Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ginny090    14/03/2013    2 recensioni
Storia in cui racconto, come Ron vede sua sorella Ginny, e il rapporto di quest'ultima con il suo migliore amico Harry, attraverso i libri. 7 libri: 7 storie. Il racconto ha più personaggi, oltre a quelli già citati come Neville, Geroge... Presenti anche alcuni momenti della coppia Ron/Hermione. Dal testo: La sorella si voltò per rispondergli, ma alla vista di Harry, dietro di lui, voltò lo sguardo imbarazzata. Ron passò oltre, con un sorriso stampato sulle labbra. Beh.. Almeno una cosa la sapeva, la cotta per Harry, ancora non gli era passata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Osservazioni fraterne.

  
-Primo libro-

Ginny piangeva. Piangeva come una bambina capricciosa. Beh in realtà lei era una bambina capricciosa. Con i suoi 10 anni e il suo metro e mezzo, di certo non si poteva ancora considerare una ragazza. Ed era proprio questo, il motivo per cui si disperava. Era ancora troppo piccola per incominciare Hogwarts. Era l’ultima di sette fratelli, ed ora che, anche quello più vicino a lei di età, ci sarebbe andato, lei si sarebbe ritrovata da sola.

“Ginny la vuoi smettere di piangere!” Si lamentò Ron. I due erano in camera di lui e Ron stava finendo le valige, prima dell’imminente partenza per la scuola.
“Ma non è giusto, anche io voglio venire ad Hogwarts con voi. Non voglio restare qui da sola.”
“E’ ancora troppo presto per te e lo sai.” Rispose Ron paziente. Una parte di lui la capiva. Fosse stato al suo posto probabilmente si sarebbe comportato nel suo stesso modo, ma in quel momento era troppo agitato all'idea di iniziare quella sua nuova esperienza, per star dietro ai suoi capricci.

“Ma come farò a conoscere Harry Potter se rimango qui.”
“E tu che ne sai di Harry Potter?” Chiese Ron.
“Oh… Io so tutto su di lui e so che quest’anno inizierà il suo primo anno ad Hogwarts.”
“Se lo dici tu.” Rispose Ron poco interessato, poi come se la sorella avesse avuto un'illuminazione disse:

“Potresti diventare amico suo e farmelo conoscere!” Nessuno dei due, aveva visto George appoggiato alla porta della stanza, finché non lo sentirono scoppiare a ridere.
“Il nostro Ronnie amico di Harry Potter, questa si che è proprio bella Ginny!” Disse, trattenendosi la pancia per il troppo ridere.

“Che cosa vuoi?” chiese Ron irritato.
“Mamma dice che è ora di andare.” Egli disse ancora ridendo, poi tornando giù per le scale Ron gli sentì dire, in una perfetta imitazione della sua voce.

“Sono Ron Weasley, fondatore del club zucca vuota, unico membro partecipante Percy Weasley, ma cosa più importante sono il migliore amico del famoso Harry Potter.”
“Non ti arrabbiare con nostro fratello. E’ soltanto un idiota.” Disse Ron a Ginny.
“Infatti non mi arrabbio. Prendeva in giro te mica me.” Rispose la sorella, con un sorrisetto furbo sul viso. Ron scosse la testa, poteva pur essere una piagnucolona, ma se c’era da rispondere, di certo non si faceva attendere. “Ron?” Chiese lei in un sussurro.
“Si, Ginny.”
“Mi scriverai, non è vero?” Egli non poté non sorridere allo sguardo di preoccupazione della sorella.
“Certo che ti scriverò.” Ginny l’abbracciò prima di lasciare la stanza. Un parte di lui ancora si malediceva per averle scritto solo tre misere lettere.

  
-Secondo libro-

Percy diceva che era malata. Che in questi ultimi giorni si stava comportando in modo strano. Ron non l’aveva mai notato, ma ora che la osservava meglio, gli sembrava stanca. Se ne stava lì seduta da sola, ad osservare il fuoco del camino della sala comune, completamente inerme.

Perché se ne stava lì da sola? Era il suo primo anno. Non si era fatta degli amici? Ricordava che all’inizio dell’anno, l’aveva vista camminare per i corridoi della scuola insieme a Colin Canon, il ragazzino biondo che scattava sempre foto a tutti,  ma da quando l'avevano pietrificato, non l’aveva più vista parlare con nessuno.

Preoccupato Ron si sedette nella poltrona vuota affianco alla sua.

“Ehi Ginny.”
“Ron.” gli rispose lei, ma chiaramente, con la testa da tutt’altra parte. “E’ successo qualcosa?”
“No. Volevo solo fare due chiacchiere con te.” Quella risposta, sembrò risvegliare Ginny dai suoi pensieri.

“Due chiacchiere come no. Dopo che mi hai ignorato per tutto l’inizio dell’anno scolastico.”
“Ehi, questo non è vero.” Egli protestò, ma con poca convinzione. Sapeva che Ginny aveva ragione.
“Andiamo Ron di la verità, hai parlato con Percy, non è così?” Chiese.
“Percy è solo preoccupato per te.” Disse Ron. “E ora che ti osservo meglio, lo sono anch’io.”
“Beh.. Grazie per la preoccupazione fratello, ma come ho già detto a Percy, è tutto a posto.” rispose Ginny. Ron fece per ribattere, quando Harry gli apparve vicino.

“Ecco dov’eri Ron! Hermione vuole che la raggiungiamo in biblioteca.” Disse Harry. “Ciao Ginny.” aggiunse poi alla vista della Rossa. Quest’ultima, diventò dello stesso colore dei suoi capelli, poi balbettando qualcosa di incomprensibile, corse verso il dormitorio femminile. “Pensi che tua sorella riuscirà mai a parlare in mia presenza?” Chiese l'amico a Ron. Egli alzò le spalle indifferente. Forse Percy esagerava come suo solito. Almeno in quel frangente, Ginny gli era sembrata la solita degli ultimi tempi. 

 
-Terzo libro-

Eccola lì, Ginny, in piedi davanti all’entrata dell’aula di Incantesimi circondata dai suoi amici. Ron si era ripromesso che, dopo quello che le era successo l’anno passato, le sarebbe stato più vicino e invece, non sapeva ancora adesso chi fossero i suoi amici. Riconosceva Colin Canon e Jimmy Peakes, ma non aveva idea, di chi fosse quella ragazza col viso tondo e una lunga treccia, che le stava parlando. Senza contare di quell’altra strana ragazza bionda, con quei bizzarri orecchini, che persa nei suoi pensieri, non sembra nemmeno prestare attenzione al loro discorso.

Notando la divisa, vide che quella ragazza era una Corvonero. Da quanto tempo era che sua sorella aveva un'amica Corvonero? Avrebbe voluto potersi avvicinare, ma era in ritardo per la lezione di Erbologia ed Hermione, affianco a lui fremeva per andare, così le passò accanto e le accenno appena un saluto con la testa. Quel saluto fu il primo ed unico tipo di contatto, che egli ebbe con la sorella dopo parecchi giorni.

Ginny si voltò per rispondergli, ma alla vista di Harry, dietro di lui, voltò lo sguardo imbarazzata. Ron passò oltre, con un sorriso stampato sulle labbra. Beh.. Almeno una cosa la sapeva, la cotta per Harry, ancora non le era passata.

“Perché sorridi?” Gli chiese Harry.
“Oh.. Niente di importante.”
“Voi due volete muovervi!” Urlò Hermione, già in fondo al corridoio. Accelerando il passo, lui ed Harry si apprestarono a raggiungerla. “E’ incredibile come voi riusciate sempre a farmi arrivare in ritardo alle lezioni.” Esclamò ancora lei. Ron come al solito controbatté dando il via all’ennesima discussione, che fece sparire qualsiasi traccia di sua sorella dai suoi pensieri.

  
-Quarto libro-

Ron vagava per il castello pensieroso. La notizia che Ginny, andasse al ballo del ceppo insieme a Neville, l’aveva sorpreso. Quando l’aveva invitata? E da quando sua sorella si interessava ai ragazzi? Infondo aveva solo 12… no aspetta 13 anni e mezzo.

Proprio in quel momento, Neville gli passò davanti.

“Ehi…Neville aspetta.” Lo fermò lui, prendendolo per un braccio. Neville si voltò e lo guardò.
“Che c’è?” Chiede lui gentilmente.
“Ho sentito che hai deciso di andare al ballo del Ceppo con mia sorella.” Disse senza mezzi termini. Neville scoppiò a ridere a quelle parole.
“Non c’è niente da ridere!” Sbottò Ron irritato.

“Scusa, è che Ginny mi aveva avvertito, che una volta scoperta la cosa, mi sarei dovuto aspettare un discorsetto da te.” Ron a quell’affermazione diventò rosso in zona orecchie.
“Ah.. Così Ginny te l’ha detto? E ti ha detto anche che cosa io approvo o non approvo che tu faccia con lei?”
“No, ma puoi farlo adesso. E già che ci sei perché non vai a dirlo anche a Michael o a Justin.”

“E chi sarebbero?” chiese Ron, non capendo a chi Neville si stesse riferendo.
“Gli altri due ragazzi che avrebbero voluta portarla al ballo a cui Ginny, da mia BUONA AMICA, ha rifiutato l’offerta, perché le dispiaceva, che io non avessi un’accompagnatrice.” Neville alla faccia basita di Ron, sorrise trionfante. “Ora posso andare o devi dirmi qualcos’altro?” Ron scosse la testa, ancora incapace di proferir parola, così il ragazzo voltandosi, proseguì per la sua strada.

Se prima di parlare con Neville, era solo sorpreso, adesso era letteralmente schioccato.

Quella sera Ron, seduto in sala comune osservò Ginny, fu la prima volta in cui notò che sua sorella si poteva quasi definire carina. Era diventata più alta, almeno 1 e 63 e il suo aspetto era molto più femminile. Era questo che i ragazzi vedevano in lei? Ginny chiacchierava con la ragazza bionda con la treccia, che da quel che aveva capito si chiamava Demelza. Le due stavano parlando di Quidditch. Ron si chiese, se Ginny avesse imparato a volare su una scopa e se fosse brava. Di sicuro lui non gliel'aveva mai insegnato. Magari l'avevano fatto Fred e George.

Improvvisamente la sorella si girò verso di lui e nonostante la presenza di Harry a sul fianco, non distolse lo sguardo, facendo un enorme sorriso ad entrambi. Di tutte le novità che quest’oggi aveva appreso su Ginny, quella era di sicuro la più strabiliante. Sua sorella non si vergognava più in presenza di Harry.

  
-Quinto libro-

Un ragazzo. Ginny, la sua dolce sorellina, si era fidanzata. Ma non le piaceva Harry? E Hermione gliene aveva parlato, come se nulla fosse. Come faceva Hermione, a non rendersi conto di quanto la cosa fosse grave. Sua sorella era troppo piccola per avere un ragazzo. E poi chi diavolo era questo Michael?

Non riuscendo a dormire, Ron scese in sala comune, accasciandosi su una delle poltrone posta vicino al fuoco. Non passarono neanche cinque minuti, quando udì dei rumori provenienti al di là del buco del ritratto. Fece appena in tempo a girarsi, che vide Ginny sbucare dal passaggio. Che ci faceva lei ancora in giro a quest’ora?

“Ginny.” la chiamò lui. La sorella, che ancora non l'aveva notato, nel sentire il suo nome, fece un saltò.
“Ron mi hai spaventato! Che ci fai ancora sveglio?” Chiese lei.
“Potrei farti la stessa domanda. Si può sapere dove sei stata fino a quest’ora tarda?”
“Non sono affari tuoi.” Negli anni a seguire Ron sentì quella frase da lei così tante di quelle volte da perdere il conto.

“Eri in giro con quel tizio non è vero?” rispose quest’ultimo con tono accusatorio.
“Quel tizio si chiama Michael e in quanto all’ora, sono appena le undici e mezza. Mica è così tardi.”

“E che sarebbe successo se Gazza vi avesse beccato? Certe volte ti comporti davvero come un’irresponsabile.” Egli esclamò. Ginny a quelle parole rise ironicamente.
“Oh non ti preoccupare Ron, che io e quel tizio, come lo chiami tu, eravamo in un luogo ben nascosto e appartato. Buona notte.” E senza aspettare risposta, si diresse verso il dormitorio femminile. Ron la insegui sbraitando, ma quando fece per salire i primi scalini del dormitorio femminile, questi si trasformarono in uno scivolo, facendolo cadere.

Dannazione! Aveva dimenticato quel piccolo particolare.

Ginny, già in cima alla scalinata, si voltò un'ultima volta a guardarlo. “Buona notte Ron.” ripeté “E va a dormire anche tu che è tardi.” Aggiunse prima di sparire.
“Ehi Ron. Che ci fai qui?” Chiese Harry, spuntato dal dormitorio maschile, probabilmente svegliato dal troppo rumore.
“Niente. Non riuscivo a prender sonno.” Rispose quest’ultimo seguendo Harry di sopra. Poi prima di riaddormentarsi chiese:

“Harry?”
“Si?” rispose quest’ultimo, con voce assonnata.
“Ma a te non piace proprio Ginny?” Ovviamente sapeva che Harry si era interessato a Cho, ma Ron non era sicuro che quella fosse la ragazza adatta a lui e non solo perché era una tifosa dei Tornados.
“Questa è una strana domanda da pormi, Ron. Perché me lo chiedi?” replicò questo, ora sveglissimo.
“Così per sapere.”

“Torna a dormire Ron.” disse Harry rigirandosi nel letto. Non gli aveva risposto, questo che cosa significava? Sarebbe bello, se Harry fosse interessato a sua sorella, era sicuro, che di lui non si sarebbe dovuto preoccupare più di tanto, che con Harry tutto sarebbe stato più semplice.

 
-Sesto libro-

Era quasi mezza notte e quei due non erano ancora tornati. Questa era la terza sera di fila, che sgattaiolavano fuori dalla sala comune, e il ragazzo cominciava a spazientirsi. Inoltre, aveva la netta sensazione, che i due non lo facessero unicamente per stare in intimità, ma perché provassero piacere nel lasciarlo da solo con Hermione. Cosa che non gli sarebbe dispiaciuta, se non fosse, che il più delle volte, per un motivo o per l'altro, non si ritrovasse a passare le serate a battibeccarci.

Hermione, seduta nella poltrona accanto, sembrò notare la preoccupazione di Ron e scosse la testa rassegnata.

“Ron, ti vuoi calmare. Vedrai che adesso tornano.”
“Come faccio a calmarmi, quando il mio migliore amico è in giro di notte, a pastrugnare con la mia povera sorellina!” D’altra parte con un mantello dell’invisibilità quei due avrebbero potuto benissimo star fuori per tutta la notte.
“Pastrugnare? Ma da dove cavolo ti escono queste parole? E per favore evita di chiamare Ginny la tua povera sorellina. Ti ricordo che ormai ha 15 anni.”

“Credevo che Harry fosse diverso da tutti gli altri ragazzi. Invece è tale quale a loro.”
“Probabilmente ha preso esempio da te RON RON.” Disse Hermione prendendolo in giro.
“Smettila. Non fa ridere.” Sbraitò lui.
“Oh invece lo fa! E l'unica cosa di cui ti dovresti preoccupare è che lui la sta distraendo dai sui G.U.F.O.” Proprio in quel momento, due figure sbucarono dal buco del ritratto. Harry e Ginny, mano nella mano, era appena rientrati in Sala Comune.

“Eccovi finalmente! Vi sembra questa l’ora di rientrare?” Chiese Ron ai due. Come si era arrivati a questi punti? Improvvisamente Ron rimpianse i bei tempi, in cui Ginny, si vergognava anche solo di rimanere nella stessa stanza insieme ad Harry.
“Oh.. Scusaci Ron, ma non ti preoccupare. La prossima volta che faremo di nuovo tardi, ti avviseremo tramite gufo.” A quella risposta, sia Harry che Hermione scoppiarono a ridere. Accidenti, Ginny era diventata molto più simile a Fred e George di quanto volesse ammettere.

Imbestialito, Ron si diresse verso il dormitorio maschile incitando Harry, attraverso una sguardo omicida, a fare altrettanto. Quest’ultimo rassegnato decise di seguirlo, non prima però di essersi voltato verso Ginny e avergli dato un bacio stampo.
“Buona notte Ginny. Hermione.” Disse salutando entrambe le ragazze.

“Io e te dobbiamo parlare.” Fu l’unica cosa che Ron disse, prima di salire di sopra.

  
-Settimo libro-

Piangeva Ginny. Tante volte glielo aveva visto fare da bambina. Come quella volta in cui si lamentava per non poter ancora andare ad Hogwarts, o quella in cui Charlie gli aveva raccontato la storia su un drago magia maghi, o quella in cui Fred e George gli avevano nascosto uno gnomo da giardino sotto il letto.

Ed ora, dopo tanto tempo, in cui non glielo aveva più visto fare, piangeva di nuovo. Piangeva per la morte di Fred, per Tonks, per Lupin, per il suo amico Colin, ma nonostante fosse in lacrime, Ron non poté non pensare, a quanto fosse cresciuta sua sorella. Ormai non si poteva più negare l’evidenza. La bambina capricciosa non esisteva più e si il suo viso sarà pure stato rigato di lacrime, ma il suo sguardo era quello d’una adulta.

Alla vista del ritorno dei tre in Sala Grande, la sorella gli andò incontro. Accelerando il passo si diresse verso Harry, che apprendo le braccia la strinse, cullandola dolcemente.

“Mi sei mancato così tanto.”
“Anche tu.” Rispose Harry, tendendola sempre stretta a se e spostandole una ciocca di capelli dal viso. "Ginny io voglio che tu sappia che..." ma lei lo zittì impedendogli di proseguire.
“Harry ti prego, lasciami godere ancora un po' di questo momento.” Egli annuì poggiando le sue labbra contro quelle di Ginny, in un baciò breve, ma che diceva tutto. In una situazione diversa egli avrebbe sicuramente voltato lo sguardo, ma in quel momento, non poteva non essere contento per sua sorella ed il suo migliore amico.

“Andiamo.” Disse Ron prendendo Hermione per mano e trascinandola verso il resto della sua famiglia. “Lasciamoli soli.” Hermione lo guardò stupita, ma sorridente. Ron amava quel sorriso.
“Finalmente l’hai capito che Ginny è cresciuta.”
“Si beh… Mi ci è voluto un po’, ma alla fine l’ho capito.” Dando un’ultima sbirciatina dietro di se, vide i due mano nella mano, che si dirigevano fuori dalla Sala Grande, ma ancora una volta non se ne preoccupò. Era giusto che Harry e Ginny vivessero il loro momento di intimità.

Ci sarebbe stato, del tempo in seguito per salutare per bene la sorella e per rifare un nuovo discorsetto ad Harry su ciò che poteva o non poteva fare con lei.






  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ginny090