Violin’s vibrations
                                 


In una finestra di un appartamento di Londra ad Oxford Street, oltre l’opacità del suo vetro e la
fitta pioggia che cadeva, una ragazza nella sua stanza suonava una melodia sconosciuta, dolce
come il suo viso dai lineamenti delicati e brillante come i suoi occhi verdi. Il suo nome era Elise.
Era una fanciulla di sedici anni il cui animo, ora danzava trascinato da quella melodia prodotta dal suo violino.

Elise prendeva lezioni da quando aveva sei anni, era il suo passatempo preferito, il suo rifugio segreto.

Delle volte lo considerava il suo migliore amico, l’unico che con le sue note e la sua sinfonia
riuscisse a capire veramente chi fosse e a conoscerla nel profondo.

Sembrava quasi che ci facesse l’amore con quel violino mentre scorreva elegantemente l’archetto
sopra le sue corde.

Il suo compagno di vita. L’unico… forse.

Improvvisamente il ritmo divenne più veloce mentre con gli auricolari alle orecchie, seguiva la
melodia del pianoforte che aveva sull’iPod. Gli venne voglia di danzare e danzare e danzare
ininterrottamente trascinata da quella sinfonia senza fine.

Avrebbe voluto non finisse mai.

In quel momento non era più in quella stanza. Non era più ad Oxford Street, non era più a Londra
ne in Inghilterra… era lontano in un posto che solo lei conosceva, solo lei poteva entrarci, solo lei…
e il suo violino.

Un posto dove era tutt’uno con le vibrazioni del suo AMATO violino, in quel momento la sua anima
era legata ad esso, incastrata tra le sue corde...

e lo sarà… per sempre.