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Autore: ehibike    12/03/2013    1 recensioni
"Lei, lei urla in silenzio, una rabbia silenzosa sta penetrando nella sua mente. Aspettando un segno per rompere il silenzio."
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: Cross-over, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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5. thank you.

Mi giravo e mi rigiravo. Non riuscivo a riaddormentarmi cazzo.
Era l’alba e il mio fottuto cervello era così iperattivo da farmi svegliare presto anche nelle vacanze.
A proposito, ma che giorno era? Avevo perso la conta di tutto ormai.
Mi misi seduta sul letto, Sadie ancora dormiva in santa pace.
Forse un lato positivo di essermi svegliata presto c’era, dal balcone della camera di Sadie si vedeva un panorama meraviglioso.
Quel balcone affacciava proprio sulla spiaggia, era bellissimo.
Il mare era calmo, sembrava stesse nascondendo il sole, che piano piano saliva fino a illuminare tutto.
Mi alzai e mi affacciai al balcone. Era una sensazione meravigliosa.
Non c’era ancora quel caldo infernale che mi faceva diventare Hulk dal nervoso.
Quella era la pace. Il piccolo angolo nascosto di pace.
Sentii i capelli di Sadie vicino la mia spalla, cazzo la mattina sembrava un leone con quei cosi.
-Sono le 5 e mezza, Hayl.- ah si? Mica me ne ero accorta cazzo, c’era l’alba.
-Oh ma guarda non me ne ero accorta!- feci una risata sarcastica.
Sadie sorrise rimanendo in silenzio.
Ecco la cosa che amavo di lei, non faceva domande.
-Sadie devo raccontarti una cosa.- le presi la mano e ci mettemmo a sedere sul letto.
Lei mi guardò interrogativa e io incominciai a parlare.
-Ti ricordi la famosa festa di qualche giorno fa?- Non poteva scordarsela, si era un po’ troppo divertita.
-Beh, in quella festa ho conosciuto Joey, è molto simpatico. Abbiamo gli stessi gusti musicali e suona la batteria. Poi abbiamo bevuto un po’ troppo e siamo finiti tutti e due a sbrattare l’anima.-
Sadie mi fissava con un maledetto sorrisino irritante.
-Ieri…quando sono scappata stavo sulla su un marciapiede e ho rincontrato proprio lui. Non gli ho detto niente su quello che era successo, ma sono sicura che ha capito che qualcosa non andava. Stavo fumando un semplice drum quando mi affianca sul marciapiede e beh, ci mettiamo a fumare uno spinello.-
Sadie aveva gli occhi paragonabili a due fessure. Rossa come un pomodoro.
Eppure si calmò, fece un bel respiro per evitare di urlare.
Ma si vedeva da un miglio che era incazzata nera.
-Hayl, lo sai, io non sono tua madre e non posso vietarti di fare nulla. Io quella roba del cazzo non la toccherò mai e lo sai benissimo. Tu fai quello che ti pare, ma conosci le conseguenze.-
Era preoccupatissima. Lei e la droga non andavano molto d’accordo.
L’anno scorso suo padre è andato in riabilitazione da tossicodipendenza  per ben tre mesi.
Ammetto che ha vissuto dei momenti difficilissimi quando il padre stava molto male, ovviamente i suoi genitori erano già separati e la madre si era già trasferita a Los Angeles, quella troia.
Gli è stata accanto per tutto quel brutto periodo e a partire da quel momento si era promessa di non voler neanche toccare quella roba.
Mi sentivo in colpa alla fine, ma ieri ero stata così bene.
-Lo so.- riuscii a dire solo questo. Patetica.
In fondo mica le avevo detto che ero un’eroinomane, avevo solo fumato un dannato spinello eh.
Dovevo cambiare argomento cazzo.
-Scendiamo? Sto morendo di fame.- era vero.
Scendemmo e mangiammo dei cornetti al cioccolato.
Inutile dirvi che poi ho vomitato tutto. Che merda.
Uscimmo di casa (dopo esserci messe degli shorts presi a cazzo e io la mia santa maglietta rossa dei Ramones, Sadie si era messa una maglietta con una scritta sopra che diceva “ARE YOU FUCKING KIDDING ME?”) giusto per prendere un po’ d’aria.
Ancora non c’era anima viva per strada, saranno state le sei.
Mentre entrambe ci accendevamo due Marlboro rosse (era il paradiso fumarsele alle sei di mattina in santa pace.)
Vidi l’ultima persona che avrei voluto vedere in quell’istante, Joey.
Dopo quello che avevo detto a Sadie penso che non sarebbe stato il caso di farglielo conoscere e invece eccolo lì che mi saluta cordialmente sfoggiando uno dei suoi, cazzo, uno dei suoi sorrisi così…dolci.
-Ciao Hayl! Che ci fai in giro a quest’ora?- ma è stupido o cos’altro?
-Cazzi miei.- guardai Sadie scrutare da capo a piedi il ragazzo.
-E quindi sei tu Joey?- era incazzata. Tanto.
-Mh boh, non saprei dirtelo, forse è quel barbone lì- ok, Sadie era decisamente incazzata.
-Molto piacere caro, io sono Sadie. E sono la migliore amica di Hayley.- lo fulminò con gli occhi.
-Piacere mio, Joey.- sembrava fregarsene dell’atteggiamento di Sadie.
Cazzo si era formata un’atmosfera alquanto scoppiettante e dovevo assolutamente fare qualcosa sennò ci saremmo trovati in una terza guerra mondiale e non era proprio il caso.
-Senti Joey, io e Sadie dovremmo rientrare a casa, ci vediamo in giro ok?- volevo andarmene cazzo.
-Tranquille andate pure, solo una cosa, mi dai il tuo numero?- eccola la situazione che tanto temevo era arrivata. Vidi Sadie irrigidirsi e sfiorarmi la schiena, era indietreggiata.
Gli diedi il numero, gli salutammo ed entrammo in casa.
Il silenzio di Sadie mi terrorizzava.
-Ehm Sadie, posso farmi la doccia?- dovevo trovare una scusa per evitare tutto questo.
-Si vai.- era così fredda, possibile che un semplice ragazzo la faceva diventare così?
Entrai in doccia, quell’acqua bollente era così rilassante, era come un caldo abbraccio.
Stavo così bene, quando mi ricordai che stamattina tornava mio padre, non doveva sapere che ero scappata. Dovevo tornare senza fargli sospettare nulla.
Uscii dalla doccia e frettolosamente mi asciugai il corpo e mi rivestii.
I capelli mi si sarebbero asciugati strada facendo, con quel caldo e quel sole cocente.
Uscii dal bagno. Entrai in camera e mi avvicinai a Sadie.
-Stai tranquilla.- le sussurrai dolcemente da dietro l’orecchio.
Lei si voltò con quasi le lacrime agli occhi..Dio.
-Promettimelo.- mi guardava come se stessi per morire. -che non mi lascerai mai. Promettimelo.-
-Te lo prometto.- ci abbracciammo per un tempo indecifrabile.
-Sadie lo sai, devo andare a casa, non voglio che mio padre sappi quello che è successo, ci vediamo domani.- le diedi un leggero bacio sulla guancia e mi avviai verso casa.
Mentre mi allontanavo sentivo lo sguardo di Sadie addosso. Mi sentivo terribilmente in colpa.
Dopo poco arrivai a casa, per fortuna non eravamo lontane.
Saranno state le sette, ormai almeno mia madre doveva essere sveglia.
Bussai senza fare troppo baccano. Dovevo ammettere che mi mancava quella casa.
Mi aprì mia madre, per un momento temei che mi tagliasse la testa.
Mi diede un forte schiaffo, ma subito dopo mi abbracciò piangendo. Non capivo nulla.
Non avevo mai visto mia madre piangere, soprattutto in quel modo, quello era un urlo disperato in cerca di affetto. Mi aveva fatto troppo pena per non ricambiare l’abbraccio.
Ma ero sicura che qualcosa non andava.
-Mi dispiace.- mormora cacciando tutto l’orgoglio che mi era rimasto.
Mia madre non rispose, alzò la testa e mi guardò negli occhi.
Da lì capii tutto. Non era arrabbiata, era dispiaciuta.
Mi sfuggì un sorriso.
Entrammo in casa e andammo in cucina.
-Mamma oggi torna papà, vero?- la guardai come se fossi stato un cucciolo abbandonato.
Lei mi guardò, il suo viso aveva qualcosa di triste. Ma non capivo cosa.
-Si Hayley, oggi torna papà.- abbassò lo sguardo.
Dio, odio quando fa così. Non sono una bambina e riesco benissimo a capire tutto.
-Che succede?- avevo bisogno di capire.
Notai delle piccole lacrime scendere lungo il viso magro di mia madre.
Ok, incominciavo a preoccuparmi. Feci un lungo respiro.
Ero pronta a tutto, credo.
-Hai bisogno di spiegazioni.- si asciugò le lacrime. –Vedi Hayley, c’è una ragione per il ritorno improvviso di papà.- Mi rimangio tutto, non ero pronta a un bel niente.
-In quella merda di posto dove stava le è venuto..- si fermò.
-Dillo, mamma.- Non mi mossi di un centimetro, ero paralizzata.
-Un cancro al fegato, amore. Ma si può curare. Ora voglio che stiate tutti tranquilli. Perché starà bene, ve lo prometto.- Cazzate, tutte cazzate.
-E allora piangi?- continuavo a fissarla senza muovere un muscolo.
Lei abbassò lo sguardo mortificata.
Feci uno sforzo e mi avvicinai a mia madre.
-Mamma.- lei alzò lo sguardo, aveva gli occhi rossi pieni di quelle fottute lacrime che non finivano più di scendere. –Non puoi promettermi che andrà tutto bene, nessuno sa come andrà a finire. Ma vi prometto che vi starò vicino.- Cercai di mantenere la voce più decisa possibile. Poi all’improvviso cademmo tutt’e due in un lungo abbraccio.
-Grazie, ti voglio bene.- ok, non era possibile. Per la prima volta mia madre mi aveva ringraziata e mi aveva detto che mi voleva bene. Stavo sull’orlo dell’emozionarmi, ma non lo feci. Non avrei mai pianto davanti a lei. Mai.



*spazio dell'idiota/autrice*
BEEENEEE. che ve ne pare? 
obviously è solo l'inizio di parecchi casini.
recensite che non muore nessuno c:
byee.
  
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