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Autore: Daleko    10/03/2013    1 recensioni
C'è stato un incidente, il suo numero era tra i numeri di emergenza..
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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UNA MATTINA D'AUTUNNO


Effrazione.


N

on aveva mai fatto una cosa del genere, ma c'è sempre una prima volta. Questo era quello che pensava Luca Cassina, ventunenne di Bielza, studente alla facoltà di Ingegneria dell'Università più vicina, mentre alle quattro e dodici del mattino era chinato con una forcina vicino alla porta sul retro della casa di Laura, intento a forzare la serratura.
"C'è sempre una prima volta" pensò per l'ennesima volta, mentre un clack lo avvisava che la porta era finalmente aperta. Entrò furtivamente, chiudendo la porta dietro di sé. Si guardò intorno: le finestre della cucina erano coperte da semplici tende leggere, per cui ritenne poco sicuro accendere la luce. Si diresse verso i cassetti di uno dei banconi, aprendo l'ultimo e prendendo una candela. L'accese con il suo accendino, ringraziando mentalmente la ragazza per non aver spostato nulla dall'ultima volta che era andato da lei. Chiuse il cassetto con un piede, mentre si voltava a guardare la stanza.

Non era mai stata troppo ordinata, e il vuoto assoluto che regnava in cucina lo disturbò. Non c'era nulla, assolutamente nulla fuori posto. Non un piatto ad asciugare, non un bicchiere lasciato sul tavolo, non un canovaccio lasciato su un bancone. Nulla. Tutto era perfettamente al suo posto. Turbato, decise di spostarsi nella camera da letto. Mentre saliva lentamente le scale, sperò che nessuno dei vicini fosse affacciato alla finestra. Cosa difficile a quell'ora, certo, ma non poteva in nessun caso trattenersi troppo a lungo. Uscire con la luce del giorno era decisamente troppo pericoloso.

Quando, circa tre ore prima, era tornato a casa, non era riuscito a chiudere occhio. Aveva passato quasi mezz'ora steso lì a fissare l'orologio, poi si era alzato frustrato ed era tornato in auto. Era dunque tornato nel quartiere di Laura, parcheggiando però stavolta l'auto più lontano per non destare sospetti nei vicini. Aveva indugiato un po', poi era entrato nel giardino e aveva deciso di aprire la porta sul retro. Incredibilmente, ci era riuscito.

Ma ora cosa doveva fare?
Rimase sulla soglia della camera da letto, a bocca aperta. L'intera casa non mostrava un solo tovagliolo fuori posto, ma in quella stanza regnava il caos più assoluto. A terra, una valigia era aperta. Tutti i vestiti dell'armadio erano stati gettati alla rinfusa sia all'interno del piano dell'armadio stesso, al momento aperto, sia nella valigia, che sul pavimento. Continuò a fissare quest'ultimo, ingombro oltre che di abiti anche degli oggetti più disparati: libri, fogli, qualche penna, un accendino, un ombrello, una buccia d'arancia, mezzo limone, un telefono in pezzi. Sembrava essere stato strappato dalla presa telefonica, dato il portariviste – che era proprio davanti alla presa – si era rovesciato su un lato, assieme al suo contenuto.
Il comodino era quasi completamente sparito sotto vari piatti, un'agenda, un portafogli, la lampada rovesciata su un lato, un cucchiaio e mezzo cuscino, scostato dal letto. Anche il letto non era in condizioni migliori: sopra c'era il resto dell'armadio svuotato, un carillon spaccato in due, frammenti di vetro e un laccio emostatico?
Questo spettacolo di devastazione, già di per sé inquietante, alla luce della candela era quantomeno sinistro. Camminò tra le macerie della vita di Laura, andando verso il comodino della ragazza. Voleva dare un'occhiata all'agenda intravista lì sopra, nella speranza di trovare un indizio. Quando guardò il pavimento, però, si dimenticò totalmente del mobile. A dire il vero, dimenticò tutto quello a cui stava pensando.
Tanto per cominciare, c'era del sangue. Troppo sangue, pensò fra sé. Non erano che gocce, questo è vero, ma buona parte del pavimento era incrostato di rosso. Anche un lembo del lenzuolo, che sporgeva dal letto, era sporco di sangue. Pensò che l'avesse usato per pulirsi. Punto secondo: non gli piaceva, non gli piacevano affatto gli altri oggetti sul pavimento. Si fletté sulle gambe, rimanendo abbassando a guardare meglio quanto c'era alla luce fioca della candela. Una scatolina faceva bella mostra di sé, voltava verso il basso. La alzò cautamente, ma era vuota. La rimise al suo posto, contemplando gli altri oggetti. Si accorse, per il riflesso, che anche lì c'erano frammenti di vetro. Guardando sotto il letto capì da dove provenissero: c'erano almeno quattro – o cinque? – bottiglie vuote. Gli sembrarono quelle di liquore che teneva, solitamente, in salotto.
Si inquietò, tornando a prestare attenzione al pavimento.
«Merda!» esclamò, afferrando la candela con l'altra mano per paura di farla cadere a terra. Si era scottato con la cera bollente. Sfregò rapido la mano sul jeans, ma ormai la bolla stava cominciando a gonfiarsi. Leccò lievemente il punto rosso della mano, guardando fuori dalla finestra. Era quasi l'alba. Impaurito, capì che doveva sbrigarsi. Portò dunque nuovamente la luce verso il pavimento, doveva aveva adocchiato quello che gli sembrava il taccuino da dove la ragazza aveva strappato la pagina. Alzò il libretto, solo per rendersi conto che era umido. Lo aprì con enorme delusione: Laura lo aveva impregnato d'acqua (o, fidandosi dell'olfatto, nell'alcool) per cancellare tutto quel che c'era scritto, inevitabilmente. Luca lo lasciò ricadere con un sospiro, facendo per alzarsi. Mentre si girava per andare via, però, urtò qualcosa con la scarpa. L'oggetto rotolò sotto il letto.
"Qualcosa che rotola?" pensò, incuriosito. Si abbassò nuovamente, scrutando sotto il letto.
Quello che vide non gli piacque affatto.

 


 

                                 Attenzione!
Nomi, luoghi e fatti narrati sono totalmente frutto della fantasia dell'autore. Riferimenti a persone, luoghi o eventi realmente accaduti è puramente casuale.
   
 
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