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Autore: Shinsey    12/03/2013    1 recensioni
George alla riscossa!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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*Camminavo, o meglio, spingevo furtivo ciò che rimaneva di me per il cortile della tanto rinomata scuola per maghi e streghe conosciuta con il nome di Hogwarts.
Mi trascinavo come uno zombie, svogliato, verso le mura del castello.
 Erano circa le cinque del pomeriggio di un autunno che sembrava non intendesse lasciare spazio all’inverno.
Quel giorno ero uscito giusto per prendere un po’ d’aria dopo aver passato quattro ore in uno stato di pietoso dormiveglia che aveva coperto la lezione di storia di Hogwarts e non mi aveva dato tregua nemmeno durante quella di pozioni e, visti i risultati, non era passato del tutto inosservato.

Beh, che dire, la miscela che stavo preparando era esplosa come se nulla fosse, come un vulcano erutta lava, il mio calderone aveva vomitato un liquido viscoso verde fosforescente che, man mano avanzava sul tavolo, si espandeva in sfumature più marroncine e un odore di marcio si liberava nell’aria, invadendo le narici altrui e arrecando continui starnuti.
Una scena divertente a vedersi, ma non quanto l’espressione sul viso di Piton che, strizzando la lunga appendice nasale che si ritrovava, mi intimò di uscire.
Dapprima feci con calma, prendendo le mie cose stranamente pulite, poi, quando vidi il suo viso imporporarsi, decisi di darmela a gambe, proprio quando una goccia di liquido penzolate dal soffitto si tuffava sulla sua consueta capigliatura.

Era stata una buona idea fare due passi all’aperto, o così avevo creduto finchè non si era messo a piovere.
Per incoscienza o sbadataggine, non mi ero preoccupato di proteggermi dalle gocce che mi rigavano il viso seguendo le pieghe e le incostanze di quest’ultimo.
Avanzavo guardando per terra, umido, ma niente di più: ero stato fuori diverso tempo, e la pioggia, per quanto ne sapevo, non era durata molto.
Osservavo il mio riflesso nelle pozzanghere quando, inavvertitamente, sbattei contro qualcosa di molle e resistente, piccolo e rosa.
Alzai gli occhi e la vidi: era il mio incubo più grande, nonostante fosse tanto nanerottola.
La Umbridge mi fissava con un’espressione che enfatizzava ancora di più la sua antipatia e inconsistenza.
La bocca piegata in un sorriso malizioso, la pelle sugli zigomi tirata e i muscoli contratti in quello che sembrava il viso di un rospo.
Non dissi nulla, lei nemmeno.
Si limitò a guardarmi con stizza e alzò una volta le sopracciglia, si irrigidì come per trattenere un respiro e si incamminò nella direzione opposta, petto infuori e sculettando animatamente come per dar prova della sua formosità così sproporzionata.
Le augurai di inciampare tra quelle mattonelle incastonate che componevano il pavimento del cortile, ma il mio augurio sembrò non sfiorarla.

Sbuffai e mi voltai verso il dormitorio quando lei disse “L’ ho sentita, signor Weasley!”.
Avrei voluto risponderle a tono, ma in quel momento, fortunatamente, sopraggiunse Luna.

Andai da Luna, sempre tenendo sotto controllo la Umbridge.
Quando le fui vicino, le sorrisi.
Sapevo già come occupare quel tempo che mi rimaneva e, siccome non avevo alcuna prospettiva circa il mio futuro di lì a sera, decisi di improvvisare.
"Carpe Diem", dice il detto latino, che io avrei volentieri tradotto come "dammi una carpa", ma in realtà quello non era che il momento più adatto per metterlo in pratica.
Cogli l'attimo.
E non avevo intenzione di sprecare quell'occasione.
Presi Luna per mano e la trascinai dietro l'angolo.
*Ti va di rendere la giornata più interessante?* le dissi, cercando di persuaderla in quella folle impresa che si faceva sempre più largo tra i vicoli della mia mente.
Non le dissi nulla, ma mi voltai semplicemente nella direzione in cui si era incamminata, si fa per dire, la Umbridge.
Si notava ora solo una macchia rosa, fucsia che si allontanava ad ogni piccolo passo che la sua gonna a tubo le permetteva di fare.
Luna mi guardava incuriosita e forse un po' perplessa, quindi decisi di rivelarle le mie intenzioni.
*Non ti sembra sospetto il comportamento della Miss?* le chiesi alzando le sopracciglia per dare enfasi a ciò che fremevo dalla voglia di scoprire.*
  
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