Domenica.
Giorno di riposo per tutti. Mamma mi svegliò
alle 7 del mattino tutta contenta, dicendo di aver invitato anche
Chris. A fare
cosa? Ancora non lo sapevo. Entrai dentro la vasca piena
d’acqua calda e
cominciai ad insaponarmi. I capelli li tenevo legati in una crocchia
alta, da
cui cadeva qualche ciocca rossa. Cominciai a canticchiare pezzi di
canzoni
mischiate, ma dando lo stesso un equilibrio a ciò che
dicevo. Sentii dei passi
avvicinarsi. La porta si socchiuse e attesi, affondando
nell’acqua fino al
collo e assottigliando gli occhi. La porta si aprì di
più e Chris mi guardò imbarazzato.
Arrossì.
Ch “Sapevo che era la stanza sbagliata! Cavolo.”
Richiuse la porta uscendo. Scoppiai a ridere a continuai a lavarmi.
Dovevo
cominciare a chiudere la porta a chiave, dato che quando mi facevo la
doccia o
i maschi della casa (?) erano fuori, oppure stavano dormendo.
Legai l’asciugamano intorno al petto e mi coprii il meglio
possibile. Poi uscii
dal bagno e mi rinchiusi in camera, dove mi vestii. Scesi a fare
colazione e
mamma mi disse felicemente che quel giorno andavamo alle terme
perché papà
aveva le ferie e lei non aveva voglia di stare a casa. Mio fratello era
fuori
con la ragazza, quindi mi presero a forza e mi portarono in macchina.
Avevano
preparato tutto giorni prima. Chris, per la prima volta, mi
guardò preoccupato.
Papà partì. Il luogo era qualcosa di orientale,
dove si stava qualche giorno e
dove potevi trovare le terme, dove c’era un ristorante
giapponese e molte altre
cose. Presero le poche borse ed entrammo dentro a quel posto. Poi mia
mamma mi
disse che dovevo dormire con Chris perché lei non si poteva
permettere troppe
stanze. Dopodiché mi trasportò nelle vasche per
le ragazze.
Passai la giornata solo con mia madre e non vidi papà e
Chris tutta la
giornata. Però mi divertii molto, era da tanto che non
facevo cose solo con mamma.
Cenai solo con lei, ci eravamo completamente scordate degli altri due.
Me ne
ricordai solo quando mi fermai davanti alla mia stanza.
“Bussai” alla porta
scorrevole e Chris mi disse di entrare. Era coricato a terra e mi dava
le
spalle. Gli chiesi se dovevo dormire lì, vicino a lui e lo
sentii sussurrare un
“si.” Gli chiesi di non girarsi perché
mi dovevo cambiare. Frugai dentro la
borsa e trovai il mio pigiama. Mamma aveva scelto quello più
leggero possibile.
Mi chiesi il perché, mi cambiai e mi sedetti davanti il
futon stesso a terra.
Chris si mosse un po’ e si girò per
metà verso me. Mi chiese se non mi
coricavo, così mi coricai il più lontano
possibile da lui. Dopo un po’ di
silenzio mi chiese se avevo freddo. Risposi di no, poi subito dopo di
si.
Ch “Puoi avvicinarti, non ti faccio niente..”
A “Lo so, ma non riesco a fidarmi.”
Ch “Tua madre mi ha detto tutto.”
A “Quindi?”
Ch “Mi fa piacere che sei mia amica..”
Sorrisi.
A “Non ti vedo come un possibile stupratore.”
Ch “Non mi ci vedresti con te?”
A “Tu sei più un tipo da ragazza.. come dire..
meno problematica. Poi siamo
amici e io per adesso non voglio un ragazzo.”
Dopo quello non rispose più, così mi addormentai.
Mi
svegliai tra le braccia di Chris. Si era girato verso
di me e teneva le braccia intorno alla mia pancia. Sentivo qualcosa di
duro
premere contro la mia coscia, ma non gli diedi molta importanza. Mi
misi a
sedere, mi liberai dalle braccia di Chris e mi alzai. Mi assicurai che
stesse
dormendo e mi vestii, per poi uscire. Mi stiracchiai ed andai in
giardino.
C’era freddo, ma non si stava male. Passai
anche quella giornata con mamma, come gli altri due. La notte parlavo
con Chris
per 2-3 ore, poi ci addormentavamo.
Tornammo
a scuola dopo quei quattro giorni e un po’ mi
sentii rilassata. Solo che successe una cosa. Una cosa che odiai. Come
entrai
in classe non c’era nessuno. Solo Nicola. Mi diede il
buongiorno ed andai a
sedermi al mio banco. Lui si alzò e venne vicino a me. Mi
sorrise e si avvicinò
velocemente, per poi baciarmi. Tenni la bocca chiusa fino a quando non
mi prese
una tetta e la strizzò, facendomi male e facendomi aprire la
bocca per emettere
un urlo. Lui infilò la sua lingua dentro e
cominciò a baciarmi con più foga.
Non ci capivo più niente, ero terrorizzata e stavo
piangendo. Chiusi gli occhi,
cercando un modo per risvegliarmi da quell’incubo. Poi,
d’un tratto, lui si
staccò, facendo un verso strano, come se fosse stato
picchiato. Non aprii gli
occhi, corsi in bagno e mi ci chiusi dentro, per poi scoppiare a
piangere.
Passarono delle ore. Sentivo le ragazze che entravano in bagno,
chiacchieravano, poi se ne andavano. Mi venne fame, ma non ci feci caso. Passarono altre ore e
capii che era ora di
uscire dal rumore dei passi di tutti. Qualcuno entrò in
bagno e bussò alla mia
porta. Non risposi, ma il ragazzo (lo capivo dalle scarpe) rimase
lì. “Esci.”
Chris. Lo immaginavo. Risposi di no.
Ch “L’ho picchiato. Mi hanno sospeso.”
A “Non dovevi. Ora ci sei passato tu. Non va bene. Sono
un’idiota.”
Ch “Mi spieghi perché stavi a bocca
aperta?”
A “Mi ha strizzato una tetta e mi ha fatto male.”
Rimase in silenzio e dopo un po’ mi chiese se faceva male. Io
gli urlai un
“SI!” e gli dissi di andarsene. Lui invece si
sedette davanti alla porta. Gli
chiesi se poteva chiamare a mia mamma e lui rispose di si. Sentii il
numero dei
tasti, poi stette in silenzio. Disse che doveva venire a scuola per una
cosa
importante e attaccò. Dopo qualche minuto Chris si
alzò, se ne andò e tornò con
mia mamma. Aprii la porta e l’abbracciai. Ringraziai Chris e
tornammo a casa.
Passò
una settimana prima che tornassi a scuola. Non me
la sentivo di stare lì senza avere nessuno che mi
proteggeva. Chris mi disse di
aver scontato i suoi giorni a casa, così tornai anche io a
scuola. Come mi vide
venne verso di me e mi chiese che facevo il giorno di Natale. Contai i
giorni
rimanenti: 4. Gli dissi che dovevo stare con la mia famiglia, allora mi
chiese
se poteva venire a festeggiare a casa nostra. Gli sorrisi e gli risposi
di si.
Andammo in classe e tutti mi guardarono male. Mi sedetti sulla mia
sedia e
Chris si sedette sopra il mio banco.
A “Sinceramente sembra che devo farti un pompino,
togliti.”
Chris sorrise, poi scoppiò a ridere e scese dal banco.
Strano. MOOOLTO strano.
Poi quel mese aveva già sorriso. I 4 giorni prima della
vigilia passarono con
quelle ore di scuola: molto lentamente.
Chris si presentò davanti a casa mia chiedendomi di uscire.
Dissi a mamma che
stavo uscendo, presi cappotto e sciarpa ed uscii. Non avevo ancora
visto lo
splendore di quel paese a Natale. Le strade erano innevate e i negozi
erano
addobbati con un sacco di lucine. In mezzo alla piazza c’era
un albero enorme,
illuminato e si vedeva benissimo la stella, gigante anche quella e che
si
illuminava. Gli chiesi dove stavamo andando e lui mi rispose
“Al bar..”,
pensieroso. Entrammo dentro al bar e ci sedemmo in un tavolino davanti
alla
grande finestra. Un cameriere arrivò e ci chiese cosa
volevamo. Cioccolata e
caffè. Quando prese la tazzina sorrisi, divertita. Lui mi
guardò confuso e mi
chiese che avevo. Dopo aver finito tutto uscimmo a fare una
passeggiata. Verso
le 20:30 tornammo a casa. Nessuno. Non c’era nessuno in casa.
Solo Al, coricato
su divano, che dormiva.
Mamma mi aveva lasciato un bigliettino dicendomi di stare con Chris
quei
giorni, loro sarebbero rientrati il 5 di gennaio. Preparai la cena e ci
sedemmo
a tavola. Le lucine dell’albero di Natale illuminavano il
salotto e nella
cucina era accesa solo la tv. Mi disse che non aveva mai festeggiato il
Natale,
poi cominciammo a mangiare. Non so perché, ma cominciai a
raccontargli dei
fatti accaduti quando ero piccola, quando credevo ancora a Babbo
Natale. Mi
sembrò di vederlo sorridere ogni tanto, ma non ci feci caso.
Poi scoccò la
mezzanotte e urlai un “BUON NATALE” poi corsi sotto
l’albero e presi un
pacchetto blu, che diedi a Chris, dicendogli di scartarlo. Lui lo
guardò
stranamente e mi venne in mente la cosa che mi disse tempo prima.
Torniamo indietro nel tempo, a novembre. In quella notte in cui mi fece
uscire
di casa per raccontarmi una cosa. Iniziò il discorso
stranamente. Mi disse “Lo
sai che non ho mai ricevuto un regalo da qualcuno?”
All’inizio lo guardai
confusa, poi lui continuò. Mi disse che non aveva mai avuto
un amico. Perché?
Perché sua madre morì quando lui nacque. Suo
padre, che era molto distante da
lui, lo mandava a scuola senza sapere che lì tutti lo
trattavano come un essere
sovrannaturale, dandogli la colpa della morte della donna
più bella e simpatica
del paese. Lei (la madre) aveva lunghi capelli neri e gli occhi color
malva.
Molto rari, che per sfortuna Chris non prese. (Però anche i
suoi.. *o*)
L’ultima cosa che la madre disse fu “Hai dei
bellissimi occhi.” Poi si
addormentò. Comunque. Le madri degli altri bambini cercavano
di tenerlo il più
lontano possibile da loro e dai propri figli. Le maestre, quando si
facevano
attività in gruppo, lo escludevano, lasciandolo da solo in
un angolo,
mettendolo in castigo per motivi inutili, come aver raccolto la gomma
di
qualcun altro da terra. Era sempre solo. Mi disse anche che una volta
si
infatuò di una ragazza perché quella, dopo che ci
fu una rissa, lo aiutò ad
alzarsi da terra e lo medicò. Ma poi lei si
trasferì altrove perché la mamma
non poteva sopportare che sua figlia parlasse con un bambino orribile e
maledetto.
Poi iniziò il vero incubo. Suo padre si risposò
con una donna antipatica e che
aveva già un figlio: Nicola. Dato che Chris rimaneva sempre
solo, Nicola lo
scocciava continuamente e lo picchiava molte volte. Così
Chris cominciò a
picchiare tutti quelli che lo scocciavano. Alla
fine del discorso mi ringraziò e se ne
andò.
Rimasi immobile e mi accorsi che Chris aveva messo un pacchetto giallo
sulle
mie mani. Mi disse che non sapeva cos’altro regalarmi. Il suo
non lo aveva
ancora aperto di regalo. Gli chiesi il perché e lui mi
rispose che si
vergognava. Io aprii il mio e ci trovai una collanina con un ciondolo a
forma di
cuore. Sorrisi e ringraziai, poi gli chiesi di mettermi la collana. Mi
girai
verso di lui e spostai i capelli in avanti. Agganciò la
collana e gli dissi di
aprire il suo regalo. Mi girai e lui lo scartò. Era una
maglietta a maniche
corte con sotto delle maniche lunghe (non so come spiegarlo). La
maglietta
sopra era verde, mentre le maniche lunghe erano bianche. Rimase stupito
e mi
ringraziò. Si avvicinò a me e mi chiese se mi ero
mai innamorata di qualcuno.
A “Ma che c’entra?”
Ch “Tu rispondimi.”
Ci pensai un po’ su, poi risposi di no. Mi chiese se quando
restavo con lui, da
sola, mi sentivo strana ed io risposi “un
po’..”. Poi mi sorrise e disse che
era ora di andare a dormire.
Il
giorno di capodanno si avvicinò velocemente e
cominciai ad uscire sempre più spesso (andavamo solo al bar
e passeggiavamo)
con Chris. Mi chiese se era l’ultimo dell’anno ed
io risposi di si. Guardò
lontano, nell’orizzonte (AHAHAHA) ed io mi misi a ridere per
la faccia che
fece. Si rigirò verso di me e mi chiese il perché
di tanta ilarità. Io gli
risposi che era buffo e tornammo a casa. Al gracchiò ed io
andai a preparare la
cena. Chiesi a Chris che cosa voleva e lui rispose sottovoce
“sembriamo quasi
sposati..” Gli urlai di rispondermi e lui disse
“NON LO SO, FAI TU.” Cominciai
a cucinare a alle 20:30 fu tutto pronto. Misi in tavola in cibo e Chris
si
sedette, e così feci anche io. Lui dopo un po’ si
alzò e prese della birra. Gli
chiesi che se ne faceva e mi chiese se ne avevo mai assaggiato. Gli
risposi
negativamente, così mi riempì il bicchiere. Gli
ricordai che ero minorenne, ma
intanto aveva riempito a metà il suo bicchiere. Mi disse di
mandare tutto giù
velocemente e così feci. Presi il bicchiere titubante e
bevetti tutto in una
volta. Poggiai il bicchiere sul tavolo e gli urlai
“ANCORA!” Così, bicchiere
dopo l’altro, mi ubriacai.
- CHRIS
-
Finì di mangiare e si appoggiò al tavolo. Mi
chiese sottovoce come mi sembrava.
Ch “Eh?”
A “Sono orribile. Una persona orribile.” La guardai
confuso, cercando di capire
il perché di quelle parole. Alzò lo sguardo e mi
guardò tipo cane bastonato. Mi
disse di voler vedere le stelle. Così si alzò e
mi alzai anche io, aiutandola
ad andare in balcone. Si poggiò sulla ringhiera e
guardò su. Sospirò un “che
bello” poi tornammo dentro.
Inciampò e cademmo tutti e due sul divano. I nostri visi a
pochi centimetri di
distanza.
Mi avvicinai a lei e poggiai le mie labbra sulle sue. Aspettai la sua
reazione
e quando socchiuse le labbra decisi che non potevo trattenermi. La
baciai
delicatamente e piano piano chiuse gli occhi. Si staccò un
po’ da me e disse
“Se devi farlo.. non farmi del male..”. Poi si
addormentò.
- ALYSSA
-
Il
1° gennaio. Mi svegliai aprendo lentamente gli occhi. Avevano
suonato al
campanello. Mi alzai e Chris mi chiese dove stavo andando. Avevo
dormito con
Chris? Perché avevo una sensazione strana sulle labbra? Lui
mi seguì fino alla
porta, la aprii e Brad mi diede gli auguri. Gli chiesi che ci faceva
lì e
quando vide Chris, si spaventò. Mi chiese subito delle
spiegazioni ed io gli
chiusi la porta in faccia. Chris si avvicinò a me ed io mi
appoggiai al muro,
ancora assonnata. Mi chiese se ricordavo qualcosa della sera prima ed
io
risposi di no. Si avvicinò a me, al mio orecchio e mi
sussurrò “ti amo.”. Io mi
sentii avvampare, ero arrossita.
A “C-che..” Mi baciò. Era la prima volta
che sentivo dire qualcosa del genere a
me. Mi staccai da lui e sorrisi.
A “S-senti.. anche tu mi piaci.. ma..”
Ch “Posso aspettare quanto ti pare! Io.. io..” Mi
sorrise e mi abbracciò, poi
mi sussurrò ancora una volta quelle dolci parole
“..ti amo.”
-
Angolo dell’autrice -
Eeeeeeeccoci
qua, alla fine, miei cari lettori (?). Ho scritto solo 4 capitoli
perché ho in
mente una storia nuova. Dannata mente, io volevo fare la storia
più lunga T.T
Comunque potete “finirla” come più vi
pare a voi. Insomma, è un finale
“libero”. Potete anche pensare che vengono travolti
da un camion al loro primo
vero appuntamento o che il fratello si incazza e uccide tutti. Beh, qua
finisce
tutto. Emh.. grazie per avere seguito la storia, è la prima
che scrivo completamente su questo sito, quindi è stato un record (?)
Ringrazio anche
Yuki25 che mi ha aiutata a correggere gli errori e che soprattutto mi
ha rotto continuamente le scatole dicendo che si era commossa per
“Ally”. Ora ho finito
seriamente, alla prossima (Se ci sarà una prossima volta.)