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Autore: Akane92    13/03/2013    8 recensioni
Una ragazza è di ritorno in città e sconvolgerà la vita del nostro caro Alpha.
Dal prologo:
" Due occhi grandi e verdi incrociarono il suo sguardo per qualche secondo. Un occhiata veloce che per il lupo fu fatale.
Qualcosa dentro di lui si mosse, all’improvviso. Non ebbe neanche il tempo di capire. I suoi battiti aumentarono, le sue mani tremavano, e i suoi occhi non potevano fare a meno di continuare a seguire quegli occhi magnetici. Strinse ancora più forte il volante della sua auto con i muscoli del corpo tutti tesi. Era una ragazza. Una ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi come il sangue. Sorrideva, mostrando i denti che per Derek in quel momento erano perfetti, insieme a tutto il resto. Era una strega, forse? "
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Hi, Dad.

 

POV Derek

Prima di arrivare da Hope dissi a mio zio di comportarsi bene, e quando vidi Kopa uscire dalla porta gli ordinai di non fargli niente, sapendo che ad Hope avrebbe dato fastidio.
La chiacchierata con Deaton non fu di aiuto come credevo, perché lui stesso non sapeva ancora come aiutarci ma almeno promise di farlo. La cosa che mi lasciò sorpreso e soprattutto dolorante fu la ginocchiata di Hope, quella ragazza era incredibile! Nessuna aveva mai osato fare una cosa del genere ed io ero talmente sicuro di me che non ero neanche riuscito ad usare i miei riflessi per schivare il colpo, sentendo un dolore che non sentivo da tempo, sebbene meno forte di altri dolori che avevo provato in vita mia. Se fosse stata un’altra persona, chiunque, si sarebbe ritrovata con qualche ferita e qualche ossa rotta, se non peggio. Ma era Hope la persona che mi aveva colpito e non mi passò per la mente neanche per un secondo di farle del male o di rispondere a quel gesto, che aveva fatto per dimostrarmi quanto poteva essere forte. Avevo scoperto un altro lato del suo carattere: era combattiva. E voleva combattere per me e per suo fratello, per i suoi amici. Il Dottor Deaton aveva detto che lei e Stiles sarebbero stati il cervello del combattimento contro il branco di Deucalion, ma a me questa cosa non andava per niente bene.
Comunque, dovetti cedere ad Hope che mi dimostrò quanto tenesse ad aiutare e a far parte di noi anche quando ne parlammo a casa sua, nella sua stanza. Odiavo ammetterlo, anche a me stesso, ma sapevo benissimo che in quel momento il branco di Alpha era più forte e astuto del  mio, e il pensiero di Hope ferita da uno di quei dannati lupi mi mandava in bestia. Non l’avrei sopportato, non avrei sopportato neanche vedere un graffio sulla sua pelle perfetta, figuriamoci delle vere e proprie ferite. Decisi comunque di lasciar perdere il discorso, sapendo che sarebbe stato inutile continuare ad obiettare vista la testardaggine di quella ragazza. Decisi anche di fargliela pagare per la ginocchiata gratuita ricevuta poco prima, sebbene a modo mio. Finalmente, ci ritrovammo di nuovo una sopra l’altro, mentre cominciavamo ad accarezzarci e baciarci, sempre più desiderosi e vogliosi di essere una cosa sola. Eppure, anche quella volta fui interrotto. Hope mi fece notare che non eravamo soli, che Stiles sarebbe potuto entrata da un momento all’altro e io pensai che in quel caso avrei potuto dargli un cazzotto e farlo volare fino in salotto ma sapevo benissimo che Hope aveva ragione. Non potevamo continuare in quel modo, e io dovevo farmi bastare le sue carezze e i suoi baci, almeno finchè il mio loft non sarebbe stato pronto. Nei giorni successivi cominciai ad allenarmi insieme al branco quasi ogni sera con Hope e suo fratello che ci guardavano e ogni sera tornavo a casa di Hope sempre più distrutto, addormentandomi sempre prima di lei mentre la avvolgevo con le mie braccia. Di giorno cercavo di ristrutturare il loft, pitturando le pareti e aggiustando tubi e cavi, e spesso venivo aiutato da Stiles, Scott ed Hope. Un pomeriggio il ragazzino logorroico cominciò a sporcare sua sorella di vernice e tutti e tre nel giro di pochi minuti finirono inzuppati di vernice, coinvolgendo poi anche me, facendomi perfino divertire. Mi era strano ammetterlo, ma quando ero con Hope mi sembrava normale fare tutte le cose normali che le normali persone, le normali coppie, fanno. Anche sporcarsi di vernice solo per ridere un po’. Nel giro di un mesetto, il loft era pronto, più o meno. Aveva un aspetto migliore, con le pareti e tutti i tubi e cavi apposto. Mancavano i mobili ed Hope volle subito andare in un negozio per aiutarmi a decidere quali comprare.
<< Se continuiamo ad allenarci lì dovrò prendere mobili resistenti >> dissi, mentre cercavamo dei divani in un negozio nella zona industriale della città.
<< Non potreste continuare nella tua vecchia casa? Non vorrei che distruggiate tutto >> disse lei, mentre si sedeva su uno dei divani in esposizione << Questo è comodo >>
<< Non è una brutta idea >> confessai. Anche io volevo una casa che non fosse distrutta da nessuno.
<< Il divano o l’allenarsi altrove? >> guardai il divano, sorridendole.
<< Entrambe >>
In un paio d’ore, avevamo scelto quasi tutti i mobili per l’ingresso/salone e la cucina. Quando arrivammo ai letti, mi diressi verso uno matrimoniale che attirò la mia attenzione.
<< Che dici? >> chiesi, mentre lei mi sorrideva alzando un sopraciglio.
<< Matrimoniale? >>
<< Non ti piace? >>
<< No, mi piace. Mi chiedevo perché matrimoniale >>
Alzai gli occhi al cielo << Mi piace stare comodo >>
<< Ceeerto >> si sedette sul letto, guardandosi intorno << Mi piace. Ci staremo comodi sopra >> aggiunse, continuando a sorridermi maliziosa.
<< Staremo? >> chiesi, ma sapevo benissimo cosa intendeva lei.
<< Con tutte le volte che hai dormito nel mio letto non vuoi farmi dormire nel tuo? >>
<< Hai ragione, potrai dormirci quanto vuoi sopra >>
<< Solo dormirci? >> chiese ancora, iniziando a farmi fantasticare.
<< Potrai farci tutto quello che vuoi >>
<< Anche con te? >>
Mi avvicinai a lei, accarezzandole la guancia << Solo con me >> le sussurrai, sentendo il suo cuore accelerare. Quando terminammo anche di vedere i mobili per la camera da letto e il bagno era ormai sera, così lei propose di andare a mangiare in un fast food vicino casa sua, ma forse avrei fatto meglio a non accettare. Quando ci sedemmo per cominciare a mangiare, vedemmo la macchina della polizia fermarsi proprio nel parcheggio del fast food e il padre di Hope si diresse verso l’entrata insieme ad un suo collega. Non potevamo far nulla.
<< Merda >> disse Hope, abbassandosi cercando di nascondersi in qualche modo. Ma era tutto inutile. Confesso che anche io cominciai ad agitarmi alla vista di suo padre, sperando che non ci vedesse. Ma subito dopo aver ordinato, si girò verso di noi e corrugò le sopracciglia. << Hope? >> lei si girò verso di lui, facendo un sorriso falso e agitato e lasciando il suo panino nel piatto, mentre suo padre era ormai accanto a noi.
<< Che ci fai qui? >> chiese, per poi voltarsi verso di me << Ciao, Derek >>
<< Salve >> dissi, mentre sentivo il cuore di Hope agitato più che mai.
<< Hope? >>
<< Avevo fame e sono venuta qui per prendere una cosa al volo e ho incontrato lui >> mentì, indicandomi.
<< Lo conosci? >> chiese lo sceriffo.
<< Sì. Ehm .. me l’ha presentato Stiles >>
<< Ah. Dove? >>
<< Ehm … >> mi guardò, probabilmente sperando che riuscissi ad inventarmi qualcosa io.
<< Al supermercato >> dissi io, guardando il supermercato che si trovava di fronte al fast food dove ci trovavamo.
<< Capisco >>
<< Tu che fai qui? >> chiese Hope, spostando l’attenzione su di lui.
<< Mangio anche io una cosa e torno a lavoro. La accompagni tu a casa? >> mi chiese, ed io annuii << Beh, buon proseguimento allora >> disse, tornando alla sua auto.
Le guance di Hope erano diventate rosse quasi quanto i suoi capelli e lo diventarono anche il giorno dopo quando per ironia della sorte, o semplice sfortuna, incontrammo di nuovo lo sceriffo Stilinski proprio al supermercato. Hope decise che era il momento anche per me di fare la spesa e comprare tutto il necessario per il loft, ma sono sicuro che se ne pentì quando vide suo padre di fronte a lei.
<< Papà >> disse, come per salutarlo mentre il suo cuore ebbe uno sbalzo improvviso, insieme al mio.
<< Hope? Derek? >>
<< Salve >> salutai, sperando che non iniziasse di nuovo con l’interrogatorio.
<< Che fate qui? >>
<< La spesa >> disse Hope, indicando il carrello mezzo pieno che tenevo io. << Stavo prendendo qualcosa per casa e ho incontrato Derek, così ho deciso di aiutarlo. Sembrava confuso >> disse, sorridendo verso di me.
<< Anche io compravo qualcosa per casa >> ammise il padre, alzando la busta che aveva in mano.
<< Che coincidenza >> disse Hope, continuando a sorridere.
<< Già … Ci vediamo a casa, allora >> disse lo sceriffo, lasciandoci di nuovo soli.
<< Credi ci stia spiando? >> chiese Hope.
<< No, penso sia davvero coincidenza >> ammisi. Se ci fosse stato troppo dietro, me ne sarei accorto.
<< Chiamala pure sfiga >>
Quando finimmo di prendere le cose che avrei potuto conservare al loft ancora sprovvisto di frigo, ce ne tornammo a casa di Hope e io speravo che sarei riuscito a stare da solo con lei, ma la cosa ovviamente fu impossibile. Il cellulare di Hope squillò non appena mettemmo piedi in casa sua, mentre Kopa correva a salutarci e Stiles era addormentato sul divano. << E’ mio padre … Pronto? >>
Utilizzai il mio udito da lupo per sentire la telefonata. << Hope, tutto bene? >>
<< Sì, perché? E’ successo qualcosa? >>
<< No, no. Stavo pensando ad una cosa … >>
<< Dimmi >> fece Hope, mentre andava a sedersi sul divano nel poco spazio che suo fratello aveva lasciato libero. Io mi misi di fronte a lei, per ascoltare meglio.
<< Quel ragazzo, quel Derek Hale … >> sentii il cuore di Hope sobbalzare, e anche il mio << Sta bene? Cioè, ha degli amici? >>
<< Ehm … Sì, credo. Conosce Scott, Stiles e me … >>
<< Mi domandavo se volessi invitarlo a cena >> gli occhi di Hope si spalancarono.
<< Ma … ma magari ha da fare >>
<< Hope, conosco la storia di quel ragazzo. Non ha famiglia e vive in una casa quasi distrutta, non credi che desidererebbe un po’ di compagnia? >>
Da quando allo sceriffo importava di me?! Forse da quando mi aveva visto per ben due volte in giro con sua figlia …
Hope deglutì prima di rispondere << Va bene, lo invito >>
<< Ci vediamo a cena >> disse lo sceriffo prima di chiudere la telefonata.
<< Hai sentito? >> mi chiese poi.
<< Già >>
Lei si girò verso suo fratello, cominciando a scuoterlo.  << Stiles, svegliati! >> ma niente da fare, come risposta ebbe un sottospecie di grugnito << Uffa! >>
<< Ci provo io >> dissi, inginocchiandomi di fronte al viso di Stiles.
<< Non fargli male >> disse Hope, mentre i miei occhi cambiavano colore.
<< Tranquilla >> i miei artigli cominciarono a sfiorare il collo di suo fratello e quando spinsi più forte gli occhi di Stiles si aprirono per poi spalancarsi alla vista dei miei occhi.
<< Aaaah! >> urlò, spostandosi e mettendosi in piedi sul divano << Che diavolo, Derek! >> mi fece sorridere la sua reazione << Cosa sorrisi, stupido lupo?! Mi hai fatto prendere un colpo! Hope, non gli dici niente? >> chiese, gesticolando verso la sorella ancora seduta.
<< Dormivi come un ghiro e abbiamo bisogno di te >>
<< Non sarei servito a molto visto che stavo per avere un infarto! >> si sedette anche lui, lanciandomi un’occhiataccia << Che c’è? >>
<< Tuo padre mi ha invitato a cena >>
<< Cosa? >>
<< Hai sentito >> dissi, mentre ritiravo gli artigli e sentivo i miei occhi che cambiavano colore.
<< No! Mi piacciono i tuoi occhi rossi! >>esclamò Hope, sorridendomi.
<< Davvero? >> chiesi io, non mi aveva mai detto una cosa del genere. Come poteva piacerle qualcosa che avrebbe dovuto spaventarla invece?
Lei annuì, rilassando anche il suo cuore.
<< Ok, quando finite di sorridervi e guardarvi come due baccalà, vi andrebbe di dirmi cosa succede? >> chiese il fratello rompiscatole.
<< Papà ha incontrato me e Derek ieri sera al fast food e prima al supermercato. Quando siamo tornati a casa mi ha chiamato e ha detto di invitare Derek a cena >>
<< Oh, bene. Beh, pensavo peggio >>
<< Scusami, hai sentito? Derek a cena con papà presente! >>
<< Di cosa hai paura? Che capisca qualcosa? >>
<< Precisamente! >>
<< Vi basterà non guardarvi troppo negli occhi >> disse Stiles, guardando me << Soprattutto tu, Derek >>
<< Come? Che c’entrano gli occhi? >> chiesi, confuso.
<< Si vede lontano un miglio cosa provate quando vi guardate. E poi le tue pupille si dilatano ogni volta che la vedi >> spiegò, indicando sua sorella.
<< E questo significherebbe qualcosa? >> chiese lei.
<< Oh, sì. Ma non voglio dirlo perché mi sentirei abbastanza strano >>
<< Stiles! Avanti >> lo incitò Hope.
Lui sbuffò << Quando le pupille di una persona si dilatano mentre guardano un’altra, significa che c’è desiderio sessuale. Contenta ora? >>
Il cuore di Hope sobbalzò ancora, e il mio non era nelle sue perfette condizioni. Sapevo benissimo che provavo desiderio sessuale nei confronti di Hope, ma sentirlo dire da suo fratello mi provocò una reazione strana.
<< Ah >> fu l’unica cosa che riuscì a dire Hope, mentre io rimasi zitto.
<< Quindi evitate di guardarvi troppo e tutto andrà bene >>
Sentivo il nervosismo e l’agitazione di Hope anche a distanza, perfino mentre cucinava e preparava tutto. Andai da lei in cucina, stanco di sentire il suo cuore in preda al panico, facendola fermare e prendendole le mani.
<< Andrà tutto bene >> le dissi.
<< Non sei agitato? >>
<< Un po’ >> confessai.
<< Mio padre mi fa più paura di Deucalion e il branco, credi sia normale? >>
Le sorrisi, baciandole la fronte << Può essere >>
Quando suo padre arrivò a casa, rimase sorpreso dal fatto che io mi trovavo già lì a guardare la tv con i suoi figli. << Derek, già qui? >>
<< Mi trovavo nei paraggi. Grazie dell’invito >> dissi, mentre sia io sia Hope cominciammo ad avere il respiro irregolare.
<< Ma figurati. Mangiamo? >>
Dopotutto, la cena non fu male. Io ero seduto al fianco di Stiles e lo sceriffo era di fronte a me, mentre Hope era di fronte a suo fratello. Cercai con tutte le mie forze di seguire il consiglio di Stiles e di non guardare troppo Hope, ma era terribilmente difficile. Sentivo i miei occhi come ipnotizzati, dovevo guardarla, dovevo seguirla con lo sguardo anche solo per essere sicuro che non si scottasse con le cose appena cucinate. Spesso ricevetti da Stiles dei calci sulla gamba, che mi facevano tornare a guardare altrove. Lo sceriffo non fece molte domande su di me, almeno non troppo personali. Mi chiese di come andava nella mia casa e io gli parlai del loft appena comprato, lui sembrava davvero contento di quella notizia. Era un uomo simpatico, dopotutto. Parlarono della scuola, del lacrosse, del football, del baseball e del giornalino della scuola, di cose normali insomma. Hope all’inizio era molto agitata, tant’è che stava quasi per rovesciare il mio piatto di pasta, ma lo presi in tempo. Con il passare del tempo anche lei si tranquillizzò, cominciando a sorridere come piaceva a me. Quando arrivammo al gelato, dissi che era ora di andare, ringraziando ancora per la cena e salutando tutti. Mi ero messo d’accordo con Hope che sarei entrato in camera sua dalla finestra, aspettandola, e mentre lo feci sentii le loro conversazioni. Stiles andò in camera sua e anche lo sceriffo andò prima in bagno, per poi tornare da Hope.
<< Vuoi una mano? >> le chiese, tornato in cucina.
<< Ho quasi finito >>
<< Allora .. è stata una buona cena? >>
<< Sì.. perché? >>
<< Sembravi agitata, all’inizio >>
Quella frase la fece agitare di nuovo. << No, sto bene >>
<< Hope, non mentire >>
<< Cosa? >>
<< Quel ragazzo ti piace >>
Oh. Dio. << Papà! >>
<< Che c’è? Non possiamo parlare di queste cose? >>
<< Certo che possiamo, ma non è vero quello che dici >> sentivo il cuore di Hope mentire e la sua voce tremare.
<< Puoi dirmelo >>
<< Papà, no >>
<< E’ solo che credo sia un po’ troppo grande per te … >>
<< Ha solo qualche anno più di me e.. ehi, no! Non è come dici >>
<< Hope … >>
<< Oh, e va bene! Mi piace, sì. Contento? >>
<< E …? >>
<< E niente. Non stiamo insieme >> la sua voce e il suo cuore tremarono ancora.
<< Capisco. Volevo solo sapere questo >>
<< Bene >>
<< Mi chiedevo se dovessi farti quel discorso, sai … >>
<< Oh Dio, papà! No! Assolutamente no! >>
<< D’accordo, d’accordo! Chiedevo >>
<< Stai tranquillo. Ti ho detto che non stiamo insieme >>
<< E a lui piaci tu? >>
<< Cosa ne posso sapere io? Possiamo smetterla di parlarne? >>
<< Secondo me gli piaci >>
<< Va bene, basta. Io ho finito con i piatti e ora vado a dormire, buonanotte papà che non mi chiederà mai più niente a riguardo! >>
Sentii la risata del padre e il rumore di un bacio << Buonanotte Hope >>
Lei salì le scale per andare in bagno e poi venne in camera sua.
<< Hai sentito? >>
Annuì, mentre lei mi raggiungeva sul letto. << Che vergogna >>
<< E’ andata bene, dopotutto >> dissi io, mentre la tiravo verso di me per farla sdraiare.
<< Sì, poteva andare peggio >> mi disse, scrutando i miei occhi fissi nei suoi.
<< Che c’è? >> chiesi io.
<< Sto vedendo se le tue pupille si dilatano o meno >>
Risi, dandole un bacio << Dormi, prima che tuo padre mi senta dar sfogo al mio desiderio sessuale >>
 
Non incontrammo più il padre di Hope in giro, neanche a casa sua, né lui chiese più niente a riguardo. Un’altra novità però stava per arrivare, almeno per me.
<< Cosa sono? >> chiesi ad Hope quando uscì da scuola e venne verso di me sventolando due biglietti di fronte alla mia faccia.
<< Biglietti per la festa di Halloween della scuola! >> mi spiegò, sorridendo e saltellando.
<< Beh? >> non capivo la sua felicità, onestamente.
<< E’ fra due settimane, ho preso i biglietti >> disse, smettendo di saltellare.
<< Lo vedo >>
<< Fammi indovinare, non vuoi venire >>
<< Ad un ballo della scuola in maschera? No che non mi va di venire >>
Lei sbuffò, mettendo i biglietti in borsa e non dicendo altro, entrando nella jeep di Stiles che ormai ci stava raggiungendo. Non disse niente fino a quando non arrivammo a casa sua.
<< So che molto probabilmente dovrò farmi i fatti miei, ma si può sapere che avete voi due? >> chiese suo fratello, chiudendo la porta di casa.
<< Io non ho niente >> dissi, mentre Hope sbuffava.
<< Non vuole venire al ballo di Halloween >> spiegò lei al fratello.
<< Aaaah. Beh, io ti consiglierei di andare con lei >>
<< Perché? >> chiesi.
<< Perché ho visto il vestito che si è comprata per il ballo e fidati ogni ragazzo vorrà ballare anche con lei, o solo avvicinarsi a lei con intenzioni non del tutto pure >>
Ero ancora più confuso << Che vestito? >> chiesi ad Hope, che aveva incrociato le braccia.
<< Non lo saprai fino al ballo. E comunque non è questo il punto. Non voglio andarci da sola e visto che il mio ragazzo non vuole venire, troverò qualcun altro >>
<< Non puoi andarci con Scott? >> le chiesi.
<< Scott va con Allison >>
<< Con lui? >> chiesi indicando Stiles.
<< Io non ci vado con mio fratello! >> stava quasi urlando.
<< E io potrei avere degli impegni, sai >> s’intromise suo fratello.
<< Io volevo andarci con te! Ma di certo non posso costringerti quindi va bene, ma non ti aspettare che ci vada da sola. Vado a studiare e ti pregherei di non seguirmi! >> disse, cominciando a salire le scale seguita dal suo fedele dalmata.
La sua reazione non mi era piaciuta, era solo una stupida festa! Non volli darle corda, così decisi di andare al loft, sbattendo la porta di casa sua e sentendo il << Perfetto >> sarcastico di Stiles non appena uscii.
Quella sera, Hope non venne neanche agli allenamenti con il resto del branco. Tutti mi chiesero il perché lei non fosse venuta, ma rispondevo sempre che non lo sapevo anche se potevo ipotizzare. Non mi concentrai al massimo, finì molte volte a terra perché pensavo più ad Hope che ad allenare gli altri. Finimmo prima e io rimasi da solo con Stiles, che si mise seduto a terra accanto a me. << Allora, non vuoi chiedermi niente? >>
<< Non voglio parlarne >>
<< Sì che lo vuoi. Sei stato tutto il tempo a pensare a lei, non negarlo >>
Sbuffai. << E’ solo una stupida festa >>
<< Per lei no. Ti dico solo che si è messa a piangere quando sei andato via >>
Rimasi sorpreso, e dispiaciuto. Aveva pianto a causa mia, era stata male a causa mia … << Davvero? >>
<< Sì. Lei ci tiene, lo sai. Sarebbe stata la vostra prima festa insieme, no? Per le ragazze queste cose sono importanti >> Sospirai, continuando a pensare al fatto che ero stato talmente egoista al punto di far piangere Hope. << Domani vieni a scuola e sentirai quante proposte avrà per la festa >> continuò Stiles.
<< Non voglio che vada con qualcun altro >>
<< Perché non lo dici a lei? >>
<< Non lo so >>
<< Beh, io quello che volevo dirti te l’ho detto. Sta a te decidere >> disse alzandosi << Ci vediamo domani >> mi salutò, mentre io restavo solo e continuavo a pensare alla lacrime di Hope.
Il giorno dopo andai a scuola, restando a distanza per evitare che Hope o qualcun altro mi vedesse. Stiles aveva ragione: nel giro di poche ora sua sorella aveva avuto tantissime proposte da parte di ragazzi, perfino da quel bastardo di Ethan! Lei rispondeva sempre in modo vago, e quando alcuni di loro insistevano e cercavano di convincerla mi facevano saltare i nervi. Dovetti resistere, dovetti trattenermi altrimenti avrei fatto una strage. Lei era mia, solo mia. E se questo significava andare con lei ad uno stupido ballo in maschera, l’avrei fatto. Decisi di andare a casa sua e aspettarla lì, ma la sua finestra era chiusa. Riuscii ad entrare da quella di Stiles, ringraziando mentalmente quel ragazzino logorroico eppure molto saggio.
Sentii i passi di Hope fare le scale e finalmente aprire la porta di camera sua. Sussultò quando mi vide << Che fai qui? >> mi chiese, in modo freddo. Ma sentivo che il suo cuore era felice di vedermi, così come il mio. Mi alzai e andai verso di lei, guardandola negli occhi.
<< Non volevo farti piangere >> le confessai.
<< Stiles deve imparare a stare zitto! >>
<< Vengo con te al ballo >> dissi tutto d’un fiato, mentre vedevo il suo viso cambiare espressione, finalmente mi sorrideva.
<< Davvero? >> i suoi occhi cominciarono quasi a brillare mentre annuivo, e lei mi si butto addosso abbracciandomi. << Oh, grazie Derek! >>
<< Ci tieni davvero che io venga con te? >>
<< Certo che ci tengo, che domande sono? >> mi chiese, tornando a guardarmi.
Le sorrisi, felice di vederla di nuovo come sempre << Ma non pensare di farmi vestire da qualcosa o qualcuno >>
<< A me basta che vieni. Sei già un lupo, non occorre travestirti >>
<< Oggi ho sentito i ragazzi che ti chiedevano di andare con loro … >> confessai ancora, abbassando lo sguardo.
<< Eri a scuola? >> annuii << Non sarei mai andato con loro, con nessuno di loro >>
<< Davvero? >>
Lei annuì << Forse non ci sarei andata proprio se tu non fossi venuto con me >>
Quella frasi mi fece sentire meglio, fu come se mi stesse riempiendo il cuore. Anche lei voleva solo me.
<< Quindi dovrò aspettare la festa per vedere il vestito? >>
<< Precisamente! Sarà una sorpresa! >> mi sorrise, baciandomi e portandomi verso il letto, dove finalmente potei carezzare e baciare ogni centimetro della sua meravigliosa pelle.
 
La sera della festa andai a prenderla io, parcheggiando l’auto e bussando alla sua porta. Mi ero vestito normalmente, sebbene più elegante del solito. Fu Stiles ad aprirmi la porta, e quando lo vidi alzai le sopraciglia, trattenendomi dal ridere in faccia.
<< E tu chi saresti? >>
Lui aprì le braccia e fece un giro intorno a se stesso << Sono Jack Sparrow! >> esclamò lui.
<< Oh … >>
<< Alle ragazze piacciono i pirati! >>
<< Non sei molto credibile .. soprattutto con quella barbetta finta >>
<< Vedrai che cadranno tutte ai miei piedi! >> disse, mentre sentivo la porta di camera di Hope aprirsi. Finalmente il mistero fu svelato e la vidi, più bella che mai.
Mi ricordai di quando scese le scale per andare a casa di Lydia, quando bruciavo dentro al pensiero che ci sarebbe andava con Ethan. Adesso invece era mia, mia e basta.
Si era vestita da Cappuccetto Rosso, ma non era la solita bambina con il cestino e tutto il resto. Il cappuccio e la mantella rosse c’erano insieme alla magliettina bianca e rossa troppo stretta che le faceva risaltare il seno, ma non ricordavo che la gonna di Cappuccetto Rosso fosse così corta e così a palloncino, e non ricordavo neanche che indossasse tacchi neri e fosse senza calze e truccata con matita nera e rossetto rosso.
La mia reazione fu più che normale e pregai che i miei pantaloni coprissero la mia erezione. Le sorrisi quando fu davanti a me e fece una piroetta facendo alzare fin troppo la gonna. << Ti piace? >>
<< Sei bellissima >> le dissi. Mi uscì direttamente dal cuore quella frase.
<< Grazie! Vuoi essere il mio lupo cattivo? >> mi chiese, mettendomi le braccia intorno al collo.
<< Assolutamente >>  risposi baciandola e stringendola a me.
<< Potete cercare di contenervi almeno fino alla fine della festa? >> chiese Stiles, poi voltandosi verso di me << Ora capisci perché volevo che la accompagnassi tu? >>
<< Oh, lo capisco bene >> dissi, tornando a baciare la mia Cappuccetto Rosso.








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Ciao a tutti! :)
Eccovi il nuovo capitolo, più lungo! Spero tanto che vi piaccia :D
G R A Z I E ancora per le recensioni, siete tanti gentili *___*
A Presto! <3
  
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