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Autore: GraStew    11/03/2013    10 recensioni
[IN REVISIONE]
Maya è una donna di quarantadue anni. Si trasferisce con sua figlia Sophie, a Londra, per non soffrire più a causa della separazione con suo marito, Peter.
Qui inizierà una vita felice e spensierata, fin quando...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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OPEN YOUR HEART TO THE FATE

*Only with you, I can smile*

Terzo capitolo

 

 
 
Cosa diavolo vuole ancora dalla mia vita? Non gli basta tutto il male che mi ha provocato? Sbuffo all’idea di lui che mi manda dei fiori e quel biglietto poi?
Voleva cercare di farmi rinsavire dalla mia decisione… pff!
«Mamma davvero papà ti ha mandato un mazzo di rose?» mi chiede mia figlia scoppiando a ridere. La guardo e non posso non vedere quanto lei gli somigli. L’unica cosa positiva che ha fatto quell’uomo!
«Sì»
«E il biglietto cosa diceva?». La curiosità, invece, l’ha presa da me.
Siamo sedute in un piccolo ristorantino non molto lontano da casa nostra. Abbiamo deciso di prenderci una giornata tutta per noi essendo che oggi è il mio giorno libero mentre Sophie ha saltato la scuola.
Abbiamo fatto shopping e adesso ci concediamo un piatto di pasta; ristorante italiano come sempre.
Mia figlia ama la cucina italiana e l’Italia in sé. Vorrebbe andarci un giorno e spero davvero che il suo sogno si realizzi. Non fa altro che parlarmi di città come Roma, Firenze, Milano e di tutte le opere artistiche che ci sono. Ovviamente io sono d’accordo con lei; essendo amante dell’arte.
Io ci sono stata in viaggio di nozze e davvero ne vale la pena.
Il cibo, poi, è un qualcosa di meraviglioso.
«Mi stai ascoltando mamma?» mi sventola un fazzoletto davanti al viso ed io annuisco poco convinta.
«Sì sì»
«Cosa ti ho chiesto?» alza un sopracciglio impaziente.
«Ehm… sì, aspetta…»
«Uffa, mamma… ma che ti prende?»
«Niente, tesoro. Continuiamo a mangiare, okay? Dicevi?»
«Mh, okay. Ti avevo domandato cosa diceva il biglietto.»
È vero!
«Tuo padre mi ha scritto che è qui a Londra e che mi vorrebbe vedere. Gli dispiace che non stiamo più insieme e vorrebbe riprovarci» confesso a mia figlia che mi guarda senza dire una parola.
«Ah!» pronuncia solamente dopo aver ingoiato un sorso di coca cola. 
«Tu cosa ne pensi?»
«Beh… credo che non dovresti tornare con lui. Sì, ti sembrerà strano. Tutti i figli vorrebbe vedere i propri genitori andare d’amore e d’accordo, io no! Papà ti ha fatto soffrire ed io mi ricordo tutte le lacrime che hai versato. Non voglio vederti più in quel modo. Da quanto stai con Robert, beh, sorridi sempre. Qualcosa vorrà dire, o sbaglio? Non sono egoista, mamma. Voglio solo che tu sia felice» mi dice mia figlia.
Qualche lacrima sfugge al mio controllo.
Non avrei mai pensato che lei, la mia piccola bambina, potesse essere così saggia.
«Non piangere, mamma». Si alza e viene davanti a me per abbracciarmi.
«Grazie amore mio».
 
 
La discussione con mia figlia avvenuta questa mattina mi ha fatto capire molte cose; in primis che ha perfettamente ragione.
Non posso permettere a Peter di rovinare ancora un volta la mia vita.
Non voglio sacrificare la mia relazione con Robert per un qualcosa che so che non porterà niente di buono.
Ed è per questo che l’ho chiamato dicendogli che non volevo vederlo, parlargli ne tanto meno tornare con lui. Inutile dire che mi sono solo avvelenata il sangue; il mio ex marito è scoppiato a ridere ed ha acconsentito senza problemi. Bell’amore il suo!
«Tutto bene?» mi chiede il mio attuale compagno.
Siamo usciti per una passeggiata e stiamo camminando mano per la mano come due ragazzini.
«Sì, benissimo. Tu stai bene?» lo guardo negli occhi e mi perdo nella bellezza delle sue iridi.
«Benissimo».
Ne ho parlato anche con lui di questa situazione perché non voglio segreti tra di noi. Mi ha detto che vuole solo la mia felicità ed io sono scoppiata a piangere tra le sue braccia.
Mi sento come se stessi facendo un torto a qualcuno; come se stessi sbagliando in tutto e per tutto. Poi, guardo Ashley, Sophie e Robert e mi accorgo che solo io noto queste cose perché, come dice la mia amica, sono frutto della mia mente contorta.
«Maya»
«Mh»
«Ti… ti va di venire da me?» mi domanda fermandosi di scatto e posizionandosi davanti a me. Le sue mani cingono la mia vita mentre il mio cuore batte di felicità.
«Io… veramente, non…» cosa gli dico?
Sono davvero pronta per affrontare una situazione del genere. Mi sembra di essere tornata al giorno in cui ho fatto sesso per la prima volta.
 
“Io ed Ashley eravamo uscite quella sera con Alex e John. Erano due bellissimi ragazzi; il primo aveva i capelli e gli occhi scuri, mentre l’altro era il suo opposto; biondo con gli azzurri.
Ci conoscevamo da tanto e mentre Ash si divertiva con John, io e Alex parlavamo appartati nella sua macchina. Eravamo amici e ogni tanto scappava qualche bacio ma niente di più. Io avevo diciotto anni più o meno e lui venticinque.
Fatto sta che lui mi voleva ed io volevo lui. Ero piccola e a quei tempi già il fatto di  uscire di casa per me era una gran vittoria. Iniziammo a baciarci e ben presto ci ritrovammo nudi a fare sesso.
La mia prima volta… su una macchina con un ragazzo a cui volevo bene.
Non fu tremenda ma neanche bellissima. Non c’era amore tra di noi.
Con Peter fu diverso, invece. Lui preparò una stanza con candele e fiori e fu bellissimo”
 
«Allora, ti va?» continua a chiedermi Robert serio.
Cavolo… perché mi devo incantare sempre? I  ricordi ritornano con prepotenza e non mi fanno connettere il cervello.
Per fortuna che a scuola non mi è mai successo.
«Sì» mormoro abbassando lo sguardo.
«Siamo abbastanza maturi, non credi? Non ti devi vergognare» mi posiziona un dito sotto il mento in modo da farmi alzare il viso.
Occhi azzurri contro occhi azzurri.
Oceano contro cielo.
Voglia contro passione.
Amore contro amore.
Sì… credo di amarlo e penso che lui ricambi il mio sentimento.
«Hai ragione, Rob. Solo che…»
«Niente paranoie, Maya. Voglio solo parlare un po’ con te della mia di vita. Devo confessarti una cosa» ammette guardandomi ancora.
Annuisco trattenendo il fiato e accompagnata da lui mi dirigo verso la macchina.
Dieci minuti dopo siamo davanti al portone di casa sua ed io muoio dalla voglia di vedere il posto in cui mangia, il letto in cui dorme e il bagno in cui si lava.
Oh Dio! Ma cosa mi viene in mente?
Un calore improvviso si dilaga nel mio viso costringendomi ad abbassare la testa.
Robert che non si è accorto di niente apre il portone, mi prende per mano per poi entrare a passo veloce dentro.
Richiude la porta e mi bacia.
Mi cinge la vita con le sue braccia possenti e mi assapora con tutta la lentezza e la dolcezza di questo mondo. Gli afferro i capelli e lo spingo verso di me conscia del fatto che sicuramente non parleremo.
Ho una voglia pazzesca e credo di essere pronta per fare l’amore con lui.
Il mio corpo e il mio cervello lo dicono e anche il cuore mi da il consenso che cercavo.
Come se Robert stesse leggendo il mio pensiero si stacca da me e mi guarda.
«Apri il tuo cuore, Maya. Apri il tuo cuore al destino» sussurra per poi riprendere a baciarmi con passione e con amore.
«Ti amo, Robert» mormoro facendolo arrestare di colpo.
«Cos’hai detto?» mi chiede.
«Lascia stare»
«No, dimmelo»
Regolo il respiro che si era fatto troppo affannoso e cerco di tranquillizzarmi per permettere al mio cuore di battere ad un ritmo normale.
«Ho detto che ti amo» lo ridico guardandolo negli occhi e aspettando una risposta che però non arriva.
Robert sorride, riprende a baciarmi e ben presto ci ritroviamo su di un letto nudi e ansimanti.
Quando raggiunge l’orgasmo si accascia di lato a me e mi stringe forte. Mi lascia un bacio nei capelli inspirando il mio profumo.
«Maya»
«Mh». Mi volto verso di lui che mi sta osservando e sorrido per poi baciarlo.
«Ti amo anche io».
 
 
Svegliarsi nel letto di Robert con lui abbracciato è una sensazione indescrivibile. Dorme beatamente russando leggermente. Ha i capelli scompigliati ma è comunque bellissimo.
Ha un fisico asciutto e snello fa far invidia ad un ragazzo di vent’anni. Lo osservo e capto ogni singola caratteristica del suo volto.
Ha due piccole rughe proprio sopra l’attaccatura delle sopracciglia; la barba è corta di un castano scuro e qualche rughetta è presente anche nel contorno occhi. Il suo naso è perfetto così come le sue labbra.
Un senso di imbarazzo si prende gioco di me quando scorgo la sua intimità. Siamo ancora nudi e vederlo così mi fa eccitare in modo incontrollabile.
Meglio alzarsi e preparare la colazione; sperando di trovare qualcosa.
Mi vesto e mi dirigo in cucina.
Guardo con attenzione casa di Robert e mi meraviglio di quanto sia ordinato. Non c’è un giornale o un vestito fuori posto. Tutto è in ordine come se qui dentro non abitasse nessuno.
Metto il caffè sopra e preparo due toast con un po’ di marmellata.
Non essendo la mia cucina non so dove mettere le mani; spero che comunque apprezzerà il gesto.
Guardo l’orologio e mi accorgo che ancora sono le sei e mezza. Quando abbasso lo sguardo un portafoto attira la mia attenzione.
In fotografia ci sono lui, una donna e un bambino.
Credo che risalga a qualche anno perché Robert sembra più giovane.
Un senso di agitazione si fa largo dentro di me… quella donna chi è? Mi porto le mani davanti la bocca per cercare di calmarmi…
Non ho dubbi! Quella deve essere sua moglie e quello il loro bambino! Perché non me l’ha detto? Perché mi ha fatto credere che possiamo stare insieme quando invece è legato ad un’altra donna. Lei dov’è? Qui non c’è nulla che mi faccia capire.
Solo lui potrà darmi delle spiegazioni.
Come un fulmine mi dirigo in camera da letto e apro le tende. Una debole luce solare illumina la stanza ma non basta per farlo svegliare.
Picchietto un dito contro la sua spalla ricevendo finalmente un segno. Apre un occhio e sorride vedendomi.
«Pensavo che saresti scappata» ammette stirandosi per poi mettersi seduto.
Il suo sguardo si posa prima su di me e poi sul portafoto che ho in mano. Aggrotta la fronte e respira profondamente.
«Che succede, Robert? Chi sono? Dove sono? Perché mi hai mentito?» gli chiedo non riuscendo a trattenere le lacrime.
«No, no piccola. Vieni qui». Mi afferra per le mani e mi fa sedere proprio vicino a lui. «Era di questo che volevo parlarti ieri sera» confessa guardando la foto.
«Loro sono Emily e James». La sua voce trema mentre pronuncia i loro nomi.
«Dove sono?»
«Loro…» una lacrima sfugge al suo controllo e io davvero non so cosa pensare.
«Ti prego Robert. Dì qualcosa! Dimmi che non mi hai preso in giro, ti prego» mormoro.
«No, no… Ti amo, Maya. Ti amo ed è da tanto che non provavo un sentimento così vero e profondo per una donna».
Non capisco…
«Emily era mia moglie e James mio figlio. Questa foto risale a otto anni fa. Loro sono morti, Maya. Guidavo io quel giorno; un camion è finito addosso a noi. Solo io mi sono salvato».
Rimango immobile e impietrita.
Ho frainteso tutto; ho pensato subito al male senza credere che forse sotto potesse esserci qualcosa.
«Mi dispiace tanto» scoppio a piangere mentre lo dico e lo abbraccio con tutta la forza che ho.
«Mi dispiace che l’hai dovuto scoprire così. Li penso sempre ed è inutile negare che avranno un posto nella mia vita anche se adesso non sono qui con me»
«Non ti devi scusare, Rob. Non ti devi sentire in colpa e sono sicura che loro ti amano e sono orgogliosi di te. Perché non me l’hai detto prima? Ti avrei risparmiato queste accuse»
«Mi piace saperti gelosa. Comunque non te ne ho parlato perché volevo essere sicuro, Maya. Ho sofferto tanto e non riuscivo ad affezionarmi ad un’altra persona. Con te, però è stato diverso. È stato amore a prima vita e ti devo ringraziare» sussurra contro il mio collo.
«Per cosa?»
«Perché tu aprendo il tuo cuore mi hai salvato dalle tenebre»
«La stessa cosa hai fatto tu, amore».
Lo abbraccio e per un po’ rimaniamo così a bearci delle piccole cose belle della vita. Capisci che essa è un qualcosa di veramente prezioso quando ti accorgi che intorno a te la gente muore, si ammala e chi resta in vita deve lottare per sopravvivere.
Sono grata a Dio di avermi fatto conoscere Robert e gli sono grata per permettermi di alzarmi ogni giorno con le mie gambe e perché ho una figlia bellissima in perfetta salute.
«Ti amo» mormora Robert dopo aver rifatto l’amore.
Questa volta ci siamo amati e coccolati come se fosse l’ultima volta. Noi sempre insieme…questo è ciò che conta.
Voglio godermi gli anni che mi rimangono con lui al mio fianco perché solo così posso continuare a sorridere. 



_________________ 

 

Ciao a tutti ^^' eccoci qua con l'ultimo capitolo di questa breve storia <3 Come già vi avevo anticipato ho deciso di farla breve perchè non voglio scrivere cose inutile...
Il senso era quello di farvi conoscere uno scorcio della vita di Maya e di Sophie <3 
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento :') Ci sarà soltanto l'epilogo la prossima settimana <3 
Grazie di cuore a tutte :3 <3
Gra 

   
 
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