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Autore: Eliessa    12/03/2013    1 recensioni
Hai tutto e niente allo stesso tempo.
Hai affetto ed amore, ma non possiedi nessun oggetto all'ultima moda: nessun I-phone, nessuno I-Pod, nessuna borsa firmata.
Niente di niente. Tutto ciò che hai sono cose astratte.
Hai una famiglia fantastica ed una sorella che ami più di te stessa.
Ma un giorno capisci che tutto ha una fine.
Un giorno capisci che la vita non è una favola.
Un giorno capisci che chi ti sta accanto ti tradisce.
Un giorno scopri tante cose, ma quello che puoi fare è solo andare avanti per te e tua sorella.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il nostro segreto
La nostra paura
La nostra vergogna


 
Erano le 6 del mattino. Fuori era ancora notte. Il cielo era molto scuro.
Sara si svegliò per prima non appena il telefonino le squillò.
 
-Milè svegliati dai.-
-Ancora 5 minuti.- rispose lei patteggiando.
-D'accodo, allora vado prima io in bagno. Ah questa mattina colazione al bar, dentro non ci sta nulla se non vado a fare la spesa.-
-Ok.-rispose insonnicchiata Milena. Intanto Sara iniziò a prepararsi e subito dopo di lei lo fece la sorella.
Alle 7.20 uscirono di casa, andarono al bar e consumarono un cappuccino e croissant a testa.
-Facciamo così.- disse Sara. -Ti lascio 10€, comprati quello che vuoi per il pranzo.-
-E tu?-
-Pensa per te. Ti do anche la chiave di casa, mi raccomando non perderla.-
-Guarda che non sono io che perdo tutto.-risero insieme.
-Io allora vado.-disse Sara alzandosi. -Ci vediamo pomeriggio.-
-Ok.-rispose Milena, mentre Sara le dava un bacio sulla fronte. Uscita dal bar camminò per poco meno di 10 minuti, quando alle 8 precise si trovò davanti il grande portone di legno scuro che ospitava il luogo del suo primo lavoro.
Una volta entrata trovò già l'avvocato penalista Magisti. L'avvocato più conosciuto e temuto di tutta l'Umbria.
La ragazza si era presentata con un taier, semplice, non vistoso ed efficace. Perfetto per questo tipo di occasioni; mentre l'avvocato, che era un uomo sulla quarantina, in studio si presentava sempre con il classico abito scuro, aveva i capelli brizzolati e gli occhi castani.
-Ciao Sara!-esclamò subito non appena vide la ragazza.
-Avvocato Magisti.-rispose lei stringendole la mano.
-Dennis. Chiamami Dennis e dammi del tu.-
-Va bene Dennis. Prima di tutto credo di doverti ringraziare per quello che stai facendo per me e mia sorella.-
-Aspetta a ringraziarmi. Intanto prendi questa.- disse l'uomo consegnandole una busta bianca.
-Cos'è?-chiese la ragazza.
-Qualcosa che potrebbe servirti.- Sarà l'aprì. Dentro c'erano poco più di mille euro.
-No, non posso accettarla.-
-Invece io penso di si. Come pensi di vivere? Prendili.-
-Consideralo un prestito allora.-
-No, consideralo un regalo. Un piccolo contributo per migliorare la tua vita.-
-Non so che dire, veramente.-
-Non devi dire nulla. Prendili e basta.-La ragazza annuì e poi conservò la busta con i soldi dentro la sua borsa.
-Allora, parlando di lavoro, questa sarà la tua scrivania. Sarai la mia segretaria personale, ti occuperai degli appuntamenti con i clienti, delle pratiche, insomma...-
-Si, ho capito.-
-L'orario di lavoro va dalle 8 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 tutti i giorni tranne il sabato e la domenica. Per quanto riguarda la paga sono circa 1500€ al mese.-
-Perfetto. Inizio subito.-
-D'accordo. Queste sono le pratiche in sospeso che ha lasciato la segretaria che avevo prima.-
-Bene, controllo il contenuto e vedo ciò che c'è da fare.-
-Per qualsiasi cosa mi trovi nello studio.-La ragazza annuì sorridendogli e mentre l'avvocato andava via, Sara si organizzò il lavoro per la mattinata. Iniziò a conoscere alcuni clienti abituali dello studio, stando a quanto riportavano le carte che aveva sotto mano, e con qualche piccola difficoltà iniziale la prima mattinata di lavoro l'aveva superata.
Un quarto d'ora dopo mezzogiorno arrivò Luana.
-Mio padre ti ha messo subito sotto con il lavoro, eh?-chiese la ragazza divertita.
-E tu che ci fai qui? Anche oggi niente scuola?-
-Veramente mancava la professoressa di matematica, per cui uscita anticipata.-
-Bene. A scuola come va? Hanno chiesto di me?-
-No, ma sono stata io a parlare di te al preside. Ha detto che troverà un modo per non farti perdere l'anno.-
-Io non ti avevo chiesto nulla. Perchè l'hai fatto?-
-Perché meriti questo ed altro, perchè sono sicura che se le cose fossero andate male a me, tu mi avresti aiutato.-
-Si, avrei fatto anche più del possibile.-
-Vedi? E allora perchè io non posso farlo per te? Comunque che dici di un panino ai giardinetti per il pranzo?-
-Ci sto.-rispose Sara, quando da dietro le sue spalle comparve il padre di Luana.
-Papà, io ti prendo Sara per il pranzo, andiamo a mangiare un panino ai giardini.-
-Non stancarmela troppo però.-disse l'uomo facendo l'occhialino alla figlia.
-Puoi stare tranquillo. Ciao pà!-E così le due amiche andarono prima al solito market per farsi fare il loro panino con prosciutto crudo e mozzarella e poi andarono ai giardini.
-Senti.-iniziò a dire Luana dopo che entrambe erano arrivate a mangiare quasi metà panino. -Non me ne hai mai voluto parlare fino in fondo, ma ti andrebbe di parlare sul perchè di questa decisione così drastica? Ti va di dirmi perchè provi così tanto odio per Lavinia? So che ogni volta che prendiamo a parlare dell'argomento ci soffri, ma forse è arrivato il momento di parlarne.-
-Non è una buona idea.- rispose Sara.
-Io invece credo di si, parlarne con qualcuno può solo farti bene.-
-E va bene.-Sarà iniziò a raccontarle ciò che l'aveva fatta cambiare. -Era il 10 settembre, ricordi? Quel giorno siamo andate al centro commerciale, mentre Milena era appena tornata da Assisi con degli amici. Mio padre era al lavoro. Milena fu la prima a rientrare in casa. Appena entrata aveva sentito dei rumori provenire dalla camera da letto e si precipitò lì, ma rimase scioccata quando vide Lavinia a letto con altri due uomini. Milena si era messa ad urlare, ma non ci fu niente da fare.
Lavinia ed i suoi amanti avevano bevuto, non capivano nulla, così la presero ed iniziarono a spogliarla. Lei non riuscì a scappare, non riuscì a liberarsi dalle mani di quei due uomini, e l'unica cosa che riusciva a fare era solo gridare. La stesero sul letto e mentre i due uomini la tenevano dalle mani e dai piedi, Lavinia le diede due colpi con una cintura di cuoio. Ma poi ad un suo amico venne in mente un'altra idea: quella di violentarla. Io sono arrivata solo 5 minuti dopo. Appena ho sentito la sua voce mi sono precipitata da lei, e quello a cui stavo assistendo mi aveva lasciato senza forze. Ero come immobilizzata da una forza maggiore.
Ero rimasta a guardare mentre mia sorella veniva violentata, invece di reagire subito. Questo non me lo perdonerò mai in vita mia. In testa mi risuonano ancora le risate di Lavinia divertita per quello che i suoi amici stavano facendo a Milena, le urla di mia sorella, le parole di quei maiali...-Sara stava piangendo, ma continuò a parlare. -Ad un tratto però, senza rendermene conto mi sono avvicinata ai due uomini, dicendogli: -Vediamo se hai il coraggio di prendertela anche con me.- Ma appena mi hanno messo le mani addosso, li ho messi KO, i duri allenamenti di kick boxing sono servivi a qualcosa. E così loro andarono via, insieme a Lavinia, ma prima che uscisse le avevo giurato vendetta.-
-Sara dimmi che tutto questo è solo frutto della tua immaginazione, per favore.-disse Luana con gli occhi lucidi sul punto di piangere.
-Quanto vorrei che lo fosse, ma è solo la realtà purtroppo.-
-E Milena?-
-Milena ha conosciuto troppo presto cosa volesse dire andare a letto con qualcuno o meglio essere violentata. La settimana seguente si sono visti gli effetti della violenza: iniziava a piangere a rifiutare il cibo ed a fare incubi la notte. Abbiamo passate molte notti a parlare. Le ripetevo che lei era solo la vittima, che non aveva nessuna colpa, ma era così fragile... Non sai quanto ho dovuto lottare affinché tornasse ad essere di nuovo felice.- continuò piangendo Sara.
-Perché non mi hai mai detto nulla, perchè?!-
-Perché non potevo dirti una cosa del genere, non ci riuscivo.-
-E se tuo padre si è sposata con lei, deduco che non l'avete denunciata, vero?-
-No, non l'abbiamo fatto perchè il giorno dopo lei è venuta da me e con aria minacciosa e da sfida mi aveva detto: -Se provi a denunciare l'aggressione a tua sorella, io finirò di ucciderla; lo stesso se vai a dire qualcosa a tuo padre, Milena è morta.-
-Sara, ma questa è una stronza. Devi denunciarla subito. Mi meraviglio di te che il senso della legalità e della giustizia ce l'hai nel DNA. Persone come lei non possono farla franca.-
-Lo so. Ma che potevo fare? Luà, ho passato momenti di paura che non ti sto neanche a raccontare, e nella paura dovevo proteggere mia sorella. Troppe notti ho passato in bianco sia per consolare mia sorella, ma anche per paura che Lavinia potesse fare qualcosa. Non hai idea di come sto.-
-Adesso basta però. Più tardi andiamo in studio da papà e gli racconti tutto.-
-No, avete già fatto molto per me.-
-Tu per me avresti fatto più del possibile, io voglio fare lo stesso. Amiche fino alla morte, ricordi? È il nostro giuramento.-Sara non poté far altro che annuire e continuare a piangere tra le braccia dell'amica. -Vedrai che tutto questo avrà una fine.-
Tornati in studio, Sara raccontò nuovamente l'accaduto.
-Allora papà?-chiese Luana.
-Questi tre passeranno il resto dei loro giorni in galera, quant'è vero che mi chiamo Dennis Magisti.-Sara sorrise.
-Io torno a casa, ma questa sera vieni a cena da noi e non si discute. Stiamo insieme e poi mettiamo Milena al corrente di quello che vogliamo fare.
-Ok, a stasera Lù.- E così l'amica andò via e Sara tornò al lavoro. Ora si sentiva un pò più libera. Si era liberata di quel segreto che da giorni la tormentava. Giorni che parevano anni. Pochi giorni eppure le sembravano una vita. [...]
Appena finito l'orario di lavoro, Sara tornò a casa e trovò la sorella immersa nella biografia del Manzoni.
-Ehi Milè quanto ti manca da studiare?-
-Imparo Manzoni ed ho finito, perchè?-
-Stasera siamo a cena da Luana.-
 

 
   
 
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