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Autore: Lilian Potter    28/09/2007    9 recensioni
E lui, finalmente, quel consiglio l’aveva colto.
James Potter per anni aveva ostinatamente cercato di conquistare Lily Evans, fallendo inesorabilmente ogni singola volta. Era arrivato il momento di tentare un nuovo e ultimo approccio; uno più sincero di quanto James fosse riuscito a essere persino con sé stesso. Corretta [2015]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Dedicata a redRon nel giorno successivo al suo compleanno.
SFORTUNATAMENTE NON TUO,
JAMES POTTER

 
 

 

La piuma d’oca si allontanò per l’ennesima volta dalla pergamena, tornando a riposare tristemente nella boccetta d’inchiostro. James Potter sospirò sconsolatamente, appoggiandosi più comodamente allo schienale della sedia e lanciando indietro la testa, spostando gli occhiali per massaggiarsi la base del naso con fare nervoso.

 

Se glielo avessero chiesto non sarebbe stato in grado di dire esattamente quanto tempo avesse trascorso a quella scrivania senza riuscire a produrre neanche una frase, neppure un’insulsa parola.

 

Con lo sguardo vagò per la camera del dormitorio, focalizzandosi sui disordinati letti a baldacchino tristemente vuoti, e sbuffando si costrinse a riconoscere che sì, doveva cavarsela da solo questa volta. Peter era costantemente alla ricerca del suo aiuto e sostegno, e ritrovarsi nella situazione inversa e quindi nella condizione di dover essere lui ad aiutare il suo idolo non l’avrebbe certamente messo a suo agio; questo per non commentare la sua scarsa esperienza col gentil sesso.

 

Felpato non l’aveva preso in considerazione sin dal primo momento, perfettamente memore dei pessimi consigli che aveva ricevuto in passato. O, come amava precisare il ragazzo in questione, semplicemente non adatti; infondo, diceva, non era colpa del grande conquistatore Sirius Black se la Evans era completamente anormale.

 

Il vero problema era stato il rifiuto di collaborare di Remus, che da anni gli dispensava corretti suggerimenti che lui non aveva mai voluto ascoltare e aveva deliberatamente ignorato, carico di quell’arroganza e quella testardaggine che lo avevano lungamente caratterizzato lì a Hogwarts.

 

Lunastorta da qualche tempo aveva caritatevolmente colto la disperazione e la tristezza crescente di James nel non riuscire a trasmettere i suoi sentimenti alla Evans e, consapevole dell’intensità e della veridicità di questi, aveva deciso di donargli l’ultima delle sue perle di saggezza: essere sincero.

 

Aveva poi aggiunto che, se proprio gli era impossibile riuscire a esserlo di persona, cosa che comunque prima o poi avrebbe dovuto fare, poteva almeno inizialmente provare a esprimersi per iscritto.  

 

E lui, finalmente, quel consiglio l’aveva colto.

 

Peccato che l’amico si fosse categoricamente rifiutato di aiutarlo nell’impresa, figurarsi lo scriverla completamente per conto suo come l’altro avrebbe nettamente preferito.

 

Con un’altra occhiata al letto di Remus tornò a posare lo sguardo sulla pergamena, la mente intenta a fare ordine tra le mille cose che avrebbe potuto dire e quelle che veramente voleva far arrivare a Lily.

 

Con l’ennesimo sospiro decise che, se proprio doveva essere sé stesso, lo sarebbe stato fino in fondo, e quindi sì, avrebbe semplicemente buttato giù tutto quello che gli veniva in testa. Con queste convinzioni afferrò con fare deciso la piuma, dando inizio a quella che sapeva non sarebbe stata una composizione poetica o comunque particolarmente brillante.

 

 

 
Non lo so come s’inizia una lettera, e probabilmente questo non è uno dei miei punti a favore.

 

Sì, Evans, lo so che stai pensando che sono innumerevoli i miei difetti e che la cosa veramente strana sarebbe se ne avessi anche solo uno di merito. Non mi soffermerò su questo, perché che tu lo dubiti o meno, l’esperienza può insegnare qualcosa anche a me, e tutte le volte che hai cercato di schiantarmi sono state sicuramente una lezione difficile da non cogliere.

 

Beh, comunque non è neppure di questo che volevo parlare, anche se non sono certo di poter affermare di avere in chiaro cosa vorrei comunicarti con questa lettera. Forse, proprio per questo, sarebbe indicato dirti che cosa non voglio che tu sappia di me. Perché sì, Evans, non sono l’unico a sbagliare, e credo o meglio spero che anche tu voglia venirmi incontro iniziando ad ammetterlo.

 

Questa non è l’ennesima prova di arroganza, e sto cercando semplicemente di essere sincero; il farlo potrebbe essere considerata una sconfitta al mio orgoglio, e ti dimostrerei che non me ne importa una pluffa appendendo copie di questo mio scritto in tutta la sala grande. O almeno lo farei se tu non avessi dimostrato di non apprezzare esattamente le mie pubbliche dimostrazioni d’affetto. Ma come ti dicevo ho capito, e quindi questa volta mi limiterò a mettermi a nudo privatamente. … No, Santo Godric, Evans! Non fraintendere, non avevo nessun doppio senso, ti do la mia parola!

 

Quello che stavo cercando di dire è che adesso non è Potter, o almeno non quella versione che hai di me, a parlarti: qui è semplicemente James, e quasi quasi mi azzarderei a dire piacere di conoscerti visto che mi sembra che non ci siamo mai incontrati. Non è il pallone gonfiato Potter, non è l’egocentrico Potter, non è il grande Malandrino Potter e neppure il Capitano della squadra di Quidditch Potter.

 

Sono solo James, quel ragazzo che continua ad osservarti dal primo anno. Quello che adora spiarti mentre allontani il bacon durante i pasti con una leggera smorfia, oppure guardare come ti mangi nervosamente le unghie durante una lezione difficile in cui ti concentri al massimo. Ah, e ti ho mai detto quanto mi piace vederti raccogliere i capelli in una coda quando ti metti a studiare in sala comune? Potrei citartene mille, di momenti in cui mi sono perso nei tuoi gesti.

 

Non so cosa raggiungerò con questa lettera, non so se abbia un senso tutto il discorso che nella mia mente è chiaro ma che a parole sembra sconclusionato, e non so neppure se sei arrivata a leggere fino a questo punto o se hai smesso alle prime frasi maledicendomi come sempre.

 

Tuttavia, nonostante le mille incertezze, posso assicurarti che di una cosa, una sola, sono fermamente convinto: dei sentimenti che provo per te. In tutti questi anni gli atteggiamenti che tanto ti hanno innervosito, le mie azioni e le mie parole sono state solo un goffo tentativo di farteli capire in un disperato intento di avvicinarmi a te.

 

E che tu ci creda o meno, Lily Evans, questa è davvero l’unica cosa di cui sono certo. Per quanto mi vergogni di doverlo ammettere tramite lettera e di non potertelo confessare come sarebbe appropriato, io ti amo; sì, la mia sincerità risiede tutta in queste due parole.

 

Sfortunatamente non tuo,
James Potter




 

Lily allontanò un po’ il foglio dal viso, le mani leggermente tremanti, mentre con occhi lievemente sgranati si perdeva ancora una volta nelle frasi che conteneva. Decidendosi finalmente ad appoggiarlo sul cuscino si portò le unghie alla bocca, iniziando a morderle per poi, memore della citazione, fermarsi e spettinarsi furiosamente i rossi capelli.

 

Era totalmente impreparata di fronte a questo genere di attacco. No, anzi, quello non era il termine adatto. Questa volta Potter non si era limitato ad agire impulsivamente mettendola come sempre in imbarazzo; aveva scelto di approcciarsi a lei, di farlo veramente e in un modo che non era riuscito a lasciarla indifferente.

 

Erano alcuni mesi che il ragazzo non la provocava in nessuna maniera, aggirandosi come sempre coi suoi amici tra le mura del castello ma in maniera molto più tranquilla e senz’altro meno vistosa. E lei era in attesa di una ‘malandrinata’, a una di quelle grosse.

 

Invece eccola lì, con il frutto degli sforzi dell’altro tra le mani.

 

Si morse lievemente il labbro. Non era stupida, lei, e aveva perfettamente realizzato che essere ignorata dal ragazzo non era un qualcosa che le fosse piaciuto particolarmente, contrariamente a quello che aveva costantemente pensato in passato. E quella lettera era così intensa nella sua semplicità da impedirle di rinnegare quel lieve sentimento di felicità che la stava lentamente invadendo.

 

Finalmente Lily Evans si sentiva amata, ed era un sentimento che non provava da così a lungo, neppure con amici e famigliari, che solo il pensiero le faceva battere il cuore.

 

Non era più tempo per l’indecisione, quello.

Conscia di ciò afferrò malamente l’accappatoio che subito indossò piuttosto frettolosamente, fiondandosi di corsa fuori dalla porta e poi giù dalle scale.

 

James Potter si meritava un’occasione e lei non avrebbe aspettato il giorno seguente per concedergliela, la gioia dipinta negli occhi e una risposta che conservava da tempo pronta nel cuore a incurvarle le labbra.

 

 

FINE

Note finali

Questa è la versione modificata e corretta della vecchia versione di questa storia, sistemata sperando di apportare unicamente migliorie cercando di non intaccarne il contenuto iniziale. [2015]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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