Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: profondoverde    13/03/2013    7 recensioni
Questa storia è basata su un sogno che ho fatto, precisamente riguarda la morte di mio nonno.
Lo so, è triste e forse deprimente, ma ho messo l'anima in ogni singola parola.
Non so se questo basti per una trama, in realtà non so neanche se questa lo sia .-.
Spero vi piaccia,
Eleonora
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Innanzitutto, grazie per essere qui.
 
 
 
 
Dedicato a tutte quelle persone che hanno perso qualcuno nella propria vita.
 
 
 
 
 
 
Caro nonno,
stanotte ti ho sognato.
Ho sognato che stavamo a casa, nella casa dove hai sembre abitato.
Eravamo io,mamma, papà, Davide, Emanuela e te.
Eri come un po’ prima degli ultimi stadi della malattia, perché riuscivi a camminare da solo, sebbene fossi pallido, magro e i capelli brizzolati tutti spettinati.
Portavi con te il bastone che ti abbiamo regalato quando siamo andati alla Santissima, quel bastone a cui tu poi, mi son sempre domandata il perché, hai tolto il primo sottile strato.
Un grosso felpone, un pantalone di una tuta, il cappello in testa.
Dicevi tranquillamente, come era tuo solito fare quando si parlava del tuo malessere, che avevi avuto un infarto, ma che eri riuscito attraverso un massaggio a sopravvivere.
Passa un treno sulla ferrovia di fronte casa, hai un altro infarto ma non lo si capisce.
Non ricordo cosa succedeva, ricordo solo che eri lì, con noi.
Eri lì, o meglio, qui, dove mi avvicinano, ti davo un bacio sulla guancia e ti dicevo :«Ciao, nonno.»
Qui dove ci parlavi, dove giocavamo a Scopa e Briscola perché ce lo hai insegnato tu, dove io e te discutevamo su quale liceo dovessi prendere, oppure mentre dicevi a Davide ed Emanuela ti mettere dentro le pecore o dare da mangiare alle galline, oppure mentre ricordavamo di quando, in una lontana Pasqua, tu avevi in braccio Ema e sporgendoti, la sedia si ruppe facendovi ruzzolare a terra, in mezzo alle risate di tutti.
Che bei tempi.
Ne è passato di tempo da quella volta, davvero troppo tempo.
Quando mi sono svegliata era ancora notte, non era ancora arrivata l’ora di alzarmi per andare a scuola.
Ho pianto tanto, perché era da un po’ che non pensavo al fatto che tu non ci fossi più.
Mi sono passata la mano fredda sul collo e ho sussurato:”Dove sei…dove sei..dove sei?”
Si sente davvero la mancanza, quelle poche volte che entro nella tua casa, sento un grande macigno starmi sul petto, rivedo le foto, i vestiti, i ricordi.
Sudo freddo, qualche volta tremo.
Fa tanto male, sai?
Il fatto di non poter più abbracciarti, di non poter più godere di una tua risata, di non poter più tenere la tua mano per aiutarti a salire i gradini, fa tanto male.
Ho presino fatto un tema dove la mia illusione era che tu potessi vivere per, almeno, un pò più di tempo rispetto a quanto è stato.
Dopo averlo letto la professoressa ha detto che il lutto non va elaborato, va metabolizzato, e che è troppo presto per questo, 7 mesi sono pochi.
Dio, tu non sai quanto vorrei che tu fossi qui, a consigliarmi, a litigare, a dirmi ‘Mangia, Eleonora’ quando gli altri mi frenano.
E’ proprio vero, senti il bisogno cocente di una persona quando questa non c’è più.
Però la cosa che mi rassicura è il fatto di non avere rimpianti. Non che mi sia comportata sempre bene, anzi, però ho fatto tutto quello che ero capace di fare, ti ho detto 'ti voglio bene'.
Che stupida, c'è voluto un letto d'ospedale e la notizia che stessi scivolando via per cavarmi quelle tre parole dalla bocca.
Non so se leggerai mai questa lettera, tutto è possibile, no?
Una è dentro la tasca della tua giacca, l’altra è qui.
Spero tu sia felice, almeno adesso che sei lassù, spero tu ci protegga sempra.
 
Ci manchi tanto.


Ti vogliamo bene.
 
 
Eleonora
 
 
  
- Spazio autrice-

Ciao a tutti/e :D
Questa è la primissimissima storia che pubblico e sono davvero molto emozionata, mentre cambiavo il tipo di account le mani tremavano.
In realtà questo sarebbe dovuto accadere tra molto tempo ma, come anche detto nella trama, questo sogno ha un pò sconvolto i miei piani.
Credo sia giusto 'inaugurare' questo perscorso di autrice da questa storia, lo sento quasi doveroso. 
Questo scritto lo vedo molto più come  un modo per sfogarmi che come un modo per far conoscere la mia maniera di scrivere a voi.
Ah! Grazie mille per essere arrivato/a fin qui, significa davvero molto per me.
Credo sia arrivato il momento di salutare.
Un bacione,
Eleonora
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: profondoverde