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Autore: bik90    12/03/2013    9 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Si era svegliata di ottimo umore e molto presto. Avendo un po’ di tempo libero prima di andare all’assemblea d’istituto, accese il computer collegandosi a facebook. Rimase sorpresa quando vide sulla home alcune foto di Eleonora in compagnia degli amici postate la notte precedente. Le ingrandì col cuore in gola e amaramente comprese che la più grande le aveva mentito. Non era andata a casa dopo averla accompagnata, era uscita con quel cretino di Davide senza dirle la verità. Per la rabbia si morse il labbro inferiore prima di spegnere. Si sentiva una stupida ad averle creduto così senza remore, ad aver pensato che bastassero due giorni in sua compagnia per cambiarla.
Perché fai così?, si domandò mentre infilava le scarpe per uscire.
<< Ciao mamma >> disse sentendo la televisione accesa in cucina.
<< Buona giornata, Marty! >> rispose la donna affacciandosi dalla stanza.
Le sorrise ma la figlia aveva già distolto lo sguardo affrettandosi ad andare via.
 
<< Perché facciamo assemblea al cinema? >> domandò Martina rivolta all’amica mentre prendevano posto.
Simona si sistemò una ciocca di capelli ribelli col ferretto prima di risponderle.
<< L’abbiamo sempre fatta qui. Siamo novecento studenti, questo l’unico posto in cui possiamo stare tutti insieme. Da quello che so Paolo Alsazio, quello che va in classe con la Domenghi, è il figlio dei proprietari del cinema e avranno fatto una specie di accordo con la preside >>.
L’altra si limitò ad annuire guardando il palco dove avevano preso posto due dei tre rappresentanti d’istituto intorno a un tavolo.
<< Dov’è Eleonora? >> chiese notando che l’amica non figurava.
La sua coetanea si strinse nelle spalle.
<< Nessuno lo sa >> disse << E’ il secondo anno che è rappresentante d’istituto ma non l’ho mai vista presenziare ad una assemblea. Se ci pensi, è abbastanza assurdo che sia stata eletta per due volte di seguito >>.
Martina aveva smesso di ascoltarla mentre la cercava con gli occhi. Aveva bisogno di riversarle contro quello che sentiva.
<< Prova sul retro >> le consigliò l’amica comprendendo cosa volesse.
<< E…e se mi vede qualcuno? >> domandò pensando soprattutto a Davide.
<< Oh, dici che stai cercando il bagno! >> esclamò Simona ridendo << Improvvisa sul momento! Avanti vai >>.
La ragazza dai capelli rossi si alzò piedi e le sorrise leggermente.
<< Grazie >> mormorò prima di allontanarsi.
I corridoi erano completamente deserti, non incontrò nessuno e iniziò a domandarsi se fosse presente o meno. Guardò in tutte le stanze che trovò ma non la vide. Sbuffò riflettendo sul mandale un messaggio. Non voleva darle nessuna soddisfazione in quel momento. Stava per tornare indietro, quando finalmente la vide. Se ne stava seduta su una vecchia ringhiera con un libro in mano e leggeva. Era talmente assorta che probabilmente sarebbe anche potuta crollare tutta la struttura ma a lei non sarebbe importato. Martina non riuscì a non sorridere mentre le si avvicinava. Era davvero bella leggermente china sul volume aperto, i capelli sciolti che le ricadevano sul viso coprendolo un po’ e le gambe piegate.
<< Ciao >> disse per richiamare la sua attenzione.
Eleonora alzò lo sguardo e le sorrise vedendola.
<< Buongiorno bimba, non ti ho sentita arrivare >>.
Si spostò leggermente per sistemarsi meglio.
<< Come mai non sei dentro con gli altri rappresentanti? >>.
L’altra fece le spallucce con aria indifferente.
<< Non mi interessa >> le rispose << Non mi è mai interessato niente. È stato Davide a costringermi a candidarmi, io non ho mai voluto. Preferisco stare qui a leggere un buon libro >>.
Un moto di rabbia scosse la più piccola pensando come il ragazzo governasse la vita di Eleonora e a come lei lo lasciasse fare.
<< Hai questo modo strafottente nei confronti di tutti gli impegni che prendi? >>.
La diciottenne la guardò con aria interrogativa e poi richiuse il libro.
<< Dov’è il problema? Riescono a parlare anche senza di me >>.
Si accese una sigaretta con indifferenza.
<< Il punto è la tua sfacciataggine per tutto! >> esclamò Martina non riuscendosi a trattenere.
<< Bimba, sei venuta per farmi la morale o per stare un po’ con me? >> chiese iniziando ad alterarsi l’altra.
<< Sei una bugiarda! Ieri sera mi hai mentito! >>.
Eleonora si alzò in piedi afferrandola per un braccio.
<< Ma che cavolo stai dicendo? >>.
Martina si divincolò con le lacrime agli occhi.
<< Ieri non sei andata subito a casa, sei andata a bere con i tuoi amici! Perché non me l’hai detto? >>.
<< E tu come… >> provò a dire la più grande.
<< Ho visto le foto su facebook! >>.
Cazzo!, pensò Eleonora, Lavinia le ha già messe.
<< Calmati un attimo bimba >> le disse << Davide… >>.
<< Lo sapevo che tiravi in ballo lui! >> la interruppe Martina.
<< Non metterti a urlare, potrebbe arrivare qualcuno >> l’ammonì la bionda << E smettila, parli come una fidanzata rompipalle e gelosa! >>.
La più piccola si bloccò a quelle parole e represse il desiderio di dirle la verità.
<< Non capisci proprio un cazzo! >> decretò con rabbia.
Stava per allontanarsi quando Eleonora l’afferrò nuovamente bloccandola contro la ringhiera.
<< Allora spiegamelo >> disse in tono duro << Sono andata a farmi un giro con gli altri, è vietato? >>.
Un brivido scosse la più grande quando le sfiorò il corpo col suo. Cos’era stato? Dovette mordersi la lingua per non pensarci.
<< Potevi dirmelo! Invece rifili a chiunque le tue bugie. Credi che sia piacevole? >>.
<< Mi dispiace, bimba okay? Non so nemmeno io perché l’ho fatto >>.
<< Perché te ne freghi delle persone che ti stanno accanto! >> le rispose Martina.
<< Non è vero! >> esclamò Eleonora ferita da quella frase << Io… >>.
Allentò involontariamente la presa, quel tanto che bastò all’altra per divincolarsi e scivolare lateralmente al suo corpo. La lasciò lì, a rimuginare sulle sue parole sperando che riuscisse a comprendere.
 
Qualcuno bussò alla porta della sua stanza mentre fissava il soffitto. Per un attimo sperò che non fosse Davide cui stava ignorando deliberatamente tutti i messaggi.
<< Sei viva? >> chiese Claudia entrando.
<< Da quando bussi per entrare in camera tua? >>.
<< Scusa, pensavo dormissi >> disse la sorella sedendosi sul letto << Tutto okay? Da nonna non hai praticamente mangiato niente >>.
<< Sì, tutto okay >> si affrettò a rispondere Eleonora << Come va con quel ragazzo? Com’è che si chiamava? >>.
Il volto della quindicenne avvampò all’istante.
<< Tommaso >> fece Claudia dandole uno schiaffo sul ginocchio << Beh, diciamo che mi ha guardata un paio di volte all’intervallo! >>.
La maggiore alzò la testa inarcando il sopracciglio.
<< Tutto qui? >>.
<< Sei proprio priva di sentimenti! >> si risentì l’altra << Comunque dovresti portare Serena a danza tra un po’, chiaro? >>.
<< Chiaro >>.
<< Hai litigato con Davide per caso? >>.
<< No, perché? >> domandò sua sorella.
<< Perché sei parecchio giù. È per il tennis? >>.
<< No, non è per tennis >> rispose Eleonora con un sospiro << Penso d’aver fatto la cosa giusta lì >>.
Le due ragazze si fissarono negli occhi per qualche istante in silenzio.
<< Secondo te io sono una persona egoista? >> si decise finalmente a sputare il rospo.
Claudia scoppiò a ridere.
<< Chi te l’ha detto? >>.
<< Rispondi e basta! >>.
La sorella le si avvicinò cercando la sua mano e gliela strinse con un sorriso mentre intrecciava le dita con le sue. Anche se era ancora più piccola di Eleonora quando la loro famiglia era stata distrutta, ricordava bene com’era stato devastante per tutti, soprattutto per lei. La più grande si era ritrovata ad essere il punto cardine della madre nella gestione delle altre sorelle. Aveva dieci anni, Claudia sette, Ilaria cinque e Serena due. Era stato naturale per Fulvia appoggiarsi a lei che era la più grande ed Eleonora non l’aveva mai tradita. Era diventata un pilastro fondamentale anche con quel carattere che aveva. Ma d’altronde le sue sorelle l’adoravano pure per quello; scontrosa e facilmente irritabile ma che per loro c’era sempre stata. Tutto il contrario del padre, praticamente.
<< No >> disse infine guardandola intensamente negli occhi << Non sei una persona egoista ma potresti darlo a vedere >>.
L’altra alzò la testa sorreggendola con la mano libera aspettando che le desse una spiegazione.
<< Apparentemente puoi sembrare una persona egoista e anche un po’ cinica delle volte a chi non ti conosce bene soprattutto ma poi si resta piacevolmente sorpresi >>.
Le fece l’occhiolino aspettando di vederla sorridere. Eleonora pensò nuovamente alle parole di Martina e a come si fosse arrabbiata per la bugia che le aveva detto. Ma che altro poteva fare? Non aveva scelta per non far insospettire l’amico. Menzogne…quante ne aveva dette fino a quel momento? Aveva perso il conto.
Sto bene.
Non mi serve niente.
Non fa nulla.
Tranquilla, ci penso io.
Quelle erano le più comuni. Aveva iniziato così, per scoprire di non riuscire a smettere. Con qualche piccola bugia, era riuscita ad ottenere tutto quello che voleva. Martina era così diversa dalle persone che aveva conosciuto fino a quel momento. A lei non interessava sballarsi, bere, fumare e fare molte cazzate che aveva fatto con i suoi amici. L’attirava il suo modo di vivere e poi…quei brividi che aveva provato. L’avevano fatta sussultare per la sorpresa e anche per il piacere. Nemmeno quando faceva sesso con Davide, li aveva sentiti e la ragazza l’aveva solo sfiorata. Non osava immaginare cosa sarebbe accaduto se si fosse spinta oltre. L’attimo dopo scoppiò a ridere sotto lo sguardo interrogativo di Claudia.
Ma che cavolo vado a pensare!, si rimproverò con un mezzo sorriso mentre scuoteva il capo.
<< Okay, vedo che ti sei ripresa >> disse la sorella alzandosi in piedi << Vado a studiare da Bea, sono abbastanza certa che quella di biologia domani mi interroghi >>.
<< Capra! >> scherzò Eleonora alzandosi in piedi. Guardò l’ora << Vado a prendere Serena >>.
<< Ma quanto sei simpatica, davvero >> fece Claudia sarcasticamente guardandola uscire dalla stanza.
<< Ehi, bruttina >> disse la più grande fermandosi sulla soglia << Vai bene come sorella >>.
L’altra le sorrise sapendo che quello per lei era veramente un gran complimento. Eleonora non si sbilanciava mai negli slanci d’affetto, quello era il massimo e sentirselo dire faceva stare meglio chiunque. Aveva la strana capacità di farsi in quattro per una persona cui tenesse davvero senza dire nulla che potesse risultare efficace come le sue azioni.
<< Ci vediamo stasera >>.
 
Dopo aver accompagnato la sorella, Eleonora parcheggiò il motorino dirigendosi verso l’edicola. Salutò senza guardare nessuno in particolare volgendosi verso lo scaffale dei fumetti. Afferrò l’ultimo numero di Dylan Dog con un sorriso e si voltò per pagare. Rimase alquanto stupita nello scoprire che dietro il bancone c’era Martina.
<< Bimba? >> mormorò dubbiosa.
<< Ciao >> si limitò a dire l’altra evitando di incrociare il suo sguardo.
<< Che ci fai qui? >>.
<< Quest’edicola è di mio padre. Lo sostituisco momentaneamente perché doveva assentarsi per alcuni servizi, ma ormai sarà di ritorno. Tu? >>.
Eleonora si limitò ad alzare il fumetto per mostrarglielo e le poggiò sul tavolo i soldi.
<< Di solito vado dal giornalaio sotto casa ma è in ferie in questo periodo >>.
<< Grazie >> disse Martina mettendo gli spiccioli in cassa << Buona giornata >>.
<< Ce l’hai ancora con me? >>.
<< Tu che dici? Secondo te mi è passata nel giro di qualche ora? >>.
<< Ma ti ho detto che mi dispiace, avanti! >> ribatté Eleonora
<< Smettila, Eleonora. Non è così che funziona. Non basta dire che ti dispiace per far tornare tutto a posto, lo capisci? >>.
L’altra si morse il labbro inferiore senza dire nulla.
<< Non volevo mentirti, sul serio >> disse infine abbassando gli occhi << Sapevo che non saresti stata d’accordo se te l’avessi detto >>.
<< Sapere che saresti andata ad ubriacarti da qualche parte? Certo che no! >>.
<< Lo vedi? >>.
<< Piantala >> affermò duramente la più piccola << Non è divertente e se non hai voluto dirmelo è perché anche tu sai che è sbagliato >>.
Si guardarono negli occhi in silenzio. Eleonora non voleva ammetterlo, non voleva ammettere nemmeno a se stessa che il giorno precedente si sarebbe divertita molto di più con lei anziché bere come al solito. La desiderava fortemente, stava male nel sentirsi urlare parole dure da Martina, chiedeva solo di avere un buon rapporto. Eppure era frenata da quello che era, da quello che rappresentava. Dire la verità sarebbe equivalso a veder sgretolarsi di fronte agli occhi tutto quello che aveva costruito. Non osava immaginare quello che le avrebbe detto Davide se avesse scoperto che sentiva qualcosa di forte e di diverso verso quella ragazza, che non voleva lasciarla andare, che non era come tutte quelle che conosceva. Voleva saperne di più su di lei, provava la strana curiosità di sapere ogni stupito e insignificante particolare della sua vita. Entrò un’anziana signora che chiese il quotidiano ed entrambe furono distolte dai loro pensieri. Subito dopo si presentò un bambino delle elementari che comprò un fumetto Disney e quando stavano per essere di nuovo sole, arrivò un uomo. Eleonora lo guardò per un solo attimo prima di alzare gli occhi al cielo e voltarsi.
<< Grazie Marty >> disse << Spero che tu non abbia incontrato problemi >>.
La ragazza rise leggermente.
<< Figurati, papà. Sei stato via più o meno cinque minuti >>.
L’altra tornò a girarsi.
<< Va pure >> rispose l’uomo << So che dovevi studiare, no? >>.
La figlia annuì.
<< Ti serve qualcosa, signorina? >>.
<< No, ho già fatto >> fece Eleonora uscendo insieme a Martina << Vieni a studiare con me >> aggiunse subito dopo.
La più piccola la fissò incrociando le braccia.
<< No >> disse anche se era enormemente tentata dalla proposta.
<< Andiamo, bimba! >> insistette l’altra avvicinandosi << Non ti va di passare del tempo con me? >>.
<< Sono ancora arrabbiata >>.
Eleonora esibì lo sguardo da cane bastonato.
<< Verrò solo se mi fai una promessa >> approfittò immediatamente Martina << Niente più bugie >>.
<< Okay bimba! >>.
<< Guarda che sono seria. Voglio un rapporto sincero con te, voglio la verità sempre >>.
L’altra era intanto era arrivata pericolosamente vicino al suo viso mentre parlava e l’odore della sua pelle le arrivò prepotentemente facendole trattenere il fiato. La scombussolava, non riusciva a mantenere il punto e forse non voleva nemmeno farlo. Le loro labbra erano a così poca distanza che il desiderio di assaporarle era fortissimo.
Per quanto tempo potrò celare quello che sento?, si chiese Martina mentre le osservava, Finché non lo sentirà anche lei.
Doveva portarla dalla sua parte, il fatto che la cercasse continuamente era un segnale positivo secondo il suo punto di vista.
<< Possiamo andare ora? Anch’io devo studiare e prima dobbiamo fare una cosa >>.
Senza aspettare risposta Eleonora la tirò verso il suo motorino mettendo in moto. Aspettò che l’altra salisse prima di partire inconsapevole che il signor Capasti le stesse osservando.
 
<< Abiti qui? >> chiese Martina togliendosi il casco e indicando il palazzo dalle ringhiere azzurre.
L’amica scosse il capo con un sorriso triste.
<< Ci abita mia nonna >> si limitò a risponderle facendole cenno di camminare verso il portone.
L’altra non disse nulla notando la luce nostalgica che brillava in quei bellissimi occhi. Eleonora suonò al citofono e dopo aver detto il suo nome le venne aperto. Salirono a piedi fino all’ultimo piano in silenzio. Martina osservava ogni suo movimento e la vedeva nostalgica, come se una miriade di ricordi la stessero invadendo e facesse fatica a contenerli. Doveva essere davvero affezionata a quella signora se ancor prima di arrivare era già in quello stato. Trovarono la porta di casa aperta ma per educazione la più grande bussò lo stesso con le nocche.
<< Nonna, sono io >> disse entrando seguita dall’altra ragazza.
Una signora anziana, dai capelli ingrigiti ma dallo sguardo ancora sveglio fece capolino nell’ingresso. Sorrise di felicità pure nel vedere la nipote che andò immediatamente ad abbracciarla.
<< Come stai, Eleonora? >> le domandò baciandole le guance.
<< Bene, ho portato una mia amica con me. Si chiama Martina >>.
La donna guardò la ragazza dai capelli rossi e le sorrise gentilmente.
<< Buon pomeriggio signora. Spero di non essere di disturbo >>.
<< Assolutamente no >> l’assicurò l’altra spostandosi verso la cucina << Sono sempre contenta di vedere i miei nipoti e i loro amici. Siete tutti dei bravi ragazzi >>.
<< Grazie >>.
<< Faccio un tè? >> propose Eleonora spostandosi con familiarità attraverso gli scaffali << Ma hai fatto i biscotti! >> esclamò subito dopo afferrandone uno dalla credenza.
La signora Domenghi rise.
<< Sono venuti Luca e Gabriele a pranzo, anche a loro piacciono tanto. Non potevo non farli >>.
<< Sono i miei cugini più piccoli >> spiegò la ragazza dai lunghi capelli biondi rivolta all’amica << Ti adoro, nonna! Prendine uno, Marty. Assaggia >>.
L’altra ubbidì sentendosi invadere da una bellissima sensazione nel vederla in quel modo e dovette ammettere che aveva ragione. Non erano come i classici biscotti comprati, sapevano di amore e genuinità.
<< Buono >> disse masticando mentre osservava le pareti e le mensole della stanza colme di foto.
Non ne aveva mai viste così tante tutte insieme, pareva che quella donna non avesse fatto altro che dedicarsi alla famiglia. Altrimenti Eleonora non avrebbe avuto motivo di volerle così bene. Ogni ritratto aveva una cornice diversa, come se le collezionasse. C’erano foto di gruppo, singole, con adulti o solo bambini. Alcune erano più vecchie di altre.
<< I miei biscotti piacciono a tutti, i miei figli e i miei nipoti sono cresciuti con questi, mica come le schifezze che si comprano oggigiorno al supermercato >>.
Eleonora rise mentre baciava sulla guancia la nonna.
<< Sei fantastica, nonna >> affermò prima di versare il tè nelle tazze.
<< Davide? >>.
Oh no, pensò Martina alzando gli occhi al cielo, Anche lei è fissata con quell’idiota.
<< E’ a calcio, nonna >> disse la nipote << Te lo porto presto, tranquilla! >>.
Fecero merenda chiacchierando della scuola, delle materie, dei professori. Ogni tanto la più grande faceva qualche riferimento a qualche cugino più grande che aveva fatto anche lui il liceo e subito si affrettava a spiegarlo a Martina. Le piaceva vederla attenta e che si inserisse senza problemi nella conversazione. Ovunque l’avesse portata, non le aveva mai fatto problemi. Era davvero una ragazza eccezionale, Valentina aveva ragione ad averla messa in guardia dal perderla. Non riusciva più a vedere la sua vita senza di lei, senza le loro chiacchierate e adesso senza la sua presenza. La fissò e si perse nella contemplazione della sua figura. I capelli erano lasciati sciolti, le piacevano tantissimo così ricci, gli occhi erano ridenti e l’espressione appagata. Quella pelle era una tentazione alla quale non seppe resistere. Allungò una mano per accarezzare la sua, appena quel che bastava per sentirsi contenta. Martina le sorrise e a sorpresa gliela strinse intrecciando le dita per impedirle di ritrarsi. Aveva bisogno di quel contatto, di quella piccola affermazione silenziosa che fosse solo sua. La vide arrossire improvvisamente senza un motivo apparente mentre un brivido la scuoteva da capo a piedi. Di nuovo quella sensazione. Si alzò in piedi quasi di scatto correndo in bagno e lasciando la ragazza più piccola con la signora Domenghi.
<< E’ brava mia nipote, vero? >> domandò l’anziana con sguardo orgoglioso.
Quando non si lascia trascinare da cattive compagnie, avrebbe voluto rispondere Martina.
<< Sì, lo è >>.
<< Lei è speciale, sai? Quando era bambina ce ne siamo occupati principalmente io e mio marito, mio figlio e sua moglie erano troppo occupati a lavorare. Ennio, l’adorava; era la prima nipote che portasse il suo cognome e stava sempre con noi >>.
Ecco spiegato il perché di tanto amore nei suoi confronti.
<< Ha lottato tanto, fin da piccola. Non è mai stata in salute, te l’ha detto? Una piccola grande guerriera. È riuscita a tenere insieme la sua famiglia nonostante mio figlio… >> si bloccò come se fosse troppo doloroso continuare << …beh, siamo molto orgogliosi di lei. Scusami, sono. A distanza di un anno ancora non mi sembra vero che mio marito non ci sia più >>.
Si alzò per prendere una delle tante foto e la mostrò alla ragazza.
<< Questo era mio marito >> le spiegò indicando l’unico uomo seduto sulla sabbia circondato da due bambini << Bell’uomo vero? >>.
Martina si affrettò ad annuire.
<< Questa è Eleonora? >> chiese rivolta alla bambina.
<< Sì, e questo è suo fratello Federico. È stata scattata un’estate in cui c’era anche lui. Sua madre non è mai stata particolarmente d’accordo a farlo stare da noi anche solo per le vacanze >>.
Fratello?, ripeté l’altra senza comprendere.
Nessuno le aveva mai detto che l’amica avesse anche un fratello che a giudicare dall’età doveva essere suo coetaneo. Osservandoli meglio, inoltre, si notavano delle somiglianze. Stesso colore dei capelli, quel biondo tendente al bianco mentre gli occhi del bambino erano azzurri come quelli l’uomo. C’era poi qualcosa nei lineamenti che li accomunava. L’amica però non aveva mai accennato ad un fratello, nemmeno Simona l’aveva fatto la prima volta che avevano studiato insieme. E poi si era bloccata quando aveva nominato il figlio, il padre della ragazza. Era successo qualcosa anche con lui? La donna rimise la foto al suo posto nel momento in cui Eleonora tornò. Guardò Martina con aria interrogativa ma l’altra scosse il capo con un leggero sorriso.
<< Nonna, possiamo studiare in cameretta? >>.
Dopo che ebbe acconsentito, le due ragazze si spostarono. Martina costatò che la stanza, come la cucina, era addobbata con una moltitudine di foto che la fece sorridere. Nemmeno i suoi nonni mostravano un tale amore per i nipoti. Pareva che fossero stati presenti in ogni loro momento, da neonati fino alla laurea per alcuni. Si sistemarono alla scrivania l’una di fronte all’altra e Eleonora ebbe cura di non incrociare lo sguardo dell’altra. C’era qualcosa che la spingeva a voler vicina quella ragazzina ma era spaventata da quello che accadeva quando succedeva. Era come se il cuore le esplodesse nel petto e il sangue venisse pompato ad una maggiore velocità. Una sensazione nuova, che mai aveva sperimentato. Si misero a studiare in silenzio.
<< Ele >> iniziò improvvisamente la più piccola << Posso farti una domanda? >>.
L’altra annuì senza alzare gli occhi dal libro di filosofia.
<< Hai problemi a visualizzare qualche pagina? >> le domandò riferendosi al fatto che le avesse dato l’iphone per leggere delle cose su Wikipedia.
Martina si affrettò a scuotere il capo.
<< Tua nonna prima…mi ha detto che hai un fratello >>.
A quell’affermazione Eleonora la guardò e l’attimo dopo si strinse nelle spalle.
<< Oh >> disse << Già >>.
<< Non me l’avevi mai detto, mi hai sempre parlato delle tue sorelle >>.
<< E’ un fratellastro >> spiegò la più grande dondolandosi con la sedia << E’ il figlio di mio padre e un’altra donna. Non vive nemmeno qui ma a Taranto >>.
Martina la fissò con aria interrogativa.
<< E’ il frutto di un’avventura di mio padre >> continuò senza nessun tono in particolare << Ci portiamo tredici mesi di differenza, lui è più piccolo di me >>.
<< Ah >> fece l’altra senza sapere bene cosa si dicesse in quelle circostanze.
Sapeva che lei era la più grande e che le sue sorelle vivevano tutte sotto lo stesso tetto quindi immaginò che l’uomo doveva essere ritornato con la madre di Eleonora dopo quello che aveva fatto. Si rimisero a studiare e Martina avvertì una leggera distanza frapporsi tra loro. Forse aveva sbagliato a chiederle spiegazioni ma non sopportava che ci fosse una parte della sua vita che ancora non conosceva. Desiderava colmare ogni lacuna. Stava per dire qualcosa quando venne improvvisamente interrotta dall’entrata turbolenta nella stanza di due bambini che urlavano il nome della ragazza.
<< Ciao pagnottelli! >> esclamò Eleonora spostando la sedia per poterli abbracciare << Che ci fate qui? >>.
<< Ho dimenticato il Nintendo DS >> rispose il più grande andandolo a prendere da sotto uno dei due cuscini della poltrona.
<< Sei terribile, Luca! >> disse la cugina ridendo << Guardate bimbi, lei è una mia amica. Come si dice? >>.
<< Ciao >> fecero in coro i due maschietti.
<< Sono i bambini di cui ti ho parlato prima >> spiegò Eleonora alzando gli occhi sull’altra ragazza.
Martina annuì salutando a sua volta e presentandosi. Entrambi erano biondi e il secondo aveva gli occhi azzurri, molto carini. Si chiese se la bellezza fosse genetica in quella famiglia e l’attimo dopo si diede della sciocca per averlo pensato.
<< Ciao Eleonora >> affermò un uomo affacciandosi dalla porta << Mica queste due iene ridens ti stanno disturbando? Oh, nonna non mi ha detto che eri in compagnia >>.
<< Ma quale disturbo, zio! >> esclamò la più grande sorridendo genuinamente << Io li adoro questi due nanerottoli! >>.
Li baciò entrambi dopo aver presentato l’amica al parente che ritornò in cucina raccomandando ai figli di essere bravi.
<< Ele, fai la magia! >> disse Gabriele battendo le mani << Ti prego! >>.
Martina si fece attenta mentre l’altra rideva. Incredibile quanto fosse diversa dal solito. Se si fosse comportata sempre così, sarebbe stata perfetta.
<< Volete la magia? Siete sicuri? >>.
Luca e Gabriele si affrettarono ad annuire convinti mentre la ragazza dai capelli rossi la guardava sempre più incuriosita. Eleonora si soffiò sulle mani e accarezzò appena l’orecchio del cugino più grande e subito dopo le comparì tra le dita una monetina da venti centesimi. La ragazza che l’aveva osserva strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Ma come aveva fatto? Non aveva notato nessun movimento strano che potesse indicarle il trucco.
<< Ecco! >> affermò consegnandola al bambino.
<< Ancora! Ti prego, ancora! >>.
<< Ancora? >> ripeté divertita la bionda << Aspetta, che cosa c’è qui? >> domandò con aria seria.
Sfiorò il collo dell’altro cugino e nuovamente apparve una moneta dello stesso valore di quella di prima.
<< Non perdetele >> si raccomandò Eleonora vedendo che stavano correndo verso la cucina, entusiasti per quello che la ragazza aveva fatto.
<< Dai, dimmi come hai fatto >> disse Martina non appena furono sole.
L’altra scoppiò a ridere.
<< Magia >> le rispose con un sorriso sornione.
<< Andiamo, dov’è il trucco? >>.
<< Nessun trucco, bimba! >>.
<< Sei stronza quando fai così, lo sai? >>.
<< Sì >> ammise Eleonora mettendo la matita sull’orecchio destro << Me l’ha insegnato mio nonno >>.
Gli occhi le si riempirono di nostalgia a quelle parole. Chinò lo sguardo sul libro per rimettersi a studiare.
<< Perché non sei sempre così? >> le chiese improvvisamente l’amica sentendo l’esigenza di esternare i suoi pensieri di fronte a quello che aveva visto << Perché quando sei con i tuoi amici devi sempre dimostrare di essere diversa? >>.
La più grande fece un respiro profondo e si passò le dita tra i capelli.
<< Io sono sempre uguale >> mentì.
<< Lo sai che non è vero >> incalzò Martina << Perché con loro ti vergogni di me mentre per il resto mi presenti ovunque? >>.
<< Io non mi vergogno di te! Non dire simili cazzate! >>.
L’altra le sorrise appena.
<< E’ così, Ele. Hai paura di mostrare questa parte di te? È la migliore, come fai a non capirlo? >>.
La parte migliore di te. Quella frase le rimbombò nelle orecchie con prepotenza. Stava per risponderle ma fu interrotta dalla vibrazione dell’iphone. Martina guardò lo schermo e nel leggere il nome di Davide sentì un nodo formarsi in gola. Prima di prenderlo in mano l’altra ragazza guardò il suo orologio da polso.
<< Non…non devi rispondere per forza…se non vuoi, intendo >>.
Eleonora le sorrise per un istante. Non voleva ammetterlo, ma quella ragazza le aveva appena letto nel pensiero. Nonostante tutto, però, non poteva lasciarlo squillare a vuoto. Si trattava di Davide, il suo amico.
<< Ti hanno cacciato dal campo? >> disse con una nota ironica attivando la conversazione << No, Da. Se non ceno a casa stasera, mia madre mi spezza le gambe >> aggiunse sentendo la domanda del ragazzo.
<< Mia madre fa la carne alla brace! >> provò a insistere Davide << Mi faccio una doccia e ti vengo a prendere >>.
<< Non posso, non insistere. Devo cenare a casa, già ieri non ci sono stata >>.
<< Ci parlo io con Fulvia! >>.
Eleonora scoppiò a ridere.
<< Certo, con le tue famose arti oratorie riusciresti perfettamente nel tuo intento! >> scherzò.
<< Guarda che tua madre mi adora! >>.
<< Scemo! Devo finire di studiare filosofia, vuoi lasciarmi andare? >>.
<< Okay, per questa volta mi arrendo >> rispose l’amico << Ci sentiamo stasera, ti devo raccontare un paio di cose >>.
<< Va bene, ciao brutto! >>.
Riagganciò posando il cellulare sulla scrivania e posò gli occhi su Martina che era rimasta in silenzio. Non aveva mai sentito il desiderio di stare zitta ad osservare qualcuno, con lei, invece, le veniva spontaneo.
<< Non voglio rinunciare alla mia vita, a tutto quello che ho >> disse infine come se dovesse in un certo senso giustificarsi.
L’altra ragazza ebbe un colpo al cuore e trattenne il respiro preparandosi al peggio.
<< Ma non voglio nemmeno rinunciare a te >> continuò Eleonora << Sei il mio ponte >>.
<< Il tuo ponte? >>.
<< Un ponte tra i miei due mondi. Prima erano separati ma ora ci sei tu >>.
 
  
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