Charles era un detective da ormai molti anni, pensava di aver lavorato su casi di ogni genere e di aver oramai fatto l'abitudine a scoprire coinvolgimenti impensabili; ma davanti a quel corpo senza vita dovette ricredersi.

Charles ricordava bene quando, in tarda mattinata, era arrivato sul luogo dell'omicidio ed aveva trovato il cadavere di un giovane uomo, esponente di una delle più importanti famiglie dell'aristocrazia del paese, riverso a terra, in una pozza di sangue, con una grazia che l'aveva accompagnato anche nella morte. Mentre aspettava l'arrivo del patologo forense, era rimasto minuti interi a fissare ed esaminare l'unico foro di proiettile che aveva trapassato quel corpo; sul petto, leggermente a sinistra, all'altezza del cuore.

Si ricordava dell'insolita folla che accerchiava il posto, i volti disegnati dalla sorpresa, dalla curiosità, dalla paura, dal sospetto; volevano sapere, comprendere; volevano essere rassicurati. Charles si ricordava soprattutto di una massa di lunghi capelli corvini e di due occhi color speranza.

Perché Anne c'era, aveva sentito le voci che correvano ed un impellente bisogno di sapere l'aveva colpita. Anne era lí e, mentre lacrime silenziose le solcavano il viso, guardava il cadavere di James con occhi diversi da quelli di qualunque altro. Guardava quegli occhi color del ghiaccio, sempre freddi e impenetrabili, che molte volte l'avevano guardata scaldati dall'amore; guardava quei sottili fili d'orati che erano i suoi capelli, che al tocco troppe volte aveva pensato fossero di seta; guardava quella pelle ancor più alabastrina del normale, così simile alla sua; guardava quei lineamenti spigolosi, ma che ai suoi occhi eran sempre sembrati armoniosi. 

Anne sapeva di non dover essere lí, eppure c'era. Anne doveva essere a casa ad aspettare Tom e per il suo arrivo ci sarebbe stata. Tom era il suo compagno da sempre, l'aveva portata a vivere con sè ancor prima dei vent'anni e lei lo aveva amato tanto, l'aveva amato davvero. Tom era il signore del paese, la persona più importante e con più influenza; il suo lavoro lo portava ad essere in viaggio per più tempo di quanto desiderasse, lasciando Anne senza alcuna compagnia. Lei si era sentita sola e, stanca della campana di vetro in cui l'aveva racchiusa, era uscita ed aveva conosciuto James, freddo solo all'apparenza.

Charles tutto questo non lo sapeva, ma sospettava che il caso che aveva sotto le mani fosse un'esecuzione e ne ebbe presto conferma. Con accurate analisi erano riusciti a risalire all'arma del delitto ed al suo proprietario. Era un semplice sicario, uno di quelli che compie omicidi su commissione. Per Charles era stato semplice trovarlo e, mettendolo sotto interrogatorio, ci mise ancor meno a scoprire l'identità del committente.

Anne non si sorprese quando Charles si presentò sulla porta di casa sua, chiedendo del suo compagno; Anne lo immaginava. Tom era sempre stato estremamente geloso di lei, doveva capire che l'avrebbe fatta tenere d'occhio. Aveva scoperto di lei e James e l'aveva fatto eliminare. Semplice. Tutto sarebbe stato poi messo a tacere, perché Tom aveva potere. 

Charles non sapeva nemmeno questo, ma la sua mente da detective l'aveva capito. E non poteva farci niente.

Charles guarda ancora il cadavere che giace sul divano davanti a lui. Guarda quella massa di capelli corvini sparsi intorno al viso troppo magro e quegli occhi speranza privi di quel brillío che da sempre l'aveva caratterizzati; guarda e si chiede se con il suo lavoro potrà mai veramente affermare di aver visto tutto il possibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

Ringrazio tutti per aver letto e spero che desideriate lasciarmi un piccolo commento. Accetto ovviamente anche le critiche, che sicuramente mi aiuteranno a migliorare e comprendere i miei errori. Bhe non so che altro dire, ho finalmente trovato il coraggio di pubblicare una storia dopo avere riempito innumerevoli pagine di racconti con la speranza che questa ne valga la pena. 

Grazie a tutti per aver letto e alla prossima (spero), 

Baci Bene_dettina