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Autore: Marcy_    10/03/2013    7 recensioni
La vita felice e spensierata della giovane Laila viene catastroficamente rovinata il giorno del suo sedicesimo compleanno, momento in cui le verrà rivelato che, al compimento dei diciotto anni, sposerà un ragazzo di nome Zayn Jawaad Malik.
L'obbligo deriva da un'accordo stipulato molti anni prima tra le due famiglie, sottoscritto da entrambi i nonni paterni in cambio di aiuti economici da parte della famiglia Malik.
Ma se non fosse solamente quello il vero motivo del contratto?
La ragazza avrà solo dieci giorni per evitare il matrimonio e non dover convolare a nozze con l'arrogante, misterioso e sfrontato ragazzo appena conosciuto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sette

*Lo so, vi avevo detto che in questo capitolo succedeva una cosa molto 'wow' ma la cosa 'wow' è stata spostata D: perdonatemi*


Sono sul divano a mangiare patatine al formaggio mentre guardo uno stupido programma alla televisione quando mamma parla, girata verso la tv ma ricolta a me. Non mi guarda negli occhi, come se volesse evitare il mio sguardo. Non c’è nulla che mi possa far pensare a qualche cattiva notizia o a qualcosa di sconvolgente, almeno è quello che penso ma ancora per poco.
‘’Stasera  hai un appuntamento col tuo fidanzato in un bellissimo ristorante’’ mi cade una patatina dalle mani e la bocca si placa di colpo di mastica. Impiego qualche secondo a metabolizzare la sua frase, con gli occhi sgranati e le mani a mezz’aria.
Non mi risulta strano che io debba uscirci, né tantomeno che il posto sia chic o stronzate simili. È come ci ha definiti che mi inquieta.
‘’Cos’hai detto?’’ chiedo sconvolta, convinta che mi sia immaginata tutto, quella strana affermazione compresa.
‘’Stasera hai un appuntamento’’ ripete lei con nonchalance tornando a guardarmi.
‘’No, dopo’’ rispondo scuotendo appena il viso per farle capire che non è quello che intendevo.
‘’Che andrete in un bellissimo ristorante’’ sta sorridendo, sta già pensando alla serata che mi attende. Prima ancora che io riesca ad elaborare tutte le informazioni. Prima ancora che anche io riesca ad elaborare lemie emozioni.
‘’No, mamma. Come ci hai definiti?!’’ chiedo strozzandomi con qualche residuo di patatina che mi finisce in gola malamente. Tossisco appena, fermandomi prima che riprenda a parlarmi.
‘’Il tuo fidanzato! Come dovrei definirlo, se no?’’ il suo sguardo si fa truce e l’espressione si indurisce sotto il mio sguardo sconvolto. Non vuole sentire storie. Vuole solamente che faccia buon viso a cattivo gioco. Mi sento come un palloncino troppo gonfio. Troppe emozioni tutte insieme e, cosa succede se l’aria contenuta in esso è troppa? Bè, esplode.
‘’Spero che tu stia scherzando!’’ urlo inferocita contro di lei, nella disperata ricerca di farla ragionare. Manca solo una settimana al mio matrimonio e lei e l’altra comare hanno avuto una delle loro brillanti idee. Una bell’appuntamento galante con l’uomo delle caverne.
E si permette anche di definirlo il mio fidanzato! Come se non bastasse il nomignolo di futuro marito. Aggiungiamoci un’altra etichetta, tanto per completare l’opera!
Mi sembra tutto così stupido, così irreale. Ho sempre ‘rimandato’ l’idea che mi sarei sposata così presto. Non ho mai voluto veramente pensarci. Ma ora che si avvicina il giorno, ora che tutto si fa più concreto. Mi impaurisce. Non voglio, non riesco nemmeno ad immaginare una vita con quel ragazzo.
‘’Affatto. Ti passerà a prendere per le otto. Vedi di essere pronta’’ finisce di spolverare una dannata cassettiera, sbattendo un libro sulla mensola con poca delicatezza.
Mi scappa una risata isterica ‘’ Mi passa a prendere? Papà non mi farà mai andare in moto con lui!’’ protesto incrociando le braccia al petto. Se ho qualcuno dalla mia parte, tanto vale tirare acqua al mio mulino. Non ho ben capito il motivo per cui ce l’abbia tanto con Zayn. Si insomma, togliendo il fatto che fuma, che ha una miriade di tatuaggi, che ha la faccia più stronza del pianeta e che (molto probabilmente) è il ragazzo più puttaniere dell’universo, ma a parte questo non è molto male. Certo, questo è quello che pensi non appena lo vedi esteriormente. Poi, quando lo conosci meglio, i difetti aumentano a dismisura e la lista dei Pro e dei Contro diventa un vero elenco di difetti. Stronzo, egocentrico, presuntuoso, irritante…devo andare avanti con gli aggettivi?
‘’Tuo padre se ne farà una ragione. Non può fare altro che accettarlo. Fine’’ da come parla deduco che abbiano litigato la sera prima. Grandioso. Passano trent’anni della loro vita ad amarsi senza mai litigare e poi arriva lui e fa un casino. Ecco, un altro aggettivo da aggiungere alla lista: rovina coppie.
Esco dal soggiorno incazzata nera, se rimango un altro minuto in quella stanza potrei alzarmi e prenderla per i capelli. Vado in giardino e chiamo Sofia. Ho bisogno di sfogarmi. Non la vedo dal pomeriggio prima e già mi manca la sua presenza. Devo andare a farmi curare da uno bravo.
‘’Ohi amore, dimmi!’’ la sua voce è squillante e più acuta del solito. Nervosa, forse.
‘’Sofia? Cosa succede?’’  si trova in un posto al chiuso visto che la voce rimbomba, intuisco che c’è qualcuno vicino a lei considerando i sospiri di sottofondo.
Si, quando voglio riesco ad essere più intuitiva di una stalker.
‘’Nulla! Solo che ora non posso parlare. Cosa dovevi dirmi?’’ parla velocemente, agitata e confusa. Come se si sentisse il fiato sul collo. Come se volesse chiudere all’istante quella chiamata.
‘’Volevo chiederti un consiglio in fatto di vestiti ma non preoccuparti..ci risentiamo appena hai tempo..’’ mi invento una scusa a caso e lascio la frase in sospeso.  Lei coglie l’occasione al volo per salutarmi velocemente e riagganciare il telefono con nonchalance.
Giuro che se non mi spiega che cavolo sta succedendo la mando da uno psicologo.
Anzi, ne avrei prenotato uno per entrambe.
Mancano ancora un paio d’ore prima dell’appuntamento combinato quindi decido di andare a fare un bel bagno caldo e rilassante. Un’ora nell’acqua bollente è il rimedio migliore quando ti sta scoppiando la testa a furia di ragionare. Perché si sa, i miei neuroni non sono abituati a sforzi simili.
Sto per entrare in bagno quando Farrah mi ferma afferrando i miei pantaloni della tuta, facendomi segno di volermi parlare.
‘’Cosa succede?’’ domando abbassandomi per poterla sentire meglio. Quando vuole riesce ad essere una perfetta koala, si aggrappa alle gambe e non si sposta più e, pur essendo leggera, riesce a tenerti piantata al suolo.
‘’Laila, ma tu ti sposi tra poco. Giusto?’’ mi chiede con la sua solita voce da bambina ingenua.
Mi siedo su una poltrona che si trova proprio accanto a me e le faccio segno di avvicinarsi.
‘’Si, Farrah, tra una settimana. Ma se lo sai, perché me lo chiedi?’’
‘’Ma io non lo conosco!’’ protesta incrociando le braccia al petto indispettita.
Scoppio a ridere ‘’E’ questo che vuoi? Incontrarlo? Bè, allora oggi te lo presento!’’ il suo volto si illumina come se gli avessi appena rivelato che Babbo Natale sta venendo a farle visita, ed inizia a saltellare felice, urlacchiando parole senza senso nella sua lingua elfica a noi del tutto sconosciuta.
La lascio in sala da pranzo dove si mette a disegnare principi e principesse, immaginandosi matrimoni e avventure con draghi e maghi malvagi.
Se solo avesse saputo tutta la verità!
Entro, finalmente, in bagno dove (dopo aver riempito la vasca d’acqua bollente fino all’orlo) mi lascio cullare dal liquido caldo che mi immerge completamente il corpo. E chiudo gli occhi, immaginandomi mondi incantati, pianure estese e vegetazione incolta. Il mio mondo nelle fiabe. Come l’ho sempre immaginato. La mia vita. Libera da ogni pensiero. Libera da ogni obbligo morale. Libera da qualsiasi regola. Libera da tutto e tutti.
Vibra il cellulare che si trova sul pavimento, non lo prendo ma guardo lo schermo.
Per fortuna ho messo la sveglia così  ho il tempo per lavarmi ed uscire dalla vasca. C’è qualche modo per evitare quell’uscita? Oltre ad affogarmi con le mie stesse mani, ovviamente.
 
 
 
Odio i vestiti.
Cioè, non odio proprio i vestiti. Odio doverli scegliere. Dover decidere cosa indossare. È uno dei drammi peggiori della vita. Pantaloncini viola? No, troppo sportivi. Jeans e t-shrit? Troppo informali. Mini gonna? No, da troia.
E che minchia mi metto?! Come diavolo ci si veste per un ‘primo appuntamento’? si, tra virgolette. Perché non ha senso definirlo un primo appuntamento. Anche se ne ha tutte le sembianze. Non lo è e basta. È solo una truffa, un escamotage per far divertire mia madre e mia suocera. Per veder realizzati i loro sogni di avere i propri figli in una relazione. Avrebbero dovuto trovarsi un hobby, quelle due. Pittura, scultura, musica, bricolage, danza, qualsiasi cosa! E, se non lo avessero fatto in fretta, avrei detto ai rispettivi mariti di trombarsele più spesso per non dover, poi, subirmele io. Ecco. L’acidità fatta persona.
Butto da tutte le parti gli indumenti che trovo nel mio armadio, mettendo sul letto solo ciò che potrebbe andar bene.
Sono le 19.15 e io sono ancora in accappatoio, senza capelli fatti e senza trucco.
Oh, al diavolo!
Afferro un paio di pantaloncini neri alti ed una maglia larga di pizzo, infilo la maglia dentro i pantaloncini e metto i tacchi (non troppo alti). Mi sistemo velocemente il trucco e faccio i capelli alla meno peggio, cercando di domare la chioma folta e mossa.
Sento qualcuno suonare  mamma rispondere con un ‘’Chi è?’’ felice, al citofono.
E’ completamente pazza per Zayn, sarà il suo fascino da stronzetto del quartiere, ma è come se l’avesse ammaliata. Perché non convola lei a nozze con lui invece di usare me come agnello sacrificale?
Sbuffo sentendo la porta di ingresso chiudersi, delle risate e dei saluti riecheggiare per tutto il corridoio.
‘’Laila, è arrivato!’’ papà  mi urla poco gentile e io alzo gli occhi al cielo spruzzandomi qualche goccia di profumo e prendendo la borsa.
Cominciamo bene. Sento la tensione attanagliarsi al mio stomaco senza alcuna intenzione di lasciarlo tanto facilmente, se poi ci si mette anche mio padre siamo apposto.
Scendo velocemente le scale trovandomi mamma, papà e Zayn seduti a tavola che bevono un caffè.
‘’Oh, amore. Stai benissimo!’’ mamma si alza e mi gira attorno alla ricerca di chissà quale difetto, sistemando una parte della maglietta, come se avessi otto anni ‘’Mamma, che diavolo stai facendo?!’’ bisbiglio in modo che possa sentirmi solo lei, mentre Zayn si sta presentando a Farrah.
‘’Ma tu non sei biondo e con gli occhi azzurri!’’ la voce squillante di mia sorella mi fa passare l’attenzione da mia madre alla scena che si sta svolgendo proprio davanti ai miei occhi.
Zayn alza un sopracciglio confuso mentre mamma la sgrida con voce calma ‘’Chi ti ha detto che doveva essere biondo e con gli occhi azzurri?’’ le chiede mamma visibilmente alterata da quell’informazione.
Gli occhi di Farrah si fanno lucidi, prima di aggrapparsi alla mia coscia e piangere ‘’Non è un principe lui! Mandalo viaaa!’’ urla continuando a piangere mentre io non posso fare a meno di ridere, cercando di trattenermi.
Avremmo dovuto far vedere meno cartoni della Disney a quella povera bambina! Ora capisco perché il colore azzurro e quello giallo sono sempre i primi a finire!
Mi metto quasi in ginocchio per guardarla in faccia, le sposto le mani dal viso sorridendole.
‘’Ma lo sai che non tutti i principi hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi?’’ le dico a bassa voce sotto lo sguardo di tutti i presenti.
‘’Eh ma..nella storie che mi racconta mamma è sempre così! E tu non puoi non sposare un principe! Devi essere una principessa!’’ sbuffa indispettita.
Ecco di chi è la colpa. Lancio un’occhiata accusatoria a mamma che non riesce a trattenere una risata.
‘’Ma non importa che aspetto ha. Un principe è sempre un principe! Anche se ha gli occhi viola e la pelle verde. Sempre principe rimane’’ le dico scuotendola e facendola ridere.
‘’Ok, allora mi stai simpatico!’’ grida rivolgendosi a Zayn con un ditino puntato. Solo in quel momento capisco quanto ci assomigliamo e rabbrividisco all’idea di avere davanti una mini-me.
Zayn ghigna divertito ‘’Meno male, non avrei potuto dormire per molto tempo se avessi saputo che non ti stavo simpatico!’’ le risponde prendendola scherzosamente in giro, mentre lei va via tutta impettita e contenta della sua piccola vittoria.
Papà sprizza allegri da tutti i pori. Si, come un uomo che ha appena scoperto di essere impotente.
Mamma e Zayn si scambiano ancora qualche battuta veloce, li salutiamo dicendo che si sta facendo tardi e che la prenotazione potrebbe saltare. Zayn ringrazia dell’ospitalità mentre si sorbisce la predica di mio padre sull’orario, la guida e le mani da tenere nelle tasche (le sue, ovviamente).
Usciamo nel vialetto e lo seguo fino al parcheggio che si trova ad una decina di metri dalla mia casa, fermandoci proprio davanti un’auto nera.
‘’Dov’è finita la moto?’’ gli chiedo mentre lui apre lo sportello anteriore.
Si ferma un attimo a guardarmi  ‘’Ero convinto che ti fossi messa la gonna, non volevo che mezza Portland si godesse un altro spettacolino’’ ridacchia guardandomi a mo’ di sfida.
Lo fumino con lo sguardo salendo in macchina senza ribattere alle sue parole, e metto velocemente la cintura.
Prima che sarebbe finita la serata l’avrei ucciso.
‘’Dove andiamo?’’ sta imboccando una strada di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza, il minimo che possa fare è chiedergli dove mi sta portando.
‘’Mia madre ha prenotato in un ristorante ma non ci sono mai stato’’ e con un segno del capo indica il navigatore satellitare già impostato su una via che dista un quarto d’ora in macchina.
‘’Andrà a finire che ci programmano tutto loro! Non basta il matrimonio, i vestiti, gli invitati. Adesso anche il luogo di quest’assurdità! Manca solo che ci organizzino anche la prima notte di nozze.’’ Urlo come una pazza, sbattendo malamente la borsa sul sedile e incrociando le braccia al petto.
E lui ride, ride così forte che tra poco gli arriva un pugno.
‘’Cosa ridi?!’’ gli urlo, abbaiandogli contro come se avessi la rabbia.
‘’In effetti, direi che hanno programmato anche quella’’ spalanco la bocca alla ricerca disperata di un segno della sua faccia che mi faccia capire che sta scherzando, ma oltre il ghigno non riesco a vedere nulla.
‘’COSA HAI DETTO?!?’’ sto arrivando al limite della sopportazione. Sto per scoppiare, sto esaurendo la mia scorta di pazienza. E la serata non è nemmeno cominciata.
Si ferma cercando di smettere di ridere, riprendendo fiato e guardandomi negli occhi ‘’Non hanno proprio programmato i minimi dettagli…cioè, ne abbiamo parlato ieri. E ti posso assicurare che è stata una cosa molto imbarazzante..’’
Mi scappa una risata  nell’immaginarmi loro tre, seduti attorno ad un tavolo, a discutere sulle dinamiche dell’atto.
Gli faccio un cenno del capo, segno di continuare, e lui riprende a parlare ‘’..non mi hanno detto come fare, ovviamente, anche perché ne sono più che capace. Mi hanno solo imposto di non usare il preservativo visto che vogliono un bel nipotino’’
La mia bocca si spalanca mentre gli occhi si sgranano a dismisura.
Non ci siamo nemmeno sposati e già questi qua pensano di avere un nipotino?! Ma che diavolo si sono fumati?! Cosa mettono nelle loro strane tisane?! Non posso crederci. Siamo nel ventunesimo secolo e mi sembra di vivere nel Medioevo. Matrimoni combinati, viaggio di nozze programmato e ora anche nipotini.
‘’Oh, mio Dio. Manca solo che chiedano di vedere le lenzuola sporche di sangue per accertarsi che io sia vergine!’’ grido in piena crisi isterica, non sapendo se ridere per quell’assurdità o piangere per tutto ciò che si aspettavano che facessimo.
‘’Ne sarebbero capaci’’ ridacchia a labbra strette svoltando in un vicolo bel illuminato.
‘’Allora vedi di procurarti della pittura rossa’’ sbuffo appoggiandomi sconfitta al sedile e mordendomi l’interno guancia tanto forte da sentire il sapore salato sul palato.
‘’Perché non sei vergine?’’
‘’Perché non te la do’’
E questa volta ho vinto io, stronzo.
 
 
Ci troviamo di fronte ad un immenso ristorante. Bello, elegante, di lusso e dall’apparenza troppo costoso.
Troppo costoso anche per i modi da io-posso-permettermelo della sua famiglia.
Non mi avrei potuto pagare il conto della cena in quel posto nemmeno con un intero stipendio da giornalista. E giornalista, io, non lo sono nemmeno diventata.
Sono ferma ed immobile a fissare quel luogo, non ne ho voglia. Non voglio comportarmi bene per tutta la sera. Mi sento in imbarazzo, forse lui sa come comportarsi in quelle situazioni ma non io. Io non sono cresciuta in quella vita. Niente cene ufficiali, niente pranzi di beneficenza, niente feste eleganti. La festa più formale a cui abbia partecipato è stato al matrimonio di mia cugina Dely!
Si avvicina a me, dopo aver parcheggiato l’auto subito fuori l’ingresso.
Manca solo il tappeto rosso e saremmo stati davanti ad un locale per soli Vip.
Mi fermo a guardarlo assorta nei miei pensieri: jeans scuri e camicia nera. Se non fosse che ci troviamo in quell’assurda situazione l’avrei anche considerato quasi bello. Sottolineo nel mio cervello la parola ‘quasi’ ma i miei ormoni si ribellano a quel piccolo particolare, cominciando a farmi pensare a cose non molto pudiche.
Ok, ok. Non quasi. Mi sarebbe sembrato un figo. Anche altamente scopabile.
Basta ormoni, datemi una tregua almeno per stasera!
‘’Dimmi che è un incubo’’ sbuffo senza muovermi di un millimetro.
‘’Ok, so che mi odi che preferiresti banchettare con delle tigri e bla bla bla ma cosa ne dici se prendiamo cinese e lo mangiamo in macchina senza dover stare attenti a formalità scassa palle?’’ parla a voce basa, cercando di apparire calmo e tranquillo.
‘’Possiamo farlo davvero?’’ domando speranzosa.
Sbuffa ridacchiando ‘’Facevo prima a non parcheggiare. Sali in macchina’’ mi ordina ghignando, aprendo con il telecomando l’auto.
Per una volta sono d’accordo con lui, strano ma vero.
‘’Apri il cruscotto, dovrebbe esserci il depliant del ristorante cinese’’ mi dice non appena sono salita in auto. Cerco nel punto da lui indicato, in mezzo ad una marea di scartoffie, quando mi trovo con un quadratino argenteo e un paio di mutandine proprio fra le mani.
‘’Zayn!’’ urlo così forte da farlo frenare di colpo, facendolo spaventare.
‘’Cosa succede?’’ chiede guardandomi confuso mentre io tiro fuori quella roba dal cruscotto.
‘’Ma cazzo!’’ gli grido buttando a terra il tanga di pizzo rosso.
Alza gli occhi al cielo cercando di mascherare un sorriso ‘’E io che pensavo chissà cosa!’’ ridacchia riprendendo a guidare.
‘’Bè, qui il depliant non c’è!’’ gli dico chiudendo a forza il cassettino.
‘’Oh, è vero. Lo tengo da quest’altra parte. Scusami, piccola’’ infila una mano nel portaoggetti situato nella sua portiera, estraendone velocemente il menu.
Lui lo sapeva! E io che cominciavo a pensare che non fosse poi tanto male. Mi sarei dovuta scrivere sulla mano di non abbassare mai la guardia con lui nei paraggi.
‘’IO TI AMMAZZO!’’ gli grido spingendolo malamente per una spalla, rischiando di farci uscire fuori strada facendoci morire entrambi.
‘’Era solo uno scherzo! Dai piccola permalosona!’’
‘’Piccola ci chiami la troia a cui hai fottuto le mutandine!’’ gli ringhio immaginandomi chissà quale biondona gliele ha lasciate come souvenir.
Mette il broncio guardandomi in faccia e distogliendo lo sguardo dalla strada.
‘’In realtà le ho comprate per te’’ ammette mordendosi il labbro inferiore in modo seducente.
‘’A quale gioco stai giocando, Zayn?’’ non so più se ridere perché sta facendo lo stupido e prenderlo a sberle fino a fargli uscire gli occhi fuori dalle orbite.
Avvicina la mano destra alla mia gamba, carezzandomi piano la coscia, facendomi fremere involontariamente.
‘’A quello in cui io ti provoco e tu diventi così rossa da sembrare un peperone’’ mi sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio.
‘’E, posso saperne il motivo?’’ gli domando senza smettere di fissare la sua manogigante poggiata sulla mia gamba. Si dice che la mano sia proporzionale al…
Basta, basta, basta!
Fa spallucce ‘’Dovrai sopportarmi per tutta la vita, tanto vale cominciare da adesso, piccola’’ lo stesso soprannome, la stessa presunzione nella voce.
Ora lo castro. Ora lo castro. Giuro, ora lo castro.

Spazio autrice!

so che non aggiorno da molto, è per questo che questo capitolo è più lungo del solito!
anche se non succede la cosa 'wow' che vi avevo promesso nello scorso capitolo (causa cambiamento deciso durante la scrittura) spero comunque che vi sia piaciuto!
spero di trovare tante recensioni come nell'ultimo capitolo *-* dire che ero felice è poco!

Vi ricordo che potete seguirmi su twitter! sono @Sheismarcy_ (menzionatemi che ricambio :D)
alla prossima!
   
 
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