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Autore: fanniex    12/03/2013    3 recensioni
< ... "So che non dovrei chiedertelo ... ma potresti abbracciarmi?"
Jared, senza aggiungere una parola, le si avvicinò, tirandola delicatamente a sé, mentre faceva scivolare piano un braccio sotto il corpo di Francesca e con l'altro l'agganciava come una cinghia, leggero ma deciso. > (tratto dal cap 15)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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RECAP: Dunque, avevamo lasciato la nostra povera DivaH, con le braghe calate, costretta a cambiarsi in bagno, e Francesca a prepararsi per la notte. Che cosa vi aspettate che succeda, ora? Eeh … vi vedo friccicare … Dirty Birdies!!!

 

CAP 15.

OVVERO: ANCHE FONZIE UN PAIO DI VOLTE HA CHIESTO SC... SC... SCUSA!

 

Chicago.

Jared tornò dal bagno pochi minuti più tardi e la trovò già sotto la trapunta, girata su un fianco e rivolta verso la parte opposta a dove si sarebbe sdraiato lui. Gli aveva lasciato l'abat jour del comodino accesa per non costringerlo a muoversi al buio. E fingeva di dormire. Questo persino Jared l'aveva capito all'istante. Si fermò ad ammirarla per un po', prima di coricarsi di fianco a lei. Malgrado le innumerevoli esperienze che aveva collezionato negli anni, sentiva un leggero nervosismo. Era consapevole che non avrebbero fatto sesso. Ma, per la prima volta, avrebbe dormito con lei. Avevano condiviso il letto una sola volta, per tutto il tempo in cui era durata la loro storia, ma non certo per dormire. Probabilmente anche Francesca stava pensando alla stessa cosa, perché, benché si fosse ripromessa di restare immobile in quella posizione finché entrambi non si fossero addormentati, il pensiero di averlo lì, così vicino eppure ancora troppo lontano da lei, la stava torturando.

So che non dovrei chiedertelo ...” bisbigliò Francesca, ad un tratto, sottovoce, stringendo ancora di più gli occhi per darsi coraggio, “ … ma potresti abbracciarmi? ”

Jared, senza aggiungere una parola, le si avvicinò, tirandola delicatamente a sé, mentre faceva scivolare piano un braccio sotto il corpo di Francesca e con l'altro l'agganciava come una cinghia, leggero ma deciso. Affondò il viso sul collo della donna, solleticato dalle punte dei suoi capelli, e si ritrovarono entrambi ad emettere un respiro più profondo del solito, nello stesso preciso istante.

Avrei anch'io una richiesta.” Le soffiò quelle parole direttamente sulla pelle, facendola rabbrividire.

Devo avere paura?”

Lui sorrise. “È solo una minuscola domanda.”

Mi dispiace prof, ma non ho studiato!”

Mmm … tentiamo ugualmente! … Volevo sapere … insomma, mi … chiedevo … perché … ti sei tagliata i capelli?”

Francesca scoppiò a ridere, allungando un piccolo calcetto alle gambe di Jared, che quasi la sfioravano.

Ma sarai idiota? … E io che avevo già le sinapsi in paranoia!”

Jared vibrava ad ogni impercettibile sobbalzo del corpo di lei.

Era solo una domanda di prova! Che ti credevi?”

Poi si acquietò e per un attimo tutto fu silenzio. Serrò forte gli occhi e il respiro gli si mozzò in gola. Francesca avvertì anche la stretta delle sue mani intorno a lei irrigidirsi.

Perché lo hai fatto? Ora puoi dirmelo!”

La donna non ebbe nessun bisogno di chiedere spiegazioni. Sapeva benissimo a che cosa lui si stesse riferendo. Ed era la domanda che aveva temuto dal primo momento in cui l'aveva rivisto. No, in realtà, era la domanda che si aspettava da tempo, forse addirittura da quella sera in cui tutto era finito.

Non avevo scelta! Tu … stavi per mandare tutto a puttane … la band, la tua musica … ” la sua voce era insolitamente calma e quasi priva di emozione. Senza infiocchettature inutili. Forse perché si era ripetuta per anni le stesse identiche parole. “ … Non potevo lasciartelo fare!”

Io … io non avrei mandato tutto a puttane! Come … come puoi dire … ”

Cristo, Jay! Non volevi più andare a Los Angeles!”

Los Angeles! … Il ricordo di una furibonda lite con Shan gli tornò alla mente come un flash. Erano venuti alle mani e lui si era ritrovato sbattuto al muro, con il fratello che con una mano quasi gli ostruiva le vie respiratorie. Era successo solo qualche giorno prima che lei lo lasciasse.

Shannon? È stato lui a dirtelo?”

Non ha importanza. Credi che non me ne sarei accorta da sola, se i ragazzi fossero partiti e tu fossi rimasto?”

Come cazzo fai a dire che non importa? Non erano cazzi suoi! Sarei dovuto essere io a dirtelo … noi avremmo trovato un modo … sì, insomma, avremmo potuto ...”

Jared, basta! Non avremmo potuto un bel niente. … E so che in fondo lo sai anche tu! … Non mi pentirò mai di quello che ho fatto!”

Jared soppesò a lungo quelle parole. Nessun rimpianto, nessun pentimento. Lei, quella notte, lo aveva ucciso. E dal suo cadavere era rinato. Più forte. Più consapevole del suo talento e del suo valore. Forse più spietato. Più insensibile. Disperatamente aggrappato a quel sogno realizzato senza di lei. Rilassò il braccio che ancora la stringeva, cercando di allontanarsi. Ma Francesca gli bloccò la mano, riportandosela istintivamente al petto.

Ti amo, Jay! … Non ho mai smesso di amarti … ” Mormorò, scivolando piano nel sonno, coccolata dall'unico corpo in grado di scaldarle il cuore.

Jared le si fece di nuovo più vicino, aderendo a lei completamente. Non c'era niente di erotico in quel gesto. Piuttosto un insanabile bisogno di appartenenza l'uno all'altra.

Anch'io non ho mai smesso.” Le sussurrò.


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Francesca lo aveva lasciato nel suo letto, che ancora dormiva. Non era successo niente di fisico tra di loro, eppure era stata la notte più sensazionale della sua intera vita. Addormentarsi finalmente tra le sue braccia, cullata dal suo calore e dal suo respiro, inebriarsi del suo profumo, che non era cambiato nonostante gli anni, per la prima volta la fecero credere nell'esistenza del paradiso. Se esisteva davvero un Giardino dell'Eden, quello senz'altro doveva avere la forma e le sembianze di Jared. Avrebbe voluto parlare ancora con lui, ma svegliarlo, proprio mentre dormiva con dipinta in volto la serenità di un amorino michelangiolesco, le era sembrato un peccato mortale.

Gli lasciò un biglietto, invitandolo a trattenersi da lei ancora un po'. Sarebbe rincasata nel pomeriggio e … c'erano ancora cose da dirsi? Francesca non ne aveva idea. Ricordava di avergli confessato di amarlo, ancora una volta … o forse era successo solo nei suoi sogni?

Arrivò in radio alla solita ora e si stupì di come l'edificio fosse già brulicante di vita. I poveri forzati del turno del mattino abitualmente sonnecchiavano alle scrivanie, se non direttamente sui divanetti degli uffici. Invece quella mattina sembravano tutti pompati a mille, come appena usciti da un rave. E tutti la fissavano in modo strano, ammiccando e bisbigliando tra loro al suo passaggio. Qualcuno accennava un saluto, neanche troppo velatamente imbarazzato.

Felix era già in ufficio, quando arrivò alla sua postazione. Si affacciò alla porta e con un rapido gesto della mano le fece cenno di seguirlo dentro.

Allora! Vuoi spiegarmi?” La sollecitò, chiudendole la porta alle spalle.

Francesca era stupita dal tono duro del suo capo. Felix non era generalmente una persona particolarmente affettuosa o espansiva, ma nemmeno eccessivamente rigida.

Lo so! Avrei dovuto avvertirti che non sarei tornata ieri pomeriggio ...”

La ragazza provò a replicare, ma il capo la interruppe con un altro gesto di stizza.

Andiamo Francesca, sai bene che non è a quello che mi riferisco!”

Lei lo scrutò allibita. A che diavolo di altro poteva riferirsi? Felix comprese che evidentemente la ragazza non aveva davvero idea del motivo del suo disappunto. E si lasciò cadere sulla sua comoda poltrona dirigenziale.

Deduco dalla tua espressione che non hai sentito la trasmissione di Albert questa notte?”

Albert? E che cazzo c'entrava adesso Albert? Francesca scosse la testa.

Senti, non so che cosa sia successo tra voi e non lo voglio sapere. … Ma quell'idiota, stanotte, ha completamente sbroccato! … Si è presentato in onda ubriaco fradicio … bestemmiando come un portuale. E non ha lesinato epiteti diciamo non proprio edificanti né verso di te né verso un fantomatico cantante con cui tu lo avresti tradito. … Ovviamente io sono un signore e non ti sto ripetendo le sue esatte parole. Ma abbiamo la registrazione. La vuoi sentire?”

La registrazione? Voleva sentire Albert che sputtanava lei e Jared, in diretta radiofonica? … Scosse la testa, ancora. Francesca era sotto shock! Non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere da parte di Al. Era convinta che già lo schiaffo fosse servito a scaricare la sua rabbia. Invece probabilmente l'aveva persino acuita.

Grazie al cielo, Freddie è riuscito a farlo ragionare … ma è stato costretto ad allontanarlo e ha dovuto terminare il programma da solo!”

Francesca sprofondò in una delle sedie posizionate davanti alla scrivania, con la testa tra le mani, i gomiti poggiati sulle ginocchia. Non riusciva a pensare più a niente. Nel suo cervello rimbombava solo una gran confusione. Come se fosse vittima di un febbrone da cavallo.

Ti prego, Felix! Dimmi che non ha fatto il suo nome!” Riuscì a pronunciare, raccogliendo le poche capacità mentali che le erano rimaste.

Fortunatamente no! … Altrimenti avremmo già una bella denuncia della casa discografica sulla testa … e Albert sarebbe già in mezzo alla strada.” La donna tirò un sospiro di sollievo. “Però, qui abbiamo capito tutti di chi si tratta.” Precisò il capo. Evidentemente la visita inaspettata di Jared in redazione aveva fatto presto il giro della radio. “E devo ammettere che finalmente riesco a spiegarmi un po' di cose!”

Lei alzò la testa e lo guardò negli occhi. Per un attimo le sembrò di scorgere quasi dell'affetto paterno da parte di Felix.

Non posso crederci! Tu e L...”

Sshh!!!” Francesca lo interruppe, portandosi il dito indice alle labbra. “Per favore Felix. Non ti ci mettere anche tu.”

Allora? È vero?”

Lei si rialzò in piedi, scrollandosi da dosso il peso degli ultimi minuti trascorsi. Si avvicinò all'ampia finestra dell'ufficio che dava sulla strada sottostante.

Sai quando si dice: è una storia lunga e non mi va di parlarne! … Be', è una storia lunga. E, davvero, non è il caso di parlarne.”

Guardò di sotto. La gente camminava svelta, sui marciapiedi quasi deserti a quell'ora del mattino. Qualcuno correva per non perdere l'autobus. Qualche altro deficiente parcheggiava l'auto in doppia fila. Provò nostalgia per quell'apatico senso di normalità che probabilmente non avrebbe più sentito per molto tempo ancora.

Mi sa che devo fare due chiacchiere con Al.” Concluse. Evitando di distogliere il suo sguardo dalla strada.

Credo che sia ancora qui!” Francesca si voltò di botto verso il suo capo, spalancando gli occhi. “Passata la tempesta, lo abbiamo messo a smaltire la sbornia sul divano dello studio giallo. Non poteva certo andarsene in giro in quelle condizioni. … Se vuoi, puoi andare da lui. … Spero che gli sia rimasto abbastanza sale in zucca per chiederti almeno scusa!”

Francesca annuì, rimanendo però indecisa se muoversi o meno. Non le piaceva l'idea di dover affrontare Al un'altra volta, soprattutto se non era ancora in sé, ma doveva assolutamente mettere la parola fine a quella situazione.

Il telefono sulla scrivania squillò, proprio mentre si era decisa verso la porta. Sentì Felix rispondere. Le parve di capire che fosse Nicholas, dalla portineria. Il capo la fermò nell'istante in cui lei aveva appoggiato la mano sulla maniglia.

Aspetta un attimo!” La richiamò, mettendo in attesa Nicholas. “Di sotto c'è qualcuno che vuole vederti!”

Il pensiero di Francesca volò immediatamente a Jared. Ma non poteva essere lui. Gli aveva chiesto di aspettarla a casa e, probabilmente, anche se si fosse annoiato a morte, non sarebbe di certo tornato a disturbarla sul lavoro.

È Shannon Leto!” Le annunciò Felix. “Che faccio, gli dico di salire?”

Shannon? E che stracacchio poteva volere Shannon da lei? Gli fece cenno di sì con la testa e Felix comunicò al portiere di farlo salire nel suo ufficio.

Felix, davvero, io non so che dire! … Non ho idea del perché Shannon sia qui!” Cercava di scusarsi, perché poteva interpretare a meraviglia lo sguardo leggermente seccato dell'uomo.

Non importa!” Disse, non sforzandosi troppo di mascherare il suo fastidio. “Ti conosco da troppi anni per non capire che non ti ci sei infilata di tua iniziativa in tutti questi casini. … Ma vedi di risolverli al più presto, ok? Conto su di te!”

Un paio di pesanti colpi alla porta annunciarono l'arrivo del batterista. Felix, da bravo padrone di casa, lo fece accomodare, lo salutò cortesemente, e poi lasciò i due da soli.

Non pensare che non sia felice di rivederti ma … che diavolo ci fai qui?” Esordì Francesca, intuendo la difficoltà dell'uomo nell'iniziare il discorso.

Spero di non averti creato casini col tuo capo!” La sua voce, bassa e profonda, era diventata ancora più avvolgente negli anni. Ma la donna poté notare comunque qualche lieve traccia d'imbarazzo, mentre le parlava. “Immagino che Jared sia venuto da te? Se ne è andato via di punto in bianco ieri sera … ma ha fatto il tuo nome ...”

Ah! Ecco! Stava cercando Jared. Spiegato l'arcano.

Sì! ... È … venuto da me stanotte. Io gli avevo detto che non ce ne era bisogno ma … non mi ha ascoltato. Quando si mette in testa una cosa non da' retta a nessuno, lo sai meglio di me!”

Francesca si era appoggiata al bordo della scrivania, incrociando leggermente le gambe. Shannon le si posizionò di fianco, imitandola. La fissò a lungo, chiedendosi quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva pensato a lei. I primi tempi, rivedeva i suoi occhi ogni volta che guardava quelli addolorati del fratello. Poi, con il tempo, aveva imparato ad ignorarli, per soffocare quello strano senso di rimorso che gli prendeva alla bocca dello stomaco. Infine, semplicemente il suo ricordo era svanito, seppellito dalle facce delle altre decine, o centinaia, di donne che avevano provveduto a scaldare il letto di Jared.

Avevi bisogno di aiuto? È successo qualcosa di grave?” Il suo tono di voce era più intimo, ora. Proprio come quello del fratellone che Francesca rammentava bene.

No! Te l'ho detto! Era una sciocchezza.” Ribadì, sorridendo per tranquillizzarlo. Era buffo che Shannon si preoccupasse per lei.

E Jared? Sì, insomma, è ancora da te?” Lei volse lo sguardo verso Shannon e notò che era davvero preoccupato, ma non per lei. Di certo era in ansia per Jared.

Fece cenno di sì con la testa. “Perché non lo chiami?”

Lui sbuffò sconsolato. “È un pezzo che ci provo! Le prime venti volte si è rifiutato di rispondermi! … Alla fine mi ha risposto … e mi ha mandato a fanculo! … Non vuole parlarmi. Credo che sia incazzato come una iena. … E non riesco a dargli torto.”

Francesca ripensò alla piccola chiacchierata che aveva scambiato con Jared, la notte prima, abbracciati nel suo letto.

Se sei venuto fin qui perché io provi a convincerlo a parlarti ancora, penso che ti stia rivolgendo alla persona sbagliata. Non ho tutto questo ascendente su di lui.”

Shan ridacchiò della sua ingenuità. Jared si era precipitato a casa sua, nel cuore della notte, solo perché l'aveva sentita piangere. Francesca aveva sempre avuto molto di più di un semplice ascendente su suo fratello. Ma decise di sorvolare.

Comunque, non sono venuto qui per questo. Ero già a Chicago quando mi ha risposto.”

E allora perché?”

Credo di essere in arretrato con te di un po' di scuse! … Diciamo, più o meno una valanga.”

Scuse? Stava davvero vivendo in una realtà alternativa, nella quale Jared sembrava fingere che niente fosse successo e addirittura Shannon le chiedeva scusa. E scusa per cosa, poi?

Jared ha ragione!” Continuò lui. “Non avrei dovuto intromettermi, all'epoca.”

Cazzo! Erano passati quasi vent'anni. Era possibile che dovessero discuterne ancora?

Te l'ha detto lui?”

Detto? Più che altro me lo ha urlato tra una parolaccia e l'altra. … Niente che non meritassi, dopotutto.”

Francesca gli si avvicinò, infilando un braccio sotto quello ben più possente del batterista.

Shan, tu non c'entri niente con quello che è successo.” Gli mormorò dolcemente. “E lo sa anche Jared ...”

Ti ho costretta io a lasciarlo! … Cioè, non mi ricordo di avertelo chiesto espressamente ma … se non ti avessi aggredito quella volta ...”

Tu non mi hai aggredito! E non mi hai costretto a fare un accidenti! Chiaro? … E adesso mi fa incazzare a morte che voi due non vi parliate a causa mia!” La dolcezza aveva decisamente abbandonato la sua voce. “Forse scelsi il modo sbagliato allora. Forse avrei dovuto parlargli più chiaramente. Ma il risultato sarebbe stato identico. … Tra me è Jay non c'era futuro … i fatti mi hanno dato ragione.”

Shannon liberò il braccio, per passarlo intorno alle spalle di Francesca, stringendola delicatamente. Ebbene sì, anche Shanimal sapeva essere delicato quando ci si metteva.

Mi sento come se in tutto questo tempo io non abbia fatto altro che sfruttarlo. La sua fama … il suo talento … non saremmo nulla senza Jared!”

Lei gli strinse il mento con la mano, per costringerlo a guardarla in faccia.

Non dirlo nemmeno per scherzo! Che cosa farebbe Jared senza di te? Tu sei tutto per lui e lo sai. Sei la sua famiglia, la sua ancora. Non solo sei un grande musicista, tu sei un uomo meraviglioso. Lo sei sempre stato. Tu non lo abbandonerai mai. Non hai idea di quante volte io sia riuscita a dormire, solo sapendo che c'eri tu al suo fianco. Tu e Jay siete una cosa sola. Non scordarlo mai, capito?”

Le sorrise, con quegli occhioni felini e sornioni, che lo facevano sempre assomigliare un po' all'amico furbo del gatto Tom, di Tom&Jerry. L'abbracciò più forte. Ancora un po' e avrebbe potuto facilmente stritolarla.

Anche tu eri tutto per lui!” Le sussurrò. “Il fatto che forse non ci fosse futuro per voi allora non significa che le cose non possano essere diverse, adesso.”

Francesca si staccò da lui, ridacchiando nervosamente. “Non dire stronzate!”

Ma Shannon era piuttosto serio. “Dagli una chance! E dalla anche a te!”

Lei cominciò a spostare fogli a caso dalla scrivania di Felix per mascherare il disagio.

Una chance? Ma di che parli?” Mormorò concitata come una in crisi da metadone.

Lui le bloccò mani. Ripose piano sul tavolo le carte che stava reggendo e la costrinse a guardalo in faccia.

Voglio che Jay sia felice! E con te lo era. … E lo eri anche tu.”

 

°°°°°°

N.d.A.

Ebbene sì, nel mio FantaUniverso esiste davvero un Jared coccolone, capace di gesti d'affetto disinteressati. O quasi!

E di Leto Senior versione ShanAggiustatutto che ne dite? Io penso spesso che sia più saggio di come lo dipingiamo! Ora vediamo se la cara Francesca saprà ascoltare i suoi consigli oppure no.

Kisses … Fannie

   
 
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