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Autore: Elyis    11/03/2013    4 recensioni
Reika Heilas è una ragazza strana. Amante dei Pokèmon spettro, il suo sogno è di poterli catturare tutti. Ma c'è un segreto, che lei nasconde e che deve, al contempo, proteggere: il tesoro delle Rovine d'Alfa, un luogo misterioso caduto sotto gli occhi di Natural, il capo del Team Plasma di Unima, luogo di nascita della protagonista.
L'aiuto di uno sbruffone dai capelli rossi (un po' OOC) per lei sarà fondamentale, ma il suo passato trafelato renderà l'avventura dei due unica, inimitabile e, assolutamente, da leggere. ;)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Silver
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Angelo.


Il cielo di Amarantopoli, quel giorno, era più terso e limpido di una pozza d’acqua cristallina. Insomma, tutto il contrario dell’umore della giovane allenatrice che camminava lentamente sui marciapiedi della città, alzando ogni tanto gli occhi al cielo.
Ad un certo punto si trovò di fronte ad un imponente edificio in tutto e per tutto identico ad un dojo. I muri esterni, verniciati con un color panna sbiadito nel tempo, contrastavano energicamente con gli intensi colori del legno con cui erano state costruite le tegole e la struttura portante della costruzione. La ragazza non impiegò troppo tempo per decidere se entrare o no, ma ne passò comunque abbastanza da permetterle di vedere uscire un ragazzino, probabilmente uno scolaro, che piangeva a dirotto tenendo strette le sue Pokèball.
Reika a quel punto smise di esitare ed entrò, avvertendo un brivido provocato dall’atmosfera cupa e lugubre di quel luogo: la palestra di Amarantopoli.
Un signore in giacca e cravatta la accolse in modo sbrigativo e le spiegò che per raggiungere il capopalestra avrebbe dovuto affrontare una prova.
Il signore aprì quindi una porta situata dinanzi a lei, e ciò che riuscì a scorgere era semplicemente una sala in cui la nebbia regnava sovrana.
-Dovrai attraversare un ponte di vetro situato a mezz’aria. Se tuttavia cadrai, dovrai ripetere il percorso dall’inizio.
-Non c’è problema. - Disse, ed entrò nella stanza. La situazione, una volta che la porta dietro di lei fu chiusa, si fece decisamente scomoda. Reika non vedeva niente ad un palmo di naso, per questo decise di chiamare in suo aiuto Litwick.
-Litwick, scelgo te!- Il Pokèmon a forma di cerino spuntò sghignazzando dalla sua Lunaball e cominciò a svolazzare attorno all’allenatrice e facendole percorrere una ventina di passi in avanti. –Hai intenzione di farmi cadere, eh antipatico?
-Liiiiiiiiitwiiiiiiii!- Esclamò, con un fintissimo sguardo da innocente.
-Dai, per favore, illuminami la strada così non cado.
-Lit?!- Il Pokèmon strabuzzò gli occhi.
-Si, lo so, dovrei saperla a memoria, ma Angelo cambia il percorso ogni giorno per evitare che gli allenatori facciano i furbi.- Fece lei, come per giustificarsi.
Litwick allora guidò l’allenatrice fino all’altro capo del percorso, per poi rifugiarsi così velocemente dentro la sua Lunaball  come se avesse paura di sapere cosa si celasse dietro la porta che Reika stava per aprire.
-LITWIIIIIIIK! SEI MORTOOOOO! VIENI FUORI IMMEDIATAMENTE!! SBRIGATIIII!- Urlò Reika dopo aver visto che la porta che aveva aperto era proprio quella da cui era uscita circa cinque minuti prima, si infuriò con Litwick, che nel frattempo lasciava che il suo shignazzare penetrasse le solide pareti della Lunaball e giungesse alle orecchie della sua allenatrice.
-Ok, ce la posso fare, ce la devo fare…- Continuava a ripetersi, ma un attimo di distrazione la portò a fare un passo falso e a farla scivolare nel vuoto.
La sua caduta, tutta via, fu bloccata in tempo. Quando ormai era convinta di stare per toccare  i materassini posti sul fondo del baratro sovrastato dal ponte di ferro, sentì una forte presa sul suo polso destro.
-Oh, ecco chi era a fare tutto quel casino.- Disse allora il misterioso salvatore di Reika che, per lei, tanto misterioso non era.
-Angelo! Tirami su, per favore!- Fece lei, supplicante. – Il ragazzo non ci pensò due volte e la aiutò ad issarsi sul ponte.
-Perché ogni volta c’è bisogno che attraversi questo ponte? Non posso semplicemente passare dalla porta secondaria?
-E’ ovvio: la gente fa delle facce buffissime quando cade!- Fece il ragazzo, ridendo. Le cinse quindi le spalle con un braccio e la accompagnò dall’altra parte della stanza.
-Dimmi tutto.- Disse quindi Angelo dopo aver fatto accomodare Reika nella sala degli incontri, un grande stanzone dal parquet di legno di ciliegio e le pareti spoglie.
-E’ il tuo gusto dell’arredamento, troppo squallido!- Rise, ma dopo un’occhiataccia da parte del capopalestra gli raccontò tutto, dall’incontro con Silver alla sfida che si sarebbe tenuta il giorno seguente.
Angelo era infatti l’unico sostegno morale su cui la ragazza potesse contare ad Amarantopoli. Si erano incontrati per caso, ma la loro passione per i Pokèmon di tipo spettro li aveva uniti. Da una parte, il ragazzo studiava i comportamenti di Yamask e Litwick, Pokèmon a lui sconosciuti, e in cambio aiutava la ragazza negli allenamenti.
-Ce la farai, dolcezza. Ciò che ti manca sono semplicemente concentrazione e sangue freddo.- Disse il capopalestra dopo aver ascoltato attentamente la storia della ragazza. –Non lasciarti prendere dal panico, non pensare ai probabili esiti della battaglia e, in caso di bisogno, chiamala in campo. Il suo aiuto sarà miracoloso, lo sento!
-Sei tu il veggente qui!- Disse, per poi abbracciare l’amico. –Grazie, sei un mito.- Sussurrò.
-Grazie a te.- Il ragazzo le sfiorò la fronte con le labbra per poi condurla verso l’uscita.
Una volta fuori dall’edificio, Reika si accorse che era già pomeriggio inoltrato, e decise di andare a casa. Ingoiò quindi in tutta fretta una Baccabana e del succo di Baccauva, disse ai suoi Pokèmon di uscire dalle loro sfere e si fiondò sul divano a leggere un libro sulle leggende di Johto, giusto per non pensare a ciò che l’avrebbe attesa il giorno seguente.
Non passarono neppure due ore che la ragazza si addormentò con il libro che, poggiato sulla pancia, mostrava un’immagine di Entei ritratto in tutta la sua magnificenza.
-YAMAAAAAASK!
-Si, sono sveglia, giuro!- Reika si spaventò, ma il tempo di capire che tra una trentina di minuti uno scontro avrebbe decretato il suo destino, così come quello di un Pokèmon che aveva già troppo sofferto.
Infatti, esattamente mezz’ora dopo, l’allenatrice si trovava nel luogo stabilito aspettando che Silver, l’allenatore dai capelli rossi, si facesse vivo.
-Era ora.- Disse malinconicamente quando lo vide arrivare.
-Bando alle ciance, è un “uno contro uno”.- Disse quindi il ragazzo, guardando l’avversaria con occhi di sfida.
-Avresti comunque potuto salutare.
-Posso farti la stessa affermazione.
-Bene, allora cominciamo.- Tra i due si era creata una forte tensione. Reika percepiva l’enorme sete di vittoria che traspariva dalle pupille del rosso, così come lui avvertiva la determinazione della ragazza.
-Io combatto con Croconaw.
-Io con Litwick.- Ribatté lei, scandendo le parole.
Senza dire niente, Silver fece uscire Croconaw dalla sua Pokèball. Reika, al contrario, chiamò a gran voce il suo Pokèmon che, accompagnato dall’urlo di battaglia della sua allenatrice, guardava in modo truce l’avversario.
Lo scontro cominciò con un potente getto d’acqua del Pokèmon Mascellone, che tuttavia venne facilmente scansato da Litwick grazie alla sua innata agilità.
-Vai Litwick, usa Fuocofatuo!- Urlò Reika, incitando il piccolo amico.
-Ma allora sei veramente idiota!- Disse Silver, sprezzante. –Bisogna insegnarti tutto! Fuocofatuo è una mossa di tipo fuoco, mentre il Croconaw è di tipo acqua! Non ha alcun effetto!
-Sei tu che ti sbagli.- Rispose lei. –Guarda meglio!
Croconaw era circondato da fiammelle violacee che fluttuavano sempre più velocemente attorno a lui. Per una svista, lasciò che una di esse lo toccasse e si scottò.
-Crooooooconaw!- Urlò il Pokèmon che, sotto consiglio dell’allenatore, tentava di curarsi la ferita con deboli getti d’acqua.
-Approfittane, usa Sciagura!- Urlò allora l’allenatrice, completamente presa dalla sfida per accorgersi che un gruppo di ragazzi si era fermato ad osservare la battaglia finché sentì un ragazzino spiegare agli amici che la mossa che aveva usato il Pokèmon di Unima sarebbe stata molto più efficace se l’avversario avesse avuto un problema di stato.
Nonostante la mossa avesse fatto tentennare il Croconaw di Silver, il Pokèmon tornò all’attacco sfoderando, senza che l’allenatore lo suggerisse, diversi “Lacerazione” uno di seguito all’altro.
-Stupido! Lo sai che non è efficace!- Urlò allora il rosso, lamentandosi del comportamento iroso del compagno. –Forza, usa Surf!
Una potente ondata d’acqua investì in pieno Litwick, che si trovò ad essere ferito in modo abbastanza incisivo. Fortunatamente anche il Pokèmon Mascellone si trovava nelle medesime condizioni.
Non voglio rischiare di perderlo.” Pensò Reika, decidendo di accettare il consiglio datole da Angelo, in altre parole di utilizzare la mossa che il capopalestra insegnò a Litwick e a Yamask tempo fa, poco dopo che i due ragazzi erano diventati amici.
-Vai Litwick, usa Pallaombra!- Urlò l’allenatrice, ma giusto il tempo di lanciare il suo Pokèmon all’attacco che un potente getto d’acqua scagliato dal Croconaw di Silver andò a schiantarsi contro la sfera di energia scaturita dal piccolo Pokèmon.
Quando vide il suo Pokèmon a terra, Reika cominciò a piangere.
Il Croconaw di Silver si era rialzato, Litwick no. Lui aveva vinto, mentre lei aveva clamorosamente fallito. 

Notepad:
Eccomi di nuovo qui, a salutarvi alla fine del terzo capitolo di Ghost.
Ne approfitto per salutare e dare un abbraccione a Greenblood, che segue (con ardore?) la mia storia, e DeathNote666 (I lived alone, my mind was blank...), che ha inserito Ghost nella lista delle preferite.
Ovviamente saluto anche voi che recensite ma, specialmente, mi sento in obbligo (e lo sono! :P) di salutare tutti voi che semplicemente leggete il mio racconto.
Dopo questo infinito abuso di parentesi vi saluto con una chicca: per chi parteciperà alla fiera del fumetto il 17 marzo, beh, ci sarò anche io (come nei vostri peggiori incubi, insomma :3) Quindi, se vedete la capopalestra Fiammetta che si aggira indisturbata per Rho Fiera non esitate a salutarla! ;)
E, con un addio alle parentesi e un arrivederci a voi, vi saluto! 
Un abbraccione a tutti, eh
 ◕ ‿ ◕

Elyis
   
 
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