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Autore: ElsBells    13/03/2013    6 recensioni
Faberry AU. Future fic. Rachel Berry è una star di Broadway di grande successo con una nuova coinquilina, la strana e ingenua Quinn Fabray. Tutto comincia con una nota sul frigo e uno scarabocchio frettoloso e infantile di un elefante. Tutti nascondono un po' di pazzia.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Sai, Sei fuori le tracce.


Il primo capitolo di questo romanzo di Hawthorne è intitolato 'L'antica famiglia Pyncheon.'”

Rachel non aveva assolutamente idea di quello di cui stava parlando Alex Trebek. Aveva iniziato a giocare distrattamente con le dita di Quinn, guardando il salotto un po' annoiata.

Dovrebbe essere la casa dei sette abbaini.” disse Quinn a bassa voce.

Rachel si voltò a guardarla e poi di nuovo il Jeopardy in TV. Come previsto, il tipo strano alla televisione  fu entusiasta quando il suo campanello annunciò che la risposta era giusta. La casa dei sette abbaini. Rachel accarezzò il braccio di Quinn con un sorriso, ma questa rimase concentrata sulla televisione.

Hmm, Rachel guardò la scatola di biscotti fra di loro. Era il momento di fare un gioco. Dal momento che non avrebbe risposto a molte di quelle ridicole domande, e Alex Trebek le faceva venire voglia di fare male a qualcuno, si ripromise di mangiare un biscotto ogni volta che Quinn azzeccava la domanda.

Questa giraffa in via d'estinzione si trova più a suo agio nella foresta pluviale più che in pianura.

Cos'è l'okapi.” disse Quinn.

Un altro biscotto.

Nel febbraio del 1779 il barone Friedrich von Steuben arrivò in Pennsylvania per addestrare l'esercito continentale.

Quinn tentennò un secondo su quello. “Cos'è Valley Forge?”

Si, Rachel quella sera si stava riempiendo. Quinn non sembrava nemmeno notare i biscotti che stavano rapidamente scomparendo. Rachel era sorpresa, Quinn era un dannato mostro divora biscotti .

Questo compositore della 'Symphonie Fantastique' ha ricevuto 20,000 franchi da Paganini, che l'ha dichiarato un genio musicale.”

“Chi è Berlioz?” Quinn fissò con calma lo schermo.

Cazzo. Rachel si infilò un altro biscotto in bocca.

I microscopi elettronici forniscono immagini con una risoluzione misurata in queste unità, anche dette millicrons, che equivalgono a circa 1/50,000 il diametro di un capello umano."

“Cosa sono i nanometri?”

Gesù Cristo. Rachel stava per vomitare. Okay, ragazza, focalizzati sulla partita. Focalizzati. Finisci a effetto. Quinn e i biscotti non possono sconfiggere Rachel.

"The accuracy of the dreams we brothers do not know...one thing we are sure about the dreamer has to go."

Quinn era silenziosa; Rachel iniziò a mormorare una canzoncina immediatamente, perché l'attacco sembrava familiare. Aspetta. Aspetta un fottuto secondo.

Rachel si immobilizzò e si lanciò giù dal divano. “JOSEPH AND THE-DREAMCOAT-TECHNICOLOR AMAZING-JOSEPH AND THE-WHAT IS JOSEPH AND THE AMAZING-”

“E ora una pausa pubblicitaria.”

Fanculo. La pressione aveva avuto la meglio. Maledetto Joseph e the Amazing Technicolored Dreamcoat. Davvero, chi diavolo avrebbe potuto tirare fuori quel nome sul momento Rachel sospirò. Si diede comunque un punto, perché conosceva la risposta nella sua mente.

Si voltò a guardare il divano e trovò Quinn che la guardava con gli occhi spalancati.

“La sapevo quella.” Mormorò Rachel sulla difensiva, crollando di nuovo sul divano e appoggiandosi a Quinn.

“Si, la sapevi.” le ripose distrattamente.

Stava guardando verso il contenitore di biscotti vuoto. Uh-Oh. Con grande sorpresa di Rachel, Quinn semplicemente ignorò il fatto che ne aveva mangiati quasi metà e si voltò verso il televisore per rispondere a Final Jeopardy.

Il poeta inglese Thomas Hoccleve, contemporaneo di questo uomo, lo dichiarò uno degli inventori della nostra fantastica lingua.”
 
Chi è Chaucer?” disse tranquillamente Quinn.

A Rachel venne da ridere, scosse leggermente la testa contro la spalla di Quinn. L’aggiunta di questo gioco al fatto che Quinn era diventata una persona diversa nell’ultima settimana, beh, rendeva tutto semplicemente ridicolo. L'appuntamento serale sarebbe stato il momento delle risposte). Il giorno dopo Ma Rachel non tentò nemmeno di convincersi sdi essere una persona paziente, perché sapeva di essere un’irreprensibile psicopatica la maggior parte del tempo, quindi, decise di iniziare con qualcosa. In quel preciso momento.

“Perché non sei andata al college , Quinn?”

Quinn si scostò un secondo per guardare Rachel stranamente.

Rachel chiarì subito. “Voglio dire, so che è per gli attacchi di panico.” iniziò lentamente. “E c’è un sacco di gente e di rumori, ma hai pensato a lezioni on-line? Sei solo … così intelligente, Quinn.”

Quinn non si mosse. Non disse niente e non era per niente inquietata, Rachel era appoggiata ad una cazzo di statua.

Infine Quinn rispose. “Te l’ho detto, non pensavo che il college fosse giusto per me.”

Rachel sospirò e passò le dita sopra l’avambraccio di Quinn. Va bene, nessun problema") Quella non era la sera per scoprire perché Quinn si stava trasformando in un robot. Rachel inclinò la testa per parlarle all’orecchio. 

“Beh, forse puoi semplicemente andare a Jeopardy e vincere centinaia di migliaia di dollari per noi, così possiamo andare a vivere in Africa con le nostre zebre, elefanti e leoni.”

Il corpo di Quinn si rilassò, si voltò, sorridendo leggermente e baciò la guancia di Rachel. Rachel continuò a guardarla quando Quinn si voltò verso la televisione. Si era aspettata che Quinn desse i nomi alle loro zebre, elefanti e leoni. Fluffy e Muffin e Puddle. Tirare fuori un altro po’ di animali d’aggiungere, di che colore dipingere la loro casa, poteva Cornelius raggruppare un gruppo di gazzelle? Invece Quinn rimase seduta con faccia impassibile a guardare una replica di The Office.

E, per la cronaca, Rachel sosteneva che Cornelius potesse raggruppare un mandria, o branco/allevamento/ sciame di gazzelle. Con Quinn come maestra avrebbe potuto fare di tutto.
 
****

La sera dopo, Rachel stava mezza andando fuori di testa, si trovava nel bel mezzo di un moderato attacco di pazzia per il suo appuntamento con Quinn, quando questa bussò alla porta della sua stanza, con un mazzo di fiori, viola questa volta e un sorriso in volto. Rachel le sorrise di rimando. 

Aveva un obiettivo. Non era proprio un piano geniale, e si, probabilmente avrebbe dovuto lavorarci meglio, ma aveva un obiettivo. E Rachel Berry non aveva mai mancato ad un suo obiettivo. Tranne quando si trattava di sconfiggere gli Angry Birds, naturalmente.

Rachel si mise il cappotto, prese i fiori e baciò dolcemente Quinn sulle labbra prima di trascinarla fuori dalla porta. 

Si diressero in un ristorante moderatamente popolato, che era ad una decina di minuti di distanza in taxi, Rachel prese dei maccheroni al formaggio, che, dio, non erano nemmeno vegani. E Quinn ordinò un maledetto hamburger. Aveva sfogliato il menu, e aveva ordinato un hamburger con una faccia seria e Rachel la fissò.

Era arrivato il momento di mettere in scena il suo inesistente piano. 

Rachel pensava di dover iniziare quella conversazione lenta e costante, tutto l’opposto di strappare un cerotto. Il che significava che poteva far male come l’inferno, per lungo tempo, ma non aveva avuto il tempo di pensarci, voleva solo riavere Quinn indietro.

“Allora, come pensi che stia andando lo show, Quinn?” chiese Rachel casualmente, sorseggiando la sua limonata. Stava cercando si sembrare disinvolta, quindi c'era la speranza che Quinn non si accorgesse che stava per rovesciarsela tutta addosso.

Quinn sorrise. “È incredibile. Tu sei la parte migliore, Rachel. Penso che rendi tutti gli altri migliori.”

Accidenti a te Quinn e i tuoi sentimenti commoventi. Rachel si focalizzò sugli occhi di Quinn in modo da non dimenticare il suo obiettivo e venne risucchiata in un buco nero. Aspetta, aspetta, che cosa stava succedendo? Oh, si, gli occhi di Quinn erano opachi, stranamente. Vitrei. Da quanto tempo erano in quel modo? 

Rachel aggrottò le sopracciglia preoccupata. “Ti senti bene?” chiese a Quinn. 

Quinn annuì immediatamente. Dio, non provocarti una distorsione al collo, donna. Rachel lo prese per buono, per ora. Ma i Berry non erano altro che persistenti. Si rese conto che quella notte probabilmente sarebbe finita in lacrime, o una sorta di melodrammatica meravigliosa scena pubblica, ma non importava. Continua. 

Rachel prese una mano di Quinn nella sua, una delle due mani che stavano completamente ignorando le cannucce giusto davanti a lei. Quinn le sorrise e intrecciò le dita con  le sue.

“Oggi ho visto un cane che sembrava una tigre.” disse Rachel con un sorriso. 

Quinn spalancò gli  occhi. “Non è vero!” 

Rachel ridacchiò e annuì. “Era adorabile. Non ho mai visto un cane a righe prima. Oh, ed era alto tipo due metri. Sai, piedi e metri non sono esattamente la cosa ... ”  

Rachel non stava esagerando in realtà. Quella cosa doveva essere stata allevata in una sorta di metropolitana, dal governo, in una struttura scientifica sotterranea e  governativa per animali da guerra con superpoteri perché non era...di questo mondo. E poi era semplicemente capitato che un ragazzo grasso lo portasse a fare una passeggiata a Central Park.

“Ce n’è uno al rifugio in questo momento che sembra un orso polare.” Osservò Quinn.

“E come si chiama?”

Quinn si strinse nelle spalle. “Io lo chiamo Fuzzy, ma solo perché ha tre gambe.” Occhi vitrei incontrarono quelli caldi e marroni di Rachel. 

Rachel continuò a spingere Quinn a parlare finché non arrivarono le loro portate e si concentrò sulle sue fajitas, mentre Quinn sbocconcellava il suo hamburger. Seriamente, lo sbocconcellava. Piccoli morsi mescolati a smorfie. Beh, non ti forzare, Quinn. Rachel doveva assolutamente dire qualcosa adesso, se non altro perché una mucca era morta per quella cosa. 

“Davvero, Quinn, stai bene?” Cavolo, se quella non era una domanda carica...era meglio che chiedere 'Cosa diavolo c'è che non va?'. Quella sarebbe stata una domanda veramente prevenuta.

Quinn annuì lentamente, gli occhi fissi sulla sua forchetta. “Sto bene.” 

Pssht. D’accordo. Niente più giochi. Rachel lasciò andare la forchetta e incrociò le braccia davanti a sé. 

“Tu non stai bene.” 

Quinn la guardò con quegli occhi spenti. Sembrava pronta a protestare, ma Rachel scosse leggermente la testa per zittirla. 

“Qualcosa non va, tesoro. Lo so, puoi dirlo. Puoi dirmi cosa succede, ma non puoi solo continuare a comportarti come questa … questa ...” Rachel non riusciva nemmeno a pensare ad una parola. 

Questa persona normale? Questo guscio di chi eri? Rachel aveva parlato a bassa voce e in modo gentile, si aspettava che Quinn le rispondesse. 

“Non c’è niente che non va, Rachel.” disse Quinn a bassa voce.

Quinn la guardò con quegli stessi occhi spenti. Sembrava pronta a protestare, ma Rachel scosse leggermente la testa per bloccarla.

Rachel strinse gli occhi. “Allora cosa c’è di diverso? È successo qualcosa? Hai cambiato qualcosa per me, perché Quinn - ”

“Sono migliore ora.” Quinn la interruppe, un po’ più forte di prima. 

Rachel la guardò. Quinn aveva le mani in grembo, ma stava mantenendo il contatto visivo. Rachel davvero non riusciva a vedere nulla attraverso lo smalto. 

“Che cosa vuol dire?” chiese. 

Quinn strinse la mascella e distolse lo sguardo, prima di respirare profondamente e guardare il suo hamburger quasi del tutto intatto. 

“Le mie medicine mi rendono migliore.” le mormorò.

Rachel non aveva idea di cosa dire, scelse di rimanere lì con la bocca leggermente aperta, fissandola come una pazza. Processò il tutto dopo qualche istante.

“Stai- stai prendendo le medicine di nuovo?” 

Quinn annuì leggermente, ma non rispose a parole. 

“Beh, cosa stai prendendo?” chiese Rachel. Per quanto ne sapeva, il farmaco poteva essere l’aspirina. Diavolo, il caffè era il suo farmaco. 

Quinn sembrava addolorata, Rachel si sentì inspiegabilmente sollevata, solo un po’, perché l’irrequieta, e a disagio Quinn di fronte a lei era più simile alla vera Quinn. 

“Rachel, questo non -

Rachel alzò una mano. “No, Quinn, dimmi quello che stai prendendo.” lo disse con calma. I suoi occhi non erano scortesi, ma non stava per niente scherzando. I farmaci non erano male, se erano necessari.

Quinn sospirò. Rachel non riusciva a vedere quello che le mani della donna stavano facendo sotto il tavolo, ma se stavano facendo la stessa cosa di quelle di Rachel, allora ci sarebbero stati una mezza luna di lividi su entrambi i loro avambracci la mattina successiva. 

“Prendevo il  Ritalin.” Iniziò Quinn. Rachel dovette piegarsi a metà sopra al tavolo, tanto che i suoi capelli si immersero nel vassoio del burro, per poter sentire. “Ma ora prendo l'Adderall … più l’Ativan, per prevenire le crisi – “

Beh, fanculo. La mascella di Rachel cadde. “Aspetta, tu hai-“

“L’Adderall mi ha provocato convulsioni precedentemente. L’Ativan è solo una precauzione.” Okay, Quinn sembrava completamente fuori ora. Sembrava stanca.

Rachel non disse nulla per un intero minuto, poi i suoi occhi guardarono l’hamburger di Quinn. “Con aggiunta di nausea.” dichiarò, non era nemmeno una domanda. 

Quinn annuì leggermente. “L’Ativan la causa.” disse a bassa voce.

Rachel era sbalordita. Rachel Berry non rimaneva sbalordita da nulla. Credeva fosse una parola ridicola, ma … era perfetta per quello che provava in quel momento. Cazzo era sbalordita. E, Dio, stava avendo un attacco di cuore? Si sentiva come se il cuore le si stringesse. 

“Perché prendi tutta questa roba?” sbottò ad alta voce, gli occhi spalancati. “Quinn, tu non devi – stai bene senza questa roba!” 

Quinn scosse la testa e sorrise leggermente. “Rachel, tu non sai-“ 

“Non dirmi che non ti conosco!” dichiarò Rachel con un po’ di rabbia. Questo era semplicemente ridicolo. 

“Beh, tu – tu non mi conosci bene. Ascolta, ho parlato con mia zia qualche giorno fa, e ha ragione.” disse rapidamente. 

Okay, Rachel aveva bisogno di assumere un killer e cercare il cognome di quella maledetta stronza della zia di Quinn. 

“Se continuo come stavo, mi limiterò … ad allontanare la gente. Verrò licenziata e – e perderò te, e non ho soldi e non potrò più vedere Barnaby di nuovo.” 

“Quinn, non c’è un cazzo di sbagliato in te!” disse Rachel con un mezzo urlo. Alcune persone si voltarono verso di loro, ma lei non perse il contatto visivo con il relitto davanti a lei.

Quinn scosse la testa rapidamente, ma non disse nulla. Respirava un po’ più pesantemente ora. Rachel si chiese se spingerla oltre il limite potesse essere una buona cosa. 

“Dimmi perché le prendi!” insistette Rachel. Il tatto che aveva pensato di mantenere se n’era andato.

“Rachel, ho un disturbo dell’ansia, va bene! Uno vero, che mi da attacchi di panico che mi fa sembrare una stupida ogni altro giorno . Sono iperattiva. Probabilmente ho l’ADHD (N.D Sindorme da deficit di attenzione), e, oh, non posso mai giocare a Scarabeo con te perché sono dislessica. Sono entrata alla Columbia, solo perché quando stavo con mia zia e alla casa di accoglienza tutto quello che facevo era  leggere, Rachel.” gli occhi di Quinn erano lucidi, Rachel non riusciva a distogliere lo sguardo. "E' tutto quello che posso fare perché non piaccio alla gente. So-sono strana, infantile e immatura. Non riesco a gestire di stare in mezzo alla gente e mi hanno sempre preso in giro per questo, io sono un - ” la voce di Quinn si incrinò e si lasciò sfuggire un lamento. “Sono sola, non voglio perderti perché pensi che sono pazza, il farmaco mi rende migliore. E la gente mi lascia stare. Non è così cattiva.” 

Quinn finì e guardò fissa verso il suo piatto. I capelli biondi a coprirle il volto, ma Rachel poteva vedere le lacrime che atterravano sul suo hamburger. Dio, ricordava quando le mucche erano il peggiore dei suoi problemi. Rachel avrebbe potuto essere scambiata per una statua in quel momento. La fissò a bocca aperta, le lacrime che riempivano i suoi occhi. Perché, cavolo, questo era molto più di quello che si sarebbe aspettata. E santa merda, la mano intorno al suo cuore era sul punto di dividerlo a metà. 

Non aveva la minima idea di cosa dire. In realtà, la sua mente era vuota, solo la consapevolezza delle lacrime di Quinn che cadevano più rapidamente nel suo piatto, la leggere oscillazione delle sue spalle. Cazzo, l’unica cosa che la sua mente le diceva di fare era abbracciarla. Non era nemmeno la sua mente che le diceva di farlo, era il suo cuore che si stringeva. 

Il corpo di Rachel si spostò dalla sua parte della cabina e scivolò accanto a Quinn, ignorando gli stronzi che pensavano di ottenere uno spettacolo gratuito per cena. 

“Quinn, tesoro.” Le disse con dolcezza, e dio la sua voce tremava. Ancora più instabile delle sue mani. Quinn trasalì quando Rachel cercò di avvolgerle il braccio intorno alle spalle. Rachel fece marcia indietro, non voleva farla sentire a disagio. 

“Andiamo a casa, tesoro, okay?” le disse piano, pulendole le lacrime. 

L’unica indicazione che Quinn l’aveva sentita, era il respiro un po’ più tranquillo. 

Rachel scivolò fuori dalla cabina e Quinn la seguì lentamente, avvolgendo le braccia intorno a se stessa e non lasciando che Rachel la prendesse per mano. Rachel fece strada fuori dal ristorante e nel taxi, con Quinn che la seguiva dietro, tirando su col naso, ma con la respirazione tranquilla. 

Appena attraversata la porta di casa, Quinn si chiuse immediatamente in camera sua. Aprì la porta quando Barnaby la graffiò e poi cinque minuti più tardi quando Cornelius gettò il proprio morbido corpo da cucciolo contro la maniglia. 

Rachel rimase in salotto per tutto il tempo. Non aveva idea di cosa diavolo fare. Dio, voleva andare da Quinn e abbracciarla fino a quando non fosse stata meglio. Ma l’ultima cosa che Rachel voleva era spaventarla, o spingerla ulteriormente su quel maledetto bordo. Sospirò e finalmente si diresse in camera, tirando fuori Fuzzy e nascondendo il volto nella criniera di  Cuddles.

Beh, aveva ragione. Quella notte era finita in lacrime.


****


Rachel scoprì che era difficile dormire quando stavi piangendo. Un’ora più tardi e Cuddles fradicio, che era si, un po’ disgustoso. Il suo cuore voleva andare da Quinn, ma la sua mente non era in grado di prendere nessun tipo di decisione in quel momento, così la ignorò, si alzò dal letto e si diresse in camera di Quinn. Aprì la porta lentamente con Cuddles e Fuzzy penzolanti dalle sue mani ed entrò con cautela. 


Rachel sentiva il respiro irregolare e il tirare su col naso proveniente da una delle tre masse scure sul materasso, e si mosse verso il letto sedendosi sul lato non occupato, Quinn era su un lato, rivolta verso il muro e Rachel si chinò con attenzione appoggiando Fuzzy sul petto di Quinn. Questa lo abbracciò subito e Rachel si stese contro il cuscino, coi piedi su Barnaby, che si era preso la metà del letto. Rachel ascoltò il pianto di Quinn calmarsi.

Dopo circa cinque minuti, Quinn si girò ad affrontare Rachel, che allungò la testa a destra per vederla. Quinn spostò sempre più esitante il braccio attorno al suo petto, stringendo tutti gli animali di peluche tra i loro corpi. Rachel si inclinò a destra e avvolse le braccia attorno a Quinn così che potesse rilassarsi. Le scostò una ciocca di capelli dagli occhi e sorrise quando Quinn sospirò.

“Non voglio che tu permetta a nessuno di tirarti fuori dalla nuvole, Quinn.” Disse Rachel a bassa voce, in quei capelli biondi che sapevano di gelatine.

Quinn si spostò incredibilmente vicino e rimosse un braccio da Rachel per strofinarsi gli occhi. “Tu mi fai sentire meglio.” Tirò su col naso.

Rachel sorrise leggermente e distrattamente prese a canticchiare “Hushabye Mountain” proveniente da Chitty Chitty Bang Bang. Baciò la testa di Quinn mentre il suo respiro si normalizzava e Rachel si addormentò subito dopo. Almeno il suo cuore non si sentiva più come se fosse tenuto in una morsa. Ora svolazzava ad ogni respiro caldo contro il collo. 

Rachel si svegliò la mattina dopo quando Barnaby si spostò e le passò oltre le gambe per scendere dal letto, seguito da Cornelius. Lei e Quinn erano nella stessa posizione di quando si erano addormentate, il che era strano perché Quinn solitamente dormiva a stella marina. Rachel guardò il ciuffo di capelli biondi sul (suo) petto e il volto di Quinn, arrossato, pacifico e senza problemi.

Rachel passò una mano nei capelli disordinati di Quinn, guardando la finestra e notando che pioveva. Quinn si scostò e sbatté gli occhi e Rachel la guardò con un piccolo sorriso. 

“Buongiorno.” le disse sottovoce. Quinn roteò un po’ e mise il mento sul petto di Rachel , guardando nei suoi caldi occhi castani. 

“Come ti senti?” chiese Rachel, Quinn le stava toccando le guance con una mano. Gli occhi di Quinn schizzarono via e si morse il labbro. Rachel guardò le dita pallide toccare le lenzuola.

“Hey.” La chiamò Rachel in attesa che Quinn incontrasse di nuovo i suoi occhi prima di continuare. “Voglio farti sapere che nulla è cambiato, okay. La scorsa notte, beh, grazie per avermelo detto. Tutto. Sono ancora qui, sono ancora la tua ragazza e Barnaby ti costringerà a vederlo ogni giorno per il resto della sua vita, perché questo è quello che fai alle persone.” Rachel sorrise quando Quinn accennò un sorriso. “E non c'è modo di uscire da tutto questo, big bear.”

Quinn sorrise pienamente e girò la testa in modo che la guancia potesse riposare sul petto di Rachel. 

“Forse.” continuò con più cautela Rachel. “potremmo parlare con qualcuno … di professionale. Oppure puoi parlare con me. Solo come sei più … a tuo agio, giorno per giorno.”

Quinn rimase in silenzio per un momento, ma annuì contro il suo petto. Rachel decise di lasciare le cose come stavano, e rimase in silenzio, passando le dita fra i capelli di Quinn. 

“Torna a dormire, Rachel.” Borbottò Quinn. “È ancora buio, sei pazza ad essere già sveglia.”

Rachel ridacchiò. Certo. Lei era dannatamente pazza.

Quando Rachel si svegliò di nuovo, era sola e si sentì presa dal panico per un minuto prima di guardare l’orologio di Quinn e realizzare, mio dio, che era quasi mezzogiorno. Era quasi pronta a saltare freneticamente giù dal letto per iniziare la sua giornata, ma poi realizzò, che fretta c'era? Si rilassò di nuovo e guardò il casino che c’era in camera di Quinn. 

Guardò il cuscino di Quinn, che aveva disegnato sopra Pongo della carica dei 101 e sorrise. Spostò la testa e affondò il volto nel cuscino respirando l’odore di orsetto gommoso, quando la porta si aprì. 

Oh, merda, cosa? No, no, non era inquietante. Per niente. 

Quinn era incerta sulla soglia. “Mi dispiace, non volevo svegliarti.” disse.

Rachel scosse la testa, si sentiva come se fosse stata colta a fare un atto scandaloso e di nascosto spinse Pongo verso il lato del letto di Quinn.

“No, ero già sveglia.” Rispose. E annusavo il cuscino. 

Poi notò che Quinn era bagnata. Aveva bolle di sapone nei capelli, la camicia in disordine, i pantaloni erano bagnati dal ginocchio in giù. Il primo pensiero di Rachel fu che Quinn aveva dovuto salvare Barnaby dall’acqua mangia-uomini di Central Park di nuovo. Poi si rese conto che Quinn stava gocciolando acqua ovunque.

“Quinn! Che cosa hai fatto?” scese al letto e la raggiunse, non voleva avvicinarsi troppo finché non non fosse stata sicura che, sai, non fosse tossica o qualcosa del genere. 

Quinn aprì la bocca per rispondere, quando Barnaby e Cornelius entrarono in camera, fradici e saltarono sul letto. Rachel spalancò gli occhi, ma si trattenne perché non era camera sua. Lei riusciva a controllarsi. Sul serio. 

“Lì ho portati a fare la loro passeggiata.” Iniziò Quinn, giocherellando con le mani davanti a lei. “E si sono buttati in una pozza di fango, tipo, enorme, voglio dire era carino e volevo - ”

“Quinn!” la interruppe con un sorriso esasperato. “Lo so che volevi rotolarti nella pozza di fango. Cos’è successo dopo?” 

Loro sembravano così … puliti. Era sconcertante. 

Quinn arrossì e sorrise quando si rese conto che Rachel non era arrabbiata. Psshht, naturalmente Rachel non poteva essere arrabbiata con la biondina fradicia davanti a lei. Era come una randagia. Su una porta di casa. In una piovosa vigilia di Natale.

“Così ho fatto loro il bagno, e, um, sono fuggiti prima che io potessi – stavo per asciugarli, ma … ”

Rachel strinse gli occhi quando il suo naso sentì un odore nell’aria. Spalancò la bocca. 

“Hai usato il mio shampoo?” esclamò. 

Quinn si morse le labbra e fece qualche passo nella stanza nella fretta di spiegare. “Già. Io – non abbiamo lo shampoo per i cani, e mi piace, mi piace come profumi …” Quinn aggrottò le fronte a come suonava sbagliata quella frase. Rachel cercò di trattenere una risata. Si, chi era raccapricciante adesso? “E ho pensato che sarebbe stato bello – bello se avessero profumato … come te.” continuò rossa in volto. 

Rachel ridacchiò e chiuse la distanza fra loro. Si fermò proprio davanti a Quinn, e vide i suoi occhi chiari e luminosi. Quinn la guardava, rossa in volto, giocando con l’orlo della sua maglietta. Rachel arruffò i capelli di Quinn, sbarazzandosi delle bolle e Quinn abbassò la testa. Poi accorciò la distanza con le labbra di Rachel. Quinn sorrise nel bacio e Rachel l’avvolse in un bacio fradicio. 

Rachel gemette, mezza seccata e mezza accesa. Certo aveva pensato molto a Quinn nuda, perché, sul serio, era Quinn,  non aveva mai detto quei pensieri ad alta voce, perché non voleva spingere. Quei vestiti bagnati però non lasciavano molto all’immaginazione. 

Rachel si stava bagnando, ma un po’ d’acqua non era una ragione sufficiente per allontanarsi. Barnaby e Cornelius corsero oltre a loro sino alla sala, pronti a devastare anche la sua camera da letto, e si, aveva bisogno di fermare quello. Rachel si allontanò per seguirli, ma vide il salotto e Gesù Cristo, che diavolo era successo? C’era schiuma dappertutto, macchie umide lungo i lati di tutti i mobili in cui i cani si erano strofinati, pozze d’acqua in attesa di ferire qualcuno di loro. 

Rachel sospirò.

Gelato che si stava sciogliendo sul bancone. 

Ma, Dio, non poté non sorridere. Tutto questo lo stava facendo Quinn. La vera Quinn. La sua Quinn.



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NoteTraduttrice:


Buon Salveeee!

Rieccomi qui con questa traduzione, prima di tutto mi dispiace per l'attesa, ma la mia vita mi ha risucchiato in un vortice senza speranza -.-, ma non abbandoniamo questa ff anche se ci mettiamo un po' ad aggiornarla.

Siamo al decimo capitolo, quindi vuol dire poco meno della metà dell'opera, mancano solo 20 capitoli, yeahhh!!

State in campana, dovrei essere tornata più o meno a buon ritmo, ora vi lascio nelle mani della mia collega a cui spetta l'altro capitolo!

Go, baby, goo!

See you soon!

ManuKaikan.
  
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