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Autore: allegretto    02/03/2013    4 recensioni
Ci vuole un incidente per far sì che tutti si rendano conto di quanto seriamente Jensen stia male. Ma come possono Jared, la famiglia Ackles e i suoi amici aiutarlo, quando lo stesso Jensen rifiuta ogni tipo di aiuto esterno? L'unico modo che essi conoscano, anche a costo di perdere per sempre la stima e l'affetto di questa persona!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due

 

Il dottor Mitchell li fece accomodare nel suo ufficio. Due poltroncine erano posizionate davanti a una scrivania e Jared lasciò che si sedessero lì i genitori di Jensen, mentre lui preferì sistemarsi su un divanetto lungo una parete. Il medico si sedette dall'altra parte e prese in mano una cartellina.

Dopo averla aperta e consultato un foglio, disse: “Jensen è stato molto fortunato. L'impatto contro l'albero è stato molto forte. La parte anteriore del suo pick-up è completamente distrutta. Perciò aver riportato alcune costole fratturate, un paio di traumi facciali dovuti all'apertura dell'airbag, un trauma cranico per aver sbattuto contro il poggia-testa e varie contusioni alle gambe può considerarsi nulla in confronto a quello che avrebbe potuto accadere in altre circostanze”

Dopo aver appoggiato la cartellina sulla scrivania e accavallato le gambe, continuò: “Abbiamo inoltre accertato che non ha danni interni”

Alan e Donna tirarono un gran sospiro di sollievo e si rilassarono un poco. Jared, invece, era rimasto impassibile.

Siamo, però, un po' preoccupati per il trauma cranico. Con la Tac abbiamo rilevato un ematoma sub durale. Appare piccolo e ben delimitato e tramite terapia dovrebbe riassorbirsi nelle prossime quarantotto ore ma non possiamo usare alcuni farmaci che aiuterebbero a eliminare il problema”, aggiunse, poi, il medico.

Perché non potete dargli questi farmaci? Non mi risulta che Jensen sia allergico a qualcosa?”, chiese Jared, il quale aveva compreso che la situazione era più complicata di quello che sembrasse a prima vista.

Per il livello di alcol nel sangue che, comunque, gli ha salvato la vita. Per ironia della sorte, è stata una fortuna che abbia avuto l'incidente.... ”, rispose il sanitario, sospirando.

In che senso gli ha salvato la vita l'essere ubriaco? Mi scusi, ma non ha senso quello che sta dicendo”, sbottò Alan,

Di solito chi subisce un incidente stradale ed è sobrio, riporta gravi danni se non addirittura la morte, perché vede arrivare il pericolo e si tende nella speranza di attutire il colpo. Una persona ubriaca, anche se può rendersi conto di quello che sta per accadere, ha i riflessi talmente tanto allentati che il suo corpo è rilassato. Si è più in grado di assorbire l'urto, se si è rilassati”, spiegò il dottor Mitchell.

Si, è vero”, concordò Jared.

Alan non disse nulla ma annuì.

Il clinico si alzò in piedi e appoggiò il fianco sinistro contro il lato del tavolo. Mise le braccia conserte e si passò la lingua sulle labbra. Si percepiva chiaramente la sua tensione.

Questo, appunto, è il problema. Vi sono dei farmaci che aiutano il sangue a diluirsi ma non possiamo usarli perché il tasso alcolico è troppo alto e...”

Mi scusi, ma l'alcol non svanisce dal sangue dopo ventiquattro ore dall'assunzione?”, chiese Donna, confusa, interrompendo il dottore.

Danna, per favore, lascialo parlare”, esclamò Alan, rivolto alla moglie. “Mi scusi. Vada pure avanti”, volgendosi al suo interlocutore.

Capisco che vostro figlio sia una celebrità e già ci sarà da affrontare la questione dell'incidente con i media e tutto quello che ruota attorno, per cui tirare fuori anche questo altro problema sarà dura, ma io non so proprio come procedere...”, esclamò, imbarazzato, il medico.

Quale altro problema, dottore?”, chiese esasperato Jared. “Non si possono attendere le quarantotto ore canoniche e poi procedere con la terapia?”

Non abbiamo tutto questo tempo. Il sangue si depura attraverso il fegato ma questo organo, purtroppo, è saturo”

Come sarebbe a dire che è saturo?”, chiese Alan, confuso.

Per metterla in chiaro, Mr Ackles, il fegato di suo figlio mostra segni di cirrosi epatica e perciò non filtra più niente. E se suo figlio non smetterà di bere, tra qualche mese avrà bisogno di un trapianto di fegato!”

Cosa sta insinuando?”, sbottò, offesa, Donna. “Mio figlio non...è ...”, cercò di dire la signora Ackles.

Mi dispiace, signora. Si, suo figlio è un alcolizzato!”, disse il medico in un soffio.

Alan saltò su dalla sedia: “Mio figlio NON è un alcolizzato!”, esclamò rabbiosamente.

Donna iniziò a piangere, mentre Jared si appoggiò completamente allo schienale del divano, chiudendo gli occhi.

Dopo un paio di minuti, trascorsi nel silenzio più assoluto, Jared si riscosse dal suo torpore e chiese al medico, il quale si era riseduto nuovamente nella sua poltrona davanti alla scrivania, se la situazione fosse reversibile.

Se smette di bere subito, penso di si. I valori del sangue sono molto alterati e magari con esami più approfonditi al fegato potremmo accertarci del reale danno al tessuto epatico, tenendo presente anche la giovane età del paziente, credo ci siano buone possibilità di uscirne bene in breve tempo”, affermò il medico, accennando a un sorriso.

E' per questo che prima ha detto che questo gli ha salvato la vita, vero?”, domandò Jared, guardando l'afflizione dei genitori di Jensen. Alan, in piedi dalla finestra, ingobbito dal peso di quella situazione, mentre Donna, seduta sulla sedia, con una mano sul viso, continuava a singhiozzare silenziosamente.

Si. Se non ci fosse stato, chissà quando ve ne sareste accorti. Non è semplice scovare un alcolista. Sì, perdono peso, hanno gli occhi arrossati e molto spesso appaiono annoiati o irascibili. Ma quanti di noi lo sono, senza essere alcolizzati in questa nostra vita così caotica?”, affermò il dottor Mitchell.

Già. Non l'avremmo mai scoperto”, mormorò Alan.

Cosa farete, allora, per la terapia?”, chiese Jared alzandosi in piedi e mettendo una mano sulla spalla della madre di Jensen, come segno di incoraggiamento.

E' per questo che volevo vederla. Deve darmi il consenso per metterlo in sedazione completa, chiamato in gergo medico 'coma farmacologico' per quarantotto ore, in modo che il sangue e il fegato si depurino senza che Jensen debba avvertire i sintomi dell'astinenza”, spiegò il medico.

Rischi?”, chiese Jared, diretto.

E' sempre un coma, anche se indotto. Con tanto di perdita di coscienza, uso del respiratore automatico, ecc. ma è l'unico modo. Non dovrebbe avere alcun danno né muscolare né a livello di sistema nervoso. Ma potrebbe anche non svegliarsi nel momento in cui lo mettessimo in condizione di farlo...E' una percentuale minima, però...”, spiegò il dottore, mentre prendeva dei fogli dalla precedente cartellina.

Questi sono i fogli che deve firmare. Se li legga, si consulti con qualche altro mio collega e me li porti firmati appena può”, continuò il sanitario, porgendo a Jared un fascio di documenti, inseriti in una busta trasparente.

Quando possiamo vederlo?”, chiese Jared, afferrando il plico.

E' in una stanza nel reparto di neurochirurgia. Dovrebbe essere in rianimazione ma abbiamo preferito metterlo in una stanza singola, come suggerito dal signor Ackles, per motivi di privacy. Perciò potete vederlo ma per pochi minuti e solo una persona per volta per non stancarlo. Non sarà molto cosciente, comunque”, rispose il medico, afferrando il ricevitore del telefono. “Ora controllo”, aggiunse, poi.

E' nella stanza 208. Fuori c'è un poliziotto in borghese che chiede i documenti, comunque”, disse, poi, dopo aver concluso la telefonata.

Dottore, mi scusi, quale è il suo consiglio per risolvere il problema dell'alcolismo?”, chiese Donna, disperata ma pratica e ben decisa a risolvere quella situazione.

Vi consiglio caldamente di cercare una clinica per disintossicare vostro figlio e seguire sedute di psicoterapia. Più presto lo farete e più presto Jensen tornerà quello di prima. Ne conosco una seria vicino a San Antonio. Se vorrete, vi aiuterò nel prendere contatto con loro”, rispose il medico, mettendo una mano sulla spalla di Donna Ackles.

Jared annuì e sorrise al medico. “Appena ho letto i documenti e capito ciò che dicono, glieli riporto e le faccio sapere cosa ho deciso”, disse poi, prima di uscire dall'ufficio.

Donna ringraziò il medico dopo aver detto che sarebbe andata a vedere come stava suo figlio, mentre Alan bofonchiò qualcosa sul reato di figlicidio, prima di uscire dalla stanza.

Nel corridoio Jared si era fermato in attesa dei genitori di Jensen. Li vide arrivare. Sembravano invecchiati di dieci anni. Come se il medico gli avesse detto che il loro figlio aveva riportato ferite inguaribili o invalidanti. Jared si sorprese a pensare che forse sarebbe stato meglio così.

Andate da Jensen. Io andrò a informare Josh e vostra figlia su dove possono trovarlo. Va bene?”, chiese il giovane, abbracciando Donna, nuovamente in lacrime.

Grazie, Jared”, Alan disse, con tono rassegnato.

Donna non disse nulla ma diede un buffetto sulla guancia di Jared e poi si unì al marito, entrando nell'ascensore.

Jared sospirò pesantemente e si passò una mano fra i capelli. Aveva la mente affollata da domande, di paure e di angosce. Aveva bisogno di calmarsi e l'unica persona che poteva farlo era in un letto di ospedale, quasi incosciente e motivo della sua preoccupazione. Si rese anche conto che se avesse visto in quel momento Jensen, gli avrebbe urlato contro tutta la sua frustrazione. Inoltre si sentiva paurosamente in colpa. In fondo lui stava quasi cinque giorni alla settimana con lui. Come aveva fatto a non accorgersi delle reali condizioni di Jensen?

Decise così di informare i propri genitori della situazione e parlare alla moglie dicendole che non sarebbe rientrato molto presto.

La madre, dopo aver appreso tutti i particolari di quella vicenda, gli disse che Genevieve se n'era andata via subito e che gli aveva lasciato un biglietto, avvertendolo che sarebbe andata nell'Idaho.

Si, immaginavo”, Jared ammise. “Cercherò di mettermi in contatto con lei. Mi dispiace, mamma che sia andata così ma gli Ackles hanno bisogno di me ora”, esclamò il giovane, con rincrescimento.

Non ti preoccupare, Jared. Concentrati su come aiutare Jensen e la sua famiglia. C'è niente che possiamo fare per loro?”, chiese Sherri.

Jared si morsicava il labbro, mentre sua madre parlava. “Si. Ho bisogno di parlare con Jeff al più presto e vorrei che papà si mettesse in contatto con Alan ma solo quando sarò riuscito a parlare con Jensen in tranquillità. Vi faccio sapere, comunque!”,

Su quale argomento, caro?”, chiese la madre.

Adesso non te lo posso dire. Devo vedere se è fattibile. Poi, papà vedrà come rendere possibile il tutto”

Sei abbastanza criptico, ma saprai bene cosa stai facendo”, esclamò sua madre. “Jeff è nel suo studio ma ha detto che se hai bisogno ti raggiunge lì in ospedale”, aggiunse poi Sherri.

Ok. Potresti, per favore, dirgli di venire al reparto di neurochirurgia, stanza 208? Dovrei fargli vedere i moduli che devo firmare e non ci capisco niente!”, chiese Jared alla madre.

Certo, tesoro. Lo chiamo subito”, rispose lei, avvertendo nella voce del figlio una nota di panico e urgenza.

Grazie, mamma. Ci sentiamo presto”, disse Jared, sollevato, prima di interrompere la conversazione.

Un'altra telefonata andava fatta ma era molto più complicata da mettere in pratica. Scorse la rubrica sul suo telefono e dopo un attimo di esitazione e un lungo sospiro, posò il dito sul numero di Jim Michaels (produttore di Supernatural) e dopo un ulteriore momento di riflessione, schiacciò l'icona della chiamata.

Ehi, Jared”, esclamò Jim, rispondendo alla chiamata. “Non pensavo di sentirti così presto! Come procedono le vacanze? Ti stai riposando?”, continuò sullo stesso tono gioviale.

Hey, Jim”, Jared lo salutò. “Ho paura che non sia una telefonata per scambiarci i progetti vacanzieri. Ti chiamo per darti un'informazione importante prima che tu la venga a sapere dai mezzi di informazione”, aggiunse Jared con voce grave.

Uh...ok...che succede Jared? Stai bene?”, chiese il produttore, resosi conto del tono del giovane.

Io sto bene”, Jared lo rassicurò “Non riguarda me ma Jensen. E' ricoverato in ospedale qui a Dallas”

Cosa è successo?”, chiese Michaels, allarmato.

Jared sospirò. Era il momento di lasciar cadere la prima bomba. “La scorsa notte è uscito di strada con la sua auto ed è andato a sbattere contro un albero”

LUI HA FATTO COSA?”, gridò nel ricevitore il produttore.

Ha perso il controllo del suo pick-up ed è finito contro un platano”, Jared spiegò con voce un po' tremolante.

Il suo interlocutore non parlò ma si sentiva chiaramente qualcuno ansimare come se stesse cercando di analizzare la notizia. “Che cosa non mi stai dicendo, Jared?”, chiese poi Michaels.

Jared chiuse gli occhi e ingoiò a vuoto. Era tempo di far cadere l'altro ordigno, ben più potente e devastante. “Jensen era ubriaco, Jim! Il tasso alcolico era tre volte il consentito”

MERDA!”, esplose il produttore. “Come ha potuto mettersi al volante quando era ubriaco!”, continuò sullo stesso tono. “Come sono le sue condizioni?”, chiese, poi, cercando di calmarsi. “E' grave?”, aggiunse, focalizzando la sua mente sul ferito e non sul colpevole di quella situazione.

Ha un ematoma subdurale e lo devono mettere in coma farmacologico per quarantotto ore per depurarlo dall'alcol, se no non possono dargli la terapia anti-coagulante”, spiegò Jared al suo capo.

Ah, accidenti!”, esclamò Jim.

Non è l'unico problema, però!”, sentenziò Jared, ormai destinato dal fato a informare gli altri del casino jenseniano.

E cosa c'è di più grave di un idiota che si è messo al volante di un'auto, ubriaco fradicio e che si è piantato contro un albero e ora versa in gravi condizioni in un letto d'ospedale?!?”, chiese, retoricamente il produttore, nuovamente urlante.

Jared non poteva che essere d'accordo con lui ma doveva essere il latore di tale notizia.

Le analisi di routine hanno accertato che Jensen è un...ha...uh, è diventato un alcolista e ha bisogno di un ricovero coatto in una clinica di recupero”, dichiarò Jared con gran fatica.

Dall'altro lato della linea vi fu un assoluto silenzio. Il giovane attese lo sfogo del suo capo. Contrasse la mascella e chiuse gli occhi. Michaels era un uomo gioviale e bonario e sopportava tutto e tutti perché amava alla follia il suo lavoro: non tollerava un paio di cose e sfortunatamente una di queste era proprio la dipendenza dall'alcol o peggio dalla droga. Perciò il venire a conoscenza che uno degli attori di punta della serie che lui finanziava era un alcolizzato non era proprio una informazione da spartire con lui.

Altre notizie così incoraggianti?”, chiese poco dopo il produttore con voce abbastanza calma.

Jared fissò il cellulare come se fosse stato posseduto. Tutto si sarebbe aspettato da lui, tranne quella reazione.

No, Jim. Mi dispiace”, farfugliò Jared, allibito.

E per quale motivo? Tu non c'entri nulla”, disse il suo interlocutore, sconfortato. “E' coinvolta la polizia?, chiese poi.

Si, è piantonato da un agente in borghese. Il padre di Jensen ha, fino adesso, messo tutto a tacere ogni informazione ma non so fino a quando tutto ciò rimarrà segreto”

Ok. Chiamerò gli altri produttori e faremo un comunicato stampa. Ti posso richiamare se avrò bisogno di particolari?”

Si, certamente. Se puoi magari mandarmene una copia via email che la faccio leggere ad Alan Ackles. Ok?”

Senz'altro. Fai i miei auguri di pronta guarigione a Jensen, dicendogli che lo aspetto qui a Los Angeles per poi prenderlo a calci per tutti gli uffici della Warner Bros...”, esclamò Michaels, con un tono a metà strada tra il serio e lo scherzoso.

Sicuro. Glielo dirò”, ribatte Jared, accennando a un sorriso.

Dopo essere andato a informare Josh e MacKenzie su dove potevano trovare il fratello, Jared, ormai svuotato di ogni energia e ricolmo di angoscia, decise di andarsi a prendere un caffè latte nella caffetteria dell'ospedale. Voleva vedere Jensen ma in quel momento era troppo arrabbiato con lui e comunque il suo amico doveva già confrontarsi con l'ira paterna e materna. Tempo per i suoi personali rimbrotti ci sarebbe stato ma più in là.

Seduto a un tavolino, con l'aria afflitta e persa chissà dove, fu trovato da Josh in cerca anche lui della bevanda nera e bollente, panacea di tutti i mali.

Mio padre mi ha detto che mi avresti spiegato tu il motivo della sua ira e del fatto che appena entrato nella stanza di Jensen si sia messo a urlare come un matto, facendo quasi venire un infarto a mio fratello”, esclamò Josh, sedendosi di fronte a Jared.

Come dargli torto!”, replicò Jared.

A mio padre o a mio fratello?”

A tuo padre! Se fossi entrato in quella stanza, avrei strangolato Jensen!”

Mi vuoi raccontare che accade, Jared?”, chiese il giovane, con crescente ansia e confusione.

Dalle analisi è risultato che tuo fratello è un alcolista e, a quanto pare, da lungo tempo, perché il suo fegato mostra segni di insufficienza epatica. In pratica se non smette subito, avrà bisogno di un trapianto di fegato tra breve!”, disse tutto d'un fiato Jared.

A Josh andò di traverso il caffè e iniziò a tossire con spasmi sempre più prolungati per tentare di non soffocare. Solo l'intervento provvidenziale di Jeff, fratello di Jared, appena entrato nella sala in cerca del consanguineo, impedì che un altro Ackles fosse ricoverato in terapia intensiva.

Dopo i convenevoli di rito e le spiegazioni varie, i tre iniziarono ad affrontare i vari problemi che la situazione imponeva in quel momento. Mentre Jeff leggeva tutti gli incartamenti medici che Jared doveva firmare, Josh chiedeva a Jared come lui non si fosse accorto del problema 'alcol' di suo fratello.

Dopo il lavoro, non ci frequentiamo più come prima. Capita di andare a qualche festa ma poi ognuno va per la sua strada e comunque sul set è sempre sobrio oppure non se ne fa accorgere!”, spiegò Jared, cercando di capire come avesse fatto in un anno a ridursi a quel modo.

Prima del matrimonio non beveva così tanto, vero?”, chiese Josh, angosciato.

Ha sempre bevuto ma solo alle feste. Durante la settimana o quando lavorava era sobrio e te lo posso giurare perché ero lì ventiquattro ore su ventiquattro”, esclamò Jared, accalorandosi nel parlare, come se tentasse di difendersi da un'accusa ben delineata.

Jared, guarda, qui nessuno ti accusa di niente”, replicò Josh, dando alcuni colpetti di incoraggiamento sulla mano di Jared, vedendo l'espressione disperata dipinta sul volto del più giovane.

Jeff tirò su la testa dai documenti che stava avidamente leggendo e scambiò un'occhiata preoccupata con Josh. Sguardi di intesa fra fratelli maggiori...Jared doveva essere tranquillo e con la mente inchiodata su quella situazione. I sensi di colpa erano deleteri.

Avrei dovuto immaginarmelo...”, ribatté Jared, affranto, mentre attorcigliava nervosamente tra le dita le ciocche di capelli, così lunghe che gli arrivavano quasi sulle spalle.

Allora, sentite”, esclamò, all'improvviso Jeff, in parte per allentare quel momento di oppressione che stava per avviluppare tutti e tre i presenti e dall'altro lato per informarli di quanto aveva appreso: “ho letto attentamente tutto quello che c'è scritto qui. Io sono solo un ortopedico ma direi che la situazione è quella descritta dal dottor Mitchell. Abbastanza grave da giustificare un coma farmacologico”

Quali rischi ci sono?”, chiese Jared, un po' più lucido e attento.

Ha una piccola percentuale di rischio, direi un cinque per cento di probabilità che si svegli con danni neuro-cerebrali e un uno per cento che non si svegli affatto”, spiegò Jeff Padalecki ma quando vide le espressioni allarmate di Josh e di Jared, si affrettò ad aggiungere: “ ma questo può succedere solo in casi eccezionali di persone anziane con precedenti ictus. Non è il caso di Jensen, ovviamente!”

Ah, bene. Allora lo firmerò”, esclamò, Jared sollevato.

Qui in ospedale conosco un ottimo neurologo. Sentiremo anche il suo parere. Lo dobbiamo vedere tra dieci minuti e così vi spiegherà la procedura del sonno artificiale. Poi Jared trarrai le tue conclusioni e insieme a Josh deciderai se firmare o meno”, spiegò Jeff con calma a suo fratello.

Josh, sei d'accordo?”, chiese qualche momento dopo al fratello più grande di Jensen.

Si, si, per me va bene. Quarantotto ore si possono gestire bene. Magari facciamo i turni per garantire che Jensen non sia mai da solo e per impedire a chicchessia di intrufolarsi nella sua stanza. Il poliziotto all'esterno della camera è coscienzioso ma potrebbe sempre far passare qualcuno che si spaccia per uno di famiglia e poi ci ritroviamo foto di Jensen intubato su ogni rotocalco scandalistico del paese”, disse Josh Ackles.

Ok, perfetto”, esclamarono all'unisono Jeff e Jared.

Josh, vuoi che sia presente quando spiegherai la situazione ai tuoi genitori?”, chiese Jeff, rivolto al fratello di Jensen.

Si, mi faresti un piacere”, rispose quello sollevato.

Bene. Allora andiamo a parlare con il neurologo. Poi Jared porterà i fogli al dottor Mitchell e noi due andremo da tuo padre e tua madre”, esclamò Jeff, alzandosi in piedi, mentre Jared finiva di bere il suo caffè-latte ormai freddo. Poi tutti e tre si avviarono verso l'uscita.

 

 

Angolo di Allegretto

Ed eccomi qui a porvi la prima domanda: chi vorreste tra gli amici e colleghi di Jensen a fare i turni di sorveglianza con le famiglie Ackles-Padalecki durante le quarantotto ore di coma farmacologico?

Seconda domanda: il periodo del sonno indotto lo volete lungo o corto? Secondo i canoni del 'hurt/comfort' tipici delle fanfiction un po' di pathos o ansia ci stanno bene ma poi bisogna vedere dove va a finire la mia immaginazione....

Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono questa storia!

A presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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