Fanfic su artisti musicali > Selena Gomez
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Autore: heiscodelario    12/03/2013    4 recensioni
Selena scorrazzava tra i corridoi per evitare la lezione di chimica, aveva notato una foto della sua cantante preferita appesa all’anta di un armadietto.
-Quella è Taylor, piace anche a te?- aveva detto avvicinandosi a Demi con un sorriso stampato in faccia.
La ragazza aveva farfugliato un si timidamente e da quel giorno era nata una grande amicizia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tredici.

C’era stata una volta Demi aveva pesantemente litigato con i genitori e la madre aveva perfino dovuto trattenere il marito dal picchiare Demi. La ragazza spaventata era scappata a casa di Selena dove le due ragazze si erano avvolte in una coperta e Selena aveva guardato l’amica finire le lacrime per poi consolarla.
Selena ricordò quel giorno sentendosi stupida e piccola nel sedile di quel treno. Treno per Stratford, ci aveva pensato per dieci minuti pieni prima di salire e alla fine si era convinta che era la cosa più giusta da fare. Ora, mentre guardava New York scomparire dietro di lei, si sentiva debole. Lei non era mai stata così, lei era sempre stata quella forte. “Io non ho bisogno di essere forte, tu lo sei così tanto che riesci a trasmettere la tua forza a me” ripeteva sempre Demi. Ed era così, la loro era un’amicizia perfettamente amalgamata, proprio come una torta. Selena era l’impasto, Demi la bellezza e si sa, se la torta non ha un bell’aspetto nessuno la mangia, ma se al contrario la torta è perfettamente decorata e abbellita, ma all’interno mancano degli ingredienti, non sarà gradita. Loro funzionavano in questo modo, un unione perfetta che però in quel momento sembra stesse per rovinarsi.
La ragazza si costrinse a non piangere quando il treno fu definitivamente lontano da New York. Infastidita da un uomo che indossava una strana camicia gialla e che evidentemente aveva tanta voglia di parlare, ripescò l’ipod dalla borsa e fece partire una canzone a caso, convinta che quello non sarebbe stato un viaggio facile.

Demi aprì gli occhi ma tutto ciò che vide fu il buio. Ci vollero qualche minuto prima che capisse dov’era e che cosa fosse successo. Ancora sdraiata a terra tastò con la mano quello che sembrava un pavimento in pietra e quando fu sicura non ci fosse niente intorno a lei si alzò. Capì di essere in una stanza vuota quando il rumore dei suoi passi rimbombò nell’ambiente e il forte odore di muffa le si insidiò nel naso. Era in trappola.
L’ansia si impadronì subito di lei, tremando si appoggiò con il petto al muro e avanzò velocemente speranzosa di riuscire a trovare un’uscita.
Quando le sue mani sudate toccarono del legno sussultò, tastò celermente la superficie e quando sentì il freddo dell’acciaio di una maniglia capì di aver trovato una porta. Provò ad abbassarla ma come aveva previsto la porta era chiusa, iniziò quindi a tirare forti pugni al legno urlando con tutta la voce che le usciva.
-Aiuto qualcuno mi aiuti, vi prego- i pugni erano sempre più forti ma sembrava che nessuno riuscisse a sentirli. –Vi prego aiutatemi, vi prego.-
Continuò in quel modo per qualche minuto e quando si accorse che il silenzio era l’unica cosa che riceveva come risposta si arrese. Si accasciò contro il muro e con le dita si toccò la fronte, la ferita era ancora fresca e molle.
Non ci volle niente per far iniziare a scendere le lacrime. Non era mai stata così spaventata in vita sua, quella doveva essere la giornata migliore della sua vita e invece si stava rivelando un incubo.  Si trovava in una stanza buia, senza acqua o aria, riusciva appena a vedere e soprattutto  non sapeva cosa l’avrebbe aspettata.  Cosa volevano da lei? Perché l’avevano rinchiusa là dentro?
Ogni tentativo di calmarsi era chiaramente inutile, voleva urlare ma la voce si fermava in gola per la paura e per il pianto. Pensò a Selena e a Justin e le lacrime tagliarono più veloce il suo viso, dov’erano in quel momento? Si erano accorti che qualcosa non andava? Avrebbe voluto chiedere aiuto ma non sapeva in che modo, l’unica cosa che poteva fare era aspettare là sperando che, chiunque l’avesse rinchiusa là, non avesse cattive intenzioni.

Demi non sapeva quanto tempo fosse passato, forse mezz’ora, forse un’ora, forse due, all’interno di quel rifugio sembrava che il tempo non esistesse. Portando le gambe al petto e poggiando sulle ginocchia la testa aveva provato a dormire ma con scarsi risultati, non riusciva a smettere di tremare e il pianto era stato sostituito da singhiozzi irregolari.
Sussultò quando sentì un rumore provenire dalla porta. Qualcuno stava cercando di aprirla, spaventata si alzò e indietreggiò nel buio.
Una pila illuminò la stanza e una figura, che Demi non riusciva a vedere bene, parlò –Dove sei?-
Terrorizzata Demi non riuscì a parlare e questo sembrò far infuriare ancora di più l’uomo  perché la voce divenne ancora più dura –Ripeto, dove sei?-
-Qu…qui- balbettò a fatica Demi.
I passi si avvicinarono e la luce fu puntuta in faccia alla ragazza. Demi vide davanti a sé un uomo sui 40 anni, aveva una folta barba e dei piccoli occhi erano nascosti da un paio di occhiali da vista.
-Oh eccoti qua- disse con finto tono scherzoso –ti conviene stare in silenzio e non combinare guai, se farai la brava ti porteremo un po’ di cibo e dell’acqua.- continuò guardandola con uno sguardo che intimorì la ragazza.
-Ccc..cos..cosa volete da me?- sussurrò Demi guardando l’individuo alzarsi.–Ti conviene stare in silenzio perché ogni azione sbagliata che farai ricadrà sulla tua cara amica Selena.- una minacciosa risata riempì la stanza prima che lui uscisse sbattendo la porta e sigillandola.
Demi fu ancora più spaventata da quelle parole. Cosa volevano da Selena? Al pensiero che potessero farle del male scoppiò nuovamente a piangere e non si fermò per molto tempo.
  
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