Fanfic su attori > Logan Lerman
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Autore: artemix_    14/03/2013    5 recensioni
"Grido dentro, mi guardo attorno, urla nei miei occhi che aspettano di essere ascoltate. Lo fa lui, lo sente il tremore nelle mie mani per l'insicurezza che lascio trasparire senza aver paura di fargli cattiva impressione. Dovrei controllarmi? Smetterla di sembrare me stessa, quel castello di sabbia che é facile si rompa? Sono tigre in questa gabbia che a stento sa trattenermi, graffio me stessa con le mie preoccupazioni. Cosa ha intenzione di fare? È qui. Quando la smetterò con queste domande?"
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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chapter eighteen:

Wanna Say.

I'm about to lose myself […] Caught up in the moment again: boy, you take my breath away. […]
We'll live out loud, you and me against the world, don't matter how things turn out, we're together now.


Taccio in questa stanza gremita di persone, nessuna si chiede di noi,lui mi tiene per mano, lo fa con la naturalezza di chi è inconsapevole dell'effetto che fa.
Grido dentro, mi guardo attorno, urla nei miei occhi che aspettano di essere ascoltate.
Lo fa lui, lo sente il tremore nelle mie mani per l'insicurezza che lascio trasparire senza aver paura di fargli cattiva impressione. Dovrei controllarmi? Smetterla di sembrare me stessa, quel castello di sabbia che é facile si rompa?
Sono tigre in questa gabbia che a stento sa trattenermi, graffio me stessa con le mie preoccupazioni.
Cosa ha intenzione di fare? È qui. Quando la smetterò con queste domande?
 
 
POV LOGAN.
Andiamo via di qui, raggiungiamo l'auto dei suoi, si scusa in anticipo e le rispondo con un sorriso imbarazzato. Sento il sapore delle sue labbra.
Decido che in fondo non c'è nulla di male, mi ospita, non accetta alloggi in un hotel.
Questo disagio andrà via, me ne assumo la responsabilità. Pensa normale, Logan.
 
 
POV LAURA.
Mia mamma gli sorride, dice 'Ciao' lui risponde allo stesso modo. Papà fa lo stesso, sembra nervoso, lascio correre.
Siamo seduti alle estremità dei sedili posteriori. Lo guardo di sfuggita, mi andrebbe di abbracciarlo mentre lui é distratto dal verde che c'è fuori dal finestrino.
Mi fa strano pensare che lui sia qui, a Napoli.
Oggi è lunedì. Domani a scuola non ci vado, ho bisogno di studiare lui.
Sale impacciato le scale, la sacca sulla spalla, gli occhiali da sole ancora calcati in faccia.
 
 
POV LOGAN.
È felice, le vedo il cuore scoppiare, noto.
Sorrido di rimando, c'è così tanta libertà qui, troppe campagne che sono lontane da quello a cui sono abituato. Palazzine piccole e nessun grattacielo, c'è tranquillità in quest'umilta' che scorgo su queste mura.
Mangiamo cena all'italiana che sa di nuovo.

 
POV LAURA.
Ho fatto promettere a mia madre che Logan avesse dormito nella mia stanza, sull'altro letto.
- Con la porta aperta - ha detto lei. Rido.
La stanza è buia, Dean ha mandato un tweet a Logan, gli ha dato la buonanotte, lì in America è ancora giorno.
Logan s'è messo a ridere, l'amico gli ha allegato la foto fatta con Cooper con un modellino del Colosseo in mano. 
- Adesso tutti sapranno che sono qui - sussurra divertito.
E penso che il sapore della sua risata mi piace proprio, che ci vorrebbe un pasto così ogni giorno. Ha una t-shirt, fa freddo? No, dice.
Qualcosa mi attraversa la spina dorsale.
- Logan - mormoro - grazie.
Alza la testa dal cellulare, mi guarda, la luce della cucina attraversa il corridoio, raggiunge la sua espressione sorpresa che si chiede il perché di quella mia richiesta d'aiuto. È quello che è, le mie parole si riflettono nelle scuse, nei miei vuoti. Lui è il mio aiuto, in quel momento, la cura alla sua stessa mancanza.
Lui lo capisce. Sa bene, adesso glielo vedo, l'effetto che mi fa, li conosce i risultati delle sue scelte che forse vorrebbe persino cambiare. Forse non vorrebbe che una ragazzina appena diciottenne si facesse prendere da uno come lui che non fa mai scelte definitive, ha la vita che gli cambia.
Storce le labbra in un sorriso accennato, pauroso. Poggia il cellulare sulla scrivania, la tuta color cobalto che gli scorre lungo le gambe. Sento l'urto del cellulare sul legno.
Si corica. - Sei stanca? - chiede.
Mi piace quando mi parla, mi fa sentire meno invisibile.
- Un po' - mento.
Poggia la testa sul cuscino. - Buonanotte allora - continua.
Chiude gli occhi, faccio lo stesso.
 
Soffoco risate contro questo cuscino. Affogo in un vuoto silenzio notturno. Accatasto ciò che ho provato e lo metto in quell'angolo laggiù della mia mente. Faccio spazio per nuovi ricordi da scrivere.
Apro gli occhi, la sveglia suona per la settimana scolastica. Logan mugugna qualcosa nel sonno. Ridacchio. Ops, fanculo. Piccoli passetti che poi mi portano quasi a lanciare il cellulare in fretta e furia nel corridoio. Non vedo i tasti su questo touchscreen. Che ore sono? Ah, l'orario scolastico, già l'ho detto.
Per favore non svegliarti, sussurro più a me che a lui che si agita un po' tra le lenzuola. Dormi Logan, è presto. Mi corico.
- Fanculo Laura, ma che - prende fiato per altre parole assonnate da sotto il cuscino - ... che cazzo ci vai a fare a scuola?
Rido, si riaddormenta. Si tira su il piumone, adesso soffoca sotto le coperte. Lo guardo ad occhi semichiusi, mi addormento.
 
Adoro i dettagli, le cose nascoste, i gesti, i messaggi, la polvere che resta nonostante tu continui a pulire, come in quegli angoli del monitor del pc, ccosì come immagini che si incastrano tra le grinze del cervello.
Adesso che lui è qui, vorrei non dover rivivere i miei dubbi. Mi parli, immagine? Dubbio? Chiarisciti. C'è qualcosa che non va in me. Mostrati.
  
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