Dedicata a redRon
nel giorno successivo al suo compleanno.
SFORTUNATAMENTE
NON TUO,
JAMES POTTER
La
piuma d’oca si allontanò per l’ennesima volta dalla pergamena, tornando
a
riposare tristemente nella boccetta d’inchiostro. James Potter sospirò
sconsolatamente, appoggiandosi più comodamente allo schienale della
sedia e
lanciando indietro la testa, spostando gli occhiali per massaggiarsi la
base
del naso con fare nervoso.
Se
glielo avessero chiesto non sarebbe stato in grado di dire esattamente quanto tempo avesse trascorso a quella
scrivania senza riuscire a produrre neanche una frase, neppure
un’insulsa
parola.
Con
lo sguardo vagò per la camera del dormitorio, focalizzandosi sui
disordinati
letti a baldacchino tristemente vuoti, e sbuffando si costrinse a
riconoscere
che sì, doveva cavarsela da solo questa volta. Peter era costantemente
alla
ricerca del suo aiuto e sostegno, e ritrovarsi nella situazione inversa
e quindi
nella condizione di dover essere lui ad aiutare il suo idolo non
l’avrebbe
certamente messo a suo agio; questo per non commentare la sua scarsa
esperienza
col gentil sesso.
Felpato
non l’aveva preso in considerazione sin dal primo momento,
perfettamente memore
dei pessimi consigli che aveva ricevuto in passato. O, come amava
precisare il
ragazzo in questione, semplicemente non adatti;
infondo, diceva, non era colpa del grande conquistatore Sirius Black se
la
Evans era completamente anormale.
Il
vero problema era stato il rifiuto di collaborare di Remus, che da anni
gli
dispensava corretti suggerimenti che lui non aveva mai voluto ascoltare
e aveva
deliberatamente ignorato, carico di quell’arroganza e quella
testardaggine che
lo avevano lungamente caratterizzato lì a Hogwarts.
Lunastorta
da qualche tempo aveva caritatevolmente colto la disperazione e la
tristezza
crescente di James nel non riuscire a trasmettere i suoi sentimenti
alla Evans e,
consapevole dell’intensità e della veridicità di questi, aveva deciso
di
donargli l’ultima delle sue perle di saggezza: essere sincero.
Aveva
poi aggiunto che, se proprio gli era impossibile riuscire a esserlo di
persona,
cosa che comunque prima o poi avrebbe dovuto fare, poteva almeno
inizialmente
provare a esprimersi per iscritto.
E
lui, finalmente, quel consiglio l’aveva colto.
Peccato
che l’amico si fosse categoricamente rifiutato di aiutarlo
nell’impresa,
figurarsi lo scriverla completamente per conto suo come l’altro avrebbe
nettamente preferito.
Con
un’altra occhiata al letto di Remus tornò a posare lo sguardo sulla
pergamena,
la mente intenta a fare ordine tra le mille cose che avrebbe potuto
dire e
quelle che veramente voleva far arrivare a Lily.
Con
l’ennesimo sospiro decise che, se proprio doveva essere sé stesso, lo
sarebbe
stato fino in fondo, e quindi sì, avrebbe semplicemente buttato giù
tutto
quello che gli veniva in testa. Con queste convinzioni afferrò con fare
deciso
la piuma, dando inizio a quella che sapeva non sarebbe stata una
composizione
poetica o comunque particolarmente brillante.
Non lo
so come
s’inizia una lettera, e probabilmente questo non è uno dei miei punti a
favore.
Sì,
Evans, lo so
che stai pensando che sono innumerevoli i miei difetti e che la cosa
veramente
strana sarebbe se ne avessi anche solo uno di merito. Non mi soffermerò
su questo,
perché che tu lo dubiti o meno, l’esperienza può insegnare qualcosa
anche a me,
e tutte le volte che hai cercato di schiantarmi sono state sicuramente
una
lezione difficile da non cogliere.
Beh,
comunque non
è neppure di questo che volevo parlare, anche se non sono certo di
poter
affermare di avere in chiaro cosa vorrei
comunicarti con questa lettera. Forse, proprio per questo, sarebbe
indicato
dirti che cosa non voglio che tu
sappia di me. Perché sì, Evans, non sono l’unico a sbagliare, e credo o
meglio
spero che anche tu voglia venirmi incontro iniziando ad ammetterlo.
Questa
non è
l’ennesima prova di arroganza, e sto cercando semplicemente di essere
sincero;
il farlo potrebbe essere considerata una sconfitta al mio orgoglio, e
ti
dimostrerei che non me ne importa una pluffa appendendo copie di questo
mio
scritto in tutta la sala grande. O almeno lo farei se tu non avessi
dimostrato
di non apprezzare esattamente le mie pubbliche dimostrazioni d’affetto.
Ma come
ti dicevo ho capito, e quindi questa volta mi limiterò a mettermi a
nudo
privatamente. … No, Santo Godric, Evans! Non fraintendere, non avevo
nessun doppio
senso, ti do la mia parola!
Quello
che stavo
cercando di dire è che adesso non è Potter, o almeno non quella
versione che
hai di me, a parlarti: qui è semplicemente James, e quasi quasi mi
azzarderei a
dire piacere di conoscerti visto che mi sembra che non ci siamo mai
incontrati.
Non è il pallone gonfiato Potter, non è l’egocentrico Potter, non è il
grande
Malandrino Potter e neppure il Capitano della squadra di Quidditch
Potter.
Sono
solo James,
quel ragazzo che continua ad osservarti dal primo anno. Quello che
adora
spiarti mentre allontani il bacon durante i pasti con una leggera
smorfia,
oppure guardare come ti mangi nervosamente le unghie durante una
lezione
difficile in cui ti concentri al massimo. Ah, e ti ho mai detto quanto
mi piace
vederti raccogliere i capelli in una coda quando ti metti a studiare in
sala
comune? Potrei citartene mille, di momenti in cui mi sono perso nei
tuoi gesti.
Non so
cosa raggiungerò
con questa lettera, non so se abbia un senso tutto il discorso che
nella mia
mente è chiaro ma che a parole sembra sconclusionato, e non so neppure
se sei
arrivata a leggere fino a questo punto o se hai smesso alle prime frasi
maledicendomi come sempre.
Tuttavia,
nonostante le mille incertezze, posso assicurarti che di una cosa, una
sola,
sono fermamente convinto: dei sentimenti che provo per te. In tutti
questi anni
gli atteggiamenti che tanto ti hanno innervosito, le mie azioni e le
mie parole
sono state solo un goffo tentativo di farteli capire in un disperato
intento di
avvicinarmi a te.
E che
tu ci creda
o meno, Lily Evans, questa è davvero l’unica cosa di cui sono certo.
Per quanto
mi vergogni di doverlo ammettere tramite lettera e di non potertelo
confessare
come sarebbe appropriato, io ti amo; sì, la mia sincerità risiede tutta
in
queste due parole.
Sfortunatamente
non tuo,
James
Potter
Lily allontanò un po’ il foglio dal viso, le mani leggermente
tremanti, mentre
con occhi lievemente sgranati si perdeva ancora una volta nelle frasi
che
conteneva. Decidendosi finalmente ad appoggiarlo sul cuscino si portò
le unghie
alla bocca, iniziando a morderle per poi, memore della citazione,
fermarsi e
spettinarsi furiosamente i rossi capelli.
Era
totalmente impreparata di fronte a questo genere di attacco. No, anzi,
quello
non era il termine adatto. Questa volta Potter non si era limitato ad
agire
impulsivamente mettendola come sempre in imbarazzo; aveva scelto di approcciarsi a lei, di farlo veramente e
in un modo che non era riuscito a lasciarla indifferente.
Erano
alcuni mesi che il ragazzo non la provocava in nessuna maniera,
aggirandosi
come sempre coi suoi amici tra le mura del castello ma in maniera molto
più
tranquilla e senz’altro meno vistosa. E lei era in attesa di una
‘malandrinata’, a una di quelle grosse.
Invece
eccola lì, con il frutto degli sforzi dell’altro tra le mani.
Si
morse lievemente il labbro. Non era stupida, lei, e aveva perfettamente
realizzato che essere ignorata dal ragazzo non era un qualcosa che le
fosse
piaciuto particolarmente, contrariamente a quello che aveva
costantemente
pensato in passato. E quella lettera era così intensa nella sua
semplicità da
impedirle di rinnegare quel lieve sentimento di felicità che la stava
lentamente invadendo.
Finalmente
Lily Evans si sentiva amata, ed era un sentimento che non provava da
così a
lungo, neppure con amici e famigliari, che solo il pensiero le faceva
battere
il cuore.
Non
era più tempo per l’indecisione, quello.
Conscia
di ciò afferrò malamente l’accappatoio che subito indossò piuttosto
frettolosamente, fiondandosi di corsa fuori dalla porta e poi giù dalle
scale.
James
Potter si meritava un’occasione e lei non avrebbe aspettato il giorno
seguente
per concedergliela, la gioia dipinta negli occhi e una risposta che
conservava
da tempo pronta nel cuore a incurvarle le labbra.
FINE
Note
finali
Questa
è la versione modificata e corretta della vecchia versione di questa
storia,
sistemata sperando di apportare unicamente migliorie cercando di non
intaccarne
il contenuto iniziale. [2015]