bulma, tantomeno al suo stato emotivo però, per quanto strana sembrasse la cosa, lo lasciarono fare. Quel giovane uomo venuto da lontano a loro era sempre piaciuto e adesso che sembrava legarsi alla loro bambina, la loro opinione non era certo cambiata.
Intanto, al piano superiore, in camera sua, Bulma era sotto la doccia che cercava, naturalmente invano, di cancellare quei lividi, segno di quello che ormai era solo un doloroso ricordo. Era appena uscita dalla cabina della doccia quando sentì qualcuno bussare alla porta della sua stanza con insistenza così, preso un asciugamano per coprirsi andò a vedere chi fosse. Bulma si aspettava fosse sua madre ed invece, quando aprì la porta, ecco che l’ennesima sorpresa della giornata la colpì.
Vegeta era lì, fermo davanti alla porta della sua camera con la sua battle suit ancora sporca di sangue degli allenamenti e aveva uno sguardo strano, qualcosa che non aveva mai visto in quegli occhi neri e profondi, adesso la stava letteralmente sconquassando. Il principe dei Sayan dal canto suo rimase paralizzato nel vedersela spuntare davanti completamente bagnata e con solo uno striminzito asciugamano rosa a coprire le sue nudità.
“Vegeta…” disse lei, quasi in un sussurro.
“ Posso entrare?” così, una richiesta diretta e precisa. Voleva entrare nella sua camera e chiederle come stesse, se le facesse male il collo se si sentisse meglio e invece dalle labbra gli era uscita solo quella richiesta fredda e coincisa.
“ Si, entra pure” disse la giovane chiudendosi la porta alle spalle.
Bulma si andò a sedere sul letto, seguita da Vegeta che le si posizionò a pochi centimetri di distanza, tra i due regnò il silenzio poi lui si prese di coraggio, quello stesso coraggio che mai gli era mancato in battaglia e che proprio ora gli veniva meno, e fece la sua prima domanda.
“ Come stai Bulma?”
“Bene grazie!” ripose lei tentando si sorridere nel modo più sincero possibile.
“ I segni sul collo sono molto evidenti e domani lo saranno ancor di più. Quel figlio di puttana ha scaricato la sua forza su di te” nel dirlo un fremito di rabbia trapelò dalla sua voce. Come poteva Yamcha definirsi un uomo se ad un rifiuto usava tutta la sua forza su una donna? Lui che considerava i sayan bestie indomite e feroci, come aveva potuto fare del male a Bulma?
Bulma si passò una mano sul collo, sapeva che Vegeta aveva perfettamente ragione e soprattutto, sapeva che se non fosse arrivato in tempo le sarebbe finita peggio.
   
 
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