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Autore: john_baldino    11/03/2013    0 recensioni
Non ho mai pensato seriamente a come sarebbe stato il mio futuro se avrei continuato ad essere come ora. Forse non c’era un motivo, o forse volevo godermi ciò che mi restava da vivere, come del resto.
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Le ho sempre detto che il giardinaggio non era il suo forte, eppure mia madre ogni giorno continuava ad occuparsene. Se ne restava immobile in quei pochi cubi di verde, tra un’orchidea ed una rosa, ferma ad osservare quanto siano magnifici i colori di questi esseri. Io ne capivo poco o niente.
Il sole splendeva sulle alte colline, le acque dei fiumi scorrevano lentamente, i petali di rose sbocciavano come se fosse primavera, gli animali si ritiravano sui prati verdi, gli anziani sedevano su comode poltrone. Le persone socializzavano. Le strade erano affollate, ma regnava la tranquillità. La tipica giornata d’inverno, seppur molto soleggiata. Come al solito, io restavo chiuso in casa ad ascoltare la mia pop band preferita o rivedendo per la centesima volta i film dei miei attori preferiti: Kristen Stewart e Robert Pattinson. Avete presente? La ragazza solitaria e il vampiro luccicante di Twilight? Bene, sono loro. 

“Un ragazzo simpatico, socievole con chi riusciva a comprenderlo. Un ragazzo che teneva a tutto, che sapeva lottare. Un ragazzo dal cuore d'oro.” Ecco come mi descriveva mio padre.

Mio padre ..un uomo davvero eccezionale. L’unico della famiglia che riusciva a guardarmi da l'interno, l’unico che comprendeva ogni mio errore. 

Amavo la mia vita, tutto era così perfetto.
….

Mia madre rientrò dopo una lunga giornata a far compere.. Non potrei mai dimenticare quel giorno. Posò le borse e salì in camera mia. 
“Posso entrare?” – domandò con aria gioiosa.
“Certo che puoi .. è successo qualcosa?” risposi.
“Hanno chiamato i nonni. Ti vogliono lì entro domani” – esclamò.
“Coosa? In che senso mi vogliono lì? Non dirmi che è capitato qualcosa al nonno.” – domandai con aria turbata.
“No, stai tranquillo, il nonno sta bene. Hanno pensato che ti farebbe piacere trascorrere da loro due mesi. Sai .. cambiare aria fa sempre bene.” - rispose tranquilla.
“Ma come? A l'improvviso? Come faccio con la scuola? E con l’aereo? Non posso prenotare il biglietto a l'ultimo minuto”.

La mia mente era confusa. Cercavo sempre una scusa per rifiutare in modo esemplare e tranquillo.

“Mi dispiace mamma, ma la scuola è la mia priorità” – dissi con calma.
“Ho già parlato con la preside del tuo istituto. Mi ha informato di alcuni corsi scolastici a Londra in modo da non rimanere indietro col programma”.
“Ma .. ma è fantastico” – risposi con tono di gioiosa tristezza.

“Ho già il biglietto, fai le valigie che partirai domani all’alba” – disse in modo prepotente prima di scendere.

Non potevo rifiutare. I miei nonni sono stati sempre presenti nella mia vita e mi dispiace deluderli. Così accettai il trasferimento provvisorio. In fin dei conti mi andava di vederli per quanto possano essere noiosi. In un certo modo, mia madre era felice che io lasciassi il paese per un po’, in cerca di avventure. Il volo era per le 8:00 del giorno successivo. Dovevo sbrigarmi, altrimenti sarei rimasto indietro coi tempi. Il mio armadio, principalmente, era formato da camicie e t-shirt ed era un bene per me. Salii in soffitta e presi le valigie. Non sapevo cosa dovevo metterci dentro. Ero in una tale confusione, che neanche uno studente dell’università di Oxford potrebbe mai avere. Dopo pochi minuti dal mio “fissare” continuamente l’armadio, decisi cosa portarmi dietro: le mie due camicie di seta, le mie amate felpe della Marvel, sciarpe, cappelli e soprattutto le mie Vans.
...

“Dove sono le mie Vans?” – domandai con aria misteriosa.

Non potrebbe che essere opera di mia madre. Ci gode a nascondere la mia roba; così scesi in salotto.

“Mamma, DOVE SONO LE MIE VANS?!?” – urlai con aria decisiva di chi potrebbe sfidare un combattente dall’armatura dura come la roccia.
“Sono nel comodino” – rispose con tranquillità. 

Le avrò detto così tante volte di non toccare la mia roba che alla fine mi arresi. Risalii di nuovo in camera, aprii il comodino e puntualmente c’erano le mie Vans, le scarpe che hanno vissuto con me i ricordi più belli della mia vita. 
Ero così entusiasta e ansioso di trascorrere un po’ di tempo a Londra che il mio stomaco si chiuse in se stesso, accelerando il mio processo di stanchezza. Avevo bisogno di dormire. Sincronizzai la sveglia del mio iPhone alle 6:00 ed entrai nel letto, coperto dal mio piumone profumato di lavanda.

“LONDRA, STO ARRIVANDO”.

  
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