Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: louwasmyrealfirstcrush    10/03/2013    3 recensioni
3 Aprile 1996, San Antonio.
Caro L. ,
allegato a questa lettera c’è il file contenente le fotografie del prototipo A-16.
A-16 arriverà domani alle 3:37pm. Tutto ciò che occorre è: acqua e latte.
Addio.
-Nasa.
Kate Mackenzy Oliva, rilesse per la dodicesima volta quella lettera.
Erano passati sedici anni da quando l’ebbe ricevuta. Non un solo giorno passava senza che l’avesse riletta, non un solo giorno passava senza che si fosse ripetuta che forse avevano sbagliato indirizzo, non un solo giorno passava senza che pensasse a quante coincidenze ci fossero state con ciò che diceva la lettera.
[...]Austin era sempre stato un pallino fisso per Camilla. Troppo bello, troppo intelligente, troppo perfetto.
Quel ragazzo, secondo lei, nascondeva qualcosa.
E' la mia prima Fanfiction su Austin, vi prego non uccidetemi. #Pace.
Genere: Mistero, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Probabilmente non scenderà più, quindi se volte potete andare.. rimetto io in ordine.-disse Kate raccogliendo un cuscino dal tappeto, lo guardò , lo sprimacciò leggermente e lo poggiò sulla poltrona di fronte al divano.
-Ehm, va bene.. arrivederci.- salutò Alex mettendo un braccio intorno le spalle di Federica per spingerla fuori. Camilla li seguì a testa bassa, raccogliendo lo zaino dal tappeto e voltandosi a guardare un’ultima volta le scale che portavano al piano superiore, lì dove era Austin.
Uscirono dalla casa e si diressero verso il bar di fronte, non c’era parecchia gente, giusto qualche cliente abituale che sorseggiava caffè e vecchietti che giocavano a carte sul tavolino fuori l’entrata, con le proprie signore che li guardavano.
-SCOPA!-urlò uno di loro sbattendo una carta sul tavolino che tremò tutto.
-Ha vinto..-disse l’altro guardando sua moglie.
-No, era un consiglio.-ribattè quest’ ultima lanciandogli un’occhiata di fuoco.
I ragazzi che videro la scena scoppiarono in una risata fragorosa che fece voltare tutti a guardarli. Il vecchietto che aveva perso disse qualche parolaccia in latino alla moglie, poi si alzò e se ne andò.
-Ciao ragazzi, il solito?-chiese German vedendo i tre giovanotti accomodarsi al bancone.
German aveva 18 anni, aveva lasciato la scuola quando ne aveva 16 per aiutare il padre con il bar. Era alto e biondo, aveva gli occhi marroni ed era simpatico a tutti, un vero tesoro. Una volta era uscito con Camilla, si stavano frequentando, ma poi non si sa perché la Grey aveva deciso di rimanergli solo amica.
-Tre cocacole brò.- disse Alex salutando German con una stretta di mano.
-Facciamo quattro.- corresse Federica.
-Austin?-chiese il giovane barista. Non vedendolo aveva pensato che sarebbe arrivato dopo, in fondo non esisteva un Alex Costancio senza un Austin Mahone, e viceversa.
-No, Robert.-esordì la ragazza, lasciando Alex di stucco e Camilla con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
-Da quando noi usciamo con quel tizio?- Costancio era leggermente interdetto.
-Da oggi! Dai, vedrai, è simpatico. Vero Camilla? Camilla? Camì?-Federica diede uno scossone all’amica che si risvegliò dal coma vegetativo in cui era caduta.
-Eh? Ah.. Robertino? Si, simpatico. Scusate, vado un momento in bagno..- La Gray si alzò e andò nel gabinetto chiudendo la serratura a chiave. Una volta un bambino era entrato mentre stava facendo pipì e il piccolo, rimasto scioccato, corse via urlando  “QUELLA BIMBA HA DUE TESTE! UNA SOPRA E UNA SOTTO! QUELLA SOTTO E’ TUTTA RICCIA!”.
Fece pipì e..
-PORCA PUTTANA!- acchiappò il cellulare che era nella tasca della felpa e digitò velocemente un messaggio per Federica.
EMERGENZA KETCHUP NELLE MUTANDE!”
“COSA?”
“MI E’ VENUTO IL CICLO! PORTAMI UN ASSORBENTE CAZZO!”
Un attimo dopo Federica era a bussare alla porta del bagno. –Oi, aprimi, sono io.
-Io chi?
-Io lei.
-Lei chi?
-Lei Fede.
-Fede chi?
-Ma vaffanculo.
-Dai entra.- le aprì la porta e l’amica entrò. Poco dopo uscirono dai gabinetti come se nulla fosse. Peccato che Federica avesse dimenticato, nella fretta, il cellulare sul bancone, con la password inserita, vicino ad Alex.
-Ketchup! AHAHAHAHAH Camilla con il ciclo versione McDonald’s. AHAHAHAHAH.-Alex aveva decisamente letto i messaggi.
-Io sarò pure McDonald’s, ma tu sei Chiquita tutto l’anno.- silenzio tombale, palle di fieno che rotolano.
-Camilla.. potevi risparmiartela.-disse Federica dando piccoli colpi alla schiena dell’amica.
Tutti e tre cominciarono a sorseggiare allegramente la coca cola mentre un uomo in camice bianco entrava nel bar.
-Oddio è davvero lui? E’ LUI E’ LUI!!-urlò Alex voltandosi verso quell’individuo. Le ragazze fecero lo stesso.
-Porca puttana è davvero lui! MINCHIA!!-continuò Camilla portandosi le mani alla bocca.
-Santo cielo! E’ LUUUI!!-concluse Federica saltando di gioia, o forse doveva solamente andare in bagno. Boh.
German si grattò la testa per poi chiedere chi fosse quell’uomo  tanto famoso.
-FRANKEISTEIN PALMA DA CHECCA!- gridarono i ragazzi correndo ad abbracciarlo. Frank si ritrovò circondato da 6 braccia e 3 teste.
-Ciao ragazzi.- salutò Frankino con una voce più femminile rispetto a quella che avevano sentito a scuola.
-ODDIO!-esclamò Alex sentendolo scoppiando subuto in una fragorosa risata che echeggiò per tutto il locale.- Palma da cò! Perché sta voce? Non se po’ sentì.
-Come la nuova pubblicità della Vodafone, cielo! CHE ORRIBILITA’ RAGAZZI.-disse Frank accavallando le gambe come una donna-criceto che cerca di far colpo su un gatto cieco.
-COSA?-German si bloccò puntando una bottiglia verde bottiglia contro Frankuzzo-PINO IL PINGUINO E’ IL MIO IDOLO! NON OFFENDERLO MAI PIU’ CAPITO???
L’uomo.. la donna.. l’uomo.. la donn.. FRANK, non fece caso alle minacce del ragazzo e ordinò una birra poi, rispose al cellulare e iniziò una lunga conversazione. Il gruppetto tornò al proprio posto sedendosi di fronte German che puliva un bicchiere.
-Secondo me parla con il suo ragazzo.-disse Federica osservando il labiale di Frankeistein.
-Il punto è.. chi se lo prende quell’uomo, così brutto, così grasso, così poco virile.- intervenì Camilla voltandosi verso l’uomo in questione con una faccia disgustata. –Un ragazzo per piacere deve essere per lo meno non una di queste cose. 
German spostò lo sguardo dal bicchiere alla ragazza osservandola attentamente, che le piaceva era ancora evidente. Le sue azioni non passarono inosservate ad Alex che gli rivolse un ghigno. Alex lo sapeva, non poteva diventare Cupido e farli tornare assieme, sta volta c’era di mezzo qualcuno di più importante, Austin.
Austin.
Camilla lo guardò, sembrava avesse letto il suo pensiero data la faccia con cui lo fissò in volto. C’era tristezza nei suoi occhi.
Le sorrise.
-Ordunque, quel gran pirla chiamato Villanova Robert dove è finito?-chiese Camilla lasciando lo sguardo di Alex.
-Ha detto che stava per arrivare..-rispose l’amica sorseggiando un po’ della bevanda in lattina. Gustosa.
 
 
-E PORCA PUTTANA COSA GLI E’ SUCCESSO? STA CONTANDO, PER CASO, I PELI DEL CAPPOTTO DI PELLICCIA DEL SUO GATTO?-gridò la Grey esasperata facendo girare tutto il locale a guardarla.
-ODDIO!!!-urlò a sua volta Alex.
-ODDIO COSA, PIRLA?-pirla?
-ODDIO ODDIO!!!
-MA SEI COGLIONE BRUTTO CAZZONE?-cazzone?
-ODDIO ODDIO ODDIO!!
-MI HAI ROTTO LA MINCHIA. COSA MERDA VUOI, ALEX COSTANCIO DI STO CAZZO?-Minchia? Merda? Cazzo?
-Voglio comprare anche io un cappotto di pelliccia al mio gatto.- Can’t live on this planet anymore.
-Vai a pisciare con i cammelli, por favor(?).-Lo liquidò Camilla prendendo il cellulare e digitando furiosamente un numero. Continuava a borbottare tra sé e sé “ora mi sente quel bastardo, ora mi sente.”
 
-TI SEMBRA IL MODO DI PARLARE A UNA PERSONA?-un soggetto entrò velocemente dentro il bar pestando i piedi in terra. Era Robert e sembrava piuttosto irato.
I ragazzi si voltarono verso quella figura-Tu non sei una persona.-si giustificò Camilla.-Sei uno stecco di Mikado.
-MA IO TI ROMPO LE OSSAAAA!!- Robert stava per lanciarsi addosso alla ragazza quando venne distratto dal sorriso di Federica.-Oh, ehm.. ciao.. ah.. ah-ah-ah.-cominciò a ridere e a grattarsi la testa.
Imbarazzo.
 
 
Più tardi a casa Mahone..
Austin uscì dal bagno e si diresse verso camera sua, accese la luce e levò la maglietta gettandola sulla sedia. Si fiondò sul letto e cominciò a fissare il soffitto. Aveva le palpebre pesanti, gli occhi gli pungevano. Buio.
*bip bip*
Austin mugolò con la testa nel cuscino, si sollevo di fianco sull’avambraccio e afferrò il cellulare.
‘posso venire da te? Camy xx’
‘Okay vieni. Austin xx’
‘Coglione le ‘xx’ sono mie xx’
‘Le uso anche io xx’
‘Fanculo xx’
‘Dai vieni xx’


 
  
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