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Autore: bluemary    28/09/2007    3 recensioni
"La Regina del Crepuscolo sedeva in mezzo al nulla. Ammantata di tenebre, giaceva nel silenzio simile ad un’ombra più scura della notte, il suo passo era l’Oblio, il suo sorriso la fine di ogni respiro, il suo sguardo uno sconfinato dolore." Una ragazza priva di passato alla ricerca di un luogo in cui non è mai stata, un mercenario dagli occhi di ghiaccio, quattro ombre senza volto che parlano di una leggenda ormai perduta.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed infine sono arrivata al penultimo capitolo. Mi auguro che finora la storia sia stata di vostro gradimento; inoltre volevo avvertirvi che siccome domenica parto per una settimana (finalmente le vacanze XD), posterò l’epilogo al mio ritorno, il prima possibile. Ecco i ringraziamenti per chi mi ha recensito:
Rakyr il Solitario: Ti ringrazio del commento, sono felice che tu abbia apprezzato la scena del bacio^^ In quanto alla tua storia, la leggerò non appena avrò un po’ di tempo libero.
Silencio: Ti ringrazio molto, sono quasi commossa per questa valanga di complimenti! La protagonista volevo caratterizzarla come l’hai descritta tu (ovvero pura ed innocente), quindi sono contenta di ricevere una simile analisi da parte tua; in quanto alla Regina, ad essere sincera un po’ mi sono rifatta al personaggio di un’altra mia storia fantasy, in particolar modo per la bellezza, anche se in questo caso l’ho resa ben più spietata e disumana. Grazie di cuore, mi auguro continuerai a seguirmi^^
Shirahime88: Addirittura due recensioni?! Così mi vizi! Sono felicissima che tu abbia apprezzato entrambi i capitoli e ti ringrazio in particolar modo per il tuo giudizio positivo sui personaggi e sull’ambientazione che ho creato, è davvero uno dei complimenti più belli che potessi farmi! Senza contare che il fantasy è il mio genere preferito, la categoria in cui sto scrivendo una storia ben più lunga e impegnativa di questa, ed il fatto che questo racconto ti sia piaciuto mi infonde una buona dose di fiducia^^ Sulla fine non mi pronuncio, tanto tra breve la scoprirai da sola, spero solo che non ti deluda. A presto!




Capitolo 5: Le Rovine di Ghizmor

-Cosa c’è, piccola?- chiese il mercenario.
A quanto pareva, l’udito sviluppato ed il sonno leggero tipico di chi professava il suo lavoro gli avevano reso possibile svegliarsi al minimo accenno di movimento, scoprendo così che la sua protetta si era alzata in piena notte ed ora camminava come una sonnambula attraverso le Rovine.
Senza dare alcun cenno di essersi accorta della sua presenza, Aryen si diresse verso una piccola conca d’erba, attorniata dai frammenti del Tempio di Ghizmor, il luogo sacro in cui le Sacerdotesse della Natura venivano addestrate e preparate ad assurgere al rango di Guardiane. Giunta vicino ad un gruppetto di margherite, si chinò e cominciò a scavare, incurante di sporcarsi e ferirsi le mani, affondando le dita nella terra fresca e friabile da cui sentiva provenire un richiamo sempre più impellente, antico quanto la sua stessa vita. Dopo quella che parve un’eternità, dal suolo cominciò ad affiorare una roccia di uno strano colore azzurrino, che si dissolse in cenere non appena entrò in contatto con la pelle della ragazza; sotto di essa si trovava una piccola scatola rettangolare in legno di quercia, totalmente priva di decorazioni o sigilli. Come se sapesse già cosa conteneva, Aryen indugiò qualche secondo ad accarezzarne il coperchio sottile e levigato, ripulendolo dalle incrostazioni di terra.
Un bagliore gelido attraversò rapido gli occhi del mercenario, mentre la pallida luce della luna e delle stelle lo illuminava. Fino a quel momento aveva seguito le azioni della sua compagna di viaggio senza proferir parola, troppo concentrato sulla lotta che divampava nel suo animo per prestare attenzione alla sua ricerca; tuttavia, non appena comprese quale tesoro era stato rivelato, l’espressione impassibile con cui affrontava tutti i combattimenti scese sul suo volto per nasconderne le emozioni e la decisione appena presa.
-È la Pergamena?- chiese, pur conoscendo già la risposta.
Aryen gli fece un silenzioso cenno d’assenso, stranamente riluttante all’idea di mostrargli ciò che aveva trovato. Lo fissò negli occhi per un paio di secondi, prima di decidersi a soddisfarne la curiosità. Lentamente aprì la scatola, mentre il cuore sembrava esploderle nel petto semplicemente per la tensione e per una gioia selvaggia e sconosciuta, mai provata prima.
A bocca aperta si mise a fissare il contenuto di quel piccolo scrigno, incantata per lo spettacolo che le si era rivelato davanti agli occhi: rune quasi splendenti nel buio prima dell’alba, il potere della Natura che affluiva libero dalla carta alle sue mani, lo spirito di una Strega vissuta più di cento anni prima. La Pergamena.
Ravhen la rimirò con un sorriso privo di ogni calore.
-Dammela.- le ordinò, con un tono di voce gelido che non le aveva mai rivolto nei giorni passati.
Bruscamente distolta dalla sua muta ammirazione, Aryen parve risvegliarsi da un sogno.
-Che… cosa? Ravhen…- sussurrò, vedendo lo sguardo spietato del compagno.
L’uomo fece una smorfia.
-Avresti dovuto immaginare che sarebbe finita così.- la accusò -In fondo sono un mercenario. Non possiedo alcun ideale, tranne il mio personale guadagno.
Le parole parvero bruciargli le labbra nel momento in cui le pronunciava, conscio di quanto labile fosse la convinzione che le sosteneva. Per la prima volta qualcosa aveva messo in dubbio il suo stile di vita, l’indifferenza con cui trattava ogni altra persona, l’egoismo di cui era stato costretto ad ammantarsi per una semplice questione di sopravvivenza. E non gli piaceva il modo in cui questa consapevolezza stesse scavando nel suo petto, alla ricerca di un varco per raggiungere il cuore, nonostante ormai fosse troppo tardi per qualunque ripensamento.
La notte precedente si era ritrovato a dover scegliere tra il familiare cammino che lo aveva reso un mercenario privo di debolezze e sentimenti ed una strada ignota, cosparsa di nuove quanto irritanti emozioni, a fianco di una ragazzina conosciuta per sbaglio e fin troppo rumorosa.
Pur non volendolo ammettere nemmeno con se stesso, non era stata una decisione facile.
Aryen lo fissava senza riuscire a muoversi ed ancora Ravhen si ritrovò a fronteggiare quegli occhi carichi di innocenza, puri come quelli di una bambina, occhi che probabilmente lo avrebbero perseguitato per il resto della sua vita.
-E allora perché mi hai salvato quella volta? E perché hai continuato a proteggermi, fino ad arrivare in questo luogo?
Le labbra dell’uomo si piegarono in un sorriso amaro.
-Diciamo che è stato un momento di debolezza. Non fraintendermi, tu mi piaci davvero, credo che avremmo potuto essere una bella coppia. Ma io sono un mercenario, un assassino a pagamento.
S’interruppe un solo istante, per rimirare i tratti delicati del suo volto, quasi desiderasse imprimerseli a fuoco nella memoria.
Lei, così indifesa ed incontaminata dalla cattiveria degli esseri umani…
Lei, che nonostante tutto lo amava…
Ma ormai il sogno di una vita al suo fianco si era dissolto con i primi bagliori del mattino.
-E tu sei troppo pura per il mio mondo.- concluse con voce dura.
La ragazza si morse un labbro per impedire alle mille emozioni che la tormentavano di esplodere in un pianto carico di dolore.
-Se non desideravi più accompagnarmi potevi anche lasciarmi sola. Perché vuoi la Pergamena?
Ravhen si scostò pigramente un ciuffo di capelli dalla fronte.
-Ci ho riflettuto molto. Vedi, piccola, credo che in molti pagherebbero cifre incredibili pur di mettere le mani su questo pezzo di carta.- i suoi occhi per un attimo sembrarono appartenere ad un uomo ben più anziano della sua reale età, come se fossero invecchiati precocemente rispetto al resto del suo corpo -Ed io sono stanco di rischiare ogni giorno la morte per guadagnarmi da vivere.
Le mani della fanciulla si strinsero alla Pergamena, portandola al petto come se sperasse di riuscire in qualche modo a proteggerla dalle mire dell’uomo.
-La Pergamena non è tua, è delle Guardiane, da essa dipende la salvezza del mondo.
Il mercenario scosse la testa con un sospiro. Con un movimento apparentemente casuale appoggiò la mano destra sull’elsa della spada.
-Dammela, Aryen, non ti farò del male se non opporrai resistenza.
All’improvviso la ragazza si voltò, cercando di scappare, ma il mercenario fu rapido ad afferrarle il polso e trarla a sé, in modo da impedirle ogni altro tentativo di fuga.
-Ultima occasione.- le sussurrò all’orecchio –Dammi la Pergamena, o te la prenderò con la forza.
Trattenendo a stento le lacrime, la ragazza strinse i pugni e gli tese ciò che le aveva chiesto.
Ravhen se ne appropriò con un gesto brusco, gli occhi fissi nei suoi. Ancora una volta vederla così indifesa e disperata gli provocò una curiosa sensazione di disagio all’altezza del petto. Le sfiorò i capelli in una rapida carezza, prima di ritornare l’impassibile mercenario che era sempre stato.
-Sai, un po’ mi dispiace, piccola.
Sorrise, ma presto la sua espressione trionfante si dissolse in una smorfia sorpresa quando una luce si sprigionò dalla sua mano sinistra. La aprì con riluttanza, spaventato da quello che avrebbe potuto scoprire, ma ormai lo spirito della Strega si era già proteso verso la fanciulla, simile ad un filo dorato che si faceva più nitido e spesso di secondo in secondo. Le rune scritte nella Pergamena cominciarono a svanire mentre si imprimevano per un istante sulla pelle della ragazza, infondendole il loro potere, risvegliando completamente l’anima nascosta dentro di lei. Per un attimo Aryen ripensò alle visioni di poche ore prima, quell’ultimo sogno che non avrebbe mai dimenticato e le aveva svelato il proprio destino. Un destino a cui, specchiata negli occhi gelidi del mercenario, non trovava più la forza di opporsi.
-Dispiace anche a me.

   
 
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