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Autore: allegretto    11/03/2013    7 recensioni
Ci vuole un incidente per far sì che tutti si rendano conto di quanto seriamente Jensen stia male. Ma come possono Jared, la famiglia Ackles e i suoi amici aiutarlo, quando lo stesso Jensen rifiuta ogni tipo di aiuto esterno? L'unico modo che essi conoscano, anche a costo di perdere per sempre la stima e l'affetto di questa persona!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

 

Jared si avvicinò alla stanza di Jensen con il cuore in tumulto ed esitò non poco nell'entrare dentro. MacKenzie gli prese la mano e lo accompagnò fino al letto di suo fratello.

Grato per quel gesto, Jared diede un bacio sulla guancia della ragazza, la quale arrossì di piacere. Poi il giovane diresse il proprio sguardo verso il suo amico: le bende che avvolgevano la testa di Jensen rendevano il suo pallore ancora più accentuato. Il viso, incorniciato dalla solita barba che si faceva crescere durante le vacanze estive per non assomigliare al suo personaggio, era pieno di tagli, dovuti all'esplosione dei finestrini durante l'impatto.

Jared notò l'espressione sofferente di Jensen, il quale esternò un pallido sorriso nel vedere accanto a sè il suo migliore amico. Ma le labbra tirate e gli occhi velati dalle lacrime erano indice di estremo disagio, inoltre Jensen cercava con piccoli e impercettibili movimenti di spostarsi ma non ci riusciva a causa del dolore lancinante alle costole fratturate.

Jared si chinò verso di lui, chiedendogli sottovoce se avesse bisogno di qualcosa.

Ho male alle gambe”, disse con immenso sforzo. “Non riesco a stare più in questa posizione”, gracchiò, finendo poi senza fiato.

Jared si girò verso Josh. “Dammi un po' una mano, Josh, per favore. Ha male alle gambe. Vediamo se riusciamo a girarlo un pochino”, esclamò Jared, in preda all'agitazione, vedendo le lacrime rotolare giù lungo le guance di Jensen.

Jared, non so se riusciamo a spostarlo!”, replicò Josh, costernato visto che non sapeva bene come fare.

Jensen guardò entrambi. Era conscio del fatto che nel momento in cui lo avessero spostato, avrebbe urlato dal dolore ma non ne poteva più di stare sulla schiena. Inoltre i calcagni gli bruciavano perché strisciavano sul lenzuolo e l'attrito era intollerabile.

In quel momento Jensen si maledisse non solo per aver guidato l'auto ubriaco fradicio ma anche per il fatto di essere sopravvissuto. Se fosse morto sul colpo, sarebbe stato tutto molto più semplice....

Mentre Jared e Josh lo stavano per afferrare dalle ascelle al fine di tirarlo un po' su, entrò l'infermiera. “Cosa state facendo?”, chiese, allarmata, rivolta ai due giovani.

Ha male alle gambe. Vogliamo spostarlo un po'. Da solo non ci riesce!”, si difese Jared.

Non potete spostarlo. Ha quattro costole fratturate. Se fate un movimento mal fatto, potete perforargli un polmone!”, replicò lei, avvicinandosi al letto. “Sono, comunque, venuta a fargli l'antidolorifico”, aggiunse poi, inserendo l'ago della siringa che teneva in mano nel raccordo della flebo e iniziando a iniettare il liquido lentamente nel tubicino che andava direttamente in vena.

E' leggero, però. Non deve interferire con gli altri farmaci”, spiegò l'infermiera. Poi vedendo l'espressione di disappunto del malato, esclamò: ”Lo so che non coprirà tutto il dolore ma lo attenuerà un po'!”

Oh, un po' di dolore non gli farà male. Lo farà riflettere sul casino che ha combinato”, esclamò Alan, che era appena rientrato nella stanza, lanciando un'occhiata di disapprovazione verso il figlio minore.

Non è il momento per affrontare questo discorso, Alan!”, Donna lo ammonì. “Vado allo spaccio a prendere qualche rivista. Avete bisogno di qualcosa?”, chiese poi la mamma di Jensen, prendendo la borsa.

Donna, per favore, prenda un paio di calzini per Jensen. Ha tutti i talloni spellati”, disse Jared, tirando su il lenzuolo e mostrando tutta la parte posteriore dei piedi di Jensen arrossata.

Senz'altro”, affermò lei. Poi andando vicino a suo figlio, gli chiese se avesse bisogno di qualcosa ma lui si era assopito.

Io vado a casa, invece. Torno più tardi. Jared, Josh, spiegate la situazione a Jensen e poi mettetevi d'accordo per i turni” ordinò ai due giovani che erano ancora accanto al letto del ferito. “Mac, quando tua mamma vuole rientrare, le dai un passaggio, per favore?, chiese poi rivolto alla figlia e prima che qualcuno potesse obiettare o dire qualcosa, era già fuori dalla porta.

Dopo l'uscita di Donna verso il negozio interno dell'ospedale e spedito Mac a prendere due caffè dai distributori automatici nell'ingresso del reparto, Jared e Josh iniziarono a parlare di quello che li avrebbe aspettati nelle successive quarantotto ore.

Cosa dovete spiegarmi?”, chiese Jensen, spalancando improvvisamente gli occhi, con voce sofferente.

Jeff si sedette accanto a lui e gli spiegò tutta la procedura.

Cosa vuol dire 'coma farmacologico'?”, domandò Jensen, confuso, faticando a tenere gli occhi aperti.

Verrai tenuto in condizioni di incoscienza, profondamente sedato, in modo che il cervello rimanga in stand-by e quindi dare il tempo al tuo organismo di pulirsi da tutto l'alcol che hai bevuto negli ultimi tempi”, spiegò Josh, guardando Jensen, con uno sguardo a metà strada tra il preoccupato e l'arrabbiato.

Ho dovuto firmare il consenso io perché in mezzo alla tua cartella clinica, dal Canada, è arrivato anche il 'modulo del consenso sulla privacy' e poi ho chiesto un altro parere assieme a mio fratello Jeff”, disse Jared, mettendogli una mano sul braccio, mentre si sedeva accanto a lui.

Jensen farfugliò qualcosa. “Cosa hai detto?”, chiese Jared, sporgendosi verso di lui.

Grazie, Jared. Mi dispiace per tutto sto casino. Sono un buono a nulla”, cercò di dire a voce un po' più alta Jensen ma lo sforzo fu immane.

Ci sarà tempo per le ramanzine, i rimbrotti e i calci in culo, fratellino!”, esclamò Josh, ironico.

Jensen sospirò. Era sicuro che suo fratello non avrebbe perso tempo a fargli la sua personale paternale nel momento in cui avrebbe lasciato l'ospedale. Sempre se suo padre non lo avesse ucciso prima!

Senti Jared c'è qualcuno dei vostri colleghi che può darci una mano qui?”, chiese Josh, dopo un po'. “Ovviamente che non vada poi in giro a raccontare particolari sulle sue condizioni”, aggiunse poi.

Guarda, direi che potrebbero esserci due o tre persone. Jim Beaver sicuro ma non credo possa lasciare sola la figlia per venire qui a Dallas; Misha Collins e forse Jeffrey Dean Morgan. Tutti gli altri credo stiano lavorando”, spiegò Jared, assorto. Aveva preso tra le sue mani il braccio destro di Jensen e glielo massaggiava con tocchi lievi ma ritmici. Sentiva che si stava un po' rilassando e così continuò a farlo.

Clif?', chiese Josh.

Ottimo cane da guardia ma in quanto a mantenere segreti, direi di no. E poi è conosciuto e ingombrante. Già il fatto che circolo io qui intorno è indice di dubbio, con Clif sarebbe palese”, disse Jared, sospirando.

Ok. Mi fido del tuo giudizio. Magari prova a contattare quelli che mi hai detto prima. Io chiamo Jason Manns e Christian Kane. Se solo uno di questi accettasse, potremmo fare dei turni più corti”, esclamò Josh, guardando l'orologio, per calcolare mentalmente il fuso orario di Los Angeles.

Dobbiamo pensare a chi farà il primo turno stasera, comunque!”, ribatté Jared.

Già. Bel problema. Io sono cotto!”, replicò Josh, sbuffando.

Perché dovete fare i turni?”, chiese Jensen, sempre con gli occhi chiusi ma cercando di muovere le gambe e lasciandosi sfuggire un lieve lamento.

Vuoi che te le massaggi un po'?”, chiese Jared, sollevando il lenzuolo.

Jensen non rispose ma annuì.

Non possono metterti in rianimazione perché lì, malati, medici, infermieri e parenti vari ti vedrebbero e sicuramente qualcuno ti riconoscerebbe. Cerchiamo di mantenere un minimo di privacy”, rispose Josh alla domanda di suo fratello. “Per cui ti terranno qua e uno di noi sarà sempre qui con te anche se dovremmo essere in due, in modo che se uno volesse andare a farsi un giro o a fumarsi una sigaretta, l'altro potrebbe stare qui”, aggiunse poi Josh, alzandosi in piedi e iniziando a girare per la stanza.

Non è ancora uscita la notizia?”, chiese Jensen, osservando di sottecchi i movimenti di Jared sulle sue gambe così indolenzite.

No, papà ha chiesto all'ospedale di mantenere la tua privacy al massimo livello e fino adesso non è trapelato nulla. Certo, non durerà a lungo...”, rispose Josh.

Ho informato Michaels e mi ha detto che, assieme agli altri produttori, faranno uscire un comunicato stampa alle sei, dove diranno che hai avuto un incidente e sei in coma farmacologico. Senza aggiungere né dove sei, né le modalità dell'incidente e poi verranno pubblicati i bollettini medici due volte al giorno”, spiegò Jared.

Jensen annuì, ormai troppo stanco e provato per parlare. Il dolore era intollerabile e si ritrovò a sperare che quel sonno artificiale arrivasse il più presto possibile.

Cerca di riposarti un po' ora, Jensen!”, ordinò suo fratello, mentre Jared rimetteva a posto le lenzuola e si sedeva accanto a lui.

In quel momento entrò Mac con i due caffè.

Pensavo fossi andata direttamente alle piantagioni di caffè in Brasile”, disse Josh ironico.

Spiritoso!”, esclamò lei, passandogli un bicchiere di cartone ricolmo di un liquido scuro e bollente. “Il distributore non funzionava. Sono andata alla caffetteria”, aggiunse poi passando l'altro a Jared, il quale la ringraziò con un cenno del capo.

Mentre Jensen sembrava più tranquillo, Josh spiegò la situazione anche alla sorella, la quale man mano che apprendeva i particolari sembrava sempre più agitata e sconvolta.

Perciò ci sarà bisogno anche del tuo aiuto nei turni. Jared chiamerà Megan così potreste stare assieme durante quelle ore. Ok?”, aggiunse suo fratello maggiore.

Va bene”, rispose la ragazza, asciugandosi le lacrime che le scendevano giù copiose dagli occhi. “Siete sicuri che non ci saranno rischi per questo coma?”, domandò poi rivolta ai due giovani.

Il neurologo contattato da mio fratello ha assicurato che i rischi sono minimi e comunque sono legati a quanto starà inattivo. Potrebbero esserci problemi al risveglio con fenomeni di amnesia o irritabilità ma tutto si risolve nel giro di poche ore. Bisogna stare tranquilli e fare quello che ci dicono i medici!”, rispose Jared, abbracciando la ragazza.

Di Danneel avete notizie?”, chiese Jensen all'improvviso.

Ma non stavi dormendo?”, lo sgridò Jared, girandosi verso di lui.

Secondo te, è possibile dormire con quattro costole fratturate? Quando inspiro è come se fossi trafitto da mille chiodi!”, rispose Jensen, con fatica e finendo quasi senza fiato.

Non parlare, Jensen!”, esclamò MacKenzie, mettendogli una mano sulle gambe.

Se avessi pensato ieri sera, ora non saresti conciato in questo modo....”, affermò aspro Josh.

Oh, ti prego non ti ci mettere anche tu. Già c'è papà che sembra un limone spremuto e rinsecchito....”, esclamò la sorella.

Tutti risero e Jensen, per lo sforzo di non farlo, andò in iperventilazione.

Oh, cacchio Josh, chiama un'infermiera!”, gridò Mac, vedendo diventare il viso del fratello sempre più rosso per lo sforzo di inalare aria, nonostante i suoi respiri fossero sempre più lunghi e profondi.

Aspetta, Josh. Serve un sacchetto. Di carta, possibilmente”, esclamò concitato Jared, vedendo Josh già con la mano sul pulsante di emergenza. Poi girò lo sguardo intorno alla stanza alla ricerca di quel particolare oggetto. Lo vide sul tavolino sotto la finestra dove stava la borsa con gli effetti personali di Jensen.

Lo prese e mise l'apertura sulla bocca e sul naso di Jensen, mormorandogli di respirare là dentro. “Non è pericoloso di per sé ma a lungo andare si irrigidiscono i muscoli del diaframma e può provocare in lui un movimento involontario alle costole che non può permettersi in questo momento. Respirando nel sacchetto mette in circolo anidride carbonica e questo lo calma e lo rilassa”, spiegò, faceva alternare la respirazione a Jensen un po' con il sacchetto e un po' senza.

Uao, sul set di Supernatural seguite corsi di medicina?”, chiese Mac impressionata.

No, ma in quelle migliaia di battute che dobbiamo studiare c'è, a volte, qualcosa di utile”, rispose Jared, ridacchiando, più tranquillo vedendo riprendere una colorazione normale al viso di Jensen.

Poco dopo tutto era calmo. Un medico era entrato per prendere alcuni parametri vitali e aveva annunciato che di lì a mezz'ora sarebbero venuti a prenderlo per effettuare la procedura. Josh chiese come mai non potevano farlo lì in camera e il medico gli spiegò che veniva effettuato in sala operatoria per poter usare la strumentazione necessaria e solo dopo che era stato stabilizzato lo avrebbero riportato in camera.

Jensen respirava abbastanza tranquillo ma era agitato.

Jen, che succede?”, chiese Jared, facendogli una carezza sul viso.

Al tocco di Jared, aprì gli occhi.

E' aumentato il dolore”, disse con voce flebile. “Danneel?”, chiese poi.

Non l'abbiamo più vista. Ha lasciato il cellulare in casa ieri sera, prima di andare al concerto di Steve. Tu non l'hai vista là?”, chiese Josh, ma poi si affrettò ad aggiungere: “Rispondimi solo con un cenno della mano destra!”

Si, l'ho vista ma poi è sparita!”, rispose a parole invece Jensen.

Josh scosse la testa con disapprovazione, sia verso il fratello che non gli obbediva sia verso la cognata.

Non si è fatta più vedere? Da ieri sera?”, domandò Jared, incredulo.

Uscirà fuori dopo il comunicato stampa, vedrai...”, ribatté Josh.

Oh, si. Reciterà la parte della povera moglie, preoccupata e straziata per la sorte del suo povero marito in fin di vita...”, disse, con enfasi, MacKenzie.

E cosa è? Via col Vento?”, bofonchiò Jensen.

No. E' Danneel Harris in Ackles”, rispose Josh, sarcastico.

Ah, giusto. Tendo a dimenticare che è un'attrice anche lei”, replicò Jensen, con un filo di voce.

Seee...attrice...”, ribatté Mac, sghignazzando.

Poi Jensen si addormentò e loro tre continuarono a parlottare fra di loro.

Nel momento in cui due infermieri stavano portando via Jensen, manovrando il suo letto con le rotelle, arrivò Donna. Rimase impalata nel corridoio, con uno sguardo smarrito vedendo quel trambusto. Ciò fece staccare Josh dal fratello per andare a confortare la madre. Jared, con gli occhi velati dalle lacrime, si sporse verso Jensen e fregandosene altamente dei barellieri, lo baciò sulle labbra. Jensen aprì leggermente le palpebre, lo fissò e gli sorrise.

Ci vediamo fra qualche giorno!”, mormorò con la voce impastata dalla sofferenza e dall'intensa emozione che aveva in quel momento.

Si. Certo. Non vedo l'ora di vedere quanto brontolerai...”, disse Jared, facendogli un ultima carezza.

Jensen alzò la mano destra verso Jared, il quale gliela afferrò e se la portò al cuore. Poi si chinò nuovamente e lo baciò sulla fronte, bisbigliando un 'ti amo' intriso di disperazione, apprensione e sentimenti repressi troppo a lungo.

La mano di Josh sulla spalla, lo costrinse a staccarsi da quel letto e a lasciare che portassero via quella persona così importante per lui. Gli occhi di Jensen non si staccarono da lui, finché non fu dentro all'ascensore.

Per evitare di scoppiare a piangere davanti a tutti, Jared scappò giù per le scale e si fermò solo nel parcheggio, dove diede libero sfogo alle lacrime.

L'attesa fu snervante. Una parte di loro nel corridoio davanti alle porte blu che conducevano all'area delle sale operatorie e l'altra in un salottino lì vicino. Jared, nell'anticamera con Josh e Jeff, aveva telefonato sia a Misha Collins che a Jim Beaver. Entrambi si erano dichiarati liberi da ogni impegno e disponibili ad aiutare. L'unico problema era la figlia di Jim, in quanto non sapeva a chi lasciarla. Perciò Josh aveva detto di portarla lì da loro. Sarebbe stata con sua moglie e i suoi figli. Jim e Misha avrebbero preso il primo aereo in partenza da Los Angeles e sarebbero arrivati in serata a Dallas.

Nella sala di attesa campeggiava un grosso televisore a cristalli liquidi, attaccato al muro. Era acceso su un canale texano che forniva notizie ventiquattrore su ventiquattrore. Aveva l'audio molto basso ma quando alle sei e un quarto una giornalista interruppe la trasmissione di un dibattito politico, per annunciare che era arrivata una notizia in studio, il nome 'Jensen Ackles' si sentì chiaramente. Donna scoppiò in lacrime e corse fuori dalla stanza e poco ci mancò che facesse la stessa fine anche Jared.

Poco dopo ripresero le trasmissioni, ma nella striscia collocata in basso nel televisore dove scorrevano le notizie, si poteva leggere chiaramente questo messaggio: 'Il noto attore Jensen Ackles, star dello show Supernatural, è rimasto vittima di un incidente stradale ed è ora in coma farmacologico a seguito di un trauma cranico. Non si hanno ancora notizie precise sulle dinamiche dell'accaduto né dove sia ricoverato'

Dieci minuti dopo l'uscita del comunicato, il cellulare di Jared divenne bollente. Tutti cercavano di contattarlo per avere notizie. Dovette allontanarsi per poter parlare liberamente e avere un minimo di tranquillità.

Quando rientrò nel salottino, Josh esclamò: “Alla faccia dell'essere richiesto, Jared. Ci mancava che ti chiamasse il Presidente ed eravamo a posto”

Fidati, manca proprio Obama e poi hanno telefonato tutti!”, replicò lui, sedendosi di schianto su una seggiola che cigolò sinistramente. “Oltre tutto ho anche il cellulare scarico. Non mi sono ricordato di portarmi il caricatore a dietro, maledizione!”

Si, quei telefoni lì durano poco. Quanto rimpiango quelli di dieci anni fa. Erano indistruttibili e duravano una settimana”, esclamò Jeff, sospirando.

Chiedo a Mac di andare a casa a prendere anche il mio. Anche io sono quasi agli sgoccioli”, disse Josh, uscendo dalla sala.

Come ti senti?”, chiese poi Jeff a suo fratello.

Mi sembra di vivere in un incubo. Vorrei svegliarmi ma non ci riesco. Mi...mi sento svuotato da ogni energia e non credo di riuscire a reggere tutta questa tensione”, rispose Jared, prendendosi il viso tra le mani.

Quando lo porteranno in camera, andrai a casa a dormire. Vedrai che domani mattina, ti sentirai meglio!”, esclamò Jeff, mettendogli una mano sulla spalla. “Andrà tutto bene. Jensen è forte come un toro!”, aggiunse poi, abbracciandolo.

Intorno alle sette uscì fuori il dottor Mitchell. Il suo viso era stanco ma non appena vide Jared e Jeff sorrise. Entrambi i giovani si rilassarono di colpo.

Tutto bene. La procedura è stata portata a termine. Abbiamo ridotto l'energia al cervello. La sedazione è stata effettuata con Propofol che usiamo per l'anestesia generale. Perciò, nel momento in cui ridurremo la posologia, il paziente si risveglierà. Questo lo faremo abbastanza spesso per verificare le varie funzioni ma anche per controllare il riassorbimento dell'ematoma subdurale che, vi ricordo, è sempre presente”, spiegò il medico, non appena anche i genitori di Jensen si unirono al crocicchio di persone nell'anticamera delle sale operatorie.

Quando lo trasferite?”, chiese Donna, ansiosa di poter rivedere suo figlio.

Tra un paio di ore. Non appena saranno spostati tutti i macchinari nella stanza, su in neuro-chirurgia”

Quanto dovrebbe durare questo coma indotto?”, domandò Alan.

Dipende da quanto ci metterà l'ematoma a riassorbirsi e il fegato di Jensen a ripulirsi. Noi usiamo periodi di quarantotto ore come riferimento perché è verso la fine di questo periodo in cui noi abbassiamo il livello dei barbiturici che vengono usati per la sedazione. Quindi non posso dirlo a priori, purtroppo. Dipende dal metabolismo di suo figlio”, spiegò il medico molto pazientemente.

Barbiturici? Quindi droghe?”, chiese Josh, confuso. “Non è pericoloso? E comunque non andrà ad aggravare la situazione della dipendenza di mio fratello?”

Dipende da quanti giorni rimarrà in stato d'incoscienza. Cioè quanto sarà l'ammontare del farmaco accumulato nel suo organismo”, rispose il medico. “State tranquilli. E' una procedura che facciamo tutti i giorni e in pazienti di tutte le età e condizioni di salute. Jensen ha sì qualche problema a livello epatico, ma è giovane e forte. Abbiamo parlato di rischi, ma sono remoti”, affermò il dottore vedendo la preoccupazione nei volti dei parenti e amici del suo paziente. “Io sono a vostra disposizione per qualsiasi dubbio voi abbiate. Io farò sempre riferimento a Jared”, disse il dottore, rivolgendo lo sguardo verso il giovane più alto dei presenti, “ma voi potete fermarmi o venirmi a cercare per qualsiasi chiarimento. Va bene?”, concesse poi l'uomo in camice azzurro.

Tutti annuirono, mentre il medico ritornava nel settore operatorio.

Josh abbracciò sua mamma, mentre Jared cercava di confortare Alan, parlandogli sottovoce.

Il distributore automatico di bevande calde fece gli straordinari in quelle due ore di attesa snervante.

Dovranno ricoverare anche me per depurarmi il fegato, dopo aver bevuto questa schifezza che sgorga da quella macchina infernale”, dichiarò Jeff, trangugiando, per l'ennesima volta, un sorso di caffè nero da un bicchiere di plastica.

A che ora arrivano Jim e Misha?”, chiese Josh, avvicinandosi a Jeff e a Jared, nel salottino dove c'era il televisore acceso sulla rete informativa con la stessa angosciante e ripetitiva frase nella striscia nella parte inferiore dello schermo.

Alle undici”, rispose Jared, controllando il telefono, per vedere se erano arrivati altri messaggi. Per fortuna, Mac li aveva riforniti di ricaricatori e ogni presa elettrica era stata presidiata durante quelle ore.

Li vado a prendere io. Saranno stanchi, però. Chi fa il primo turno?”, chiese Josh, passandosi una mano sugli occhi arrossati.

Sta arrivando Megan. Ci stiamo noi due fino a domani mattina”, esclamò MacKenzie, passando loro delle fette di torta di mele che aveva portato da casa.

Ottimo. Poi domani facciamo un piano di battaglia!”, esclamò Josh, sollevato.

Prenderò qualche giorno di ferie. Così posso dare una mano anche io”, dichiarò Jeff.

Grazie per la tua disponibilità”, affermò, Josh, grato per la presenza del giovane.

Figurati. Jensen è come se fosse mio fratello e lo stesso vale per te”, replicò Jeff, dando una pacca sulla spalla di Josh.

Alle nove un'infermiera li avvisò che Jensen era stato portato nella sua camera e che uno di loro poteva vederlo. Tutti abbandonarono quella postazione per riversarsi nel reparto al secondo piano.

I primi a entrare furono Josh e Jared. Donna disse loro che avrebbe aspettato di entrare. Era ancora troppo sconvolta e preferiva vederlo l'indomani mattina, più riposata e rilassata. Alan non disse nulla ma annuì sentendo le parole della moglie.

Quando Jared fece il suo ingresso nella stanza e vide Jensen circondato da tutti quei macchinari, con quel tubo che gli usciva dalla bocca e sentendo il rumore ritmato del respiratore automatico, ebbe un violento capogiro e solo la salda presa di Josh sul suo braccio evitò che cadesse lungo disteso a terra.

Lo so, Jared. Anche a me fa impressione ma è indotto dai medici e vedrai che presto lo avremo di nuovo fra i piedi a rompere le scatole”, esclamò, calmo, Josh. “Anche a me turba vederlo in quello stato, ma so che è per il suo bene!”, aggiunse poi, dando un buffetto affettuoso sulla guancia del più giovane.

Jared annuì senza proferire parola. Il suo sguardo era fisso su tutti quei tubi che entravano e uscivano dal corpo di Jensen e quando si avvicinò a lui, anche il tracciato dell'elettrocardiogramma lo emozionò. A fatica ricacciò indietro le lacrime.

Dopo averlo baciato sulla fronte e avergli sussurrato alcune parole, uscì fuori dalla stanza. Là fuori trovò sua sorella minore, Megan, appena arrivata da San Antonio. La abbracciò ma non disse nulla. Voleva andare a casa e stare un po' da solo. Quella giornata era stata lunga ed esasperante. Tutta la sua esistenza era cambiata in quelle ore. Se in passato si era arreso senza combattere, ora era determinato a lottare per quello che riteneva essere fondamentale per la sua vita. Quando Jensen si fosse ristabilito, Jared lo avrebbe convinto a seguire quell'esistenza che avevano entrambi rinnegato per accontentare tutti gli altri. Mentre andava verso casa Ackles nell'auto di Alan, benedisse quell'incidente. Forse era proprio quello che aveva cercato Jensen. La soluzione ai suoi problemi. Si augurò solo che quella situazione non peggiorasse ulteriormente.

 

Angolo di Allegretto

Lo so, è un capitolo particolarmente angosciante. Ma doveva essere fatto così, secondo me. Qui i sentimenti sono molto importanti.

Mi è stato chiesto di essere piuttosto accorta per quanto riguardava la terminologia medica e sono stata contenta di aver esaudito questa richiesta. Ho consultato alcuni tomi sulla terapia neurologica e tempestato di domande alcuni medici. Spero di essere stata esauriente. Comunque altri particolari verranno svelati con il proseguo della storia.

Questa volta ho un solo quesito da porvi:

  • come volete che venga svolto il ruolo dei 'nostri' guardiani? Un ruolo passivo, ovvero passare il tempo a chiacchierare e magari svelare particolari sulla storia d'amore tra Jensen e Jared oppure un ruolo attivo, tipo impedire fisicamente l'irruzione di qualche paparazzo nella stanza di Jensen?

Come sempre ringrazio sentitamente quanti hanno letto e recensito questa storia. Soprattutto tutte voi che avete risposto alle mie domande e datomi preziosi consigli. Vi invito a farlo sempre più numerose.

A presto!!

 

 

 

 

 

 

 

  
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