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Autore: Lallyo    14/03/2013    3 recensioni
"In un attimo mi resi conto che non era solo il mio migliore amico, era la persona che cercavo da tempo, quella che mi aveva davvero salvato. In quel preciso istante seppi che era da quando avevo cinque anni che lo amavo"
Cosa succede quando qualcuno o qualcosa sconvolge completamente la tua monotona vita? Rose è una ragazza tranquilla, segnata dalla morte della madre, con una grande tristezza dentro, che aspetta solo di essere portata via. La sua vita cambierà il primo giorno di scuola a San Antonio, la città in cui si è trasferita, dato che si imbatterà in qualcuno che le cambierà davvero la vita.
Spero che la leggiate, e spero che vi piaccia!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una sensazione di gelo profondo mi invase da capo a pieni insieme a una sensazione di bagnato. Strano, dato che ero ben coperta sotto le coperte. Ero ben coperta sotto le coperte, AHAHAHAHA. Coperta sotto le coperte, tipo la capra sopra la panca che campa. Okay, sto uscendo dai binari. Aprii lentamente gli occhi per controllare cosa fosse successo e vidi la figura all’inizio poco distinta di mio fratello che reggeva un secchio. Un secchio? Aspetta, che cazzo…? Mi sollevai urlando dal letto per osservare le coperte bagnate e per poi osservare me, completamente zuppa d’acqua. La rabbia incominciò a montarmi dentro. Guardai mio fratello negli occhi, e poi incominciai ad urlare:
-          Ma stai SCHERZANDO? MI HAI BUTTATO UN SECCHIO D’ACQUA ADDOSSO! Credevo lo facessero solo nei film, cazzo, nei FILM.
-          Ehi, calmati Rose. Guarda che ore sono.
Lentamente guardai l’orologio, notando che era piuttosto tardi e che saremmo dovuti uscire tra mezz’ora.
-          ODDIO, SPOSTATI COGLIONE, NON POSSO ARRIVARE IN RITARDO IL PRIMO GIORNO, EVAPORA MI DEVO CAMBIARE.
Sbattei fuori mio fratello di ventidue anni con un aggraziato calcio nel sedere e mi buttai dentro l’armadio, scegliendo dei jeans normali, una canotta arancio e delle air force bianche. Corsi in bagno portando con me gli abiti e mi chiusi dentro. Presi un morbido asciugamano di spugna e mi ci avvolsi dentro, eliminando il pigiama, e incominciai ad asciugarmi i lunghi capelli biondi. Quando finii di asciugarmi mi infilai i vestiti e mi piastrai leggermente i capelli. Tracciai una bella linea di eyeliner e mi guardai soddisfatta mentre applicavo il mascara. Mi misi il profumo, e uscii dal bagno saltellando, scesi al piano di sotto in cucina, mi versai del succo all’ananas e me lo versai in un bicchiere sorseggiandolo.
-          TRA DIECI MINUTI USCIAMO.- sentii urlare mio fratello.
-          Perfetto- dissi io  finendo il succo e appoggiando il bicchiere nel lavabo.
Salii su in camera mia e presi il mio bellissimo zaino di scuola, turchese, e mi infilai la collanina che mi aveva regalato mia madre prima di morire. Era una semplice catenina d’argento con uno di quei ciondoli a forma di cuore in cui all’interno si possono mettere le foto, e lei aveva messo una nostra foto splendida al parco giochi. Era morta tre  anni fa, quando avevo dodici anni, un tumore l’aveva portata via in fretta, troppo. Era stato un periodo molto brutto.
-          Se solo tu potessi vedermi, mamma, oggi mi sono trasferita e vado nella nuova scuola, vorrei che potessi consigliarmi … mi manchi mamma, mi manchi da morire.
Ricacciai le lacrime indietro e raggiunsi mio fratello, stringendogli un braccio.
Salii sulla sua macchina e lui mise a volume altissimo i Queen, non avevamo bisogno di parlare per scegliere la musica, eravamo fratelli  e sapevamo come erano i nostri gusti. Era una bella giornata, il sole splendeva alto nel cielo.
Finalmente arrivammo a scuola, dove c’erano già ragazzi ammucchiati a parlare e ridere. Il ritorno a scuola non influenzava particolarmente il loro umore.L’istituto era bello. C’era un grande cancello blu, e dietro si notava perfettamente la grande figura della scuola, color crema, con il nome della scuola scritto in bella vista. C’erano parecchie panchine e aveva un  bel cortile, nonostante il clima caldo del Texas, infatti mi trovavo a San Antonio Qualcuno si girò a guardare la nostra macchina. I miei piedi diventarono improvvisamente dannatamente carini. Ci parcheggiammo e mio fratello scese con me per accompagnarmi dentro. Ringraziai mentalmente di avere un fratello così figo: giacca di pelle marrone scuro, occhiali da sole, capelli scuri portati indietro con un ciuffo,  una leggera barbetta e fisico mozzafiato. Molte ragazze si girarono a guardarlo con aria sognante, e io mi strinsi a lui. Entrammo in segreteria, che era una piccola stanza con le pareti in legno e vari dipinti appesi alle finestre e mi avvicinai subito allo sportello, dove una signora di circa sessant’anni mi guardava sorridente. Aveva gli occhiali e  i capelli grigi raccolti in una crocchia, e la pelle scura risaltava benissimo in contrasto con i capelli e con il sorriso, aperto e cordiale
-          buongiorno, sono Rose Stewart e sono iscritta al secondo anno, solo che sono nuova… - dissi sorridendo
-          Capisco ragazza, aspetta un attimo- e incominciò a rovistare tra varie carte in un cassetto, per poi tirare fuori il mio orario, o almeno quello che pensavo fosse il mio orario.
- Ecco, questo è il  tuo orario, e qua c’è la piantina- disse indicando con il dito una parte del foglio dove effettivamente c’era la cartina della scuola
- Grazie mille!- dissi sorridendo e salutando, uscendo dalla segreteria e andando nella sala d’attesa che c’era prima della segreteria.
Guardai mio fratello sorridendo, e mi buttai su di lui abbracciandolo.
-       Puoi andare se vuoi- dissi, stringendolo forte mentre lui mi accarezzava i capelli
-       È un po’ tardi per il lavoro, ma aspetterò che suoni la campana- dissi portando una ciocca dei miei capelli dietro l’orecchio. Insieme ci avviammo all’uscita dalla segreteria e rimanemmo davanti alla scuola. Guardai un gruppo di ragazzi, e uno con i capelli biondi diede un colpo ad un ragazzo con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi, indicandomi con un cenno della testa.
In quel preciso momento la campanella suonò, scoccai un bacio sulla guancia di mio fratello e mi avviai all’entrata. Sentii lo sguardo di molti ragazzi, e molte mi ragazze mi sorrisero e io risposi con un grande sorriso. Sembravano simpatiche. Il mio armadietto era il numero 11, uno dei primi, ma non lo trovavo.  La gente mi passava a fianco e finiva dentro le aule con velocità. C’erano poche persone quando sentii la mano di qualcuno posarsi sulla mia spalla. Il contatto con quella mano calda mi fece sobbalzare e una voce profonda mi disse:
-       Ehi, hai bisogno di aiuto?- mi girai a guardare il mio interlocutore e mi resi conto che era il ragazzo di prima, quello con gli occhi verdi, e mi sorpresi ad osservare che era davvero tanto carino, con dei tratti così dolci, l’abbronzatura così caramellata e le labbra così carnose …
-       Ehm, si…- lo guardai negli occhi per la prima volta.
 
*INIZIO FLASHBACK*
 
Aveva cinque anni, era in un parco giochi a San Antonio, nel paese di sua nonna, la madre di suo padre. Era sullo scivolo e si stava preparando per scendere, quando un bambino con i  capelli neri le diede una spinta dicendo “Eh muoviti” la fece cadere dallo scivolo di malo modo. Si sbucciò il ginocchio dato che indossava dei pantaloncini corti, e un bambino che aveva visto la scena era subito sceso da lei:
-       Ehi, tutto bene?- aveva chiesto guardandola, mentre la mamma di Rose si avvicinava.
-       No, mi fa tanto male il ginocchio.- disse piangendo, e il bambino le prese la mano aiutandola ad alzarsi, mentre la madre arrivava di corsa.
-       Rose? Cosa è successo?- chiese chinandosi all’altezza della bambina.
-       Quel bambino mi ha spinto dallo scivolo e mi sono sbucciata il ginocchio- disse Rose tra i singhiozzi, indicando il bambino con i capelli neri.
-       È davvero un bambino maleducato… Shh, non è niente, appena arriviamo a casa ti metto l’acqua magica e passa tutto. Per fortuna c’è stato questo bambino tanto gentile, come ti chiami?- chiese rivolgendosi al bambino
-       Austin- rispose prontamente il bambino sorridendo soddisfatto.
-       Bravissimo Austin. Sai quale è la mamma di quel bambino?- chiese indicando quello che aveva spinto Rose.
-       Si, quella con la maglietta gialla.- disse indicando una signora con i capelli neri ed una maglietta gialla.
-       Perfetto, fai tu compagnia a Rose mentre vado da lei? Mi posso fidare?- chiese sorridendo
-       Certo!- rispose entusiasta Austin
-       Perfetto allora, grazie ometto.- disse aprendosi in un sorriso e avviandosi verso la madre del bimbo
-       Lo picchio Chris, davvero- disse Austin arrabbiato, rivolgendosi a Rose
-       No, non picchiarlo ti fai male!- disse Rose preoccupata
-       Forse. Tu come ti chiami?- disse Austin sorridendole
-       Rose… Quanti anni hai?- chiese curiosa.
-       Sei, tu?- chiese Austin
-       Cinque.- Disse sorridendo.
-       Austin! Andiamo!- una voce femminile chiamò il bambino che salutò Rose.
-       Ciao Rose, ci vediamo!
-       Ciao Austin!

*FINE FLASHBACK*
 
-       Posso aiutarti?- le chiese sorridendo
-       Certo…-  disse con la fronte aggrottata per il flashback
-       Ehi, tutto bene?-  chiese il ragazzo
-       Sisi…- disse dando l’orario al ragazzo, che poi disse:

-       È l’aula a fianco alla mia! Vieni con me.  Comunque piacere, Austin.
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*SPAZIO AUTORE* Ciao a tutte! Questa è la mia prima fan fiction su Austin, spero che vi piaccia.
Amo questo ragazzo, infatti sono una mahomie. Amo  la sua voce, amo tutto di lui… Spero che non mi sbraniate viva, ahahaha. Spero vi piaccia, sul serio. Vi prego lasciate una recensione, è importante!
Un bacio
  
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