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Autore: muffin_is_mine    13/03/2013    4 recensioni
Sono stanco.
Un'altra delusione.
Un altro buco nel vuoto.
Il nero totale.
Lei era sempre lì. Stesa in quello stupido lettino indecisa se vivere o morire.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Zayn
Sono stanco.
Un'altra delusione.
Un altro buco nel vuoto.
Il nero totale.
Lei era sempre li. Stesa in quello stupido e spoglio lettino bianco, tipico degli ospedali, indecisa se vivere o morire. E tutto perché io sono un emerito idiota.
Mi sono lasciato andare e gli ho urlato in faccia cose che neanche il mio Dio e il suo Dio pensavano potessi dirle.
Le ho urlato di non amarla. Le ho urlato che lei per me era solo una bambola. Le ho urlato che non era la mia vita.
Tutto il contrario di quello che provo.
La amo. Lei è la mia vita e non è assolutamente una bambola, e se anche lo fosse sarebbe una bambola di porcellana nelle mani di un rude falegname.
E' uscita di casa piangendo e urlando e, proprio di fronte alla mia casa, una macchina l'ha presa in pieno.
Il suo cuore ha dei gravi danni ed è quasi un anno intero che è stesa in quel lurido letto bianco senza mai aver aperto occhio o aver mosso un dito.
Sarebbe stato più facile morire al suo posto che vederla in quello stato. Soprattutto perché non avrebbe mai saputo che tutte quelle cose erano false, che lei per me era davvero tutto.
Sua madre era sempre li con me, ogni mattina, e le cambiava i fiori in base ai giorni: Lunedì le metteva delle rose bianche, Martedì delle gardenie, Mercoledì dei fantastici girasoli (anche durante l'inverno li metteva quei pochi che crescevano nelle serre del marito), Giovedì delle viole, Venerdì delle fantastiche rose blu (le sue preferite), il Sabato le metteva le margherite e la Domenica dei fantastici tulipani.
Lei sembrava così spensierata e prendeva tutto alla leggera, parlava con la figlia e mi incoraggiava a farlo insieme a lei.
Io ero il contrario. Ero un zombie vivente che andava benissimo in quella stanza così lucubre. Non parlavo. Non mangiavo e non parlavo quasi mai.
Avevo giurato che l'avrei guardata aprire gli occhi appena ho saputo che non c'era una data sicura per il suo risveglio, e avevo intenzione di mantere la promessa.
Tre volte a settimana rimanevo là a dormire da solo, facendo a cambio con il fratello di Ginny, la domenica, invece, restavamo entrambi.
I dottori continuavano a dire che si sarebbe sicuramente risvegliata ma che ci voleva tempo. La prima volta che me lo dissero ruppi il naso a un infermiere, ora mi limitavo a stringere i pugni e mostrarmi forte per lei. Dovevamo aspettare.
Dovevamo avere pazienza.
Ma per me non c'era né tempo né pazienza a disposizione.
 
Quella mattina mi svegliai nel mio letto, stranamente, e per un attimo non mi ricordai perché fossi li e non in ospedale.
Poi mi resi conto di essere davvero messo male dato il fatto che ero davvero '' tappato ''.
Mi alzai a fatica dal letto e scesi in cucina a fare colazione, alle 11.30 del mattino.
Mio padre aveva lasciato il giornale sul tavolo, aperto, ed era andato al lavoro. Mamma aveva lasciato un biglietto dicendo che non ci sarebbe stata per un viaggio di lavoro per tre giorni. Le mie due sorelle erano a dormire dalle amiche per tutto il tempo.
Presi un tazza di caffé e aggiunsi un po di latte caldo e qualche biscotto. Mandai giù il tutto, anche se bollente, e mi sedetti alla penisola guardando disinteressato il giornale.
Poi, un articolo mi colpì seriamente.
 
Grande atto di coraggio e amore.
Da anni ormai il povero Ian è in coma profondo per un grave incidente che li ha danneggiato il cuore.
Ma, dopo ben 6 anni che i suoi occhi non rivedevano la luce, finalmente si sono riaperti.
La sua ragazza, una certa Matilda Smith, ha fatto un grande atto di coraggio e amore dimostrandolo al suo ragazzo. Ha affrontato una grande operazione e ha dato la sua vita per salvare quella dell'amato.
La ragazza ha donato il suo cuore a Ian, facendolo tornare a vivere.
Il ragazzo afferma che è stato davvero un grande atto....
 
Smisi di leggere sconfortato e appallottolai il giornale, tirandolo nel cestino dell'immondizia.
Tanto amore. Tanto coraggio.
Forse.... forse anche io potevo salvarla. Non avrei sopportato di averle vietato di poter vedere la luce del sole per così tanto tempo.
Ginny ama la vita, vuole vivere, vuole sognare, vuole essere se stessa. E io le avevo primato tutto ciò. Era il mio compito restituirle tutto.
Buttai giù l'ultimo sorso di latte, probabilmente l'ultimo, e salì di nuovo in camera prendendo ormai la mia decisione.
 
Per prima cosa presi tutti i miei vestiti che lei amava mettere quando dormiva da me e li misi dentro una sacca nera, nascondendola nello scomparto segreto del mio armadio, l'unica che ne era a conoscenza era lei, dopo di me.
Poi presi tanti fogli di carta e mi sedetti alla scrivania.
Misi in moto il cervello e inizia a scrivere per prima a mia madre.
 
Mamma,
so che sicuramente starai soffrendo e so che probabilmente appena passerai da questa parte mi ucciderai mille volte quante sono state le tue lacrime per me.
Lo sai che dovevo farlo. Lo sai che nessuno di noi avrebbe sopportato di vederla ancora una volta stesa in quello schifoso letto a lasciare che la morte si prenda gioco di lei.
Il mio cuore ci sarà sempre. Non si perderà mai e neanche i miei sentimenti.
Sai... da piccolo la mia maestra d'asilo mi aveva detto una cosa. Avevo una '' fidanzatina '' a quel tempo e lei mi aveva lasciato per il mio migliore amico. Andai piangendo da lei e gli dissi che nessuno mi amava, soprattutto le donne, e che probabilmente non sarei stato mai l'amore della vita di nessuno. Lei mi rispose sorridendo e accarezzandomi i capelli: '' Non devi auto-commiserarti, Zayn. La vuoi sapere una cosa? Lo sai che la prima donna che un uomo grande e forte come te può amare e proprio tua madre? ''
Credo che abbia proprio ragione. Ho bisogno che tu vada da lei e che le dica che aveva ragione su tutto.
Ti amo mamma, non dimenticarlo mai.
Ti amerò per sempre e sappi che anche se il mio cuore non mi apparterrà più, una parte di esso sarà sempre con te.
 
                                                                                      DJ MALIK!

Mi asciugai una lacrime sfuggiata al controllo e piegai quella lettera mettendola da parte.
 
Papà,
a te di sicuro non dirò tutte le cose che ho detto a mamma, sembrerei fin troppo pazzoide.
Mi ucciderai di nuovo anche tu quando mi ritroverai, vero papà?
Non mi lascerai tregue finché non avrò trovato la dannazione eterna, ne sono sicuro.
Sinceramente non ho cose da riferti sul fatto che la maestra d'asilo mi dicesse sempre da dire a te, le ho sempre dette tutte. 
Volevo solo ricordati una cosa, papà. Ti voglio bene.
Ti voglio bene con l'anima e con lo spirito. Te ne vorrò per sempre.
Ricorda: نحن فريق
                                                                    Zayn.
 
Piegai anche la seconda lettera e la misi insieme a quella di mamma.
 
Waliyha e Safaa,
io vi odio ancora piccole canaglie. Mi avete rovinato la maggior parte dei miei appuntamente con le vostre urla stridulo.
A parte scherzi, ragazze io voglio essere sincero con voi... io vi voglio bene. Con tutto il cuore.
Non l'ho mai detto a nessuna di voi due una cosa così dolce, eppure ora mi sembra il momento giusto.
Forse non vi interessa più tanto ma potete prendere il mio computer se volete, e Safaa... puoi prendere la mia stanza.
Ormai non mi serve più...
Basta lagne varie! Vi voglio bene ragazze, ricordatelo. Vivete al meglio e non lasciatevi mai demoralizzare.
Non piangete per un ragazzo se davvero non lo merita e affrontate la vita con le unghie e con le fiamme, ne vale sempre la pena.
 
                                                              Il vostro fratellone.
 
Presi un respiro profondo e mi ritrovai con l'ultimo foglio, quello per Ginny.
 
Ginny...
Non sai quanto mi dispiace. Non puoi capire quanto mi sono sentito in colpa in questi mesi. 
Io ti amo, non ho mai smesso e mai lo farò.
Sei la mia vita, lo sei sempre stata.
Ricordati una cosa: i miei sentimenti resteranno uguali in eterno e spero anche i tuoi, ma non buttarti nel buio. Innamorati ancora, sposati, tira su una famigliola bellissima e degna del tuo amore.
Quando avrai bisogno di me non avrai bisogno di avermi accanto, avrai già il mio cuore. Io ci sarò sempre, nel vento e nella luce. Ti guarderò dormire e spererò fino in fondo che quando sorridi la notte è perché io sono nella tua mente.
Neanche più una lacrime per me, capito?
Basta singhiozzi e lacrime, io non vado mai via.
Tra 100 anni, o forse molti di più, sarò vicino alla tua bara ad aspettarti a braccia aperte.
Ho lasciato delle cose che sicuramente ti saranno utili, o forse no, non importa. Sai dove trovarle, vero? '' Se lo chiedo, non lo avrai mai. Se lo sai, devi solo chiedere. '' vero?
Sappi anche che se mai il tuo prossimo ragazzo, perché c'è ne deve essere per forza un altro meglio di me, ti farà soffrire, ti maltratterà o semplicemente non ti meriterà io lo prendere a calci in culo anche se sarà da questa parte!
Ti amo....
                                                                             Zayn <3
 
Impacchettai per bene tutte le lettere e le lasciai sul tavolo della cucina. Papà sarebbe tornato la sera, quindi lasciai la sua lettera al suo posto in tavolo. Waliyha e Safaa subito dopo lui, ma lasciai la lettera in camera loro sul comò.
Mamma.... mamma l'avrebbe trovata da sola.
Mi vestì velocemente e mi avviai alla mia moto. Non misi neanche il casco, lasciai che il vento mi scompigliasse i capelli scuri.
Quando arrivai in ospedale avevo un'aria vittoriosa e spavalda. Salutavo chiunque mi passasse accanto come se da un momento all'altro sarei diventato papà o se fosse il mio compleanno.
Arrivai raggiante in camera di Ginny, sotto gli occhi perplessi del frattelo, e le lasciai la lettera sotto il cuscino.
Abbracciai forte il fratello e gli sussurrai un '' prenditi cura di lei '' lasciandolo shockato.
Gli feci l'occhiolino e diedi un rapido bacio sulle labbra di Ginny per poi uscire di nuovo dalla camera.
Fermai il primo dottore che mi trovai d'avanti e lo portai in disparte.
<< Vorrei fare una donazione. >> dissi sicuro.
<< Che tipo di donazione, signore? >> il dottore mi guardò perplesso.
<< Vorrei donare il mio cuore a Ginevra Ryan. >> feci un sorriso a trentadue denti lasciando perplesso il dottore.
 
Ginny
Sentì qualcosa formicolare in qualche parte remota del mio corpo. Improvvisamente mi ritrovai ad avere di nuovo la libera manovrazione delle dita.
Le aprì e le chiusi più volte facendo estendere la meravigliosa sensazione fino alla spalla. 
Il mio cervello iniziò a svegliarsi e immediatamente si mise in moto dandomi degli impulsi enormi.
Volevo aprire gli occhi, ma ancora dovevo trovarli.
Sentì qualcosa pulsare nel petto, era una strana sensazione, quasi che non mi appartenesse.
La sensazione di libertà si espanse fino alla punta dei piedi e li sentì scricchiolare appena li mossi leggermente.
Una voce ovatta mi arrivò all'orecchio destro facendomi sussultare interiormente.
Alzai e abbassai più volte il petto mentre l'ossigeno mi entrava in circolo.
La gola richiese subito acqua ma cercai in ogni modo di ignorarla. Il cervello mandava impulsi forti cercando di mettere al proprio posto tutti i dati.
Sentì le labbra schiudersi e l'aria fresca mi entrò nella gola, facendomi rilassare.
Poi, una luce leggera mi colpì il viso, facendomi strizzare gli occhi.
Ecco dov'erano. Ne aprì uno e per un attimo non vidi un emerita cecca. Poi pian piano mi ritrovai a fissare tante altra paia di occhi.
Tirai un braccio al viso e mi coprì gli occhi, sbadigliando. Sembrava che avessi dormito per una settimana intera.
<< Ginny? >> chiese una voce.
Ginny? Ero io, giusto? Giusto!
<< Umh.... >> forse avevo dimenticato come si parlava.
<< Ginny! >> quella voce così famigliare.
<< Dario? >> chiesi incerta. La mia voce mi sembrò nuova, mi fece fremere il cuore.
<< E' sveglia! MAMMA! PAPA'! SI E' SVEGLIATA! >> urlò Dario saltando a destra e a sinistra.
Sentì l'impulso di alzarmi, e in un attimo mi ritrovai seduta.
<< Dov'è? >> chiesi subito mentre il mio cervello tornava ad abituarsi alla vita.
Mamma entrò correndo in camera. Aveva un aspetto orribile: occhiaie, capelli scompigliai e occhi rossi.
Mi saltò al collo facendomi scricchiolare anche la schiena. 
<< Mamma... che succede? >> chiesi incerta.
Papà si unì all'abbraccio, seguito da Dario.
Sentì il mio cuore fremere di felicità e mi sentì davvero felice in quel momento.
<< Che cosa sta succedendo mi spiegate? Dov'è Zayn? >> chiesi subito.
Il mio cervello smise per un attimo di pensare e sia mamma che papà si tirarono indietro.
<< Mamma? >> non mi rispose. Avevo una crisi di pianto pronta ad essere liberata. << Papà? >> niente.
<< Dario, ti prego... >> qualcosa di caldo mi scivolò sulla guancia.
Dario prese un ampio respiro e vidi i suoi occhi inumidirsi. Dario non piangeva mai. Mai.
<< Zayn.... Zayn non c'è... >> disse mentre piangeva a dirotto.
<< In che senso? >> mi sentì ''rotta''.
<< Zayn.... avete litigato un anno fa e quando tu sei uscita di casa una macchina ti ha investito.... >> sobbalzai mentre mi tornava in mente le luci accecanti dei fari dell'auto e le urla di Zayn dietro << ... Zayn ti ha portata in ospedale e i dottori ci hanno annunciato che il tuo cuore era danneggiato... Non hai aperto occhio per un anno intero. Zayn... ha donato il suo cuore a te. >> disse l'ultima frase in un sussurrò appena udibile.
Il mondo mi crollò addosso. Sentì la testa girare e per un attimo mi sembrò di stare per tornare di nuovo in coma.
Zayn.... Zayn non c'era più. 
Portai una mano all'altezza del cuore e sentì un po di dolore al mio stesso tocco, ma lo ignorai e ascoltai i battiti del cuore.
Regolari e famigliari, identici ai suoi.
Mille immaggini mi affollarono la mente. I nostri mesiversari, i suoi regali, la sua risata e le sue battute idiote.
<< Quando... l'ultima volta che l'ho visto ha infilato una lettera sotto il tuo cuscino... >> Dario mi porse una piccola pagina bianca piegata in modo perfetto.
L'aprì e cercai di leggerla tra le lacrime e i singhiozzi che aumentavano sempre di più. 
Basta piangere, Ginny. Sorridi. 
Abbozzai una smorfia, o un mezzo sorriso, e cercai di smettere di piangere, non era quello che lui voleva.
<< Dov'è Trisha? E Yaser? >> chiesi appena.
Una donna minuta e un uomo il doppio di lei fecero la loro entrata nella stanza seguiti da due ragazze simili.
La loro pelle ambrata... gli occhi di Yaser e il sorriso sgembo di Trisha... Zayn....
Trisha mi corse incontro e mi abbraccio stretta.
<< Perché? Perché? >> continuai a chidere io lottando contro le lacrime.
<< Ti amava. >> mi rispose Trisha quasi in preda a delle crisi epilettiche.
<< Mi ama ancora... >> aggiunsi tristemente e mi asciugai l'ultima lacrime, per  lui.
Basta piangere.
Abbracciai stretta Waliyha e Safaa mentre Yaser abbracciò stretta me, con gli occhi lucidi.
Tutti avevano gli occhi lucidi.
Mi leccai le labbra, come di solito facevo, e sentì un sapore di tabbacco su di esse.
Un raggio di sole mi illuminò immediatamente il viso facendomi sorridere. Mi strinsi nel pigiama e guardai in faccia il Sole. Alzai una mano e lo salutai come se fosse un vecchio amico.
Zayn sarebbe sempre stato li, me lo aveva promesso.
A quanto mi raccontò Trisha aveva anche promesso che mi avrebbe vista aprire gli occhi e sorridere per lui.
Di una cosa fui assolutamente certa in quel momento: Zayn non lasciava mai una promessa in sospeso, a costo di morire per essa.

PERCHE'?!? PERCHE' STO PIANGENDO COME UNA BAMBINA?!!
Aiutatemi! Ho scritto io questa storia e io stessa piango!?! CACCHIO!
Ok basta! Eccomi tornata come una nuova One Shot deprimente. Questa è di sicuro la peggiore ma mi sono ispirata a una vecchia storia che mi aveva dedicato mio cugino, Marco. (se non fosse mio cugino sarebbe già mio marito).
Praticamente avevamo litigato di brutto e lui mi aveva dedicato una storia simile a questa e alla fine c'era scritto '' RICORDA CHE DAREI IL CUORE PUR DI AVERTI VICINO! ''

IO LO AMO!
Fatemi sapere cosa ne pensate!! 
Alla prossima, forse meno deprimente, One Shot!!

K. xx
   
 
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