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Autore: Ale Villain    11/03/2013    2 recensioni
Il pozzo resterà bloccato per qualche giorno e ciò accadrà proprio quando Inuyasha si trova nell'epoca di Kagome. Ma qualcuno è riuscito ad attraversare il pozzo insieme al mezzo demone a sua insaputa e raggiungerà la tranquilla vita moderna della ragazza. Inuyasha sarà sempre con lei, ovviamente, ma l'aria monotona di quell'epoca comprometterà la sua "normale" vita da mezzo demone? Ma chi è il misterioso personaggio che ha attraversato il pozzo?
AGGIORNAMENTI INTERROTTI FINO A DATA DA DESTINARSI
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< Sota! >> esclamò Kagome, vedendo entrare con un faccino incuriosito suo fratello.
Il fratellino della ragazza non la considerò nemmeno: << Fratellone! >> esclamò Sota << Sei ancora qui? >>
<< Sì, Sota… >> rispose lui sistemandosi la veste che era riuscito a strappare via dalla mano di Kagome.
<< Non torni nella tua epoca? >> gli domandò ancora.
<< No >> rispose secco lui << Non sarei dovuto neanche essere qua >>
<< Solo io dovevo tornare perché ho.. >> - Gli esami! – gridò nella mente di Kagome una voce – Cavolo, me ne ero completamente dimenticata… -
Kagome, senza dire altro, uscì dal tempio correndo, lasciando interdetti Inuyasha e Sota.
- E ora come faccio? Avrei dovuto studiare oggi e domani e invece mi resta solo domani! Sono nei guai, cavolo! –
<< Ehi, Kagome! >> gridò Inuyasha uscendo dal tempio e appoggiandosi alla porta di esso.
<< Non ora, Inuyasha! >> disse aprendo e richiudendo dietro di sé la porta violentemente.
<< Ma si può sapere che le prende? >> si domandò il mezzo demone.
<< E chi la capisce…? >> disse Sota scuotendo la testa con fare rassegnato.
 
- Devo sbrigarmi, devo sbrigarmi! – continuava a ripetersi Kagome.
Si precipitò nella sua stanza e prese il primo libro di matematica che gli capitò a tiro.
<< No, questo è di seconda media! >> disse rimettendolo dove lo aveva trovato e prese il libro giusto.
<< Okay, iniziamo! >> disse sicura di sé, dimenticandosi di Inuyasha e non accorgendosi che era entrato in camera sua.
<< Si può sapere che ti è preso? >> le domandò. Nessuna risposta.
<< Kagome? >> ancora niente.
<< Kagome insomma mi vuoi rispondere!? >> gridò dietro di lei.
Lei interruppe il lavoro che stava facendo e si girò con uno sguardo minaccioso verso di lui, tant’è che lui indietreggiò di qualche passo.
<< Inuyasha >> disse scandendo bene ogni singola parola << Devo prepararmi per un esame. Non osare disturbarmi. >> disse serissima.
<< Ma… Kagome… >>
<< A cuccia! >>
<< Ma insomma cosa.. >>
<< A cuccia! >>
Continuarono così per un po’, poi entrambi si stancarono, una di dire ‘a cuccia’ e l’altro di finire a terra.
Verso sera, la mamma chiamò Kagome.
<< Kagome! È pronta la cena >> disse ai piedi delle scale.
<< Sì, scendo! >> disse lei sorridendo.
<< Chiama anche Inuyasha! >>
<< Va bene… >> disse poco convinta.
A tavola, i due si sedettero vicini senza degnarsi di uno sguardo; sulla casa era calato un silenzio tombale, nemmeno Sota osava interromperlo.
<< Kagome, di un po’, che scusa potrò inventare la prossima volta? >> disse il nonno per rompere quella brutta atmosfera.
<< Non lo so >> rispose lei portandosi alla bocca un boccone di riso << basta che trovi malattie realmente esistenti >>
<< Uf, e va bene. Ero convinto di usare la scusa della ghiandola endocrina mal funzionante che ti causava un fortissimo mal di testa ma… >>
<< Nonno, stiamo mangiando >> lo sgridò Kagome.
<< Dai nonno, ci penserai quando Kagome ritornerà di là >>
Kagome sospirò: << Sota… non so quando potrò ritornare nell’altra epoca >> disse guardando il fratellino.
<< Come? Inuyasha non è venuto a prenderti? >>
<< No Sota, sono arrivato qui per sbaglio >> rispose lui masticando un gamberetto.
<< E resterai qui per molto? >> domandò la mamma preoccupata.
<< Fino a quando il pozzo non si ripara >> disse senza degnare nessuno di uno sguardo e continuando a mangiare.
<< Il pozzo si è rotto!? >> domandò sconvolto il nonno.
<< No nonno, è solo che… ha smesso di funzionare, ecco >> rispose la ragazza.
<< Ma come?! >> domandò sempre sconvolto.
<< Non lo so.. >> dissero all’unisono il mezzo demone e la ragazza. Si regalarono uno sguardo a vicenda e poi si voltarono di scatto dalla parte opposta.
Il resto della cena passò abbastanza tranquillo, senza che Inuyasha e Kagome si scannassero a vicenda.
La ragazza pose il piatto e quello di Inuyasha nel lavandino, pronta a lavarli, ma la mamma la fermò.
<< Kagome, non preoccuparti, faccio io >> le disse con un sorriso sincero. Lei rispose con un uguale sorriso.
<< Grazie mamma >> fece per uscire dalla cucina quando la voce della mamma la fermò.
<< Perché non fai pace con Inuyasha? Non fare quella faccia, lo so che avete avuto un piccolo litigio >>
<< Ma, mamma… >>
<< Appunto perché sono tua madre lo so. Finché il pozzo non si ripara dovrà restare con noi no? Quindi è meglio convivere pacificamente… >> sorrise ancora. Kagome adorava i sorrisi di sua madre. Secondo lei, li faceva per riempire il vuoto che ha lasciato suo padre. La ragazza ammirava sua madre, farsi carico di due figli da sola non è un’impresa semplice.
Kagome annuì semplicemente alla richiesta della mamma e si precipitò in camera.
Lì si richiuse la porta alle spalle e si buttò sul letto.
Come avrebbe fatto a studiare in un solo giorno con Inuyasha in casa? Li avrebbe superati gli esami?
Mille dubbi assalivano la mente di Kagome e con questi dubbi si addormentò e per tutta la notte non si accorse che qualcuno che lei in quel momento non sopportava le aveva appoggiato addosso una coperta. Quel qualcuno era il suo mezzo demone.
 
<< DANNAZIONE SONO IN RITARDO! >> gridò Kagome inciampando nelle coperte pur di scendere alla svelta dal letto e vestirsi.
<< Ma da dove è spuntata questa coperta? >> si domandò.
<< Ma, chi lo sa >> disse una voce alle sue spalle. Kagome si girò, con le braccia dietro la testa, Inuyasha era comodamente appoggiato al davanzale della finestra.
<< Inuyasha… >> gli sorrise. Poi gli venne un flash << Inuyasha senti puoi farmi un favore? >>
<< Uh? >>
<< Puoi accompagnarmi a scuola portandomi sulle spalle? Sono in ritardissimo! >> disse lei pregandolo.
<< Aah, va bene, muoviti a cambiarti >> disse lui con non-chalance.
<< Sì >> annuì Kagome felice.
Tornò qualche minuto dopo e con la cartella sulle spalle montò su Inuyasha, già pronto.
<< Sei pronta? Tieniti forte! >> disse lui, un secondo prima di balzare giù dalla finestra.
Kagome strinse le spalle di Inuyasha più forte che poté, cercando di pensare a quando ciò accadeva anche nell’epoca Sengoku.
Arrivarono davanti a scuola e li Kagome salutò Inuyasha.
<< Grazie Inuyasha, ci vediamo dopo! >> disse lei.
Inuyasha non rispose e rimase a guardare la ragazza che entrava a scuola. Sentì, improvvisamente delle voci e si girò: un gruppo di ragazzi e ragazze stava entrando a scuola e lui si era dimenticato il suo solito cappello da baseball che gli dava sempre Kagome. Non sapendo cosa fare si precipitò dietro l’albero più vicino, nel giardino della scuola. “Scampato il pericolo” uscì dal nascondiglio e tirò un sospiro di sollievo, ma il suo sollievo durò poco: il cancello della scuola si era, infatti, appena chiuso dietro di lui.
<< Dannazione! Se scoprono che sono qui, io… >>
<< E tu chi sei? >> domandò un tipetto dagli occhi e capelli castani, poco più basso di Inuyasha.
<< Tu piuttosto? Ah ma aspetta >> disse guardandolo bene << Sei il tipo che ieri era insieme a Kagome, vero? >> disse indicandolo con un artiglio.
<< Insieme… a Higurashi… >> arrossì di botto.
<< Bè, che ti prende? >> sbottò Inuyasha.
<< Ehm.. no niente, comunque sì sono io. Il mio nome è Hojo >> rispose sorridendogli e porgendogli la mano.
<< Lo sai? Conosco un tipo uguale a te e siete stupidi uguali… >> disse alludendo al fatto che non si era ancora accorto delle sue orecchie da cane.
<< Senti dimmi una cosa… >> domandò timido Hojo.
<< Uh? >>
<< Pensi che… sì insomma che… c’è ecco… >>
- Sì da una mossa si o no? – pensò Inuyasha.
<< Ecco… potrei interessare a Kagome? >> domandò tutto d’un fiato.
<< Tsé, certo che no >> rispose sicuro Inuyasha << In un’epoca pericolosa come la sua ci vuole qualcuno che la protegga, non uno che non sa nemmeno formulare le frasi >>
<< Ma come… che pericoli ci dovrebbero essere nella nostra… epoca? >> domandò l’altro non capendo.
<< Hojo! In giro durante l’orario di lezione? Se ti becco un’altra volta finisci dal preside! Uno studente modello come te, per giunta! >> disse una professoressa facendo il suo ingresso in giardino.
Inuyasha aveva già liquidato il tipo da un pezzo. Che strana epoca quella di Kagome.
 
 
 
 
 
<< Quindi Inuyasha è bloccato nel mondo di Kagome… >> disse Sango, senza distogliere lo sguardo del cielo.
<< Così sembra >> rispose Miroku, imitando la compagna.
<< Senza Inuyasha siamo persi! E senza i dolci che mi porta Kagome sono perso anche io! >> gridava Shippo piangendo.
<< Come sarebbe a dire che senza Inuyasha siamo persi? >> disse Sango.
<< Bè, Sango, in parte ha ragione. Il più forte di noi è sicuramente Inuyasha >> confermò il monaco.
<< Sì, ma non dimentichiamoci che molte volte siamo stati noi a salvarlo >> puntualizzò la sterminatrice.
<< Hai ragione… sei proprio brava Sango… >> disse Miroku con un sorriso ebete.
<< Miroku… >> disse Sango a denti stretti, sentendo per l’ennesima volta la mano di Miroku sul suo fondo schiena.
Cinque dita finirono sulla guancia destra del monaco.
<< Miroku non imparerà mai, che vuoi farci >> disse Shippo.
<< Andiamo, sto cercando di affievolire l’atmosfera >> si giustificò Miroku.
Mentre discutevano, qualcuno spuntò alle loro spalle.
<< E così…. Il mio compito era solo quello di sbarazzarmi di Inuyasha… >> disse sottovoce, per non farsi sentire, il personaggio misterioso, che era arrivato senza preavviso alle loro spalle.
<< Ehi, Miroku, non senti anche tu una strana aura? >> domandò all’improvviso Shippo.
<< Sì Shippo, la sento >> rispose il monaco pensieroso << e se ci fosse Kagome potremmo sapere se c’è un frammento della sfera >>
<< Oh, sì che c’è un frammento della sfera >> disse la voce alle loro spalle.
<< Ma cosa?! Sango, non respirare! >> Miroku si coprì il volto e Sango lo imitò: l’aria era cosparsa di miasma.
<< Dimmi monaco, dove sono gli altri frammenti della sfera? >>
<< E pensi che te lo venga a dire? >> rispose a fatica Miroku. Non aveva idea di chi era, ma di sicuro non era dalla loro parte.
<< Hai talmente paura di farti vedere che devi cospargere l’aura di miasma? >> disse Sango.
<< Ma ormai mi conosci… >> disse la persona <<… sorellina >>
A Sango mancò un respiro.
 
 
 
 
 

 
 
E ora, credo che ormai avete capito chi è la persona misteriosa C:
Già, a dire il vero mi dispiaceva un po’ che fosse lui, ma Naraku si sa, guai se si sporca le mani! v.v
Comunque dai, questa storia mi piace e spero anche a voi!
Recensite, così mi fate sapere ^^
 
Ringrazio Vanilla e Inu_Chan per le recensioni bellissime <3
Beso <3
Changest. 
  
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