Una notte da… grifoni
Un fastidioso raggiò di sole colpì il viso di Hermione, strappandole un mugolio di protesta e ponendo fine a un sonno ristoratore di cui avrebbe davvero, davvero avuto bisogno.
Aprì gli occhi e per un istante la stanza, di fronte a lei, parve sussultare e roteare su sé stessa. Un attimo dopo tutto tornò a posto, ad eccezione di una pulsazione fastidiosa all’altezza delle tempie e un peso insolito sul fianco.
La ragazza fece per alzarsi, ma quello strano peso la bloccò e avvertì qualcosa, proprio alle sue spalle. Una specie di suono appena accennato, flebile ma innegabilmente umano. Accigliandosi, Hermione si voltò appena e sbiancò.
Il peso non era altro che un braccio, stretto attorno alla sua vita, e il suono era giunto da una persona stesa accanto a lei. La stessa persona che la abbracciava, e che aveva il viso nascosto contro la sua spalla. Una persona con i capelli rossi.
-Oh per…- esalò Hermione, ma il pensiero successivo le fece morire la frase sulle labbra. Abbassò lo sguardo, sollevò la coperta scura, ed emise un gemito soffocato riabbassandola velocemente, preda di un pudore che, a meno che non si sbagliasse di grosso, sarebbe risultato totalmente inutile. Sotto la coperta la ragazza era totalmente nuda e, sospettava, non era la sola –Oh Merlino, oh Merlino, oh Merlino.- tremò, immobile, terrorizzata all’idea di svegliare il compagno. Si stese lentamente e, mentre cercava di non rabbrividire quando un respiro lieve le sfiorò la pelle, cercò disperatamente di ricordare.
Hermione aveva
capito che non sarebbe stata una serata tranquilla nel momento stesso in cui
Molly e Arthur, a colazione, avevano annunciato ai figli che prima di cena
sarebbero andati da Percy e che sarebbero tornati il
pomeriggio seguente. Non appena sentita la notizia sui volti di Fred e George
erano comparsi due ghigni identici che, sommati o presi singolarmente, non
suggerivano niente di buono.
Così, mentre
salutava i signori Weasley e ascoltava Ginny assicurare
che sarebbe andato tutto bene e che non sarebbero andati a letto troppo tardi,
Hermione si era dovuta mordere l’interno della guancia per non aggiungere un
“Se Merlino ci aiuterà”.
I due coniugi
si smaterializzarono dopo aver salutato anche Ron ed Harry e, per un istante,
un silenzio decisamente innaturale scese sulla Tana. Dopo qualche secondo fu
George a spezzarlo –Bene, gente. Io e Fred andiamo.-
I rimanenti si
accigliarono –Andate dove?- domandò Ginny,
sospettosa.
-Abbiamo un
appuntamento.- la liquidò vago Fred –Torneremo in un paio d’ore, comunque. Voi
preparate qualcosa da mangiare, eh?-
-Sì, ma non una
cena. Anche perché tremo al pensiero di cosa ci propinereste. Qualche panino. E
in cantina ci sono le scorte di dolci… tu sai dove, Gin.-
-Ehi, perché io
non lo sapevo?- protestò Ron.
-Perché te le
saresti finite in un soffio, fratellino. Ora fate i bravi e fate quello che
dovete. Noi torniamo appena… fatto.-
-Fatto? Che
cosa dovete…- tentò Hermione, decisamente preoccupata dall’aria con cui Fred
aveva pronunciato quell’ultima frase, ma prima che potesse indagare i due
gemelli erano scomparsi nel nulla con un sonoro crack. La Grifondoro si voltò
verso Ginny –Tu hai idea di cosa stiano combinando?-
-Nemmeno
mezza.- scosse il capo lei –Ma direi di fare come hanno detto. In ogni caso
dovremo pur mangiare. Ragazzi, voi tagliate del pane? Io ed Hermione andiamo a
prendere le famose scorte.-
-Perché non
io?- intervenne Ronald.
-Perché se Fred
e George sapessero che ti ho fatto vedere il nascondiglio mi ucciderebbero.-
chiarì Ginny, trascinandosi dietro l’amica verso la
cantina.
Dopo un’ora e
mezza, tutto era pronto. Ginny ed Hermione si erano
un po’ fatte prendere la mano e il tavolo era imbandito con una specie di
buffet, decisamente invitante per quanto costituito da cose semplici. Avevano
preparato una crema di cioccolato in cui inzuppare dei biscotti, tramezzini,
delle piccole pizzette che aveva suggerito Harry e che avevano riscosso subito
un grande successo tra i maghi Weasley, tartine di diversi tipi e un paio di
scodelle di dolciumi.
Hermione sfornò
l’ultima teglia di pizzette e Ron, spuntando alle sue spalle, ne rubò una
–Ronald! Se ti mangi tutto ora non è proprio la stessa cosa, sai!-
-Scusa.-
sorrise il ragazzo con un gran sorriso, la pizzetta già scomparsa –Sei brava a
fare queste cose.-
-Sono una delle
poche cose che so preparare, in realtà. Non sono granché in cucina.-
-Oh, beh, non è
poi così importante.- scosse le spalle lui –Sei brava in mille altre cose,
insomma. Sei già stupenda così.-
Hermione si
trattenne a stento dallo sbarrare gli occhi, decisamente sorpresa dalle sue
parole –Io… grazie, Ron.- sorrise, arrossendo leggermente.
-Senti… stavo
pensando che…-
Il tipico crack
di una smaterializzazione inghiottì le parole di Ron, e i due sobbalzarono
trovandosi di fronte i gemelli in compagnia di Lee e non solo. Dietro di loro
c’era una mezza dozzina di scatoloni dall’aria decisamente sospetta, che
Hermione occhieggiò prima di salutare il compagno di classe.
-Oh, wow.-
commentò George, lanciando uno sguardo al tavolo imbandito –Avete capito,
allora?-
-Capito cosa?-
domandò la ragazza, senza smettere di osservare le scatole –Cosa sono quelle?-
-Queste,
Granger, sono il meglio del mercato nero di Diagon
Alley.- ghignò Fred –Abbiamo… Whisky incendiario, Siero di Venere, Zucca
Ubriaca… e qualcos’altro di cui non ricordo il nome.-
Hermione e Ron
rimasero un attimo in silenzio, contemplando la merce –Cosa? Fred, mamma e
papà…- tentò Ron.
-Mamma e papà
non torneranno prima di domani pomeriggio e, per allora, sarà tutto scomparso.
Lee va via domani mattina e porta con sé le bottiglie.- lo liquidò George –Ora,
dovrebbero quasi arrivare anche… oh, eccole.-
Un ennesimo
crack annunciò l’arrivo di Katie e Angelina, accompagnate da un ragazzo alto
che non conoscevano.
-Ciao,
ragazzi.- salutò Katie con un sorriso, senza scomporsi troppo davanti
all’espressione incupita di Hermione che ancora pensava alle enormi, esagerate
quantità d’alcool che i gemelli avevano portato –Vi presento il mio fratello
maggiore, Dean.-
Dean aveva un
anno in più di Katie e, si scoprì, era un magonò, per
questo non l’avevano mai visto a scuola. Quando l’ebbe presentato anche ad
Harry e Ginny, George decretò con un gran sorriso che
la festa poteva cominciare.
Per qualche
istante Hermione pensò che, dopotutto, magari non sarebbe stato così terribile.
Mangiarono, sorseggiando burrobirra, e dopo un po’ si
trovarono a ridere e scherzare tranquillamente immergendo grossi pezzi di
biscotto nella crema al cioccolato. Hermione scoprì di potersi rilassare, dato
che non erano a scuola, e la conversazione verté sul Quidditch solo un paio di
volte, così riuscì senza troppi problemi a inserirsi nella conversazione, arrossendo
con piacere quando tutti si complimentarono per le pizzette.
Scoppiò a
ridere ad una battuta di George mentre si sporgeva a prendere un biscotto e,
facendolo, i suoi occhi incontrarono quelli del secondo gemello, seduto
all’altro capo del tavolo, accanto ad Angelina. Fred la stava evidentemente
osservando, le braccia al petto, e un vago sorriso aleggiava sul suo viso. Lei
gli rivolse uno sguardo interrogativo, mentre un lieve calore le imporporava le
guance, ma lui rispose con un cenno di diniego e tornò a concentrarsi sulla
conversazione.
Poco tempo dopo
abbandonarono il tavolo, continuando a mangiare sparsi per la stanza, in
piccoli gruppetti. Fred e George stavano parlando con Angelina, Harry con
Katie, Dean e Lee. Lei era con Ginny che, scusandosi,
raggiunse Harry.
-Assaggia
questo.- esclamò Ron, a voce stranamente bassa, attirando la sua attenzione e
passandole una fragola immersa nella cioccolata. Hermione sorrise e accettò il
frutto che, dovette ammettere, era assolutamente divino –Grazie, Ron! È
buonissimo!-
-Lo sapevo che
ti sarebbe piaciuto.- annuì il ragazzo, e le orecchi gli si tinsero di rosso
–Senti… ti andrebbe di and…-
-Allora,
ragazzi, venite o no?- Fred compare praticamente dal nulla, poggiando un
braccio sulle spalle del fratello e uno su quelle di Hermione –Si comincia!-
-Di già?-
domandò George, ancora con Angelina.
-Ovvio,
dobbiamo avere il tempo di svuotare le scorte! Non vorrai che ne avanzi.-
affermò il gemello con decisione, spingendo Ron avanti –Apri una bottiglia di
whisky incendiario, fratellino. Iniziamo con qualcosa di leggero.-
-Leggero?-
domandò Hermione, osservando Ron che tirava fuori una bottiglia –Non mi sembra
poi così leggero.-
-Cosa succede,
prefetto perfetto Granger? Paura di non reggere un po’ di alcool?- domandò
Fred, sollevando un sopracciglio –Se non ne hai il coraggio non sei obbligata a
partecipare.-
-Certo che ho
il coraggio!- sbottò la ragazza, colta nel segno. Solo dopo, mentre con un
ghigno Fred andava ad aiutare Ron a preparare diversi bicchierini ottenuti
rimpicciolendo quelli di loro madre, si rese conto che forse avrebbe fatto
meglio a informarsi su cosa avevano intenzione di fare, prima di accettare.
-Ok, gente,
queste sono le regole! Iniziamo con due bicchieri a testa. Ogni volta che
qualcuno pronuncia la parola “bene”, “bello” o “scopa” si beve tutti.- annunciò
George –Capito tutto?-
Hermione esitò,
incerta. Due bicchieri per lei erano già troppi, non aveva mai bevuto nulla di
più pesante di un po’ di spumante ai matrimoni dei suoi parenti!
-Granger, ci
stai già ripensando? Se vuoi tirarti indietro…-
-Neanche per
sogno.- ribatté lei, prima di poter riflettere su ciò che stava accettando
–Vogliamo iniziare o no?-
-Bene.- con il
solito ghigno Fred le passò due bicchieri, poi prese i suoi –Avete tutti la
vostra dose? Bene! Dovete berlo tutto d’un fiato, mi raccomando. Tre, due,
uno…-
Tutti in
contemporanea buttarono giù il liquido trasparente ed Hermione dovette
trattenersi con tutte le sue forze per non sputarlo. Era fortissimo e sentì
ogni singola goccia bruciarle la gola. Ma, prima che avesse tempo di tossire,
George ordinò –Giù il secondo!- e lei, senza riflettere, bevve.
-Tutto ok,
Granger?- domandò Fred squadrandola. Lei, scocciata dalla sua aria saputa, gli
sbatté in mano i bicchieri –Certo, cosa credi? Sto bene.-
-Lo sapevo!-
gioì il ragazzo con un gran sorriso –La Granger ha detto la parola! Si beve!-
esclamò, rimettendole in mano il bicchiere.
Rossa di rabbia
e imbarazzo, lei lo afferrò e senza una parola lo svuotò in un solo sorso
mentre Fred faceva lo stesso. Quando posò il bicchiere avvertì un lieve
giramento alla testa e si poggiò al tavolo, ma subito dopo si riprese e tornò a
chiacchierare con Ginny.
Angelina
pronunciò la parola scopa dopo meno di cinque minuti e tutti tornarono a bere. Poi,
quando Ginny mise un po’ di musica e l’ultima canzone
delle Sorelle Stravagarie risuonò nella stanza, Katie
esclamò –Merlino, che bella questa canzone!- e George versò a tutti un altro
giro.
Hermione iniziò
a sentirsi leggera, scoprì che era facile non preoccuparsi di quello che
avrebbero detto i signori Weasley se fossero tornati all’improvviso o di cosa
avrebbe pensato la gente se avessero scoperto di quella serata.
-Ehi, ehm….
‘Mione?-
Ron aveva le
guance e le orecchie rosse: mentre le seconde erano assolutamente normali,
Hermione sospettava che le prime fossero dovute più a ciò che avevano bevuto
che all’imbarazzo e si domandò se anche le sue si fossero arrossate.
-Mh?-
-Sai… prima ti
volevo chiedere se ti andava di andare un po’ fuori. Un po’ d’aria, insomma…-
-Oh… sì, ok. Va
bene.- annuì lei.
-Bene! Insomma…
bene.- sorrise lui, ma una tale triade non poteva sfuggire all’orecchio attento
di Fred, che subito annunciò –Ah! Tre bene in un colpo solo! Oh, aspettate,
l’ho detto anche io… quattro!- esultò –Bicchieri pronti, anche voi due! Non
fingete di non essere i responsabili!-
-Ma…- cercò di
protestare Ron, lanciando uno sguardo alla porta e poi ad Hermione, ma George
lo trascinò verso il tavolo –Niente ma! L’unica esonerata è Ginny
perché… beh, non credo che riusciremmo a svegliarla.-
Solo in quel
momento Hermione, mentre prendeva il bicchiere che le veniva passato, si rese
conto che l’amica era sprofondata su una poltrona con la testa che ciondolava
pericolosamente da un lato. Normalmente si sarebbe preoccupata, ma non quella
sera: con una risata leggera bevve il primo bicchiere, che si rivelò diverso
dai precedenti. Sembrava più forte, ma era anche molto più buono.
-Siamo passati
al Siero di Venere.- annunciò Lee. Mentre versavano il secondo giro Harry
sussultò e in un istante era scomparso su per le scale, una mano sulla pancia e
una pigiata sulla bocca.
-Un altro ci ha
abbandonati! Giù il secondo, forza!-
Hermione rise
con tutti gli altri quando Katie si sedette a terra, annunciando che era la
regina di Hogwarts prima di crollare definitivamente. Divertito, Dean la
sollevò tra le braccia e chiese un po’ di metropolvere per portarla a casa. Una
volta salutato il ragazzo, trangugiarono il terzo giro.
Al bicchiere
successivo toccò a Ron abbandonare il gioco: inciampando finì dritto sul divano
e, dopo pochi secondi, stava russando sonoramente. Nello stesso momento George
e Angelina scomparvero dalla stanza e, quando Lee se ne rese conto, Fred
suggerì di evitare di andare a cercarli.
-Beeene bene.-
esclamò Lee che ormai strascicava le parole in modo ridicolo –Siamo rimasti
solo noi. Propongooooo una nuova sfida, eeeeh?-
-Sei ubriaco,
Lee.- rise Hermione, ma mentre si avvicinava al tavolo dovette sorreggersi e
rise ancora più forte mentre prendeva posto e Fred si sedeva accanto a lei
–Sentiamo, cosa proponi?- domandò il gemello, sempre pronto a qualsiasi
scommessa.
-Beviamo fino a
che non finisce… questa bottiglia.- spiegò, mostrando una bottiglia di Sciroppo
Shoccante ancora chiusa –Un bicchiere dopo l’altro e viiiiiiiiiiiiaaaaaaa.
Chi dopo riesce a stare in equilibrio suuuu…- si
interruppe, riflettendo con aria concentrata –Suuuulla
scopa di Fred.-
-Aaaaaaah. La Granger non riesce a volare su una scopa
nemmeno da sobria.-
Hermione lo
spinse ridendo, ma mirò male e scivolò, appoggiandosi al gemello per evitare di
cadere –Sei proprio… proprio idiota, Weasley.- commentò tra le risate mentre
lui la sosteneva, indugiando con la mano sulla vita della ragazza –Non riesci a
resistermi Granger?-
-Alla tua
idiozia.- ribatté lei con una linguaccia che divertì molto Fred.
-Baaasta, ora. Pronti?- intervenne Lee, che aveva già
riempito i primi bicchieri Forza voglio vedere chi arriva alla fine. Via!-
Ma Lee, partito
con grande entusiasmo, cedette al terzo giro, la testa sul tavolo e la bocca
spalancata in una specie di continuo russare.
-Eccoci, siamo
rimasti solo noi.- ghignò Fred, versando nuovamente lo Sciroppo per sé e per la
ragazza –Io e il prefetto perfetto, chi l’avrebbe detto?-
-Mi hai sempre…
sottovalutato, Weasley.- sbottò lei, prendendo il bicchiere e svuotandolo –Ooora però me ne vado… a letto, ora che riesco ancora a
stare in pied…- non aveva ancora terminato che le
gambe le cedettero ed era già pronta a incontrare il pavimento, ma qualcosa la
sostenne.
-Ehi Granger,
attenta.- ridacchiò Fred, rimettendola in piedi.
-Scusa.-
mormorò lei, trovandosi all’improvviso davvero molto vicina al ragazzo.
-Ad ogni modo
io non ti ho mai sottovalutata, Granger.- sorrise lui, senza distanziarsi da
lei, anzi accarezzandole i capelli con una luce negli occhi –Anzi.-
-Fo… forse
dovremmo…- Fred la strinse di più a sé e la sua mano scivolò verso il basso,
accarezzando la schiena di Hermione, che rabbrividì –Salire… in camera.
Insomma, tu nella… nella tua, e io…-
-E tu nella
mia?- propose il ragazzo con un sorriso diverso dal solito: era invitante,
prorompente, e inondò il cuore di Hermione come un’onda anomala. La ragazza
ringraziò mentalmente Fred, che la stava ancora sostenendo, altrimenti sarebbe
scivolata a terra e si sarebbe sciolta.
-Fred… sei
ubriaco.- mormorò, mentre pian piano si trovava sempre più stretta al corpo del
ragazzo, che aderiva al suo in modo inaspettatamente perfetto.
-Sono brillo.- la
corresse lui a pochi millimetri dal suo orecchio, solleticandole il collo con
la punta del naso –E lo sei anche tu. Cambia qualcosa?-
-Immagino che
dovrebbe.- tremò Hermione, ma nonostante ciò che diceva non voleva staccarsi da
lui. Stava così bene, tra le sue braccia.
-Io lo voglio.
Ti voglio.- la mano di Fred si insinuò sotto il lembo della maglia di lei,
accarezzandole la pelle fresca della schiena –Devi decidere tu.-
Hermione
inspirò profondamente, ma annuì. Vide il sorriso di Fred brillare davanti ai
suoi occhi e poi si separarono, ma lui le prese la mano stringendola nella sua
–Vieni.-
Si mossero
insieme verso il piano superiore, mano nella mano. Hermione si sentiva leggera
e allo stesso tempo pesante, a tratti tranquilla e agitata. Sapeva cosa stava
per fare e lo voleva, ma non era sicura se in caso contrario sarebbe stata in
grado di opporsi. Il calore di Fred, le sue mani, il suo corpo e il suo sorriso
erano come il canto delle sirene, non poteva fare altro che seguirlo e così
fece, fino alla porta della stanza che condivideva con George.
Inspirò
profondamente mentre il ragazzo apriva la porta. Sapeva che c’erano mille
motivi per non superare quella soglia, ma in quel momento proprio non le
venivano in mente e, quando Fred si voltò verso di lei con un sorriso e una
luce di desiderio negli occhi chiari, smise di provare a ricordarli.
Entrò nella
stanza immersa nel buio e, quando Fred chiuse la porta, si sentì priva di
equilibrio, come se l’intero mondo le stesse scivolando sotto i piedi.
Chiuse gli
occhi, cercando di resistere alla tentazione di sedersi a terra e pregare di
smaltire tutto l’alcool che aveva in corpo, ma un istante dopo sentì due mani
grandi e decise poggiarsi sui suoi fianchi e il mondo smise di ruotare,
trovando un centro nelle braccia di Fred che le circondarono la vita.
-F… Fred…-
esalò quando sentì le sue labbra poggiarsi sul suo collo, accarezzandole la
pelle sottile sotto l’orecchio –Che stiamo…-
-Shhht.-
sussurrò Fred facendole scivolare la mano sotto la maglietta. Hermione
rabbrividì, ma il suo brivido non aveva nulla a che fare col freddo. La sua
pelle reagiva al tocco di Fred con un’immediatezza sorprendente e non poté fare
a meno di lasciarsi cullare dalle sue carezze che si facevano sempre più intime
e piacevoli. Quando non riuscì più a resistere si voltò Fred e, prima ancora
che potesse rendersene conto, le sue labbra incontrarono quelle di lui in un
bacio lieve, sorprendentemente casto, che tuttavia trasmise a entrambi un
fremito mai provato. Quando si separarono Fred appoggiò la fronte su quella di
lei e rimasero fermi per un lungo istante, i respiri già ansanti e le mani
dell’uno sul corpo dell’altro: Hermione stringeva tra le dita la maglietta di
Fred, come a volersi sostenere e contemporaneamente trattenerlo a sé. Lui, che
non aveva nessuna intenzione di allontanarsi, continuava a esaminarle la
schiena fino a trovare il coraggio di fare un passo in più. Le sfilò
l’indumento con un movimento fluido, incredibilmente naturale, e non appena la
sentì fremere la attirò nuovamente a sé, apprezzando con un gemito soffocato il
modo in cui il corpo della ragazza aderiva al suo con precisione.
Fred la strinse
per un istante, poi la spinse indietro e lei sentì il bordo del letto contro le
gambe prima di cadere sul materasso, seguita immediatamente da Fred che la
raggiunse e la baciò nuovamente. Stavolta fu molto diverso ed Hermione affondò
le dita tra i capelli di lui mentre approfondivano quel contatto, le lingue
coinvolte in una danza sensuale e naturale, le mani di Fred che scivolavano sul
suo corpo soffermandosi sul piccolo seno. Quando si separarono, Fred scese a
baciarle il collo e poi di più. Hermione si morse il labbro, soffocando un
sospiro sentendolo scendere sul seno e sul ventre, facendole inarcare la
schiena. Le dita si strinsero sul lenzuolo, torturandolo come Fred stava
facendo con la sua pelle, giocandoci e stimolandola come Hermione non aveva mai
immaginato fosse possibile.
-Oh io… Fred…-
esalò. Il ragazzo si sollevò sulle ginocchia, sfilandosi la maglietta, e
Hermione riuscì a stento a non rimanere a bocca aperta davanti alla sua figura.
Non era eccessivamente muscoloso, ma le spalle larghe e gli addominali erano
scolpiti dal Quidditch, per non parlare delle braccia forti.
-Sei
bellissima, lo sai?- Hermione sussultò, rendendosi conto che Fred la stava
guardando esattamente come lei osservava lui. Si portò le braccia al corpo,
cercando di coprirsi, ma il ragazzo la fermò bloccandole i polsi –No, voglio
vederti.- sorrise, prima di chinarsi nuovamente sul suo ventre e depositarvi
una scia di baci leggeri mentre le dita trafficavano più in basso, lottando con
la cintura che sosteneva i jeans di lei. Quando finalmente riuscì a sganciarla
tornò a baciare Hermione per un istante, poi la aiutò a sfilarsi i pantaloni.
Solo quando si appoggiò nuovamente sul lenzuolo fresco lei si accorse che non
le aveva tolto solo i jeans e, d’istinto, strinse le gambe. Lui non protestò,
anzi si sistemò accanto a lei e cercò le sue labbra, sfiorandole con dolcezza.
Quel bacio vinse in fretta l’imbarazzo di Hermione, che lasciò che lui le
sganciasse il reggiseno e si trovò completamente nuda, stretta contro di lui
che le esplorava il seno con mani sapienti.
Smise di
baciarla, continuando a guardarla negli occhi con intensità e un sorriso
coinvolto, lasciando scivolare la mano verso il basso e trovando l’intimità di
lei. La sfiorò delicatamente ed Hermione gemette, chiudendo gli occhi. Le dita
continuarono a stimolarla, senza entrare in lei, che presto si trovò a inarcare
la schiena per incontrare il corpo del ragazzo che la attraeva come una
calamita.
-Hermione… ti
voglio.- esalò Fred, la voce roca e il respiro corto –Mi vuoi, Hermione?-
Lei non
rispose. Non era in grado di parlare, ma
riuscì a zittire l’imbarazzo che naturalmente l’avrebbe frenata e le sue mani
trovarono il bottone dei jeans di lui, facendolo scattare. Lo sentì sorridere
contro la sua pelle e il ragazzo la aiutò a sfilargli i jeans. I boxer
scivolarono via un attimo dopo ed Hermione rabbrividì, incredibilmente
consapevole di ciò che stavano per fare nonostante ogni cosa sembrasse avere i
contorni indefiniti di un sogno.
-Farò piano.
Non aver paura.- mormorò Fred, accarezzandole i capelli e baciandola mentre
scivolava dentro di lei. Hermione sentì il respiro spezzarsi e gettò indietro
la testa, avvertendo ogni singolo millimetro della sua virilità che entrava in
lei, doloroso ma allo stesso tempo incredibilmente piacevole e appassionante
–Vuoi che mi fermi?-
-No… no, ti
prego… oh, Fred…- gemette, mentre lui entrava in lei sempre di più, affondando
con dolcezza nella sua intimità. Rimase fermo, accarezzandola e baciandola,
finché il dolore non scomparve del tutto. Solo allora, dapprima lentamente,
iniziò a muoversi in leggere spinte che si fecero via via più ritmiche e
profonde.
Per la prima
volta in vita sua, Hermione non sentì la necessità di pensare. Si strinse a
lui, rispondendo alle sue spinte con inesperto entusiasmo, e ogni gemito di
Fred aumentava quasi di riflesso il piacere che la avvolgeva.
-Ah, sì…- esalò
Fred, sentendo le unghie di lei sulla schiena, il suo respiro spezzato e il
battito potente del suo cuore. Spinse nuovamente, sentendosi incredibilmente
bene dentro di lei. Non era certo la sua prima volta, ma non era mai stato così
con una ragazza. Hermione era speciale, dolce, anche la sua inesperienza lo
eccitava. Era come se fosse fatta apposta per essere lì, tra le sue braccia,
sotto il suo corpo, e avrebbe voluto non lasciarla più andare.
-Ti prego sì…
oh Fred, io…- ma Hermione non finì la frase. La potente scossa dell’orgasmo la
avvolse, sconvolgendola, e si strinse a lui che la baciò con ardore, soffocando
in quel bacio le grida di entrambi. Hermione si lasciò andare al piacere,
lasciandosi circondare dal calore dell’abbraccio di Fred, mentre decine di
fuochi d’artificio esplodevano nel suo cuore.
-Oh Merlino.- sussurrò, cercando disperatamente di decidere cosa fare. Ma per la prima volta non ragionò abbastanza rapidamente: sentì il corpo dietro di lei muoversi e un attimo dopo Fred era sveglio.
Hermione si morse il labbro, tentata di fingere di dormire. Non voleva affrontare quel momento, quando Fred si sarebbe reso conto di cosa avevano fatto. Non voleva sentire le sue scuse, le sue spiegazioni. Poteva immaginarle, e già questo era più doloroso di quanto potesse sopportare. Le avrebbe detto che si erano divertiti, ma che non avrebbe mai pensato di andare a letto con lei se fosse stato sobrio. Magari le avrebbe fatto l’occhiolino e poi, prima di scendere a colazione come se niente fosse, avrebbe suggerito di non farlo sapere agli altri.
Aveva appena deciso di far finta di dormire quando, inaspettatamente, Fred si sollevò su un braccio e lei sentì le sue dita scivolarle tra i capelli –Ehi? Sei sveglia?-
Hermione inspirò profondamente, ruotando sulla schiena per trovarsi faccia a faccia con lui: dopotutto era una Grifondoro, il coraggio era la sua caratteristica più importante –Sì, anche se ho un po’ di mal di testa.-
Fred sorrise –Con tutto quello che abbiamo bevuto mi sorprenderebbe il contrario. Passerà presto.- la tranquillizzò, accarezzandole il ventre –Allora. Una nottata interessante, no? Ricordi qualcosa?-
-Ricordo tutto.- ammise di malavoglia lei. Sarebbe stato più semplice fingere che non era così, ma non voleva negare ciò che era successo. Aveva perso la sua verginità, quella notte. L’aveva donata di sua volontà e non voleva nascondersi dietro la scusa di aver bevuto.
-Beh, peccato. Sarebbe stato piacevole aiutarti a ricordare.- scherzò Fred, chinandosi su di lei e lasciandole un bacio sulle labbra, cosa che la colpì non poco.
-Fred… cosa…- si accigliò, sorpresa. Non stava andando esattamente come si era aspettata.
-Fammi indovinare, avevi già elencato le frasi che ti avrei detto. Beh una bella notte, magari non diciamolo in giro? Era una cosa simile?-
-Beh… sì.- arrossì lei, distogliendo lo sguardo, ma Fred la fece voltare nuovamente verso di lui con una carezza –Invece, ti sorprenderò. Non ti ho portata qui perché avevo bevuto. Ti ho portata qui perché… beh, in realtà è un bel po’ che ti osservo.-
-Mi osservi?-
-Già.- confermò lui con un sorriso aperto e sincero –Ho capito che c’è qualcosa oltre il tuo isterismo, il tuo essere un prefetto rompipalle e le montagne di libri. Ora, ho io una domanda per te. Tu mi hai seguito perché eri ubriaca?-
Hermione esitò per un istante, ma non poteva guardarlo negli occhi e mentire. Era come se il suo sguardo riuscisse a penetrare in lei, così disse la verità –No, sapevo quello che facevo. E lo rifarei.-
Fred scoppiò a ridere, divertito ma allo stesso tempo sollevato. Scivolò su di lei, la mano sulla gamba della ragazza, e la baciò –Anche io lo rifarei, piccola. Quindi... possono aspettarci ancora un’oretta per colazione, che ne dici?-
Hermione rise con lui, lasciandosi andare al suo tocco, baciandolo.
Forse non avrebbe funzionato, erano così diversi… ma voleva provare, provare a stare con lui. Provare a stare bene, a essere come lui la faceva sentire in quel momento: felice e viva.
____________L’angolo di Jane
Eeeeeccoci qui con una
nuova Fremione, un po’ fuori dai miei schemi.
Probabilmente non molto originale, ma mi è venuta in mente e l’ho scritta, quindiiiii…
Beh, se mi
lasciate un commentino sono contenta! J <- domanda voi
vedete una faccina che sorride? Perché una mia amica dice che vede una J, non
vorrei che mi prendeste per pazza :P
Beh, la smetto
di blaterare!
Un bacione!!
Jane