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Autore: iusip    27/09/2007    3 recensioni
Una nuova città, New York. Kaori non crede all'amore, nè agli uomini. Eppure sarà presto costretta a ricredersi...
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Saeko Nogami/Selene
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Suor Maira strinse le labbra sottili in un’espressione di stizza e disapprovazione.

“Questo è del tutto irregolare. Il signor Duvall ha espressamente vietato visite alla signorina Tachiki.”

“Questo lo so, sorella, ma il signor Duvall ha dimenticato di dirle che questa regola non vale per me.”

L’arroganza di Fabian McKinsley lasciava chiaramente intendere che l’uomo non era impressionato né dal luogo in cui si trovava, il collegio religioso più prestigioso di New York, né dalla veste monacale che Suor Maira indossava.

Aveva aspettato impazientemente la telefonata di Duvall, preoccupato che il piano saltasse, e quando il suo capo l’aveva chiamato dandogli il via libera, si era sentito allo stesso tempo sollevato ed eccitato. Per quanto lo riguardava, Suor Maira e le sue “irregolarità” non avevano nessuna importanza. Niente e nessuno gli avrebbe impedito di portare a termine il piacevole compito che Duvall aveva pensato per lui. A costo di passare sopra, intorno o attraverso quella stupida suora, lui avrebbe prelevato la ragazza.

E poi, una volta che l’avesse portata nel luogo convenuto….

Si leccò le labbra al solo pensiero di quello che sarebbe successo nella camera del motel che aveva prenotato appena mezz’ora prima.

“Chiamerò il signor Duvall e ne parlerò direttamente con lui.”

Fabian le allungò il suo cellulare, con un sorrisetto lezioso e ironico.

“Prego, faccia pure, sorella…troverà il numero del signor Duvall tra le ultime chiamate effettuate.”

Suor Maira non si fece scoraggiare dalla sua espressione di palese trionfo.

Ignorando l’uomo, sollevò la cornetta dell’antiquato apparecchio telefonico di cui era provvista la reception e compose il numero, sbirciando le cifre dalla pagina ingiallita di una consunta agendina dalla copertina in pelle rossa.

“Il signor Duvall, per cortesia. Sono Suor Maira, e chiamo dall’Istituto del Sacro Cuore. Si tratta di una questione della massima importanza.”

Fabian McKinsley ascoltò con un sorriso affettato la voce della suora affievolirsi sempre più, mentre evidentemente Duvall confermava di averlo mandato lì a prelevare la cognatina.

“Capisco. Molto bene, signor Duvall, non era mia intenzione rubarle tempo prezioso. Ma lei capirà senz’altro che mi preoccupo per la sicurezza di Sayuri.”

Lanciò un’occhiata torva e sospettosa a Fabian, che le scoccò un sorriso tanto amabile quanto falso.

“Tutto a posto?”, domandò lui quando la suora ebbe riagganciato.

“Sì”, rispose, seccamente.

La sorella uscì da dietro la sua scrivania, allontanandosi verso le camere delle ragazze.

“Dirò a Sayuri di preparare la sua roba. La raggiungerà al più presto”, aggiunse poi con voce gelida.

“Al più presto” fu solo dopo venti minuti buoni.

Fabian era impaziente di vedere quel bel bocconcino che avrebbe assaporato di lì a qualche istante. Mark gli aveva assicurato che si trattava di una gran bella ragazza, forse non affascinante come Kaori, ma certamente tale da rendere il suo compito molto piacevole, oltre che ben retribuito.

Cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro, sentendosi leggermente a disagio sotto lo sguardo dolente di un Cristo in croce che sembrava fissarlo da un affresco sulla parete.

Quando la porta finalmente si aprì alle sua spalle, l’uomo era un fascio di nervi. Si girò di scatto, rimanendo a bocca aperta.

“Porca…”

“Signor McKinsley, non mi interessa se lei è il braccio destro di Duvall. Si ricordi che si trova in un luogo sacro, e qui non è consentito esprimersi in maniera tanto rozza.”

Fabian strinse le labbra, trattenendosi dal rispondere a Suor Maira con una imprecazione ancora più “rozza”. Si inchinò leggermente, scusandosi, ma notò che la suora stringeva spasmodicamente un rosario tra le mani e sembrava mormorare delle preghiere a mezza voce.

Dopo mezzo secondo smise di preoccuparsi della suora, e il suo sguardo famelico tornò ad accarezzare le curve della ragazza.

Per Dio, era davvero uno splendore! Aveva lunghi capelli castani, occhi azzurri e un gran bel fisico. Sembrava addirittura più grande della sua età.

Con le guance arrossate per l’eccitazione, Sayuri gli andò incontro, tendendogli la mano.

“Buongiorno, signor McKinsley. Piacere di conoscerla.”

“Il piacere è tutto mio, signorina Tachiki”, mormorò con voce roca.

Si chinò a baciarle la mano, sentendola morbida e calda sotto le sue labbra. Cercò di controllarsi, mentre un’ondata di intenso desiderio lo scuoteva. Quella creatura sembrava troppo bella per essere vera. E presto sarebbe stata sua.

“Signor McKinsley…”

“Chiamami Fabian.”

La ragazza gli sorrise, facendogli venire l’acquolina in bocca.

“Fabian…è vero quello che mi ha detto Suor Maira? Sul serio potrò partecipare alla festa di domani in onore di Kaori?”

“Assolutamente sì, Sayuri. Il signor Duvall ritiene che la punizione sia stata sufficiente. Ovviamente si aspetta la tua riconoscenza, domani sera. Dovrai cercare di comportarti bene, signorina”, le disse, strizzandole l’occhio con complicità.

Sayuri annuì solennemente. Fabian sapeva che la ragazza non era mai andata ad una festa in tutta la sua vita, e non si sarebbe mai fatta sfuggire quell’occasione, a costo di dimostrarsi servile e docile con l’odiato cognato.

Le ragazzine della sua età erano davvero prevedibili, pensò Fabian.

“Mark vuole che domani ti diverta, Sayuri. Mi ha confidato che lo considera una sorta di ingresso in società, per te.”

“E Kaori è d’accordo?”

Questa volta era stata Suor Maira a parlare. Nell’eccitazione, Fabian si era completamente dimenticato di quella guastafeste.

“Certo. È una festa in suo onore, no? Ci tiene molto ad averla accanto a sé, domani sera.”

Portandosi una mano al petto, in un gesto innocentemente sensuale che rischiò di fargli perdere il controllo, Sayuri sospirò estasiata.

“Che bello, mi lasciano veramente andare alla festa! Non riesco a crederci!”

Fabian prese la sua valigia, offrendole galantemente il braccio.

“E invece dovresti proprio crederci, mia cara.”





“Non capisco, Fabian. Perché non andiamo direttamente a casa di Kaori?”

L’ingenuità di quella ragazza era eccitante quasi quanto immaginarla nuda, pensò Fabian. La seducente, dolce Sayuri era quanto di meglio gli fosse capitato sottomano da parecchio tempo. A stento si tratteneva dal metterle le mani addosso, mentre l’accompagnava attraverso il parcheggio del motel fino alla stanza che aveva prenotato per il suo festino privato.

Sperando di mettere a tacere i sospetti di lei, la guardò con aria complice e sospirò. Poi le rispose in tono confidenziale:

“Non dovrei dirtelo, altrimenti rischierei di perdere il posto, ma…”

“Dirmi cosa?”

Come aveva previsto, la ragazza si era immediatamente incuriosita, lasciando da parte le sue riserve.

“Stanno preparando una grande sorpresa per te, per il tuo debutto in società. È per questo che mi hanno detto di tenerti lontana dalla villa almeno per oggi, finchè non fosse stato tutto pronto.”

“Sul serio??”, squittì Sayuri, scoccandogli un sorriso abbagliante. “E cosa potrebbe mai essere?”

“Io lo so, ma non posso dirtelo.”

“Ti prego, ti prego, dimmelo!”

Sayuri gli si fece vicina, afferrandogli il braccio e scuotendolo. Quel movimento lo eccitò enormemente, perché il suo braccio sfiorava continuamente il seno pieno e sodo della ragazza. Si affrettò a salire le scale. Voleva solo arrivare alla stanza il prima possibile, e allora avrebbe finalmente potuto realizzare le circa 15 perversioni che gli erano venute in mente nel giro di pochi minuti.

“Niente da fare, mia cara. Mark e Kaori non me lo perdonerebbero mai, se ti rovinassi la sorpresa. Anzi, ho già detto fin troppo. Devi promettermi che farai finta di non sapere niente di tutta questa faccenda.”

“Giuro”, disse lei, portandosi due dita alla bocca e baciandole. Fabian si leccò le labbra.

Finalmente erano arrivati davanti alla loro camera. Aprì la porta con la tessera magnetica, poi si scostò e la fece entrare.

“Dopo di te, mia cara.”

Sayuri gli passò davanti, e lui ne approfittò per ammirare il suo fondoschiena piccolo e sodo. La ragazza indossava dei jeans attillati, il che non fece che stimolare all’inverosimile le sue fantasie sessuali.

Dal gridolino della ragazza, Fabian capì che aveva notato il pacco sul letto, indirizzato proprio a lei.

Quella era stata un’idea di Mark. Quell’uomo era veramente speciale, per certe cose; non tralasciava mai nessun dettaglio.

“Cosa c’è in questa scatola, Fabian?”

L’uomo chiuse la porta alle sue spalle. Poi le sorrise, andandole incontro.

“Beh, non ti resta che aprirla, per scoprirlo. È un regalo di Kaori, l’ha scelto appositamente per te.”

La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Tirò via il coperchio dalla scatola e scostò i fogli di carta velina, poi un lungo sospiro estatico le sfuggì dalle labbra mentre fissava con gli occhi lucidi dall’emozione il bellissimo vestito rosso ripiegato.

“Oddio, è così bello che non ho nemmeno il coraggio di toccarlo.”

“Avanti, Sayuri. È tutto tuo.”

La ragazza sollevò il vestito dalla scatola con estrema attenzione, come se stesse maneggiando delle reliquie sacre, anche se, per la verità, in quel vestito non c’era proprio niente di sacro.

Era estremamente corto, e la scollatura, così profonda da non lasciare niente all’immaginazione, era impreziosita di piccole pietruzze scintillanti. Nella scatola c’erano anche un paio di scarpe laccate dai tacchi altissimi, e una borsetta coordinata al colore del vestito.

La reazione di Sayuri fu un misto di eccitazione infantile e di dubbio.

“Sicuro che questo sia per me? Forse hai preso la scatola sbagliata…”

Fabian assunse un’espressione delusa.

“Perché dici così? Il vestito non ti piace, forse?”

Sayuri si affrettò a rassicurare l’uomo.

“Certo che mi piace!! È bellissimo! Solo che io non ho mai indossato un vestito così splendido…e poi mi sembra un po’ troppo…ridotto…”, aggiunse, arrossendo.

Fabian le sorrise, cercando di nascondere la sua impazienza.

“Tu dici? Forse è solo una tua impressione. Perché non lo provi? Così se non ti piace avrai tutto il tempo per cambiarlo con qualcosa di più adatto a te.”

Poi la squadrò dalla testa ai piedi, corrugando le sopracciglia.

“Sai, forse hai ragione. Un vestito del genere è pensato per una vera donna…effettivamente mi sembra un po’ troppo osé, per una ragazzina della tua età.”

La provocazione ebbe un effetto istantaneo. Sayuri afferrò il vestito e marciò verso il bagno a testa alta, con aria indispettita, chiudendo a chiave la porta.

Fabian si stese sul letto, con le mani dietro la testa, sogghignando.

Le donne erano estremamente prevedibili, si ripetè. Quale donna, dopo che un uomo l’aveva anche lievemente “offesa”, non avrebbe voluto fargli rimangiare l’insulto? Per le giovani donne dell’età di Sayuri, essere chiamate “ragazzine” era un vero e proprio affronto.

Adesso Sayuri non vedeva l’ora di dimostrargli quanto potesse essere matura e audace, nonostante la sua giovane età.

Fabian si alzò dal letto, tirò le tende davanti alla finestra e si accertò che la porta fosse ben chiusa. Poi si sedette nuovamente sull’orlo del letto e aspettò che lei uscisse dal bagno.






Ringraziamenti:

ALEPTOS: In effetti il piano presentava non poche falle… ^_^’’ Diciamo che mi riesce meglio sconvolgere i piani, che progettarli!! PS: Hai visto, questa volta non vi ho fatto aspettare troppo per l’aggiornamento!! ^_^'' Grazie mille per il commento, sei gentilissima come sempre!!

FRANCY: Grazie carissima, mi fa piacere che continui sempre a seguire le mie storie!! E vedrai che il lieto fine arriverà....Un bacione e al prossimo cap!!

MOZZI84: Cara Mozzi, ormai dovrò nominarti mia commentatrice ufficiale!! Grazie per le analisi ai capitoli, mai superficiali o banali…grazie perché trovi il tempo di leggere e commentare sempre!! PS: Bravissima, vedo che non ti sei dimenticata di Mick…eheh, vedrai, cosa ho in mente per l’americano… ^_-  Un bacione e grazie ancora!!!

Al prossimo cap, gente!




  
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