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Autore: CinderNella    11/03/2013    5 recensioni
"Davvero perfetto. La sua auto nemmeno partiva. Probabilmente la batteria s’era scaricata e lei avrebbe dovuto passare la nottata lì, perché il meccanico che aveva chiamato le aveva fatto chiaramente capire che non sarebbe potuto andare ad aiutarla. Uscì dall’auto sbattendo la portiera e lanciando un urlo liberatorio. Quella giornata proprio non andava. Come doveva fare, ora?
L’aria fresca del tardo pomeriggio era quasi benefica, riusciva a ridarle un po’ di speranza. Forse.
«Hai… bisogno di una mano?» Joseph la guardava, incuriosito. Si era addirittura fermato per osservarla, e lei di tutta risposta aveva continuato a guardare i corti riccioli color miele e gli occhi chiari."

[Seguito di "Help me, I'm alive" - Coppia Candice Accola X Joseph Morgan]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Michael Trevino, Nina Dobrev
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed ecco il nuovo capitolo! Sono un po' triste che oltre a questo mancano 2 capitoli e poi finisce :( ... ma tutte le cose finiscono, anche quelle belle! E chissà che non scriverò un'altra Jodice prima o poi 8)
Buona lettura!


18. Darling, don’t be afraid I have loved you for a thousand years, I’ll love you for a thousand more

Era davvero inusuale esser stesa sul retro di un motoscafo in pieno febbraio. Con un piumino e una coperta addosso, il mare non perfettamente calmo e tutto. Non ci credeva, era una delle cose più strane che aveva mai fatto. Insieme al fare il picnic su una barca. Insomma, lo sanno tutti, i picnic si fanno sull’erba, no? Con la palla per giocare, i teloni, le miriadi di panini e tanti altri cibi…
«A cosa pensi, tesoro?» Joseph le si avvicinò con dei panini non meglio identificati. Era stata fortunata però quel picnic marino aveva portato anche tramezzini con i frutti di mare, sushi – non sapeva che la signora Martin sapesse fare il sushi!!!... o forse l’aveva comprato –  insalata, e anche parecchi dolci! Sarebbe ingrassata nel giro di pochi giorni, ne era certa.
«Mh?»
«A cosa pensi?»
«Me lo chiedi sempre?» ribatté lei, stupita, arricciando il naso «Cioè perché ti interessa… o perché pensi che io stia pensando qualcosa di brutto…?»
«Voglio solo sapere a cosa pensi, cosa ti passa per la mente… di brutto e di bello, di rabbioso e dolce… niente di ché.» rispose il ragazzo, facendo spallucce: Candice si alzò rapidamente dalla posizione supina, sbattendo le ciglia, sorpresa. Quell’uomo la stupiva sempre, anche solo dicendo cose che “non erano poi un così grande affare”. Per lei lo erano, lo erano eccome.
E lui ci faceva caso, sempre. Era una cosa un po’ inquietante, ma era un buon osservatore…ed era dannatamente dolce e sensibile per chiederle tutto. Disponibile, come nessuno era mai stato con lei. E sapeva anche decidere lui: sapeva quando lasciarla libera e quando sottometterla. In tutti i sensi, anche quelli più fisici.
Arrossì ed attribuì la causa al freddo, e non ai pensieri poco puri che le attraversavano la mente. Avvertì una fitta al basso ventre, constatando spiacevolmente che la rendeva una ninfomane. Non era così… ossessionata, prima. Le aveva aperto un mondo, sotto tutti gli aspetti: fisicamente, sentimentalmente… letterariamente, se avesse potuto dirlo. Il tempo che non passavano a lavorare, mangiare, svagarsi – meglio non specificare come – e coccolarsi – perché erano d’obbligo le coccole post-svago – lo passavano a leggere. L’aveva introdotta al mondo della sua “rivoluzione letteraria” – con tanto di hashtag, almeno su Twitter – e adesso leggeva il triplo rispetto a prima, oltre al triplo… dell’altro.
Gli si avvicinò in pochi secondi, sfiorandogli le labbra con un bacio: «A cosa devo questo, miss Accola?» chiese lui, con un sorriso vispo. Di tutta risposta ricevette un’alzata di spalle: «Hai chiesto. Eri interessato… sei interessato.» spiegò quella, con semplicità.
«Sì. Lo sono. Sempre stato, in realtà.» rispose lui, sorridendole.
«Okay, torna dentro.»
«Cosa, perché?—
«Perché sta per piovere—
«Le nuvole sono lontane, finché arrivan—
«…E perché fa freddo e voglio strapparti i vestiti di dosso ora, e non penso sia il luogo adatto qua fuori al freddo e al gelo, no?» terminò lei, prendendo due piattini pieni e la cesta principale, pronta ad aprire le ante di legno con le spalle.
«È…decisamente meglio rientrare, sì.» convenne lui, prendendo bottiglie, posate, tovaglie e il resto per trascinarle dentro.

La piccola semi-vacanza-romantica in madrepatria li aveva portati alla decisione di trasferirsi insieme, più o meno. Insomma, non avrebbe lasciato solo lo spazzolino e il pigiama…ma anche qualche cos’altra in più. I suoi libri erano lì già da tempo.
Ora doveva solo dare la notizia a Nina e sperare che la prendesse bene. Dopotutto lei non aveva fatto alcuna storia da quando Ian praticamente viveva con loro! Perché avrebbe dovuto farne lei? Anche se, effettivamente, quella casa era piccola per quattro persone… e sarebbe stato anche parecchio imbarazzante.
Ebbe appena il tempo di lasciare la valigia in camera che la stessa amica “doveva parlarle”: strano, per la prima volta non c’erano né Ian né Joseph in mezzo.
«Com’è andata, Candy?»
«Bé… bene. Lo so che pensavi che fosse affrettato, e una parte di me lo pensava pure, ma… sono simpatici, i suoi genitori. E mi sono trovata davvero bene. E non erano nemmeno invadenti!...»
Nina era sulla porta ad aspettare. Che fosse successo qualcosa? Che non le fregasse nulla e doveva dichiararle apertamente qualche problema? Avevano forse lasciato strane cose in bagno?
«Okay…»
«Devo dirti una cosa.» lo dissero contemporaneamente, e si guardarono negli occhi.
«Prima tu…»
«No, tu…»
Stavano giocando al gioco del pappagallo?
«Mi trasferisco con Ian.»
«Joseph si trasferisce qui.» e anche quello lo dissero contemporaneamente, e la reazione di entrambe fu: «Stai scherzando?!» ma Nina continuò: «Già ora? Come?... cioè… Non è che state andando un po’ troppo velocemente? Insomma, è anche vero che di fatto state vivendo insieme già da prima che non stesse insieme…»
«Appunto. E poi… lo amo. E mi ama.»
«Wow. Lo ami lo ami? Sul serio, per davvero? Perché anche della scimmia avevi detto che…» ma tacque, non appena vide la ragazza scuotere la testa: «Non c’entra proprio nulla con quello che provavo per Trevino. In confronto, era una cotta passeggera. Dolorosissima, ma passeggera.»
«E… come mai, se posso, quest’esplosione di sentimenti?» erano distanti l’una dall’altra, come se fossero fredde. Quella discussione, partita dai trasferimenti, era scomoda per entrambe. Si sarebbero dovute dividere… per davvero.
«Ci tiene davvero a me, e lo dimostra sempre. Non è una cosa dovuta, o che lui mi fa pesare… è incondizionata. È semplice e pura. E non ti nego che sono anche innamorata di quest’idea di amore… però è così. E da parte mia… voglio passare la maggior parte del mio tempo con lui, ti basta come risposta?»
«…Decisamente. È anche troppo romantica e dolce e sentimentale per te, una risposta del genere.» ammise Nina, con un’espressione lievemente schifata in volto.
«E… tu e Ian? Per voi si che è un grande passo! Insomma, io sono “colta nell’attimo”, se ne possono dire tante…ma voi l’avete ponderata, la scelta.»
«Cerchiamo di non farne un affare di stato, ma… sì, è un grande passo.» l’amica roteò gli occhi, arrossendo. Poi Candice la guardò corrucciata ancora per un po’… e sorrise. Profondamente, sinceramente e totalmente, pronta ad abbracciarla e a saltare insieme a lei: «Ce l’hai fatta, ce l’avete fattaaaa!»
«Bé, tu hai rapito il cuore del britannico, hai fatto più che centro! Son quasi gelosa…» commentò Nina dopo aver smesso di saltare assieme all’amica come due invasate.
«E tu hai Mr occhi di ghiaccio, direi che siamo alla pari! Ma ora…» si rabbuiò poco dopo «quando litigo con Joseph da chi andrò a rompere le palle?»
«Sta’ zitta, ti prego. Che sei venuta solo una volta nel nostro letto a farti coccolare dagli amici, fungendo anche da intralcio. Normalmente quando litigate fate sesso brutale in tutta casa, e lo dico perché lo so.Vi ho sentiti.» ribatté Nina, sapendo il fatto suo, e facendo così arrossire la biondina davanti a sé, che non sapeva dove mettere la faccia.
«Ma mi mancherete!»
«Sì, lo so…» il tono da falsa modesta della ragazza lo conosceva bene, lo usava sempre quando doveva darsi delle arie per finta «È difficile non sentire la mia mancanza!»
«Tieni i piedi per terra, cara! E comunque sì, è vero.» ammise poco dopo, con un broncio.
«Bé… ci sarebbe una cosa.»
«Che cosa?» a Candice brillarono gli occhi.
«Siccome se me ne andassi io o te ne andassi tu, questa casa per l’altra non sarebbe più la stessa… perché non vi trasferite anche un po’ fuori Atlanta? Verso Covington. Più o meno… sopra casa nostra? Di me ed Ian, intendo.»
«Wow… cosa? C’è qualcosa che affittano?»
«Sì, sono due appartamenti, li ho già visti entrambi perché erano entrambi liberi. Sono entrambi ancora liberi… spero. Bé insomma son carini entrambi, ma preferivo quello al piano di sotto per via degli scalini…»
«Non mi sarei mai aspettata che fossi tu Miss Pigrizia 2012!»
«Ma erano tanti!»
«La affitta sempre la stessa persona?» chiese Candice, prendendo il cellulare.
«Sì. Cosa fai con quel coso?»
«Ehi Joe? Ho trovato la casa perfetta! Sì so che si era detto di rimanere qui… ma fidati, l’altra è meglio… ti dirò quando ci trasferiremo!» schioccò un bacio e chiuse la chiamata, rivolgendosi poi all’amica, nuovamente: «Allora, il numero del tipo?»
«Wow. Mai pensato di diventare personal manager di qualcuno o qualcosa del genere? L’hai convinto in un battibaleno e sei già pronta a chiamare il tipo… wow.»
«Non lo sto per chiamare! Non ora per lo meno. Prima dovrò togliermi la giacca. E disfare la valigia. E poi mi dedicherò al multitasking parlando con il tipo e convincendo Joseph che sia la cosa giusta. Anche se non penso che ne abbia davvero bisogno, è stata sua l’idea! E non gli interessa molto dove finiremo, ecco.»
«Sei impressionante.» Nina era allibita.
«E per rispondere alla tua domanda, se mi andasse male la carriera di attrice finirò sicuramente a fare la PR o qualcosa del genere. Mi ci vedo, nel business!»
«E non sei l’unica!» la ragazza si alzò dalla poltrona, ancora con gli occhi sgranati, pronta a tornare in camera: poi si voltò nuovamente verso l’amica «Non mi stupirei che vi trasferiste prima di noi!»
«…Naaaah.» concluse la ragazza, alzandosi dal divano e dirigendosi in camera «Non oggi, almeno. Magari domani, se ho tempo, tra una ripresa e l’altra.»
«Il trasferimento?!»
«Ma certo che no! Il noleggio del furgoncino, l’accordo e la visita della casa! E poi ovviamente, bloccarla.»
Nina continuò a guardarla stralunata: «Se mai mi sposerò, organizzerai tu il mio matrimonio. E con questo, mi ritiro a serata privata.»
«Tutta sola senza Ian tutta la sera?»
«Sì!»
«Okay, ordiniamo la pizza?»
«Ovvio!»
«A tra un’ora!» dichiarò a voce più alta Candice, per superare la porta chiusa della camera dell’amica. Era tutta sovreccitata per i cambiamenti e le nuove buone notizie.
  
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