Ed
eccoli lì,i fratelli salvatore,il fratello
che amava troppo e quello che non amava abbastanza; erano davvero
cambiati,non
erano più gli stessi giovani uomini del 1864 e neanche di
alcuni anni addietro.
Quanti anni a cercarsi senza mai trovarsi davvero,ora erano
l’ uno di fronte
all’ altro si guardavano ma era come se avessero davanti due
completi estranei.
"Dovremmo
smetterla di farci la guerra e
di fare i bambini e provare ad andare avanti,non credi fratellino?"
disse
Damon con fare scherzoso. Stefan era sempre stato scettico quando lui
parlava,da umani il minore dei fratelli pendeva dalle labbra di
Damon,oh come
lo ammirava,era un amore incondizionato e caloroso quello che provava
per
lui,sarebbe morto solo per non permettergli di prendersi un semplice
raffreddore,avrebbe voluto averlo accanto a se tutta la sua vita e di
lì la
scelta di vampirizzarlo con lui avrebbe passato l'eternità
con il suo
fratellone,ma si sa non c'è amore senza un po’ di
egoismo e forse l'aveva fatto
anche per quello,non voleva restare solo al mondo o forse l'aveva fatto
solo
per stare con lui fatto sta che da quel momento la coppia solida dei
famosi
fratelli Salvatore iniziò a sgretolarsi. Stefan era
diventato uno
squartatore,Damon non riusciva a capacitarsi di aver contribuito al
nuovo stile
di vita del fratello e così le loro strade si
divisero,Stefan conobbe Lexi che
sarebbe diventata la sua futura migliore amica e Damon,beh lui conobbe
il
mondo. Ed ora Damon era il compagno di quello che Stefan pensava
potesse essere
l'amore della sua vita,lo credeva davvero ma ormai tutto era finito,il
suo
amore per lei,l'amore di Elena per lui e forse anche l'amore per se
stesso.
"Si
dovremmo smetterla" disse Stefan per
interrompere i suoi pensieri che circolavano implacabilmente nella sua
testa
“Ognuno è felice,tu sei felice,io sono felice, lo
sarò "
Damon
non riuscì a decifrare la frase,non capiva
se era davvero ciò che pensava o quel suo modo complicato di
fare ironia;
"Certo,facciamo
pace fratellino" Damon
scelse la prima opzione. Si strinsero in un abbraccio di quelli che
erano
soliti darsi quando nessun essere sovrannaturale era ancora entrato
nelle loro
piccole e ordinarie,ma felici vite,era un abbraccio caldo,affettuoso,un
abbraccio umano.
"Ce
n'è voluto di tempo prima che ci
riuscissimo ad abbracciare!Ricordo che l’ultima volta
risaliva circa a
vent’anni fa" Stefan si sforzò di sorridere.
"ne
sono davvero felice.”
“Stai
mentendo, lo capisco!”
“Non
è questo. Damon..Damon io ho bisogno di
aiuto, del tuo aiuto nel gestire questa..questa cosa”
Ci
fu un secondo di silenzio, nel quale Damon
sciolse il suo viso in un sorriso e tirò una pacca sulla
spalla di Stefan, una
sola occhiata per capirsi, si sarebbero stati sempre accanto, il loro
legame
era più fporte di quello fra Damon ed Elena.
L'aria
nella stanza era serena,niente
frecciatine,nessun sguardo d'odio. Solo due fratelli.
"allora,che
ne dici di festeggiare come i
vecchi tempi?" disse Stefan sciogliendo l'abbraccio Damon lo guardava
incuriosito,ma non appena lo vide estrarre dal baule un pallone
ovale,il
pallone ovale con cui giocavano nel giardino nelle giornate estive per
tutto il
giorno Damon sorrise di cuore
"Vediamo
se sei ancora bravo" disse
prendendo la palla dalle mani del fratello.
Damon
non fece in tempo a placcarlo che una voce
altezzosa echeggiò nella stanza.
“Oddio
tutto questo è patetico” Rebekah interruppe
il momento entrando in casa con gli occhi alzati al cielo sotto i quali
celava
solamente gelosia e turbamento, si portava dietro come un cagnolino un
uomo
biondo, con la barba ispida e le spalle grosse, uno sguardo misto
all’odio e
qualche altra emozione celata portarono a pensare con
immaturità a Damon chi
avrebbe vinto a braccio di ferro, Stefan
studiava i due come se non riuscisse a trovare nessun nesso logico in
quella
scena, prima che il fratello spezzò la tensione.
“Ma
non ce l’hai una casa dove portarti i tuoi
giocattolini sessuali barbie?” Lei aprì la bocca
scocciata.
“Le
piacerebbe” L’uomo aveva aperto il viso in
un sorriso sardonico che fece girare la bionda e guardarlo omicida.
“Preferirei
bere acido, ti ringrazio” Gli si
fece vicino dominante come per far capire chi spettava il comando, ma
lui
sorresse il suo sguardo in modo impenetrabile.
“Attenta
tesoro potrei accontentarti.” Lei gli
prese i capelli come una madre fa con un bambino maleducato e si
girò annoiata
verso i due Salvatore mentre lui grugniva scocciato.
“Action
man qui presente sa qualcosa della cura
e di..Silas”
I
fratelli si fecero più attenti e studiarono
il viso del giovane che portandosi al centro del salotto
guardò fisso Damon
negli occhi, che lo guardava minaccioso.
“Cosa
sai?”
“Silas
è in dormiveglia, il mio compito è di
ucciderlo, ma non potrete avere la cura devo renderlo
mortale.” Gli sputò in
faccia la risposta come se fosse veleno. Stefan sbuffò
guardando fisso Rebekah.
“Ma
è una leggenda, tu hai detto che lo era!
Chi è questo qui? E perché gli hai
creduto?” Lei si sentì tirata in causa e non
potè non sentirsi un po’colpevole. Prima che
potesse rispondere argutamente il
cacciatore la precedette.
“Il
mio nome è Galen Vaughn e sono uno dei
cinque. L’ originaria ha agito per il meglio, una grande
responsabilità grava
sulle mie spalle e ho percepito un altro cacciatore da queste parti,
portatemi
da lui, ed insieme uccideremo Silas eliminando la sua minaccia una
volta per
tutte.”
“Quale
minaccia?!”
Bonnie
camminava mano per la mano con Kol lungo
un viale buio, erano arrivati da un giorno a New Orleans e la prima
cosa che
Kol aveva fatto quando avevano preso due stanze separate
all’hotel più
prestigioso della città, era stato fare chiamate su
chiamate, ad un cero punto
aveva urlato talmente forte che Bonnie impaurita aveva avuto la
tentazione di
lanciarli un’ aneurisma solo per farlo tacere. Era sparito
per le successive
due ore impedendogli di seguirlo ed era rimasta in panciolle per tutto
il
giorno con la smania di fare qualcosa. Poi era tornato
l’aveva presa per mano e
l’aveva semplicemente condotta per dove erano adesso.
“Kol
rallenta dove siamo?” Lui si fermò di
scatto e si voltò verso di lei.
“Siamo
arrivati, ascolta attentamente, mi sono
intrattenuto con queste..signore durante il ventesimo secolo e non
c’è da
fidarsi, devi sapere che le streghe si proteggono a vicenda, pochi sono
a
conoscenza di questo posto, solo il sangue di una strega può
aprirlo e solo una
strega può accedervi, non devi avere paura, di che sei sotto
la mia protezione
e che se proveranno a toccarti le ucciderò tutte come ho
fatto con i loro figli
l’ultima volta”
“Non capisco perché dovrebbero farmi del
mal..” Lui le strinse violentemente il
braccio per baciarla con impulso e passione, lei ne fu spaventata
sembrava cosi
possessivo cosi ..diverso, ma non potè che essere felice.
Quando lui pose fine
al bacio lei notò che le vene attorno ai suoi occhi erano
marcate e pulsanti,
lui portò il suo palmo sotto le sue labbra e guardandola
aspettò un cenno di
consenso, la morse piano senza assaporare il sapore del sangue, una
volta che
lei fu ferita le prese la mano e gliela fece strofinare sul muro. Ad un
certo
punto lei lo vide, un campo di forza violetto copriva i mattoni grossi
rossicci
e vecchi, che erano solo una coperture, si sentì come
attirata, voleva entrare.
“Cosa
succederà?” Lei lo guardava titubante,
non voleva dividersi.
“Ascolta
attentamente, è un rifugio per
streghe, braccate o alla ricerca d un riparo, esistono molti tipi di
magia e assieme
a loro c’è Mikaela, non è una strega,
è una sorta di oracolo, non conosce il
futuro ma ne vede degli scorci, è come se potesse vedere
qualcosa dentro di te
mi segui? Chiedi di lei”
Bonnie
assimilava le informazioni attentamente,
perché sua nonna non ne aveva parlato con lei?
“
E Bonnie, sarai attratta da questo posto come
un magnete, non ti biasimerò se vorrai restare”
“Il
mio posto è con te” Lui la guardava come
non aveva mai fatto, Bonnie non riusciva a capire.
“Sanno
chi sei,con chi sei e che sei qua fuori,
verranno a prenderti devi solo aspettare, il sangue è stata
come una sorta di
carta d’identità, serve per evitare che qualcuno
che venga a conoscenza del
posto non utilizzi una fiala di sangue di qualche strega per far uscire
qualcuna delle consorelle.”
“Come
fai a sapere tutto questo?” Kol non fece
tempo a rispondere che poco a poco il varco si aprì,
facendone uscire..
“Lucy?!”
“Bonnie!!”
Le due cugine si abbracciarono
felici.
“Quando
ti ho percepita non volevo
crederci,sono cosi felice che tu sia venuta fin qua per unirti a
noi”
“Veramente
son venuta qui per ehm per parlare
con Mikaela” Lei sembrò dispiaciuta,avvolta in un
peplo leggero di colore
beardeux ma fece un cenno d’assenso, poi il suo sguardo si
posò su Kol ed i
suoi occhi si illuminarono.
“Sai
che non ci si può presentare mai più di
due volte a Mikaela e tu le hai già sprecate”
“Non
sono qui per lei donna!” Kol sembrava come
invaso da..qualcun’altro. Bonnie decise di non fare domande,
le avrebbe
rimandate a dopo, Mikaela era più importante.
La
cugina la prese per mano e assieme varcarono
la barriera, appena lo fecero Bonnie li sentì, i suoi
poteri, come se non
fossero mai scomparsi, come quando si sentiva quando era vicina a Kol.
Lucy
sembrò intercettare i suoi pensieri perché gli
rispose.
“Sappiamo
già tutto, i tuoi poteri non sono mai
andati via, solo che non sei in grado di utilizzarli ancora.”
“Cosa
intendi utilizzarli? Li ho sempre usati”
Lucy la guardò enigmatica, come se non spettasse a lei darle
la risposta.
Alcune donne, camminavano a braccetto e appena la videro iniziarono a
parlarsi
nell’orecchio e a guardarla male, Bonnie non poté
che sentirsi a disagio.
“Non
preoccuparti di loro, molte di noi non
hanno apprezzato la tua magia nera per incantare Klaus.”
“Mikaela”
Aggiunse a mò di spiegazione prima
che l’altra strega Bennett potesse fare domande.
Il
posto era coperto di grandi tappeti persiani
e lunghe tende rosse dello stesso colore dei vestiti che portavano le
streghe,
scendevano dal soffitto, la luce era completamente assente se non per
poche
candele poste sopra ad appositi candelabri che permettevano a Bonnie di
adeguarsi, ma non lo trovò tetro o buio, al contrario le
comunicava grande pace
per i sensi, di cui avrebbe voluto godere da li
all’eternità. Si fermarono
davanti ad una porta di legno intagliata raffigurante un grande drago
ed un
fiore come se le due immagini corrispondessero, la dolcezza ed il
potere. Lucy
si fermò.
“Devi
entrare tu ora”. Bonnie la guardò decisa
e varcò la soglia
Se
l’atrio era apparso a Bonnie di conforto
quella stanza le incuteva timore, non
sapeva dove andare era completamente buia e tutto le
sembrava come
infinito. Lentamente iniziò ad abituarsi
all’oscurità fino a che non riuscì
perfettamente a percepire tutti i dettagli della stanza.
“Sapevo
saresti arrivata, Bonnie Bennett” Una sua
coetanea stava di fronte a lei e prendendone la mano la stanza si
illuminò
rivelando solo quattro pareti bianche, era tutto molto inquietante.
Indossava
una semplice canotta ed il taglio sbarazzino ed il trucco fece pensare
a Bonnie
che erano molto simili, gli orecchini di lei erano beardex e emanava un
aurea
molto potente, tanto che a Bonnie sembrò la donna
più bella del mondo.
“Mikaela?”
“Non
importa chi io sia, importa il perché tu
ci sia” I suoi occhi la fissarono e lentamente Mikaela
sfiorò il taglio sulla
mano di Bonnie. I suoi occhi rotearono e si fecero nuovamente su di lei.
“Tu
sei la mia discendente.”
“Non
penso di capire.” Fu come se la ragazzina
andasse in trans.
“Silas
amava Mikaela, Mikaela amava lui. Ayana
venne partorita che ella non aveva
che 15 anni. Ma la licantropia arrivò ed i
popoli ne furono invasi. L’ amato dunque
sedusse Quetsyah ,la strega, per creare un incantesimo che gli avrebbe
resi
immortali.
Una volta scoperto l’inganno, lei li separò con la
morte, un
velo creò in modo che i due mai più insieme
sarebbero potuti stare, dividendo
gli spiriti sovrannaturali da quelli umani.
La
cura
per l’immortalità fu creata inseguito invertendo
gli effetti dell’incantesimo che
posto sull’acqua del pozzo che tanto amavano, giace con lui
nella speranza che
muoia soffrendo. Ah il mio povero cuore non può sopportare.
Quetsyah
si dimenticò di Ayana che trovò rifugio presso la
casa di Esther in cambio
dello stesso incantesimo di cui era maledetto il suo padre, ma
ahimè non era
abbastanza potente, ci volle un sacrificio, ed Henrik morì.
Tre figli riuscì a
vampirizzare il quarto spettò ad Ayana che concesse il suo
sangue per
completare la trasformazione, Kol Mikealson. Ayana ebbe una sola figlia
e fu
cosi per generazioni che erano dunque collegate al vampiro, che nel
corso dei
secoli lo cercavano per attingere poteri indebolendolo. I poteri delle
streghe
in sua presenza sembravano moltiplicarsi e quello di lui diminuirsi.
Silas devi
trovare e condurlo al sonno eterno, il velo non potrà
squarciare o per la
natura sarà la fine.”
Klaus
sfrecciava a tutta velocità nella sua
nuova macchina rosso fiammante mentre la radio a tutto volume dava
“highway to
hell”,Klaus rise del titolo della canzone e di quanto fosse
appropriata in quel
momento. Inferno era la parola adatta,erano state un inferno quelle
settimane
passate prima il litigio con Rebekah,poi Elijah,il suo non rapporto con
Kol e
poi c’era lei quell’angelo biondo che si era pian
piano insediata nella sua
testa e non voleva saperne di uscire fuori.
Era
stato così stupido a lasciarsela
scappare,nelle mani di quel Tyler poi,un ibrido di quarta categoria che
non
poteva offrirle nulla se non una vita piatta e monotona,ma
d’altronde era stata
lei a sceglierlo,lei lo amava e contro di questo non poteva
combattere,aveva
vinto tante battaglie ma quella,l’amore era una guerra contro
cui era destinato
a perdere ogni volta che l’avrebbe fronteggiata.
Si sentì
così stupido a pensare quelle cose,lui era Niklaus
Mikealson,lui era un antico
e per di più ibrido,come poteva fare quelle congetture
così umane e
insignificanti? Rise di se stesso e del fatto che la sua mente fosse
divisa in
due fazioni,l’ibrido contro Klaus;nel corso degli anni aveva
scelto di seguire
cosa l’ibrido di dicesse di fare mettendo a tacere la sua
parte più umana,ma da
quando Caroline era apparsa nella sua vita, la parte Klaus era come se
avesse
preso di nuovo vita dopo secoli di mummificazione e questa sensazione
lo
spaventata e lo eccitava contemporaneamente,non voleva apparire debole
ma
neanche lasciarsi scappare l’opportunità di
provare quelle sensazioni che erano
di nuovo riaffiorate dentro si sé.
Nei
giorni passati aveva pensato di ritornare a
Mystic Falls,di farsi perdonare dai suoi fratelli,di prendere Caroline
e
possederla,di farla innamorare di se come lui già aveva
iniziato a fare “non è
vero” scosse la testa dicendo ad alta voce “non
sono innamorato di lei,è solo
una bella donna con dei bei capelli nulla di più!”
Cercava di auto convincersi
e nel frattempo cercava di capire quando esattamente la scintilla era
scattata
nel suo cuore,forse quando lei gli aveva preso la mano o forse quando
si erano
baciati o forse più semplicemente questa sensazione era
cresciuta pian piano
prima nella sua mente e poi nel suo cuore freddo e duro come il
ghiaccio,cuore
che però era stato riscaldato da quegli occhi blu cielo e da
quelle labbra
rosse e carnose.
Il
tachimetro segnalava 200 km/h,pensare a Caroline lo elettrizzava e
l’adrenalina
gli inebriava la mente ma era deciso a dimenticarla anche
perché era stato lui
a lasciarla andare;era diretto a New Orleans,voleva visitare tutte le
città che
gli facevano pensare i suoi fratelli,era una cosa sin troppo sdolcinata
per lui,
ma era un modo per tenerli vicini a se anche se non voleva ammetterlo
ad alta
voce; si fermò non appena vide nel centro della
città una ragazza
passeggiare,aveva fame e voleva mangiare lei,fermò la
macchina all’improvviso
mentre le macchine dietro di lui lo maledicevano del brusco
movimento,scese
dalla macchina e si avvicinò alla ragazza,la quale rise del
suo gesto si
sentiva lusingata che un uomo così affascinante
l’avesse notata,lui di rimando
la prese per una mano portandola nel vicino vicolo; sentì i
suoi canini
scendere velocemente e li affondò nel collo della povera
ragazza che mugolò di
piacere e di dolore Klaus alzò la testa,gli piaceva vedere
la faccia delle sue
prede prima di prosciugarle del tutto,ma ciò che vide lo
lasciò senza parole
non era più la ragazza che stava mangiando ma era
Caroline,il suo viso ovale e
latteo le sue labbra morbide e carnose lo chiamavano a se come le
sirene
chiamavano i pirati per attirarli,istintivamente la baciò.
Un bacio possessivo
e pieno di rabbia che si tramutò in un bacio dolce e
appassionato se non fosse
stato il fatto che non appena cercò di approfondirlo
capì che non era il suo
dolce vampiro che stava baciando ma una mera ragazza,si
allontanò
improvvisamente,la soggiogò dicendole di dimenticare tutto
ciò che era successo
e inizio a camminare velocemente per le strade della città
scuotendo la testa e
con gli occhi fuori dalle orbite,ma una sagoma familiare lo
destò da tutti i
suoi pensieri, era Kol dall’altra parte della strada intento
a fumare una
sigaretta e con fare nervoso camminava su e giù per il
marciapiede i loro
sguardi si intercettarono per un millesimo di secondo prima che Klaus
scomparisse nel nulla.
Kol
aspettava impaziente, lei non doveva scoprirlo, non doveva scoprire
così di
lui. Il segreto che portava, la ragione per cui era tornato a Mystic
Falls, si
chiese se sarebbe mai stato in grado di ucciderla.
Aprì
il pacchetto di Marlboro e accese la quarta sigaretta
nell’attesa snervante,
consapevole che non avrebbe mai potuto farlo. Era tutta colpa sua, non
avrebbe
mai dovuto innamorarsene, il suo compito era un altro, lo era sempre
stato.
Alzò
lo sguardo davanti alla strada passavano macchine e camion, per un
attimo
sembrò di scorgerlo..Klaus, sparì nell’
istante in cui realizzò che doveva
trattarsi di una visione. I passi sopra l’asfalto lo fecero
girare, Bonnie
stava arrivando,alzò lo sguardo e la vide, sapeva che
avrebbe resistito al
fascino di quel luogo, il suo viso però era corrugato, e se
avesse scoperto
perché lui fosse andato a consultare Mikaela? I suoi dubbi
furono presto
sciolti.
“Penso di aver appena incontrato una mia ava” Si
diressero verso l’albergo e
quando Bonnie si fu ripresa iniziò a raccontare a manetta
ciò che aveva
appreso.
“ Mikaela e Silas vivevano nel tuo villaggio, probabilmente
non puoi ricordarli
eri appena un ragazzo, i due cercarono disperatamente un rimedio per la
licantropia e l’unica cosa che avrebbe potuto salvarli era
l’ incantesimo dell’
immortalità. Silas era un potente stregone, ma il suo potere
non bastava, così
sedusse Quetsyah nella speranza che lo aiutasse.”
“Aspetta,aspetta,aspetta, ti prego parlami di come tu possa
essere una sua
discendente”
“Mikaela ebbe una figlia prima di morire, Ayana”
Kol sbarrò gli occhi.
“Era la mia nutrice..lei,lei era la mia nutrice,la migliore
amica di mia madre,
la conoscevo” I suoi occhi erano un misto di stupore e
terrore, Bonnie non
riusciva a decifrarli,le stava mentendo, ma su cosa? E
perché?
“Non era solo la tua nutrice..penso che tu debba conoscere la
verità.
Vostra madre temeva per la vostra incolumità e con
l’aiuto di Ayana applicò su
di voi lo stesso incantesimo che aveva permesso a Silas di divenire
immortale,
ma Esther era troppo debole e si occupò solamente dei tuoi
fratelli, così Ayana
si occupò di te, e ti diede il suo sangue. E’ per
questo,io credo, che tu sia
così affascinato e legato alla magia, sei stato trasformato
dalla figlia del
più potente stregone al mondo. Ed è sempre per
questo che i miei poteri si
amplificano quando sono con te,non so se te ne sei accorto, ma se siamo
vicini
e io faccio una grande magia tu ti indebolisci ed io acquisisco
potere.” Kol si
alzò dal letto sul quale erano seduti, andò sul
grande balcone della stanza, e
ritornò indietro, aveva assimilato troppe cose, per questo
lei non gli aveva
detto che Henrik era stato solo un sacrificio da cui la stessa madre
aveva
attinto potere.
“E per i tuoi poteri?” gli chiese lui, come per
cambiare argomento e chiarire
altri punti, in fondo erano andati là proprio per questo.
“E’ complicato, li ho sempre avuti, ma non so come
usarli, sono..come posso spiegarti..in
carica. Opera delle streghe.” Abbassò lo sguardo,
non voleva dirgli il motivo,
ma lui aveva vissuto con le streghe per circa un secolo, sapeva
certamente più
di lei sulla magia.
“L’ ho già visto fare, le streghe fanno
accumulare i poteri ad un’ altro loro
membro affinché sia abbastanza potente per completare una
missione, qual è la
tua?.. DIMMELO!”
Lei saltò dallo spavento, odiava quel lato di lui
così
aggressivo,pericoloso..così da vampiro. Si alzò
per tenergli testa e rispose
fiera e decisa.
“Ho il sangue di Silas che scorre fra le mie vene, sono
l’alleata naturale dei
cinque, penso sia per questo che provo ancora questo potente legame
verso
Jeremy, ed il mio compito è quello di svegliarlo e fargli
ingoiare la cura, se
verrà mai svegliato,aprirà il varco fra il nostro
mondo e quello dei morti
sovrannaturali, sarà l’inferno in
terra.” Lui la prese per il collo.
“Nessuno.sveglierà.Silas.” un forte
aneurisma lo fece piegare dal dolore e
questo lo portò ad uscire dalla stanza sbattendo la porta.
Bonnie si accucciò in un angolino,ed iniziò a
singhiozzare.
Non passarono neanche trenta secondi che Kol ritornò in
camera sua per
abbracciarla.
“Mi dispiace, mi dispiace, sono un mostro, mi dispiace. Non
piangere Darling,
ti prego non per me, non ne valgo la pena.” Lei
sollevò il viso e si fece
alzare lentamente.
“Sei un idiota!” Lui abbassò il capo
come un cane bastonato
“Lo so.”
“Sono innamorata di un idiota!” Lui alzò
il viso e le prese il mento fra le
mani. Tutte quelle responsabilità nei confronti di una sola
persona, tutti quei
sentimenti.
“Lo so” disse sorridente e sincero.
La baciò lievemente. I baci iniziarono ad approfondirsi,
come le carezze di
lui, che imperioso sembrava reclamare quello che era suo di diritto :
lei. Lui
iniziò a baciarla con passione, incontrollabile e in un
abile mossa la prese in
braccio e la buttò a forza sul letto,come se il bisogno di
sentirla vicina e
stare a contatto con la sua pelle fosse questione di vita o di morte,si
ritrovò
sopra di lei.
Con
il
gomito a fatica si reggeva sul materasso per non schiacciarla con il
suo
peso,mentre tutto ciò che voleva era farle sentire in tutti
modi che lui era
presente e lo sarebbe sempre stato, la sua mano destra percorreva le
curve del
suo corpo e appena passò sulla pancia scoperta Bonnie si
ritrovò
involontariamente a gemere più forte,l’area sotto
il bacino non era mai stata
più calda e vogliosa, lo voleva da impazzire e perdendo ogni
controllo iniziò
ad esplorare il corpo di lui.
Gli
accarezzò il petto,lentamente arrivò all'addome
facendolo impazzire, e poi si
aggrappò quasi con violenza alla schiena e alle spalle
possenti quando la mano
di lui violò la sua biancheria intima. I loro cuori
accelerati battevano
all'unisono. Lei si sentiva disgustosa e per nulla pudica, non era mai
stata così
sfacciata da gemere e urlare in faccia ad un ragazzo per quanto
provasse
piacere e lui sembrava divertirsene, aumentando la velocità
delle sue abili
dita quando lei appena sospirava.
Lei
si
trovava persa in sua balia ed inarcò la schiena come per far
smettere quella
tortura come se volesse tutto subito, voleva fare l’amore con
lui, in quel
posto e subito. Lui si beffeggiava delle sue tacite richieste e
nonostante
sentiva le vene scoppiare ed i canini venir fuori tanto velocemente da
far
male, si divertiva a vederla in quello stato e con la mano sinistra le
accarezzò la coscia fino ad afferrarle dolcemente il
polpaccio e portarle la
gamba a cingergli il bacino. Lei sentiva i suoi muscoli delle spalle
guizzare
ad ogni movimento, lo strinse di più a sé. Quando
lui ormai impaziente tolse la
mano per svestirla lei imprudente la afferrò come per non
fargliela muovere, ne
voleva ancora, appena si rese conto del suo gesto si
imporporò e si nascose fra
i suoi capelli mori.
“Signorina Bennett -disse lui mentre sensualmente rinfilava
la mano dove era il
suo posto e baciandole sensualmente il collo bruciante- come siamo
ingorde”
Lei stava per rispondere stizzita ma lui infilò un terzo
dito nella sua cavità
e la sua risposta fu coperta da un urlo sommesso di puro piacere.
Ridendo lui
si rivolse ancora a lei in tono divertito.
“Come faccio a svestirti ora?”
“Non lo so, ti
prego non, n-n-non smetter ahh”
Ridacchiando lui afferrò la maglietta con i denti e la
strappò via. Ad un certo
punto lui si fermò,lei si fermò,il mondo si
fermò. Si guardarono.
Un'elettricità li teneva uniti, come fossero calamite.
Bonnie carezzò
lentamente la guancia di lui e gli tolse la maglietta. Lui la fissava
come
ipnotizzato. “Tu mi ami?” Forse non voleva nemmeno
una risposta, ne aveva
paura.
Non
le
diede tempo di rispondere, che afferrò nuovamente il mio
capo, tirandola
insistentemente verso di sé. Bonnie passò una
mano fra quei capelli morbidi e
profumati, beandosi della sensazione che la stava inondando. Il
pensiero e la
razionalità erano andati a farsi benedire senza ritegno.
Bonnie ansimò, presa fra
i brividi. Kol passò una mano sulle sue labbra prima di
baciarla nuovamente,
lei chiuse gli occhi, assaporando le sue labbra un'altra volta sulle
sue.
Bonnie lo tirò verso di se, smaniosa di ottenerne di
più. In quel momento
abbandonò completamente le sue gambe al suo tocco che, con
facilità, andarono a
liberarle dalle calze nere e da tutto il resto. Sospirò
dentro di sé,
sentendosi felice di aver provato quel maledetto e odioso sinkepile che
Caroline le aveva obbligato ad utilizzare da quando aveva scoperto
della tresca
dei due.
In
quel momento la strega realizzò che ci fosse un solo, infimo
e sottile tessuto
a dividerli: quello delle sue mutande. Con un audacia che non
possedeva, piano
piano si fece sopra di lui e gli tolse a forza lo scomodo impaccio,
sorprendendolo.
Lei sentì i polpastrelli delle sue dita carezzarle
avidamente la schiena con
una mano ed il suo cuore perse un battito quando, con estrema decisione
e poca
delicatezza, Kol palpò il suo sedere.
Inarcò il bacino, aggrappandosi al suo e fu un
attimo. Lui la ribaltò di
posizione con i denti bene in vista ed entrò in lei in modo
decisamente poco
cortese, iniziò a spingere ansimando, sembrava che le vene
attorno ai suoi
occhi stessero per scoppiare e questo eccitò Bonnie ancora
di più, voleva morderla
e non lo faceva, sentì di averlo in suo potere. Ricordava
bene il loro discorso
sui morsi, che avevano avuto nella sua cucina giorni prima e se da una
parte
non voleva che la mordesse, l’altra desiderava ardentemente
che lui fosse
talmente assuefatto da lei da farlo. Quando l’orgasmo la
colpì in pieno lo
abbracciò aggrappandosi a lui come se fosse un ancora
lasciandogli in bella
vista la spalla ed il collo, quando si fece giù per godere
meglio delle sue
spinte lo sussurrò appena.
“Puoi mordermi se
vuoi” Kol rallentò il ritmo
e la baciò delicatamente, poteva andare avanti per giorni,
la resistenza dei
vampiri era oltremodo riconosciuta e non solo lui era a stecchetto da
almeno un
secolo, ma da Quando aveva conosciuto Bonnie,il non fare
l’amore con lei era
diventata una tortura. Voleva solo stare dentro di lei per soddisfarla
in ogni
modo che conosceva e in mille anni, ne aveva imparati molti. Le
baciò il collo
e quando l’autocontrollo gli venne meno e si sentì
venire, la morse.
Solo
il mattino dopo, quando si svegliarono e riprendendo ciò che
avevano lasciato
in sospeso Bonnie gli rispose decisa . “Si ti amo, ti amo da
morire.”
Angolino
autrice : Si lo
so, ho messo tantissime informazioni in un solo capitolo. Se non vi
è chiaro
Mikaela ( che io immagino come Jessica Parker Kennedy, è
nella foto del
capitolo) è la donna di Silas che Quetsyah ha ucciso ed
è la madre di Ayana, l’abbiamo
vista nella puntata del flash back degli originals. Bonnie è
una loro
discendente. Altro appunto, Lucy è la cugina di secondo
grado di Bonnie che
abbiamo visto nella seconda stagione. Ho dato delle risposte che
rispondono solo a metà, ma alla fine della storia non ci
saranno più dubbi.
Spero che la scena di sesso non vi abbia disgustato, è la
prima che ho scritto
di questo genere spero non faccia schifo ^^ Come ultima cosa, la storia
consigliata, questa volta è del fandom di Harry Potter
è una Dramione (chi come
me shippa questa coppia?) davvero particolare, la narrazione
è bellissima e la
trama è spettacolare dateci un occhiata : La costellazione del Cigno. di MaryMalfoy96
Alla
prossima settimana! (Avete notato come ho postato in anticipo? Si lo so
vi
vizio troppo)