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Autore: pIcCoLaKaGoMe92    11/03/2013    1 recensioni
Tutto ciò che Susan desidera è una vita all'insegna della normalità, ma a quanto pare il destino ha in serbo tutt'altro per lei. Dal testo : "«Non capisco cosa ti costi ammettere che ha qualcosa a che fare con il nostro passato. E’ così ovvio! Potremo essere delle principesse e per la tua voglia di normalità non lo sapremo mai!» «Suvvia Lucy non esagerare…va bene galoppare con la fantasia ma essere delle principesse!»" (Una rivisitazione in stile Narnia della fiaba di Biancaneve). PeterxSusan.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Chiedo scusa per aver mancato l’aggiornamento della scorsa settimana, ma tra febbre ecc non ero nel pieno della salute per correggere il capitolo al meglio! Quindi senza ulteriori indugi vi lascio alla lettura! :)





Lilliandil sfrecciava veloce cercando di raggiungere la torre più alta del castello alla ricerca di sua sorella Susan, mentre i fatti precedenti ancora le invadevano la mente.

Non appena la luce entrò nella cella tutti trattennero il fiato e si prepararono ad un duello, pensando a una nuova trovata della Regina per ucciderli tutti, ma presto si trasformò in un vecchio iridescente. Trumpkin urlò «Ramandu!»

Lilliandil e la stella si fissarono per alcuni minuti e poi lui disse «Ciao, Lilliandil.»

«Padre?» azzardò lei.

«Sono io, -disse dolcemente- c’è tempo e luogo per ogni cosa, ma non ora. Sono giunto fin qui dalla volta celeste per ordine di Aslan, per salvarvi.»

«Salvarci? Aslan? » chiese scettico Edmund.

Il vecchio lo guardò severo e lui subito si pentì del tono usato, facendosi piccolo piccolo. «Vi porto notizie sui piani della strega. E sui vostri amici.» ancora una volta trattennero il fiato e Ramandu continuò a parlare «La fanciulla più giovane, la piccola Lucy è in salvo. – tutti tirarono un sospiro di sollievo, specialmente Edmund- era stata portata nella Foresta Proibita, ma grazie alla sua fede Aslan l’ha salvata e portata con se al suo accampamento.»

«Accampamento?» dissero in coro tutti confusi.

«Sì, accampamento. Si trova al confine tra Narnia e la Foresta Proibita e si estende per molti kilometri. Ma questo non è il momento delle domande. I vostri amici sono in grave pericolo e solo voi potete salvarli. Ma dobbiamo fare in fretta, ogni secondo perso a parlare è tempo regalato alla Strega!»

«Cosa ci consigli di fare allora?»

«Lilliandil, tu trasformati in una stella e trova Susan, è stata rinchiusa nella torre più alta del castello. La Regina sta per offrirle una mela avvelenata con la promessa di non soffrire mai più.»

Tutti sussultarono e la mezza stella prese forma immediatamente. Prima di andare via però Ramandu la richiamò un’ ultima volta. «Aspetta! Quando la troverai portala nella stanza del Re Supremo, è l’unica in grado di spezzare l’incantesimo.»

Aveva quasi raggiunto la piccola finestrina e pregò con tutta se stessa che Susan non avesse mangiato la mela.

Entrò, e ciò che vide le fece gelare il sangue nelle vene. Sua sorella era morta. Poco lontano da lei giaceva la mela avvelenata.

Cadde in ginocchio al fianco del letto e la abbracciò, mentre calde lacrime uscivano dai suoi occhi in contrasto con il freddo polare della stanza, e di Susan.

Pianse, pianse e pianse. Si fermò a guardarla pulendo delicatamente le lacrime cadute sul viso di Susan e le tracce di precedenti lacrime, ormai ghiacciate.

«Perché lo hai fatto?» ripete la domanda dondolandosi più volte, finché la rabbia per il gesto crebbe a dismisura e senza accorgersene spintonò la sorella contro la spalliera del letto.

Subito sussultò vergognandosi di ciò che aveva appena fatto, e gli occhi le si riempirono di nuovo di lacrime, ma un leggero sputacchiare la ridestò dal suo dolore. Sbatté le palpebre più volte finché la visione tornò chiara, e vide Susan davanti a lei, tossicchiante e ansimante per l’aria, pallida, ma viva.

Poco lontano da lei il pezzo di mela che aveva ingoiato.

«Cosa è successo? » chiese Susan toccandosi la gola con le mani. Non si era accorta di sua sorella al suo fianco, ma appena la notò la guardò sconvolta. «Lilliandil?»

La stella la guardava come se avessi visto un fantasma, ma appena riuscì a riprendersi dallo shock iniziale si gettò sulla sorella dandole un sonoro schiaffo in pieno viso.

Susan si toccò la guancia e la guardò sorpresa, mentre gli occhi di Lilliandil si riempivano ancora di lacrime prima di inveire contro di lei «Che diavolo hai fatto? Come hai anche solo potuto pensare di farlo?»

Improvvisamente tutto quello che era accaduto le ritornò in mente: le scoperte, Peter, la depressione, il discorso di Jadis e la mela. Con sguardo colpevole si avvicinò a Lillandil e le prese le mani con le sue.

«Ti prego perdonami. Io… io non so … non so davvero cosa mi sia preso …»

«Invece lo sai benissimo! Lo sai benissimo Susan! Tu pensi sempre di non essere all’altezza, di non essere forte abbastanza! Come hai anche solo potuto pensare che quello risolvesse tutto? Fidarti della Strega! Abbandonarci! »

«Lil …» cercò di giustificarsi, ma la stella la interruppe di nuovo urlando.

«Sei solo una stupida! È inutile cercare di giustificarsi! »

Rimasero a fissarsi per un po’ di tempo, Lilliandil furiosa e Susan implorante.

Poi all’improvviso la stella cominciò a singhiozzare pesantemente e si gettò sulla sorella abbracciandola forte.

Tra i singhiozzi riuscì a dire «Quando sono entrata, credevo di averti persa per sempre! Ero così arrabbiata! Pensare che tu te ne saresti andata senza sapere che non ti odio!»

«Non mi odi?»

«Certo che no! Non ti ho mai odiato! – poi aggiunse timida- in realtà, ti ho sempre ammirato. Per tutto quello che hai sempre fatto per Lucy e me, per il modo in cui tutti ti amano … per il modo in cui continui a volermi bene nonostante io non faccia altro che trattarti male …»

Ora anche anche Susan piangeva, commossa.

«Per questo ero così furiosa! Come hai potuto pensare di valere così poco da poterci abbandonare senza che ce ne importasse nulla? Tu sei importante per noi! Tutti noi!»

La guardò amaramente a questa affermazione e disse «Quanto vorrei fosse vero …»

Spazientita Lilliandil la prese per le spalle e le sorrise «Tu credi che Peter abbia scelto la Regina, ma non è così! La sua mente è stata plagiata!» Susan la osservò con un sopracciglio alzato per niente convinta, e la stella cominciò a spiegarle «Vedi eravamo rinchiusi in prigione, oh, abbiamo trovato anche Trumpkin e Tumnus nella nostra cella! Comunque dicevo … ah sì!»

Frustata Susan la interruppe «Arriva al dunque, Lil!»

Quasi a macchinetta Lillandil disse «Ramandu, mio padre, è venuto nella nostra cella e ha detto che Peter è stato ammaliato da un sortilegio d’amore, Edmund e Caspian ti stanno aspettando nella sua camera perché l’unica che può rompere l’incantesimo sei tu, Susan!»

* * *

Edmund e Caspian riuscirono ad infiltrarsi facilmente nelle camere di Peter. Ramandu aveva addormentato tutte le guardie e li aveva fatti uscire. Mentre Lilliandil salvava Susan, Trumpkin e Tumnus li avrebbero aspettati all’inizio della foresta proibita, a ridosso delle mura, proprio dove nessuno li avrebbe cercati per poi andare insieme all’accampamento di Aslan.

«Dove diavolo è Susan?» disse Caspian nervoso guardando tra la porta e Peter addormentato nel letto.

«Stai calmo amico! Andrà tutto bene!» Edmund era rilassatissimo. Allungò i piedi sul tavolo davanti alla sua poltrona e si fissò le unghie.

«Che cosa sta succedendo? Chi diavolo siete voi?»

I due si fissarono. Conoscevano quella voce, e il tono non prometteva niente di buono.

Peter balzò a sedere allungando la mano per prendere la spada, ma Caspian la calciò via, sapeva che se ne fosse entrato in possesso avrebbero avuto vita dura. Il Re Supremo cominciò ad urlare «Guardie!» e Caspian entrò subito del panico.

«Che diavolo faccio Ed!»

Edmund si alzò dalla poltrona e si avvicinò a Peter dicendo «Mi dispiace farlo fratello, ma non ho altra scelta.» gli diede un pugno in pieno viso stendendolo di nuovo nel letto.

I due rimasero a guardarlo sconvolti della facilità con cui avevano sistemato il Magnifico. Edmund sorridendo malignamente, gli assestò un altro pugno questa volta molto più forte dicendo «Questo è per il centauro corazzato che mi hai rotto a dieci anni!»

Spiazzato Caspian lo guardò ironicamente con un sopracciglio alzato ed Edmund scuotendo la mano con aria innocente disse «Che c’è? Era il mio soldato preferito e lui me l’ha rotto!»

Non fece in tempo a replicare perché alle sue spalle la porta si aprì all’improvviso.

Quando però fece capolino la testa di Susan tirarono un sospiro di sollievo. Caspian le corse incontro abbracciandola «Susan! Per il Grande Leone, ho creduto che avessi mangiato la mela!»

La ragazza arrossì e timidamente sussurrò «Bhè… in effetti era così …»

«Cosa?» urlarono in contemporanea gli altri due. Ora che Caspian ci faceva caso, le sue braccia erano ancora congelate, e la sua pelle non possedeva il solito colorito luminoso.

«Sì, ma Lilliandil mi ha salvato, il boccone della mela era solo incastrato in gola per fortuna. »

I due continuavano a fissarla preoccupati e lei aggiunse «Mi dispiace molto di averlo fatto.»

Le avrebbero detto qualche parola di incoraggiamento se un lamento non li avesse interrotti. Si girarono verso il letto e videro Peter che lentamente si rialzava un po’ intontito.

Edmund sospirò infastidito e fece per ridargli un altro pugno, ma il fratello ormai del tutto sveglio fu più svelto e gli bloccò il braccio dietro la schiena.

«Ahi! Pete mi fai male! Diavolo, Caspian, aiutami! Non stare lì impalato!»

Il principe telmarino preso alla sprovvista afferrò la prima cosa che trovò sottomano, cioè una lampada ad olio sul comodino, e la frantumò sulla testa di Peter, che cadde a letto ancora una volta.

Edmund finalmente libero diede uno sguardo di fuoco al fratello e poi si rivolse ai due accanto a lui «Forza muoviamoci a legarlo prima che si svegli di nuovo.»

Mentre lo assicuravano a una sedia con le lenzuola nel modo migliore possibile Susan diede voce ai suoi pensieri chiedendo «Non sarebbe più semplice portarlo via? Quanto tempo abbiamo? E qual è il piano?»

«Non credo che in queste condizioni ci seguirebbe molto volentieri, e per quanto possa sembrare magro è piuttosto pesante sai?!» disse Caspian.

«Allora ditemi come posso rompere l’incantesimo e andiamocene di qui!»

«Oh, giusto! Bacialo.» disse Edmund sbrigativo.

Susan lo guardò spiazzata arrossendo come un pomodoro «B-b-baciarlo? I-io?»

Le fece un sorrisetto malizioso «Oh, forza Susan! Ormai sono tuo cognato! Non vergognarti! Ramandu ha detto che solo il bacio del vero amore può spezzare l’incantesimo.»

Questo servì solo ad imbarazzarla di più. Caspian la guardò senza capire «Su insomma, tu lo baci, lui si risveglia e voi siete contenti, aspettiamo il segnale, andiamo all’accampamento di Aslan e saremo tutti salvi!»

«Cosa, ma io, no! Non posso! Io … voi … lui!» Susan ormai bolliva dall’imbarazzo.

«Sì che puoi! Guarda si fa così – prese con una mano la testa di Peter e con l’altra avvicinò quella di Susan – adesso baciatevi! »

Susan con occhi spalancati e fumo che le usciva da tutte le parti si allontanò di scatto urlando «No! È svenuto! Non bacerò una persona priva di sensi!»

Edmund batté un piede a terra «Oh, andiamo! Sii logica almeno tu! »

«Non penso che da sveglio avrebbe una gran voglia di baciarti …» disse Caspian.

«Non mi interessa, ripeto, non bacerò una persona priva di sensi!»

Ancora una volta Edmund batté il piede per terra e si diresse verso il bagno bofonchiando qualcosa riguardo come toccasse sempre a lui salvare la situazione e quanto il fratello avrebbe dovuto prostrarsi ai suoi piedi per ringraziarlo una volta finito tutto.

Tornò dal bagno con una ciotola piena d’acqua e la versò in viso a Peter. Questo cominciò a sbattere gli occhi, e appena focalizzò Edmund e Caspian fece per saltargli addosso, ma i lenzuoli non glielo permisero.

«Pfiù, abbiamo fatto bene a legarlo! »

«Forza Susan ora bacialo!»

Susan deglutì e Peter la guardò schifato urlando «Non ti avvicinare! Non ti azzardare a farlo! Chi diavolo siete e cosa volete da me? Guardie!»

Susan si ritrasse ferita e Caspian gli tappò la bocca «Oh, zitto!»

Edmund sospirò ancora allo sguardo indeciso della ragazza e disse «Oh, andiamo Susan lui ti ama! Questo è solo il suo orgoglio da uomo ferito che parla!»

« E poi ricorda che è sotto incantesimo!» aggiunse il telmarino.

Peter che intanto si era liberato dalla mano di Caspian mordendogliela sputò «Innamorato di lei? Ma fammi il favore! Io amo solo la mia Jadis, come potrei amare questa qui? I suoi capelli sono così scuri ed è grassa! È lontana anni luce dal raggiungere la bellezza ideale della mia amata! »

«Non vedi quanto ti ama? Chi disprezza vuol comprare!» urlò Caspian per sovrastare gli altri insulti.

Susan era sull’orlo delle lacrime, e quando Peter cominciò ad urlare per le guardie si maledì per non averlo baciato prima.

Delle guardie, probabilmente appena svegliate dalla polvere di Ramandu grazie al rumore, spalancarono la porta.

«Maledizione.» dissero tra i denti Caspian ed Edmund sfoderando le spade.

Susan non sapeva cosa fare, non aveva armi con sé, e non riusciva ad avvicinarsi a Peter che impartiva ordini a destra e a manca.

Edmund stufo tirò fuori dalla tasca i toast che aveva intascato quella mattina e glieli infilò in bocca dicendo «Stai un po’ zitto, Pete!»

Caspian lo guardò sconvolto, e mentre paravano i colpi delle guardie ancora non troppo sveglie gli disse «Non posso crederci, avevi ancora quei panini dalla colazione?»

Edmund diede un calcio ad una guardia in pieno viso rompendogli il naso «Non credo sia il caso di parlare adesso dei miei pranzi al sacco, Caspian!»

Poi un urlo di Susan li fece girare. Una guardia-troll la teneva per la gola, alzata di qualche centimetro dal pavimento e Peter che aveva sputato i panini lo incitava a stringere.

Caspian si fiondò ad aiutarla sbattendo l’elsa della spada sulla faccia del troll, che lasciò cadere Susan e si accasciò all’indietro. Mentre continuava a riempirlo di calci urlò «Stai bene Susan?»

La ragazza cercò di riprendere aria inginocchiata sul pavimento. Tutto quello che riuscì a fare fu annuire.

«Allora bacialo forza! O non smetterà mai di urlare!»

Provò a protestare ancora, ma Edmund la interruppe «Oh forza, non è che tu non l’abbia mai fatto!»

Arrossì, ma poi ripensò a tutto quello che era successo fino ad ora. Le indecisioni l’avevano portata solo a guai. Doveva agire, per il bene di tutti, per il bene di Peter.

Si avvicinò a lui con uno sguardo deciso e si sedette sulle sue ginocchia. Peter urlava e si dimenava inorridito, ma le gli fermò il viso con le mani e lo guardò dritto negli occhi.

A un centimetro dalle sue labbra si fermò. Caspian ed Edmund li avevano circondati per impedire alle guardie di interromperli.

Susan sussurrò «Scusami, in questo momento forse non ti sembrerà ciò che desideri … ma è per via di un incantesimo … o almeno spero …» dopo un breve risolino nervoso dolcemente poggiò le sue labbra sulle sue.

In un primo momento trovò un po’ di resistenza da parte di Peter, ma subito dopo lo sentì rispondere con passione. Lei sorrise sulle sue labbra e si staccò poggiando la fronte su quella di lui. Sbalordito Peter disse «Susan, cosa-» ma lei lo zittì con un altro bacio e sorridendo gli disse «Sai di toast stantii»

«Sarebbe tutto molto romantico ragazzi, se solo non fossimo circondati da mostri!» disse Edmund in difficoltà ad abbattere una guardia.

Caspian tranciò di netto i lenzuoli che tenevano legato Peter e con l’altra mano gli passò la sua Rhindon, che prese al volo, mentre Susan indietreggiava verso le grandi finestre. I tre ragazzi si strinsero intorno a lei ed Edmund le disse «Forse ora sarebbe il momento ideale per aiutarci e sparare qualche freccia Su …»

«Oh, certo faccio un salto in camera mia a prendere arco e frecce, voi aspettatemi prima di farvi trucidare da un’orda di troll infuriati!» disse ironica. Caspian fece una smorfia. «Vuoi dire che non hai un’arma?»

Lei lo guardò stizzita «Oh, scusami se non ho pensato di prendere delle armi con me mentre venivo trascinata via dalle guardie e rinchiusa nella torre più alta dopo aver ricevuto le peggiori notizie della mia vita!»

Peter intervenne a placare gli animi «Ok, calma ragazzi. Non ho la minima idea di cosa stia succedendo, del perché o del come io sia qui, davanti a una moltitudine di guardie, ma qualsiasi sia il motivo avrete un piano, no? »

Susan guardò da Caspian ad Edmund accigliata. «Sì, infatti che né è del vostro piano?»

«Dobbiamo aspettare il segnale!» urlò Caspian.

«E quando arriva questo maledetto segnale?»

«Per la criniera del Leone non lo so! Non so nemmeno quale sia il segnale!» disse Edmund affondando qualche guardia e guadagnando un po’ di terreno.

«Vuoi dirmi che sta aspettando un segnale che nemmeno conosci?» urlò Peter incredulo dando un pugno a un troll in pieno viso.

Poi d’improvviso una voce tuonò per tutto il castello «Che diavolo sta succedendo? Cosa vuol dire fuggita?» e dei passi rimbombarono per il corridoio sempre più vicini.

Caspian li guardò «Io dico che il segnale è questo.»

Tutti si fissarono sconvolti e all’improvviso la porta si spalancò, rivelando una Regina furiosa in vestaglia. Con gli occhi fiammeggianti urlò rivolta a Susan «Tu! Maledetta! Ti strapperò il cuore con le mie mani come avrei dovuto fare tempo fa!» Peter le si parò davanti, ma un suono conosciuto li bloccò tutti.

Il corno di Susan.

«Questo è il segnale!» urlò Edmund con un sorriso a trentadue denti. Si girò verso la finestra e vide ciò che li avrebbe portati in salvo. Un ultimo sguardo a Jadis e i suoi soldati, poi prese Susan per la vita correndo verso le grandi finestre.

«Cosa? Dove diavolo stai andando?! Edmund! » urlò spaventata.

«Copriti gli occhi!» le urlò.

Vide Caspian imitarlo e afferrare per il colletto della camicia Peter e gettarsi dalle finestre con lui coprendosi il viso.

Saltarono nel vuoto per circa due metri, in cui Susan assordì da un orecchio Edmund, prima di venir presi al volo da due grifoni. Anche Caspian e Peter erano stati afferrati, e dal loro volto sembrava stessero ringraziando Aslan in tutti i modi possibili e immaginabili.

Edmund si voltò verso l’alto, dove si trovava la finestra che avevano rotto. La Regina e i suoi servi stavano lì, affacciati con un espressione di stupore e puro odio sul loro volto. Non resistendo, gli fece la linguaccia e la strega mostrò i denti poi urlò «Muovetevi scansafatiche! Inseguiteli!»

Presto accanto a loro arrivarono due puntini luminosi. Erano Lilliandil e Ramandu. Quest’ultimo urlò per sovrastare il vento che rombava nelle loro orecchie «Trumpkin e Tumnus ci aspettano poco distanti da qui. Passate a prenderli in volo e dirigetevi all’accampamento di Aslan! I grifoni sanno la strada! Io e Lilliandil cercheremo di distrarli il più possibile!»

Edmund e Susan annuirono. La ragazza aveva la stessa espressione che aveva appena uscita dalla Foresta Proibita dopo essere stata attaccata dai lupi ed Edmund pregò che non vomitasse.

Presto il grifone cominciò ad evitare le frecce e i mostruosi corvi a tre occhi che li stavano inseguendo nonostante i tentativi delle due stelle di evitarlo. Lui e Susan strinsero forte le gambe e si assicurò di avere un braccio della ragazza ben stretto intorno alla vita, sarebbe stato meglio cadere con lei piuttosto che subire le ire di Peter se l’avesse lasciata.

Alzò lo sguardo e vide Caspian davanti a loro allungare una gamba per tirare un calcio ad una guardia sulle mura che cercava di impedire il loro passaggio, riuscendo a scaraventarla giù. Sorpassarono i cancelli e sentirono ancora una volta il corno, poi Susan urlò «Edmund! Sotto di noi!»

Il ragazzo seguì la direzione del suo dito e vide a terra Trumpkin e Tumnus. Con un cenno i grifoni cominciarono la discesa stendendo le zampe anteriori da aquila pronte ad afferrare i due amici.

Il grifone di Susan ed Edmund afferrò Tumnus per le spalle, che aveva con se l’arco e le frecce di Susan. Quest’ultima le afferrò veloce e si girò pronta a scagliare più frecce possibili verso i mostri della strega che ancora li seguivano. Anche Trumpkin tenuto dall’altro animale la aiutò con la sua balestra, ma dopo solo due bersagli colpiti il loro grifone venne colpito al fianco da una beccata di un corvo inaspettato.

Il fauno veloce lo pugnalo non permettendogli di fargli troppo male, ma lo spostamento brusco fece traballare Edmund e Susan, e quest’ultima che aveva le mani occupate e si teneva solo grazie alle gambe perse l’equilibrio e cadde.

Edmund sudò freddo e si sporse il più possibile per provare ad afferrarla, ma non ci riuscì. Sentì Peter e Caspian urlare il suo nome, e vide due corvi e i nani che li cavalcavano scendere in picchiata su di lei.

I grifoni però erano più vicini al suolo e a Susan di quanto lo fossero i servi della strega visto che si erano calati da poco per prendere Tumnus e Trumpkin con loro, quindi riuscirono a raggiungerla prima. Peter si lanciò subito al suo fianco tenendole la testa e urlando il suo nome, mentre gli altri uccidevano senza pietà i mostri di Jadis.

Edmund si voltò e si avvicinò tremante a Susan ancora stesa ed incosciente con Peter vicino che la richiamava sconvolto. «Mi dispiace Peter! È stato tutto improvviso, il corvo, abbiamo sbandato e prima che potessi anche solo realizzarlo era già andata …»

«Non ti preoccupare, Ed. sono sicuro che si riprenderà.» disse Caspian dandogli una pacca sulla spalla nonostante la sua faccia fosse tutt’altro che speranzosa.

Peter non osava toglierle gli occhi di dosso mentre il fauno la scuoteva con dei piccoli buffetti sulle guancie, ed Edmund sospirava «Se solo avessimo il cordiale di Lucy!»

Come un lampo, Trumpkin si risvegliò dal suo stato di apprensione ed urlò «Il cordiale!» tutti lo guardarono sconvolti e, mentre stappava la boccetta e lasciava cadere un sorso nella bocca di Susan, raccontò di come lui e Tumnus si erano infiltrati nelle stanze per recuperare i doni delle ragazze.

Poi un urlo di guerra «Per la mia Regina!» il nano Nikabrik si era lanciato da un corvo in volo con il pugnale sguainato dritto verso Susan. Tutti lo guardarono nella sua caduta libera immobili tanto sorpresi da non riuscire a reagire, finché un ruggito rimbombò nell’aria.

Un leone immenso spiccò un salto su di loro prendendo tra le fauci il nano e atterrando poco lontano.

«Serve una mano ragazzi?» a bocca aperta si girarono e videro Lucy, con un prezioso vestito narniano, una spada sguainata e un sorriso trafelato sul viso.

«Lucy!»
««Ma che diavolo-»

Le esclamazioni di sorpresa si fermarono quando due puntini luminosi atterrarono vicino a loro e Ramandu ripresa la sua forma umana, notando il leone urlò «Aslan!»

Il leone gli fece un cenno con la testa e poi si rivolse agli altri guardandoli uno ad uno, e disse dolcemente «Buongiorno figli di Adamo e figlie di Eva.»

Tutti lo fissarono trattenendo il respiro. Stava albeggiando e i raggi del tiepido sole mattutino facevano rispendere la sua criniera come l’oro, inevitabilmente, nonostante la situazione difficile e inspiegabile per molti, si ritrovarono a sorridere e il solo guardarlo negli occhi diede a tutti la calma per non uscire completamente pazzi.

Lucy si avvicinò a Susan accarezzandole il viso preoccupata e spiegò «Io e Aslan vi stavamo aspettando poco lontani da qui, quando abbiamo visto Susan cadere siamo venuti correndo il più velocemente possibile.»

Peter la fissò sconvolto «Ma cosa … come … quando»

Aslan intervenne pacato «Questo non è il momento adatto per spiegare, Re Peter, Susan si sta svegliando.»

Era così infatti. Susan sbatté le palpebre qualche volta prima di aprire definitivamente gli occhi. Tutti le stavano addosso guardandola sorridendo e Peter disse «Susan …»

Lei li osservò tutti e poi urlò «Re Frank! » poi si guardò intorno e alla vista di Tumnus i suoi occhi si illuminarono «Tumnus! Ma dov’è Luce?»

Il gruppetto si scambiò un occhiata perplessa e la sorella si fece avanti «Susan sono qui …»

Susan la fissò e disse «Credo che voi abbiate sbagliato persona, signora. Il mio nome è Biancaneve, non Susan.»

Tutti trattennero il fiato mentre lei si aggrappava a Tumnus «Dov’è Luce Tumnus? E i lupi?- poi si voltò verso Peter- vi hanno fatto male Re Frank? Grazie per averci salvato. »
  
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