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Autore: Hope19972308    13/03/2013    1 recensioni
Giulia è una ragazza che da poco ha scoperto di avere la leucemia.
La ragazza, essendo molto bella, è il sogno, spesso erotico, di molti ragazzi; uno in particolare, Mattia. Ragazzo molto determinato a farla innamorare, disposto a tutto pur di renderla sua. Non potendo, ne volendo ricambiare il suo amore Giulia chiede un favore a Daniel, il ragazzo forse meno sensibile e prepotente che conosca. Gli chiede di essere il suo finto ragazzo a finché ella parta in Inghilterra per la chemioterapia. Quest'ultimo, impietositosi data la morte precoce del fratellino a causa della stessa malattia, accetta.
Come andrà a finire?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Senti Liam, per l'ultima volta, questo è il mio posto. Capito?" continuavo ad urlargli. Avevo provato di tutto durante quella settimana: dargli fastidio, cacciarlo con le buone, con le cattive, quella mattina addirittura ero arrivata dieci minuti prima in aula e ugualmente sedeva al mio posto.
 
"E come si dice?" quella storia iniziava veramente a stancarmi, quindi mi arresi, voleva che lo pregassi? Bene.
"Per favore Liam, quello è il mio posto, potresti ridarmelo?" chiesi con tono pacato e speranzoso.
"No." fu la risposta secca che ricevetti. 
"Che cosa?" strabuzzai gli occhi. "Ti ho detto di no bellissima. Cosa c'è? Non sei abituata a sentirti dire di no da qualcuno?" sorrise strafottente. "Fottiti." dissi prendendo il posto che ormai avevo da una settimana a quella parte, non soffermandomi sullo strano nomignolo che mi aveva appena affibiato. "Sappi che ti stresserò a tal punto che pregherai purché mi sieda al mio posto." sorrisi soddisfatta.
 
Pov Daniel
 
Li vidi in lontananza, la sua figura esile l'avrei riconosciuta ovunque ormai, stava accanto a quello che avrebbe dovuto essere Liam Minerva, mi stava già sul cazzo e di quanto ero a conoscenza, neanche Giulia usciva pazza per lui, e allora perché camminavano e sorridevano tranquillamente nei corridoi della scuola?
 
"Guarda come stanno bene insieme la Morganti e il nuovo arrivato!" sentii parlottare una ragazza poco distante da me. "Ma lei è fidanzata con Daniel!", "Ma è una specie di bullo quello, mentre il nuovo arrivato sembra così dolce... Starebbero davvero bene inisieme!", "Ehi zitta che forse ti sente!" zittì l'amica mora.
 
Li guardai nuovamente, lui fermo al suo armadietto, lei poggiata su una spalla agli armadietti adiacenti mentre lo guardava. Non riuscivo più a guardare una scena del genere, mi si sarebbe rivoltato lo stomaco da un momento all'altro. Partì a passo spedito verso di lei, non mi curai di cosa stessero parlando, ma presi Giulia dai fianchi avvicinandola a me e baciandola con foga. Si staccò da me accigliandosi. "Che diavolo ti prende?" sbottò. "Dai, non dirmi che non ti è piaciuto!" lei arrossì e si guardò intorno incrociando lo sguardo del nuovo arrivato. "Lo sai che non mi piace dare spettacolo in questo modo." si voltò verso quell'altro poi "Scusa Liam, ora devo andare, ma sappi che il posto è mio!" gli fece la linguaccia per poi voltarsi nuovamente verso di me "Allora, torniamo a casa?" annuì mettendo il braccio intorno alle sue spalle e portandomela via.
 
Pov Giulia
 
Era circa dieci minuti che andava avanti quella ridicola scenetta. Sembravamo marito e moglie in lite, peccato che fosse Daniel ad essere arrabbiato senza che io avessi fatto nulla. Fino all'uscita della scuola mi teneva stretta a se, dopo di che, in macchina non aveva spiccicato una parola.
 
"Si può sapere che diavolo ti succede?" sbottai, "Nulla." disse tenendo le mani al volante. "Smettila, questo silenzio è pesante! Che hai? Hai fatto una scazzottata con qualcuno? Non che la cosa mi sorprenda visto che quasi tutti i giorni ti presenti a casa con le mani sporche di sangue e... ", "Voglio che non parli con Minerva." disse di ounto in bianco senza farmi finire la frase. "Cosa?" chiesi credendo di non aver sentito bene. "Stai lontana da quel tizio o dovrò fare in modo che sia lui a starti lontano." disse stringendo il volante finchè le nocche non divennero bianche. "No, devo riavere il mio posto!" ribattei. "Bene, se faccio in modo che tu abbia nuovamente il tuo posto, smetterai di parlarci?" chiese. Ma stava scherzando?
"Tu non devi fare proprio niente. Sono fatti miei e suoi, quindi smettila.", "Vorrebbe solamente scoparti, come chiunque altro del resto, quella del posto è..." non ebbe tempo di finire la frase.
 
La mano bruciava, ringraziando dio Daniel si era accostato poco prima che io gli tirassi una sberla.
La sua guancia sinistra era rossa e la forma della mia piccola mano iniziava a vedersi.
 
"Fammi scendere." dissi. "Io non volevo dire che tu...", "Sblocca questa cazzo di macchia e fammi scendere!"
"Ma sta piovendo!", "Me ne fotto!", "Non fare la stupida, non ti farebbe bene."
"Fammi scendere."
 
Finalmente udì un piccolo scatto, segno che la portiera era stata sbloccata.
  
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