Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Registe    10/03/2013    3 recensioni
Terza storia della serie "Il Ramingo e lo Stregone".
"L’esercito del Grande Satana colpì in modo violento l’Impero Galattico. Non vi furono preavvisi, minacce o dialoghi alla ricerca di una condizione di pace. I demoni riversarono i loro poteri in maniera indiscriminata, non facendo differenza tra soldati e civili, guidati solo da un ancestrale istinto di distruzione. Soltanto la previdente politica bellica dell’Imperatore Palpatine riuscì ad impedire un massacro in larga scala.
-“Cronistoria dell’Impero Galattico, dalla fondazione ai nostri giorni” di Tahiro Gantu, sesta edizione.-"
[dal primo capitolo].
E mentre nella Galassia divampa la guerra, qualcun altro dovra' fare i conti con il passato e affrontare i propri demoni interiori...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il Ramingo e lo Stregone'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4 - Dite amici, ed entrate




Minas Tirith




Meditando sulla perdita del pianeta Geonosis, l’Imperatore mi disse: “Il grande potere dei Ribelli nasce dal fatto che si credono onesti e buoni, i difensori della giustizia e della democrazia, coloro che possono deformare lo spazio ed il tempo solo in nome dell’Amicizia. Il giorno in cui si renderanno conto di essere solo una mandria di poveri imbecilli, l’Alleanza si scioglierà come neve ai soli di Tatooine”.
“La mia vita al fianco dell’Imperatore” di Lorth Needa, ammiraglio dell’Impero Galattico.



Le mura di quella città erano centinaia di volte più alte di quelle della più grande città umana nel loro mondo; si stagliavano quasi fino al cielo, e Hadler desiderò potersi elevare in volo fino a toccare la cuspide più alta. Un tempo le mura dovevano essere state bianche come la neve, ma con alcuni punti anneriti e pareti piene di crepe raccontavano di una storia costellata di battaglie ed assedi. L’enorme città proiettava la sua ombra su un fiume poco distante, su cui si affollava un viavai di imbarcazioni dalle vele dai mille colori; da esse scendevano umani di ogni taglia che trasportavano verso un ingresso imprecisato delle strane casse ed oggetti che non sarebbe stato in grado di definire. Il demone guerriero aveva visto centinaia di insediamenti umani, ma nessuna aveva la maestà e l’energia che traboccavano da quella costruzione dalle sette cerchia di mura.
Killvearn fece sparire la Pietra Dimensionale nella mano sinistra ed abbozzò un inchino falso: “Il mio ingrato compito di teletrasportare l’esercito del Grande Satana è esaurito, per oggi! Auguro ad entrambi un piacevole divertimento!”
Prima che Hyunkel potesse insultarlo a dovere, quello usò l’oggetto magico e svanì in una nuvola di fumo rosa. I due si scambiarono un’occhiata stanca, poi Hadler avvolse tutto il suo corpo e richiamò l’energia necessaria per eseguire un semplice incantesimo di alterazione. Dai rapporti di Killvearn –e, soprattutto, dai molto più affidabili Occhi di Zaboera- avevano capito che in quel mondo non esistevano creature dalla pelle verde come la sua, dunque lasciò che il lieve bruciore lo percorresse dalla punta dei capelli fino ai piedi e la sua pelle assunse il colore rosa chiaro del suo compagno umano. Meditò persino di assumere di lanciare su di sé una magia di invisibilità, ma avrebbe richiesto una tale quantità di magia che gli incantatori di quella città lo avrebbero percepito subito, e non poteva rischiare di mettere in pericolo la missione.
“Beh, adesso invece di sembrare un grosso demone verde sembri un grosso demone rosa pallido!”
“Credi che susciteremo sospetti?”
“Suppongo ci sia un unico modo per verificarlo …” gli rispose Hyunkel. Si sistemò il mantello sulle spalle e si diresse verso il portone principale e Hadler gli andò dietro, ricordandosi ad ogni passo che non doveva assolutamente volare. Da oltre le mura veniva una cacofonia di suoni e rumori che aveva sentito nelle città degli umani solo quando si celebravano le loro insignificanti festività religiose, ma da quel luogo i suoni sembravano moltiplicarsi in un assordante miscuglio di strumenti musicali, canti e grida di persone. Un fuoco d’artificio esplose in cielo proprio mentre stavano per rivolgere la parola alle guardie d’ingresso, ma quelle erano più occupate a commentare lo speciale effetto delle scintille, che disegnavano in cielo delle forme simili a degli esseri umani, che a loro. Solo quando il suo compagno giunse a due passi da loro si degnarono di rivolgergli la parola. “Siete venuti per la festa?”
Ma che razza di domanda è …?
Hyunkel squadrò il soldato ancora più allibito di lui “Sì, certo, però …”
“Allora sbrigatevi, tu ed il tuo amico con le orecchie grandi! Lo spettacolo pirotecnico di Gandalf inizierà al tramonto, quindi cercate di trovarvi un posto decente!”
Una delle guardie fece cenno ad Hadler di avvicinarsi e lui camminò cauto verso di loro. Sopra il primo cerchio di mura vi erano alcuni soldati con delle armature ancora più dimesse di quelle che usavano gli umani nel loro mondo, e nonostante il demone riuscisse a scorgere degli archi legati alle loro spalle, nessuno puntava le armi contro di loro. Un paio stava visibilmente giocando a carte.
“Suvvia, ma che avete messo le radici?”
“Ma …” protestò Hyunkel mentre una ragazza con un’armatura leggera lo sospingeva letteralmente oltre il portone “… cioè, ci fate entrare così? E se fossimo …”
“Nemici?” lo interruppe lei, lasciandolo per afferrare anche il polso di Hadler e trascinarlo verso la strada “Ma che sciocchezze, è ovvio che siete amici! L’Impero e le sue spie mica entrano dal portone principale!”
“Sì, ma …”
“Forza, godetevi la festa e benvenuti a Minas Tirith! E se più tardi sei libero, un ballo con me non te lo leva nessuno!”
La ragazza si arrampicò su una scala e si rimise in servizio sulle mura, mentre Hadler osservò prima lo sguardo esterrefatto di Hyunkel e poi l’immensa città che sorgeva proprio davanti a loro.
Come Killvearn aveva riportato, era costituita da sette cerchia di mura che si sviluppavano in altezza, visto che l’intera città sorgeva su una collina; indecisi su dove spostarsi, i due salirono su una rampa in mattoni che aveva tutta l’aria di essere la strada principale se non fosse stato per le migliaia di persone che si riversavano per la sua intera lunghezza e per le piccole vie laterali. Il demone non aveva mai visto una tale quantità di umani concentrata in un simile spazio eppure, nonostante il numero, tutti riuscivano a muoversi agevolmente. Alle loro spalle sentì il portone principale aprirsi di nuovo, e la folla si abbandonò a grida festose quando comparve una squadra di circa quaranta soldati a cavallo, guidati da un uomo che mostrava uno stendardo con un destriero rampante. I cavalieri attraversarono la rampa al passo, e Hadler si scansò poco prima che uno degli animali gli calpestasse il mantello: gli uomini in sella estrassero degli oggetti sconosciuti, probabilmente in legno, ed iniziarono a suonare una marcia. La gente nella folla, soprattutto i bambini, batterono le mani a quel ritmo invitante, e come per incanto la massa di gente si ritirò verso le estremità della rampa; Hyunkel gli fece cenno di imitarli, e l’attimo dopo l’intera spianata in mattoni era occupata da cavalli e cavalieri che iniziarono una danza frenetica, accompagnati sia dai loro strumenti che dal battito delle mani degli spettatori. Persino un paio di soldati di pattuglia si unì a quel ballo scomposto, del tutto incuranti di ostruire il passaggio principale.
“Hyunkel, ti prego, dimmi che almeno tu sai in che posto siamo finiti!” disse, seguendo il suo compagno che cercava di oltrepassare la folla di cittadini festosi.
“Sono questi i momenti in cui mi vergogno di essere un umano …” bofonchiò l’altro, poco dopo aver evitato un gruppo di bambini di ogni età che era sceso dal tetto di una casa per vedere l’esibizione di quegli strambi cavalieri. I loro abiti erano semplici, ma non dimessi come quelli delle miriadi di straccioni umani che infestavano i centri abitati; non vi era alcun adulto ad accompagnarli, anche se dalle finestre delle abitazioni vi erano uomini e donne di tutte le età che lanciavano loro dei piccoli fagotti che i bambini raccoglievano al volo, divorandone poi il contenuto.
Nella luce piena del tardo pomeriggio, il secondo livello della città si aprì a loro non appena varcarono un arco di pietra, mostrando una piazza interamente addobbata, dove si intravedevano a fatica degli spicchi di cielo tra i nastri di mille colori che campeggiavano sopra le loro teste. Lì tutti, assolutamente tutti, danzavano. Il ritmo era scandito da due piccole creature, simili a bambini per statura, che cantavano su un tavolo a piedi scalzi facendo cozzare i loro boccali per guidare il tempo. Un altro, più anziano, si arrampicò sul tavolo e si legò un fazzoletto rosso sulla testa, si portò tra i due ballerini ed iniziò a cantare una melodia diversa, ed in un attimo tutta la piazza si fermò ed intraprese un nuovo ballo, ancora più frenetico. Gli uomini ballavano con altre donne e maschi in maniera confusa, scambiandosi i compagni di danza ad ogni passo; qualcuno si fermava, faceva salire dei bambini sulle proprie spalle e poi ripartiva, oppure si accostava a delle botti, grandi quanto delle viverne e sparse per la piazza, e trangugiava un liquido giallo e schiumoso dall’odore non proprio invitante.
Feste umane … sono sicuro che questo il Grande Satana non l’aveva previsto …
“Hadler, aiuto!”
Vide i capelli azzurrini di Hyunkel sparire nella massa, per poi riemergere a fatica, trascinato da due ragazze che lo avevano afferrato per le mani e stavano saltellando in cerchio, trascinate dal vorticare della gente. Una di loro, dai fluenti capelli neri, fissò quella che sembrava una collana di salsicce intorno al collo del giovane generale, poi lo lasciò ed il suo posto fu preso da un’altra ballerina di dimensioni minuscole, simili a quelle del trio che cantava sul tavolo.
Qualcuno prese alla sprovvista anche i suoi sensi demoniaci: una giovane donna sbucò alle sue spalle e gli agguantò un polso, proprio come era successo a Hyunkel. Per riflesso Hadler scansò il braccio, ma la figura resistette e riuscì a spintonarlo nella calca.
“Rilassati” disse lei, agitando i capelli rossi al vento “Davvero ti fa schifo ballare con me?”
Hadler non rispose, troppo intento ad evitare di inciampare sul suo mantello, sui propri piedi, sugli stivali della ragazza e su due creature basse e con la barba che saltellarono i mezzo alla calca brindando senza particolari ragioni. Non aveva mai capito perché gli umani ballassero in maniera così confusa e disordinata, del perché chiamassero musica quell’accozzo di suoni brevi, rapidi e formati da una totale confusione di strumenti.
Narratore: “Poveraccio, è abituato alle feste demoniache … che hanno più o meno la vivacità di un funerale umano, tanto per intenderci …”
Si accorse solo dopo che la sua compagna di ballo lo stava squadrando con attenzione, e a differenza delle fanciulle che avevano rapito Hyunkel, quella non sembrava intenzionata a lasciare la presa. Anzi, se possibile aveva aumentato la stretta intorno alle sue dita.
“Ci siamo già visti da qualche parte?” disse lei.
Hadler aveva sempre avuto diverse difficoltà a capire i canoni di scelta del partner tra gli esseri umani, sebbene Hyunkel avesse provato a spiegarglieli diverse volte; ricordava vagamente che i maschi umani trovavano attraenti le femmine che avevano quelle cose chiamate seni di grandi dimensioni, e dunque la ragazza che lo stava sballottando verso il centro doveva essere considerata molto interessante. E per quanto le donne umane si assomigliassero più o meno tutte, era pronto a scommettere uno dei suoi due cuori che non aveva mai visto una ragazza dai colori così particolari, i capelli rossi come la fiamma e gli occhi verdi quanto la propria pelle. Occhi che continuavano a scrutarlo in maniera alquanto sfacciata; sebbene non percepisse alcun potenziale magico nella sua ballerina, il suo corpo fu pervaso da una sensazione di freddo, come se qualcosa di diverso e sconosciuto lo stesse attraversando ed analizzando.
“Me ne ricorderei …” bofonchiò, sospettando che la sua interlocutrice attendesse una risposta. Guardò alla sua destra, e vide che Hyunkel non era molto lontano. Il suo sesto senso gli intimò di allontanarsi subito da quella donna prima che potesse accorgersi del suo camuffamento incantato.
“Mi dispiace, ma temo di essere un pessimo ballerino” disse, e le pestò il piede più forte che poté; la danzatrice dai capelli rossi per un attimo perse la stretta sul suo polso, e Hadler si gettò a capofitto verso un gruppo di ragazzi e ragazze che li stava superando. Afferrò le dita di una ed iniziò a saltellare e muoversi con lei finché non vide che la figura della donna misteriosa era scomparsa nella folla di festeggianti, poi improvvisò una piroetta e raggiunse Hyunkel, stavolta costretto a ondeggiare a ritmo di musica da due soldati palesemente ubriachi. Il suo compagno di disavventure aveva ancora al collo la collana di salsicce, ma aveva un’espressione ancora più stravolta di quando lo aveva visto affrontare in duello lo stesso Dai.
Arrancarono a fatica verso un vicolo laterale, poi accasciarono insieme contro una parete.
“Ora ho capito perché Killvearn non è voluto entrare …” mormorò Hyunkel, sorseggiando dell’acqua che scorreva da una piccola fontana incassata nel muro.
Il demone osservò la folla danzante alle loro spalle, cercando la donna che lo aveva inquietato “La nostra copertura è a rischio. La ragazza con cui ho ballato deve aver sospettato qualcosa”.
“Oh, e io che pensavo che l’avessi conquistata con la tua virile natura demoniaca!”
“Ma che schifo, è umana! Cioè, senza offesa nei tuoi confronti, però …”
“Tranquillo, niente offesa” rispose, sistemandosi il mantello ed incamminandosi verso la fine della strada. “Le donne umane sono lascive e prive d’onore come gli uomini. C’è una sola cosa che gli umani sanno fare meglio dei demoni … assaggia!”
Hadler prese al volo una delle salsicce, la fisso con un po’ di dubbio e la morse, più per dare retta al compagno che per desiderio di mangiare una pietanza di quella razza inferiore: eppure appena la mise in bocca fu avvolto dal miglior sapore che avesse mai provato in oltre trecento anni, quello di una carne cotta sia all’esterno che all’interno, con delle spezie che gli pervasero prima le narici e poi scesero fin nel profondo della gola. Aveva un sapore che ricordava vagamente qualche liquore demoniaco, ed una piacevole sensazione di calore sul palato che non nasceva dalla temperatura della carne, ma dagli strani condimenti con cui era stata preparata. Prima che potesse rendersene conto, aveva divorato quello che rimaneva della salsiccia. Hyunkel, che ormai odorava di carne cucinata, gliene lanciò un altro paio, poi si tuffò su una salita imprecisata.
Come potremmo trovare informazioni utili, in mezzo a questa confusione?
Ormai aveva perso l’orientamento: il loro piano di partenza prevedeva di raggiungere subito la parte più alta della città, dove solitamente stavano i governanti umani, ma in quella prospettiva il piano sembrava quasi impossibile quanto sfidare a duello Baran e il Grande Satana ed uscirne illeso.
Più salivano, e più la confusione aumentava. Si ritrovarono tra due ali di botteghe vocianti, dove i festeggianti si sporgevano ed offrivano qualcosa a tutti coloro che passavano, senza nemmeno chiedere del denaro in cambio: qualcosa atterrò tra le sue braccia, e l’ennesima creatura bassa e pelosa sollevò un boccale e gli disse qualcosa nella sua lingua gutturale. Hadler osservò la bianchissima forma di formaggio tra le sue mani e l’alzò verso la buffa creatura, e quello sollevò un’ascia persino più grande di lui, agitandola in segno di saluto.
I profumi di quel luogo erano incantevoli, l’odore di una morbida forma di pane sfornata alla sua sinistra cancellò per un attimo tutti gli altri miasmi umani e la accettò molto volentieri dalle mani del vecchio proprietario.
“Altro che pane demoniaco, eh?”
Hyunkel emerse dalla calca e gli passò un boccale di quel liquido schiumoso; il suo profumo era violento, simile a quello dei liquori demoniaci, ed aveva un colore indecifrabile, tra il giallo ed il marrone, che variava muovendo il polso “Dicono che sia ottima con le salsicce”
“Ragazzi, andateci piano con quella birra!”
Chi aveva parlato era un vecchio dagli occhi chiari e lo sguardo sereno, che si era fermato alle loro spalle e li osservava da sotto le falde di un enorme cappello grigio che doveva aver visto giorni migliori. Nonostante le sue spalle fossero curve per l’età, aveva un aspetto solido, e lo confermava anche una lunga spada che portava appesa alla cintura, protetta da un fodero consunto e coperta dalle pieghe di una vecchia tunica grigia. Aveva una barba che andava dal grigio chiaro al bianco intenso, simile a quella del Grande Satana ma molto più lunga e soprattutto molto, molto più disordinata. Con la punta del suo lungo bastone di legno picchiettò contro il vetro del boccale di Hyunkel. “È birra dei nani, e voi due avete tutta la faccia di chi non ne ha mai assaggiato nemmeno un goccio!”
Con un movimento anche troppo fluido per un vecchio della sua età, fece scivolare l’estremità del bastone al di sotto del manico del boccale, e quando le dita di Hyunkel si aprirono per bloccare il colpo, quello attirò a sé l’oggetto. Il boccale disegnò una leggera parabola e diversi schizzi di spuma caddero sulle loro teste, ma il vecchio lo afferrò al volo con la mano libera. Lo passò davanti ai loro occhi con lo stesso sorriso benevolo e poi ne trangugiò il contenuto tutto d’un fiato. “Nemmeno della migliore qualità … ed in effetti il modo migliore per gustare quel formaggio –suggerì, indicando con il boccale ormai vuoto il fagotto tra le mani di Hadler- è con del buon vino rosso del Decumano Sud. Se riuscite a trovare Samvise chiedetegli di esibirsi nella sua leggendaria fonduta!”
Il demone decise che forse quel vecchio chiacchierone poteva essere d’aiuto: “Stiamo cercando il palazzo reale, può indicarci la via? Ci siamo persi!”
“E perché dovete andare lì? Guardate che le piscine di birra sono state spostate nelle Case di Guarigione … ci è sembrato un gesto carino, così anche i malati potevano usufruirne senza dover raggiungere il palazzo!”
Il vecchio si sedette su una botte vuota, estrasse da una borsa lisa una pipa di legno, vi versò dentro alcun erbe prese da un bancone vicino e la accese con dovuta calma. Hadler si decise di ignorare quell’ennesimo pazzo umano, ma qualcosa nei suoi occhi chiari lo costrinse ad indugiare qualche secondo in più.
“Comunque, se cercate re Aragorn, vi consiglio di andare al campo della gara di sputi. Non dovrebbe essere difficile notarlo, visto che è l’unico umano a partecipare”. Espirò del fumo bianco, e le sottili spire si mossero nell’aria: passarono tra i capelli di Hadler e poi di quelli del suo compagno umano, e quando si sollevarono in aria il demone si accorse che il fumo aveva la forma di un cavaliere su un destriero, ma nessun incantesimo ne guidava i movimenti. “E comunque se pensate di unirvi all’Alleanza Ribelle potete sempre chiedere a me!”
“Cosa le fa pensare che siamo qui per unirci a voi?”
“Beh, si vede che non siete di qui! E non siete nemmeno spie imperiali, quelle le conosciamo già tutte, anche se loro non lo sanno … E se aveste avuto cattive intenzioni non stareste certo a chiacchierare con un vecchio stregone logorroico, giusto?”
Hadler rimase spiazzato.
“Se poi volete un altro buon consiglio … credo che il posto migliore per ammirare i fuochi d’artificio non sia nel giardino dell’albero bianco, come credono in tanti. Se fossi in voi salirei sulla tettoia delle stalle reali, per stasera Eomer lascia i cancelli aperti. C’è molta meno gente, e con un po’ di paglia per sdraiarsi non c’è modo più comodo di osservare i fuochi, altro che starsene in piedi per un paio d’ore!”
“Non siamo interessati, vecchio” disse Hyunkel, più ad alta voce del solito.
“Oh, non si sa mai!” gli rispose l’altro, come se non fosse successo nulla “Potreste scoprire che in una piccola scintilla nel cuore della notte c’è più vita che nel fuoco che arde una foresta. Qualunque siano i vostri affari, sono sicuro che uno spettacolo pirotecnico potrà regalarvi molte cose!”
L’uomo ripose la pipa in una bisaccia, le volute di fumo seguirono il movimento della sua mano ed entrarono nel piccolo sacco; se lo assicurò alla cintura cadente e poi si levò il grande cappello dalla testa in segno di saluto. Diede loro le spalle e svanì tra la folla, e Hadler fu pronto a scommettere che stesse fischiettando.
“Il tuo istinto demoniaco ha qualche idea migliore oltre a quella di girare a caso in questa città di pazzi?”
“Assolutamente no. Andiamo avanti”.



Su una cosa il vecchio umano aveva avuto ragione: i fuochi artificiali erano davvero stupendi.
Avevano trascorso il pomeriggio tra le vie di quella città gigantesca, rischiando di essere travolti in balli, canti o in strane gare dove la gente si rotolava nel fango o si sfidava nel salire su un palo unto per raggiungere del cibo appeso in cima. A parte delle chiacchiere vuote e dei pettegolezzi irrilevanti riguardo all’Imperatore Palpatine, non avevano trovato nulla di interessante da riportare al Grande Satana.
Come facessero quegli umani disorganizzati ad essere una minaccia per l’Impero Galattico, lo sapeva solo la Madre Drago.
Non sapevano nemmeno loro come erano giunti fin lì, ma si erano ritrovati, stanchi ed abbattuti, proprie sulla tettoia di una grande stalla, con le mani piene di cibo profumato ma nulla di concreto dal punto di vista delle informazioni. Fu nel momento in cui si accasciarono sulla paglia che lo spettacolo iniziò.
Da quello che avevano sentito, i fuochi d’artificio erano opera di un umano chiamato Gandalf: Hadler non riusciva a percepire alcuna traccia d’incantesimo, eppure quelle piccole meraviglie venivano proiettate in cielo creando effetti particolari di piogge incandescenti e razzi multicolori. Nel loro mondo sapeva che gli esseri umani potevano creare spettacoli simili, ne aveva persino visto uno, ma non era nulla di paragonabile allo splendore che scintillava sopra le loro teste; presso la famiglia demoniaca, in onore di grandi festività, giovani demoni guizzavano in alto, sopra le nuvole, e coordinavano i loro incantesimi di tutti gli elementi per dipingere e narrare le grandi battaglie in cielo, oppure si esibivano in danze precise tra i canti di uccelli e viverne ammaestrate.
Lì non c’era alcuna magia in quel cielo illuminato a giorno: colonne di fuoco colorato si innalzavano dal nulla, diventando nani, elfi ed aquile; una girandola partì da una torre, e si trasformò in una parata di uomini a cavallo che venne trasportata dal vento tra le grida degli spettatori.
Piccoli lampi azzurri parvero cadere dall’alto, e quando raggiunsero la torre più alta di Minas Tirith si trasformarono in cigni che volarono giù, fin quasi a sfiorare gli spettatori: esplosero in un tripudio di scintille e tutti applaudirono, soprattutto i bambini. Piccoli fuochi verdi sbocciarono in aria, disegnando alberi e fiori, e strane figure esili si mossero facendo capolino tra i cespugli luminosi, mentre boccioli di fiori pervinca si dileguavano in sprizzi soavi. Entrambi trasalirono quando tutte le luci del cielo convogliarono in un unico punto, si tinsero di scarlatto e disegnarono un vulcano enorme, la cui sommità si perdeva oltre la loro vista e che aveva come sbuffi di fumo le nuvole stesse; fu accompagnato da un boato, decine di tamburi di accompagnamento suonarono all’unisono, facendo tremare i tetti mentre il vulcano eruttava scintille sulle loro teste.
Hadler immaginò che l’espressione meravigliata sul viso del suo compagno fosse dipinta nei suoi stessi occhi.
Da una piazza del terzo cerchio, molto più in basso, un gran numero di petardi, castagnole e fiaccole si alzò, accompagnando un razzo gigantesco, color oro, che saettò a poche braccia dal tetto della stalla: tutta la folla ebbe occhi solo per quella lunga forma, che partì tra mille bagliori diretta alla sagoma del vulcano. Quando la raggiunse, la montagna vomitò fiamme verdi e scarlatte, ed il razzo esplose: ile piccole scintille che lo avevano accompagnato nel percorso disegnarono dei ghirigori color della fiamma, e l’intero fuoco d’artificio disegnò la forma di un anello gigantesco, con le venature rosse che scivolarono sulla sua superficie. Si mosse da solo in cielo, come se una mano lo avesse scherzosamente lanciato in aria; tutti trattennero il fiato, e quando l’anello raggiunse la bocca del vulcano tutto tuonò, accompagnato da una gigantesca grancassa, e l’immagine variopinta terminò con uno scoppio di luci accecanti che illuminò la città bianca ed il corso del fiume.
Hyunkel applaudì, entusiasta, e Hadler lo imitò. La folla sotto di loro si profuse in grida di gioia, poi qualcuno accese delle fiaccole e ricominciò la musica.
“Impressionante, non è vero?” disse il suo compagno, accomodandosi sul bordo del tetto. Il demone osservò le migliaia di persone riversate nella piazza. “Una bella esibizione, non c’è che dire. Ma dubito che il Grande Satana sarà interessato alla bravura di questi umani nel creare i fuochi d’artificio”.
“Pensi dovremmo rimanere qui qualche altro giorno? Abbiamo un attacco da condurre ..”
“Lo credo anche io, solo che mi dispiace non aver trovato nulla di ut …”
Le sue parole furono interrotte dalla luce che venne proiettata su uno strano oggetto che gli umani chiamavano schermo: era un oggetto di forma quadrata, grande quasi quanto il muro di una casa, ed era stato sempre spento e silenzioso per tutta la durata della festa, tanto che nessuno dei due vi aveva prestato molta attenzione. Quando comparve il viso di un uomo anziano, tutta l’atmosfera della festa cessò: uomini, donne e bambini smisero di ballare, e gli sguardi di tutti andarono alla figura vestita di nero, con una sottile catenella d’argento che fermava i due lati del mantello.
“Ma è Dooku!” fece una voce dal basso.
“Amati cittadini imperiali!” esordì l’uomo nello schermo. Tutto, dai suoi movimenti alla voce, ricordava al demone gli atteggiamenti dei nobili umani del suo mondo “So bene che la vostra giornata è frenetica e che tutti voi, su qualsiasi pianeta vi troviate, state lavorando al massimo per la vostra gloria, della vostra famiglia e del nostro Imperatore, ma se vi chiedo qualche secondo di attenzione è per comunicarvi qualcosa di importante da una gentile stazione di ologiornale”.
Una delle piccole creature barbute mandò un rumore –ed un odore- poco piacevole dal suo didietro: “A fare questi annunci ci mandano sempre quel damerino …”
“Qualcuno osa turbare la quiete dell’Impero. Creature immonde, provenienti da un lontano pianeta, hanno dichiarato guerra al nostro sovrano per impadronirsi delle ricchezze, della civiltà, della tecnologia e di quanto c’è di bello nel nostro Impero. Esseri bruti ed incivili chiamati demoni, un popolo bellicoso che ha minacciato di seminare attacchi terroristici nei nostri pianeti!”
A quelle parole Hadler trasalì.
“Vengono per rubare e saccheggiare, per scardinare le fondamenta della nostra solida società, alla stregua dell’Alleanza Ribelle. Un popolo di predoni pronti ad uccidere senza pietà, privi di qualsiasi rispetto verso la popolazione civile”.
È davvero questo ciò che dicono di noi?
Sentì la mano di Hyunkel stringergli il polso, e si accorse che aveva appena evocato un cristallo di ghiaccio nero per puro riflesso, come per scagliarlo verso la faccia sorridente che li osservava dall’altra parte dello schermo, con gli occhi scuri seri. Il conte sollevò una mano, come a calmare un pubblico immaginario. “Comunque non avete nulla da temere. L’Imperatore Palpatine e tutti noi Signori Oscuri stiamo apportando delle difese in ogni mondo, anche nei pianeti della cintura periferica. Abbiamo raddoppiato le pattuglie cittadine diurne e notturne, e tutte le unità di stanza ci hanno comunicato che gli scudi planetari e le astronavi sono state potenziate, controllate e messe a pieno regime, pronte a risolvere qualsiasi vostro problema. Per qualsiasi informazione non esitate a comunicare con il più vicino centro di assaltatori, e vi chiediamo gentilmente di attenervi a tutte le norme di evacuazione qualora ve ne fosse necessità. Non permetteremo a quei bruti razziatori di sfiorare un solo capello alla nostra gente, perché il nostro obiettivo è quello di concedere a tutti i cittadini dell’Impero Galattico dei sonni tranquilli. Vi saranno dei disagi, ma l’Imperatore Palpatine ha bisogno della vostra collaborazione e del vostro supporto”.
Dal basso partirono dei fischi.
“L’Impero Galattico è sempre al servizio dei suoi cittadini” concluse l’uomo con un sorriso falso. Lo schermo in pochi attimi tornò silenzioso.
La gente nella piazza iniziò a mormorare, ed il clima di danza e festa sparì. La parola demoni passò di bocca in bocca, e diversi sguardi interrogativi si disegnarono sui visi.
Hadler sentì i suoi cuori battere con energia centuplicata: “Bruti razziatori, eh …”
“Gli umani sono maestri nel nascondere la verità, amico mio. Se cercavi un esempio … lo hai trovato! È evidente che vuole preparare la sua gente al nostro assalto, anche se non ha il coraggio di raccontare il vero motivo dietro al suo attacco”.
“Oh, io invece sarei proprio curiosa di saperlo!”
Hadler si voltò di scatto a quella voce. L’istinto e la magia innata gli dissero di volare, ma appena i suoi piedi si staccarono dalla paglia vide un fascio di luce rossa puntare verso di lui ed arrestarsi all’altezza del suo petto. Nonostante il vestito nero che la confondeva nel buio della sera, riconobbe subito i capelli color della fiamma e gli occhi verdi della donna che aveva ballato con lui quel pomeriggio. Lo strano raggio rosso partiva da qualcosa nelle sue mani, accompagnato da una strana vibrazione nell’aria. Non aveva mai visto una cosa simile, soprattutto non percepiva la minima traccia di magia.
Alla sua destra vide Hyunkel estrarre l’arma per caricare la nuova arrivata, ma l’attimo dopo non una, non due, ma oltre una dozzina di quegli strani raggi di luce si accesero intorno a loro, nelle mani di altrettante figure. Non si erano affatto accorti del loro arrivo, e adesso quella moltitudine di oggetti verdi e azzurri li circondò; gli umani li impugnavano come se fossero spade, ma quella rossa che impugnava la donna emanava un forte calore. Imprecò tra sé. Avrebbe potuto scagliarli lontano con un incantesimo, ma non aveva idea di cosa fossero quei raggi, e non aveva intenzione di far precipitare la situazione prima del dovuto.
Anche perché qualcosa, una forza esterna di cui non riuscì a capire l’origine, lo spinse di nuovo contro il basso vincendo il suo incantesimo di levitazione; anche Hyunkel lo notò, e non riuscì a mascherare la sua espressione allarmata.
“Se non vi dispiace, signori, l’Alleanza Ribelle avrebbe qualche domanda da farvi”.



Se c’era una cosa che Hadler detestava più di Killvearn e dell’essere al centro dell’attenzione, era essere al centro dell’attenzione di una marea di esseri umani. Le persone, che fino a qualche attimo prima stavano festeggiando sotto i fuochi d’artificio, avevano gli occhi puntati su loro due, e non solo: nella foresta di teste riusciva a scorgere anche creature strane, di razze che non aveva mai visto, e soprattutto decine di quegli esseri piccoli e con la barba che agitavano le asce nella sua direzione.
Nessuno aveva legato loro le mani, né erano giunti dei maghi per avvolgerli con incantesimi-sigillo. Avevano seguito la donna dai capelli rossi, che tutti chiamavano Mara, verso un punto rialzato della piazza, sopra un palco coperto da un telo rosso che era stato eretto contro una delle mura del palazzo reale; erano stati portati in quel punto dal semplice pressare della folla. Per lo spavento aveva lasciato cadere il muro di incantesimi e la sua pelle era tornata del colore originale, ed a quel punto decine di persone si sporsero per guardarlo, persino delle donne rugose affacciate alle finestre.
Hyunkel si era chiuso nel suo silenzio, e si limitava a gettare sguardi di disapprovazione verso i curiosi che cercavano di vedere più da vicino la sua spada.
La donna che li aspettava sul palco era molto giovane, ma il suo sguardo severo colpì il demone prima ancora di giungervi davanti. I suoi capelli erano acconciati in modo bizzarro, come due grandi volute castane che avvolgevano i contorni della testa come una sontuosa corona; qualcosa, nel suo aspetto, ricordava alcune delle regine degli esseri umani del suo mondo, ma nessun gioiello o manto regale decorava il corpo della donna, arricchito soltanto dai lineamenti duri.
Fece un passo avanti, e nonostante la sua testa gli arrivasse a metà del petto lo squadrò come di solito il Grande Satana li osservava prima di un sonoro rimprovero. La cosa lo innervosì.
“Sei davvero certa che siano demoni, Mara?”
“Leia, certe volte il tuo spirito di osservazione mi lascia a bocca aperta … Questo qui –disse, indicando Hyunkel- è più umano di me e te, ma quest’altro spilungone parla da sé. Durante il mio viaggio al Castello dell’Oblio sono entrata in una delle Stanze della Memoria, ed ho visto chiaramente questo demone far parte della corte del Grande Satana. So che erano ricordi alterati, ma sono certa che sia uno dei capi militari dell’esercito demoniaco”.
Ma di cosa sta parlando?
“Sono quasi sicura che vengano dallo stesso mondo da cui proviene Mistobaan!”
A quelle parole Hyunkel si voltò verso le due donne. “Cosa sapete di Mistobaan?”
“Mistobaan è l’attuale Braccio Destro dell’Imperatore Palpatine –gli rispose la donna dal lungo abito bianco, apostrofandolo con un tono di voce che non prometteva nulla di buono- ed uno dei migliori acquisti dell’Imperatore negli ultimi anni. Quindi ammettete di provenire dalla famiglia demoniaca e di essere spie del Grande Satana?”
“Tanto ormai la frittata è fatta …” bofonchiò il demone. Cercò sicurezza nel richiamare le energie del fuoco e del fulmine nelle sue braccia, ma la stessa sensazione di immobilità di prima lo costrinse a rimanere immobile, come se i suoi polsi fossero bloccati da dei fili invisibili. “Sì, il nostro sovrano è il Grande Satana Baan, e Mistobaan è il nostro Braccio Destro”.
“Ripigliatevelo!” gridò qualcuno dalla folla.
“Non abbiamo intenzioni ostili” …per ora … “La famiglia demoniaca ha subito un grave torto dall’Imperatore Palpatine, ed il nostro sovrano è stato fin troppo generoso a concedergli un ultimatum e tre giorni di preavviso prima della battaglia. Abbiamo sentito il comunicato di quel conte Dooku, e vi possiamo assicurare che dei vostri bei mondi tecnologici non ci interessa nulla; vogliamo soltanto riavere Mistobaan e dare a quel maledetto umano –calcò volutamente la parola- la lezione che si merita. Ha già attaccato a tradimento violando i tre giorni di preparazione che il Grande Satana gli aveva concesso!”
“Chissà perché, ma me lo immaginavo …” disse la donna. Era incredibile vedere come gli esseri umani non si meravigliassero affatto delle malefatte dei loro simili; se un altro demone avesse violato i termini di guerra in quel modo spregiudicato, Hadler e tutti gli altri demoni non lo avrebbero più considerato come uno di loro.
Un vociare alle sue spalle, e la folla fece ala a due uomini, che salirono sul palco e si portarono al fianco di quella Leia; a sorpresa Hadler riconobbe il buffo vecchio con il cappello che avevano incontrato quel pomeriggio, che strizzò loro lo sguardo con quell’invadente ed irritante complicità umana che faceva venire il voltastomaco persino al ramo animale della famiglia demoniaca. L’altro era un uomo maturo, alto, che non gli sembrava di aver mai visto prima: aveva i capelli bruni totalmente in disordine, ed i suoi vestiti sembravano essere stati usati da delle viverne per farvi un nido. “Scusa, Leia, non hai idea di quanto ci abbiamo messo per salire dal terzo livello fino a qui …”
“L’idea me la sono fatta eccome, Aragorn. Piuttosto, cosa ne facciamo di questi due intrusi?”
Il vecchio prese la parola, con un’espressione allegra: “Beh, continuiamo la festa con loro, è ovvio! E comunque avete fatto bene a salire sulle stalle, per una volta che qualcuno ascolta i miei consigli …”
“GANDALF, TU SAPEVI CHE C’ERANO DELLE SPIE DEL GRANDE SATANA E NON MI HAI AVVERTITA?”
“Suvvia, Leia, non scaldarti. Sono venuti a spiarci, non a distruggerci” fece lo stregone, e l’uomo chiamato Aragorn scosse la testa con cenno affermativo “Se dovessimo interrompere tutte le feste per ogni spia imperiale che troviamo nel palazzo, non festeggeremmo più! E poi non avevo davvero idea che venissero da parte di questo Grande Satana, lo giuro!”
Non giustiziano delle spie che ficcano il naso nella loro capitale? Sono pazzi?
Narratore: “No, Hadler, sono Ribelli …”
La donna però doveva pensarla come lui, perché con un gesto zittì l’uomo con la barba, lo superò e si piantò di nuovo in mezzo a loro: “Esattamente cosa cercavate?”
“Bella domanda!” le disse Hyunkel “Forse un aiuto combattere questo nemico che abbiamo in comune. Sappiamo che riuscite a tenergli testa da anni, dovete per forza sapere qualcosa su di loro che noi ignoriamo. Altrimenti non vedo come una massa di umani sprovveduti e festanti come voi potrebbe far fronte alle sue astronavi ed alle diavolerie metalliche che queste vomitano”.
“Avete bisogno di un aiuto per proteggere i vostri civili?” disse il vecchio, come se non avesse sentito nemmeno una parola del suo discorso “L’Impero non fa distinzione tra gente armata e non, ma se ci aiutate a raggiungere la vostra dimensione vi faremo arrivare i migliori guaritori nani ed elfici di tutta la Terra II!”
“AL DIAVOLO GLI ESSERI UMANI! Non è la difesa il nostro problema, è una questione di attacco!”
Quella frase frenò lo slancio oratorio delle tre persone sul palco, che per la prima volta persero la loro espressione sorridente. Era ora. L’opinione di quella massa di buffoni non aveva alcun valore.
“Se non volete aiutarci ce andremo per la nostra strada”.
“Forse potremmo trovare un accordo” sentenziò quell’Aragorn “Il Grande Satana potrebbe scoprire che ci sono diversi vantaggi nell’unirsi all’Alleanza Ribelle”.
Allearsi?
Con gli umani?
Il Grande Satana?

“L’Alleanza Ribelle accoglie tantissimi persone che, proprio come voi, hanno subito un torto (di solito anche più di uno) dall’Imperatore. Non vi preoccupate, il fatto che siate demoni non è certo un problema, o almeno non quanto quello che ci ha creato due sere fa una divisione di Gungan ubriachi”
Il Grande Satana … allearsi con gli umani?
Come chiedere a Baran di scendere a patti con un insetto …

“E se volete potete anche alloggiare qui a Minas Tirith. Siamo un po’ strettini, ma sono sicuro che qualche posto si troverà, come no! Il nostro primo obiettivo è difendere la popolazione indifesa, perciò se siete sotto bombardamento (e se stiamo parlando di papà Impe di sicuro lo sarete) potete sempre inviarci i vostri civili, ho dato ordine che le pianure di Rohan siano sempre tenute libere in caso di necessità. E se gli servirà una mano nessuno di noi si tirerà indietro; prendere a calci nel sedere l’Imperatore ed i Signori Oscuri è il nostro lavoro”.
Forse questi umani non hanno capito il problema …
Il vecchio sorrise loro, mentre la folla già iniziava ad applaudire: “L’avevo detto che saremmo diventati amici, noi e voi”
Sì, decisamente non hanno capito.
Di solito non ho l’autorità per parlare per bocca del Grande Satana, ma stavolta credo di poter dare subito la risposta corretta. “Rifiutiamo”.
Il suo compagno gli fece un gesto di assenso e Hadler continuò, sotto lo sguardo incuriosito dei tre: “Il Grande Satana non ha alcuna intenzione di allearsi con gli umani. Né voi né altri. Sarete anche i nemici naturali dell’Impero Galattico, ma non per questo sentiamo la necessità di consideravi nostri pari in battaglia o altrove. Nessun demone è mai stato debitore di un essere umano, e mai lo sarà; un’alleanza con voi è totalmente fuori discussione!”
La gente che aveva ripreso in mano i boccali di birra per festeggiare si fermò a mezz’aria. Hadler credette di aver parlato piuttosto a bassa voce, eppure sembrava che tutta la gente nella piazza avesse sentito le sue parole e ne fosse dispiaciuta. Se gli umani avevano sfiorato anche solo per un attimo l’idea che un sovrano demoniaco stringesse le loro putride mani, disilluderli era la cosa più onesta che potesse fare. Nel silenzio generale, il vecchio Gandalf fu il primo a riprendersi.
“Pazienza! Non possiamo pretendere che tutti capiscano il vero spirito dell’Alleanza al primo impatto! Anche se mi piacerebbe discuterne personalmente con il vostro Grande Satana!”
“Credo che ciò non sarà proprio possibile”
“Tentar non nuoce –disse il re Aragorn- e se fossi in voi non parlerei troppo per assoluti. Che vi piaccia o meno, l’Imperatore vi ha presi di mira: siamo sulla stessa barca, solo che in questo momento le bocche fameliche dei Signori Oscuri sono rivolte nella vostra direzione”.
Fece un cenno verso la piazza, e si fecero strada un ragazzo ed una ragazza in abiti bianchi che trasportarono fino al centro del palco due contenitori metallici; un profumo meraviglioso usciva dalla carta avvolgente, un aroma che cancellò persino il piacevole sapore delle salsicce che ancora gli rimaneva sul palato. Quando uno dei nuovi arrivati sollevò la copertura, il demone vide un misto di carne mescolata ad una strana salsa rossa, ma non riusciva a capire di quale strano alimento si trattasse; a Hyunkel fu dato il secondo contenitore, e la sua espressione fu altrettanto meravigliata. “Questa la chiamiamo lasagna dell’amicizia” disse il sovrano, rispondendo alla sua silenziosa domanda “Un gentile omaggio di tutta la Terra II al vostro signore. Mi raccomando, ditegli di mangiarla calda, altrimenti perde almeno metà del sapore! E se poi volesse allearsi con noi … beh, sapete dove stiamo. Ed organizzeremo anche una grandiosa festa di benvenuto!”
Hadler perse qualsiasi forza di rispondere a quegli umani insensati. Le loro voci continuarono a rimbombargli nella testa finché lui ed il suo amico non vennero cordialmente accompagnati all’uscita, salutati dal popolo che faceva loro ala e con quei due contenitori di cibo così grandi che occupavano tutte le mani disponibili. Nessuno li seguì oltre il portone né li spiò, e pochi minuti più tardi sentì che le grida di festa e la musica erano ricominciate, persino più assordanti di prima.
Lui e Hyunkel si sedettero sotto un albero, ed attesero guardando quelle stelle nuove l’arrivo di Killvearn.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Registe