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Autore: Fuuma    12/03/2013    1 recensioni
Sam non si era accorto della sua presenza finché non aveva sentito il leggero battito d’ali e Castiel era comparso dal nulla, riempiendo la stanza del motel della propria essenza divina, portando la luce tra le ombre.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Titolo: Heal

Serie: Supernatural

Character: Sam Winchester; Castiel;

Pairing: Castiel/Sam {Sastiel - non necessariamente}

Words: 659

Warning: Slash se volete vederlo

Note: Momento di emozione: la mia prima sastiel! Che è una flashfic insulsa e senza pretese, senza una vera e propria storia alle spalle, infilata da qualche parte alla fine di una qualche caccia, durante la quarta season, perché è lì che sono arrivata con le puntate e perché il Castiel della quarta season mi fa impazzire. Dèi, quanto è sexy!

Disclaimers: I personaggi di Supernatural appartengono a chi di diritto.

Lo guardava dall’alto, studiando con morbosa attenzione la ferita che attraversava la spalla ed il braccio, gocciolando sul pavimento, e il livido che ne violentava il volto, in una macchia rossa all’altezza dell’occhio sinistro.

Sam non si era accorto della sua presenza finché non aveva sentito il leggero battito d’ali e Castiel era comparso dal nulla, riempiendo la stanza del motel della propria essenza divina, portando la luce tra le ombre. Era difficile spiegarlo, era come se, di colpo, nell’aria si diffondesse un profumo appena percettibile (così simile all’odore di sole, di vento e a quello più pungente di sangue antico) e si dipanassero sottili scie di calore, che avevano come loro fulcro il corpo dell’Angelo.

Alle volte Sam aveva la netta sensazione che quello potesse essere in realtà l’odore delle sue ali.

In piedi, di fronte al letto su cui il cacciatore sedeva, Castiel non aveva pronunciato una parola. Lo guardava, insistente, con quella sua invadenza che attraversava le carni e che aveva la prepotente capacità di mettere a nudo chiunque, spogliandolo degli abiti, della pelle, dei nervi… fino ad arrivare all’anima.

Per tutto il tempo Sam aveva tenuto il capo basso, puntando il pavimento con un senso di vergogna che gli pesava addosso e gli ribolliva nelle vene (o forse era il sangue demoniaco a risuonare a causa della presenza dell’Angelo e a ricordargli quanto fosse indegno di lui); non si era mai sentito così piccolo, neppure quando era un bambino e Dean riusciva a superarlo in altezza e sollevarlo con un braccio solo.

Castiel avanzò, spingendo le gambe tra le sue, costringendolo a divaricarle.

«Guardami, Sam Winchester.» ordinò.

Lui sollevò lo sguardo e, ancora una volta, l’Angelo si limitò a ricambiarlo. Provava uno strano piacere ad ammirare la sua carne ferita, la pelle arrossata e il labbro spaccato; era affascinato dal modo in cui il suo corpo così grande e così forte si piegava al dolore, rifiutandosi con ostinato orgoglio di spezzarsi.

Credeva che quella scintilla di piacere si accendesse perché Sam Winchester era un abominio, un peccatore che meritava di essere punito per poter trovare la sua redenzione, ma quello non era che la punta dell’iceberg.

Gli sfiorò la guancia e sentì un tremito sotto le dita, un brivido che aveva attraversato il ragazzo a causa di quel contatto. Le labbra screpolate dell’Angelo si piegarono in un sorriso quasi del tutto invisibile, mentre la mano scorreva lungo il suo collo. Aprì il palmo alla sua gola, sentendo il respiro scorrere lungo la trachea e farsi più pesante a quell’ostruzione, più caldo. C’era una nota eccitante in quel gesto, non per sé, lui non era sicuro di poter capire un concetto come quello.

Era Sam.

Era sempre Sam.

Poteva sentire il suo cuore accelerare il battito, il sangue scorrere più velocemente nelle vene, il suo corpo fremere impaziente. E tutto per quella mano stretta al suo collo.

Non glielo aveva mai impedito, Sam. Qualsiasi cosa avesse desiderato fargli, lui sapeva di meritarla. Non era forse per quello che continuava a rimanere immobile, in attesa che si compisse la volontà dell’Angelo?

O era qualcosa di più complesso che Castiel non era ancora riuscito a comprendere?

Umani, così imprevedibili e così pieni di difetti.

Lasciò che la propria energia si concentrasse sulla punta delle dita, scivolando sulla pelle del cacciatore in una carezza benevola che era insieme forza e gentilezza (la forza del soldato e la gentilezza del guaritore) e, quando allontanò la mano da lui, non v'era più traccia delle ferite.

Sam socchiuse gli occhi in un sospiro di sollievo.

Grazie.

Non l’aveva pronunciato a voce alta, l'Angelo aveva sentito il pensiero nascere dalla sua mente e venir dipinto nei suoi occhi e, ancora una volta, era scattato qualcosa nel profondo di quell'involucro che un tempo era stato Jimmy Novak e che ora era invece Castiel.

Era quello il piacere a cui agognava, un piacere fatto dello sguardo di gratitudine e della devozione che Sam Winchester provava per lui.

   
 
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