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Autore: mysticmoon    11/03/2013    3 recensioni
Il mondo continua a girare e lascia dietro di sè amicizie e amori infranti.
Uno schianto nella notte riunisce una coppia distrutta dal destino.
Potrà nascere una nuova complicità oppure è tutto perduto?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo Quaranta

Nonostante per Veronica fosse una vera tortura stare alla larga dalla centrale di polizia quando c’era tutto quel fermento, la donna mantenne la promessa di rimanere a casa con le bambine.
In compenso Logan divenne ufficialmente il suo portavoce ed era costretto a trascorrere buona parte della giornata in compagnia di Eli e Leo per poi raccontare ogni minimo dettaglio alla compagna una volta tornato a casa.
In più di un’occasione aveva provato l’istinto di risponderle male mentre gli faceva per l’ennesima volta una domanda nella speranza di ricevere maggiori informazioni dalla sua nuova risposta, ma si era sempre morso la lingua; sapeva che per Veronica era difficile stare in disparte quanto per lui lo era memorizzare ogni minimo dettaglio della sua giornata quindi non voleva prendersela con lei con questo suo interesse quasi maniacale per ogni singola parola pronunciata da questo sceriffo che raccontava un particolare incidente avvenuto sotto la sua giurisdizione o quell’uomo al telefono che gridava contro coloro che non avevano ancora trovato notizie più aggiornate sulla figlia rapita.
Del resto Logan poteva consolarsi anche con un altro fatto: non era il solo a subire il terzo grado da parte di Veronica. Lo stesso trattamento riservato a Logan lo subivano infatti sia Leo sia Weevil, anche se il fatto che lo facesse via telefono permetteva ai due sottoposti della donna di sbatterle il telefono in faccia quando superava il limite.
Tuttavia Veronica riservava quel trattamento ai tre solo dopo aver messo a letto le sue bambine.
Il resto della giornata Veronica si concentrava solo e soltanto su Prue, alla quale faceva fare esercizi di prescrittura per ovviare al fatto che non aveva ancora trovato un posto in una scuola materna, e Lily, che dopo i compiti si accoccolava sul divano con la madre e la sorella minore per ascoltare Veronica che leggeva un libro o guardare insieme i cartoni animati.
Per due settimane Veronica si comportò da madre molto presente e quando il medico la chiamò per togliere il gesso alla gamba la mattina successiva dovette ammettere di essere un poco dispiaciuta per l’interruzione di quella tranquilla quotidianità, ma questo non cambiava il fatto di avere una gran voglia di tornare al lavoro per assicurare quei bastardi alla giustizia.
Dopo aver affidato Prue al padre di buon ora, andò con Logan in ospedale e prima delle 9:30 era già seduta nel suo ufficio pronta a lavorare nonostante il braccio sinistro sarebbe rimasto ingessato ancora per un mese abbondante.
La prima cosa che Veronica fece fu chiamare a rapporto sia Leo che Weevil per fare il punto della situazione.
- Non vi tedierò con un discorso riguardo l’essere gentili con il proprio superiore ferito e quindi quanto sia stato sgarbato il vostro comportamento durante certe telefonate - disse Veronica, lanciando loro una penetrante occhiataccia non appena si furono accomodati ai due lati di Logan sulle sedie poste di fronte alla sua scrivania- perché voglio subito andare al punto della questione: determinare con la maggior precisione possibile quale sia la situazione delle indagini riguardanti questo traffico di ragazzine minorenni con uno o più genitori non statunitensi. Leo?
- Il locale di Chicago in cui Hannah Griffith lavorava, il Moonlight Club, è stato chiuso non appena la donna è scappata con le informazioni contenute nel sito internet e nella chiavetta USB. E’ stato spiccato un mandato d’arresto per il proprietario dei locali, tale Gilbert Sullivan di ottantaquattro anni d’età, domiciliato a Sidney, ma dall’interrogatorio è risultato completamente estraneo ai fatti e rilasciato. Dalla sua testimonianza l’attività doveva essere gestita da suo nipote Stanley Carter, di trenta anni, ma il ragazzo è stato trovato morto un anno fa apparentemente a causa di un’overdose di cocaina, decesso di cui sia il signor Sullivan sia il resto della famiglia risultavano all’oscuro.
- Apparentemente?
Leo le porse una foto raccapricciante: dal torso in su quella persona era una massa di carne e sangue dalla quale spuntavano ciuffi di capelli che, a giudicare dai pochi ciuffi che non erano insanguinati, probabilmente erano biondi.
- L’esame tossicologico ha stabilito che è morto a causa della droga e che questo scempio sia stato fatto post mortem – spiegò.
- Quindi?
- Le possibilità sono due: o il morto non è Stanley Carter o qualcuno ha usato la sua identità per oltre un anno.
- Abbiamo una foto decente?
- Sì- rispose Leo, porgendo a Veronica la foto segnaletica di un ragazzo dai lunghi capelli scuri e gli occhi iniettati di sangue.
- Non era in ottima forma- osservò la donna.
- No. E purtroppo non è una foto molto recente.
Veronica osservò la data stampata in rosso in basso a destra: riportava la data del 3 agosto di quattro anni prima.
- Non ne abbiamo di più recenti?
- Il detective Wright di Chicago ci sta ancora lavorando- disse Weevil - Per ora sappiamo solo che da quando è stato arrestato per spaccio pare essere rimasto più che pulito, dose letale a parte.
- Nessun altro reato, Eli?
- Nessuno fino a quel momento. Ha anche completato con successo un periodo di riabilitazione in una comunità del Vermont. Per questo lo zio gli ha lasciato il locale da gestire. Era un’occasione di riabilitarsi anche agli occhi della famiglia. Un’occasione che, a quanto pare, ha sprecato alla grande.
Veronica rivolse al sottoposto uno sguardo interrogativo.
Leo le passò delle altre foto che ritraevano la casa del giovane, un’accetta insanguinata e, soprattutto, l’esile ragazzina riversa sul pavimento a pochi metri da lui con numerose ecchimosi e segni delle iniezioni sulle braccia sottili lasciate nude dalla canottiera, l’unico indumento che aveva ancora addosso. Anche lei era coperta di sangue ma non era dato sapere quale fosse quello dell’uomo che presumibilmente aveva ucciso in preda al delirio della droga oppure il suo, sgorgato dal profondo taglio che le aveva reciso la giugulare.
- Abbiamo il nome?
Logan passò il fascicolo della ragazza a Weevil.
- Paula Rivera, tredici anni, nata ad Atlanta da madre messicana e padre ignoto. La madre è in un centro di igiene mentale da quando Paula aveva sette anni e da allora era stata affidata ad un orfanotrofio. Aveva precedenti per taccheggio e la direttrice della struttura in cui era ospitata aveva registrato sulla sua scheda personale che spesso era stata trovata a fumare sostanze legali e non nei bagni. Per non parlare dei suoi sospetti riguardo al fatto che avesse iniziato a frequentare degli uomini più grandi in cambio di denaro.
- La tipica ragazzina difficile.
- Già.
- Frequentava il locale?
- Non lo sappiamo. Da quando è venuta fuori la storia della prostituzione i vicini sono molto più reticenti a parlare. Però la direttrice dell’orfanotrofio ha detto che una settimana prima della sua morte Paula le è stata riportata la polizia dopo un furto e la ragazzina aveva preso dei soldi proprio dalla cassa del locale di Stanley. E’ stata persino denunciata.
- Non mi pare esattamente l’inizio di una love story- commentò Logan.
- Già. Però è qualcosa che li lega. – replicò Weevil – La ragazzina potrebbe aver deciso di vendicarsi e la cosa le è sfuggita di mano.
- Oppure questo tizio gestiva un giro di prostituzione minorile sin da allora e lei era una delle sue amanti che gli ha fatto qualche sgarro. Sempre che un giorno non abbiano preso della roba tagliata male, qualcosa è andato storto e si siano uccisi a vicenda.
Veronica annuì ma l’ipotesi di Leo aveva qualcosa che non la convinceva: poteva una ragazzina così gracile maneggiare un’accetta con tanta forza e così tante volte, soprattutto se con un’arteria recisa e dopo aver atteso che l’uomo spirasse?
Ovviamente la sua risposta era no.
- Penso proprio che questo caso sia ancora più complicato di quanto pensassimo- commentò Veronica – Io dubito che una ragazzina con la gola tagliata possa fare una cosa simile usando un’arma tanto pesante. Paula Rivera non aveva il tempo di fare una cosa simile. Probabilmente aveva davvero una qualche relazione con Stanley e magari hanno assunto la droga assieme, ma deve essere stato qualcun altro a sgozzare lei e sfigurare lui.
- Veronica, hai qualche idea?
- Sì Leo. Penso che quella ragazzina possa addirittura trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Da quanto sangue ha addosso pare chiaro che sia stata uccisa dopo di lui. Le hanno fatto l’esame tossicologico?
- Sì. – rispose Eli - Anche lei risultava positiva alla cocaina.
- E le ecchimosi?
- Si suppone che sia stato Stanley a lasciarle i segni quando ha tentato di ucciderla.
- Quindi nessun segno di approcci di natura sessuale.
- Esatto.
Veronica sospirò. La faccenda si faceva ancora meno chiara.
Stanley Carter era davvero l’uomo morto? Cosa ci faceva quella ragazzina in casa di dell’uomo che l’aveva denunciata per furto con indosso solo una canotta? E chi li aveva uccisi? Improvvisamente Veronica ebbe un’intuizione.
Preso il fascicolo del caso iniziò febbrilmente a cercare l’informazione che forse avrebbe potuto confermare la sua supposizione.
Sorrise trionfante quando vide che su un lato del collo della ragazza erano segnalate delle ecchimosi e delle fibre di stoffa, entrambe definite “irrilevanti”. e che sul luogo del crimine non erano stati trovati i suoi indumenti intimi.
- Leo, chiama il dipartimento di polizia di Chicago. Voglio sapere ogni singola segnalazione riguardante quella ragazzina. E chiedi che il cadavere venga riesumato per ulteriori indagini scientifiche. Ah, e voglio sapere dalla direttrice dell’orfanotrofio se nei giorni tra il tentato furto e la morte di Paula sono scomparsi dei soldi. O magari un cellulare o una macchina fotografica.
- Veronica… hai capito qualcosa?- chiese Logan.
- Non ne sono sicura… ma penso che il modo in cui sia stata uccisa quella ragazza nasconda più di quanto sembri. Probabilmente aveva delle ecchimosi sul collo lasciate da un qualche genere di atto violento che sono state cancellate tagliandole la gola. Io forse ho capito di cosa si trattava e perché Paula era lì.
- Parla- la esortò Weevil.
- E’ solo una mia supposizione… ma potrebbe trattarsi di un ricatto. Paula viene denunciata per furto e decide di vendicarsi. Prende una macchina fotografica e va a casa di Stanley per fargli foto compromettenti in sua compagnia. Purtroppo da Stanley ci sono le persone che l’hanno imbottito di droga e sfigurato che per non farla parlare le tolgono la macchina fotografica per poi ammazzare anche lei iniettandole la droga e tagliandole la gola, fingendo che sia successo tutto a causa di un litigio finito male. Ma per averne la certezza dobbiamo far riaprire quel caso. Se troviamo chi ha ammazzato Stanley potremmo scoprire anche chi ha gestito per tutto l’anno il suo locale e smantellare questo orrendo traffico liberando le ragazze che hanno ancora con loro prima...
Veronica non aggiunse la frase che tutti e quattro pensavano, ma era chiaro che stava per dire “prima che le eliminino”.
- Va bene, procediamo in questo modo- disse Leo prima di alzarsi ed andare ad eseguire gli ordini dati da Veronica.
- Veronica, tu faresti meglio a tornare a casa- disse Weevil – Ti farò sapere stasera se ci sono novità, ma tu faresti meglio a non affaticarti troppo il primo giorno.
Veronica stava per dirgli che non era affatto vero che era stanca quando si rese conto che il vecchio amico le stava dando una via d’uscita per passare qualche ora extra con le bambine quindi sorrise e annuì.
- Va bene.
- Senti… ti dispiace se continuo a controllare il database fornito da Hannah da qui?
- Nessun problema- lo rassicurò Veronica.
Logan le offrì la mano per aiutarla ad alzarsi e, sorreggendola, uscì dall’ufficio.
Eli attese che i due fossero usciti dalla centrale per sedersi sulla poltrona di Veronica e aprire il database.
Aveva pensato a una cosa ma essendo poco più che un’intuizione non si sentiva ancora pronto a spiegare ai suoi colleghi e soprattutto a Veronica cosa aveva pensato.
In quei lunghi giorni Eli Navarro aveva esaminato quel database fino alla nausea, ascoltato e fatto decine di telefonate ed esaminato molti fascicoli di indagini in corso che riguardavano la prostituzione minorile ma una minuzia aveva colpito la sua attenzione: la scarpa italiana che aveva visto mesi e mesi prima durante il furto dell’auto di Logan somigliava in maniera impressionante ad un paio di scarpe che aveva visto in una delle foto fornite da Hannah.
Messosi al computer fu semplice per il tenente trovare la foto e fare ricerche.
Se aveva ragione non solo uno dei clienti del Moonlight Club era invischiato nel giro fino al collo, ma quasi sicuramente era anche l’uomo che probabilmente aveva pagato per vedere morto Logan Echolls.
  
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