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Autore: skillzaseyes    14/03/2013    2 recensioni
Lexi Alvord, una ragazza qualunque ma con grandi opportunità, incontra i suoi idoli e crea un rapporto non solo di amicizia e Lexi va a finire in piccoli e grandi casini. Non è la ''sfigatella'' della scuola, ma bensì una tra le popolari.
Ci sono vari punti di vista, quindi il narratore è in prima persona dal punto di vista:
-principale: di Lexi;
secondari: di vari protagonisti secondari.
Non ho scritto ancora la storia e la scriverò al momento, quindi non posso dare informazioni specifiche. Mi son fatta già una ''mappa'' mentale della storia però non so se la seguirò per filo e dettaglio, lol. Se ci sono errori o vorreste dare consigli recensite, please :) Grazie se leggete c:
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack Maynard, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Okay- avevo il cuore a mille. Era innocente e volevo ricominciare, mettermi alla prova, vedere se riuscivo a mantenere le mie promesso quindi decisi di dirle una grossa bugia. -Sei la mia fidanzata-
Lei arrossì leggermente alla mia affermazione.
Inclinai la testa da un lato, non sapendo più che dire
-E?-
-Eri a casa mia, poi sei dovuta uscire perchè eri in ritardo e hai corso, poi non so come sei svenuta. Han trovato il mio numer sul tuo cellulare, mi han chiamato e sono corso.-
-Ah che eroe- battè le mani ridendo. Che sorriso aveva. Era magnifica. Quando rideva si vedevano le fossette. 
Bellissima.

-Va beh, ti riporto a casa sennò tua mamma si preoccupa-
Annuì e scese dal divano. La aiutai a rivestirsi e la accompagnai.

~dopo 2 giorni~
-Jack? Vieni a casa mia, ti devo parlare.-
Era incazzata dal tono di voce.
Chiuse subito e non ebbi tempo di domandarle niente. Presi la macchina e andai a casa sua. 
Bussai e arrivò alla porta sua mamma. 
La aprì e mi guardò in modo interrogativo.
Scossi la testa per dirle che non era niente e mi aprì la strada per farmi entrare.
Andai davanti alla camera di Lexi, mi fermai un attimo a pensare.
Si accorse dell'ombra che stavo creando sulla sua porta e venne ad aprirmi.
Aveva la testa bassa, coperta dai suoi capelli. Entrai e mi fece segno di sedermi sul letto.
Feci come da lei richiesto.
Si sedette sulla sedia della scrivania e si mosse verso di me. 
-Amore, che hai?- mi azzardai.
Si spostò i capelli dalla faccia e la potei guardare negli occhi. 
Era rossa e stava piangendo. Odiavo vederla così.
-Grazie per avermi mentito.-
La guardai confuso, si alzò e prese il cellulare. 
-Sai, si da il caso che abbia ripreso memoria.-
"Merda" imprecai nella mia mente.
-Beh, devo dire che mi hai delusa. Non pensavo che dopo quello che era successo avessi potuto pure mentirmi.-
Ricominciò. Forse avevo giocato troppo con il suo cuore. 
Fatto sta che dissi solamente "scusa" e me ne uscii. Tornai a casa mia e mi rifugiai nella mia camera pensando a quello che era successo. 
Mi sentivo una merda, come avevo potuto fare tutto ciò?-
Dopo circa 20 minuti che stavo con la testa fra le nuvole nel mio letto sentii vibrare il cellulare. 
Rimasi immobile, cercando di tornare ai miei pensieri e dopo qualche minuto che sembrava un secolo, sentii vibrarlo di nuovo.
Lo presi con l'intenzione di mandare affanculo tutto e tutti.
Poi vidi il nome di Lexi sulla schermata principale.
Mi si formò un nodo enorme alla gola.
Aprii il messaggio e lessi 
"Lasciami in pace, non mi guardare più, non mi chiamare più, non mi messaggiare più."
Scorsi verso il basso la pagina. C'era un,altro messaggio sempre da parte sua. 
"E soprattutto non cercarmi più. In due parole: lasciami stare. Vai a cercarti una troia al posto di far star male le ragazze che ti amano veramente.
Grazie"
Ci rimasi ancora più di merda. Non perchè mi aveva dato del puttaniere ma perchè aveva paura di me. 
E poi mi amava.
Strasottolineando la desinenza -va alla fine della parola.

Lì finì la nostra storia. Mi piaceva un sacco quella ragazza.
La amavo.
Ancora.

*fine flashback*

LEXI'S POINT OF VIEW

Ritornai al presente, dopo che ripensai a tutti i momenti passati. Le giornate a piangere perchè mi mancava. Lo amavo ancora. Lui però non lo sapeva.
Ultimamente lo trattavo da cani. Lo vedevo in giro e mio giravo dall'altra parte appena sorrideva, come un accenno di saluto. 
Mi mandava continuamente messaggi.
Non ce la facevo più perchè il cellulare squillava ogni ora, minuto, secondo. Però non mi sarei mai aspettata piombasse a casa mia senza avviso, o invito. 
Rimasi per pochi secondi ferma davanti a lui e poi mi risvegliai.
Quello che riuscii a dire fu solo un -Ah-
E abbassai la testa. Lo amavo con tutta me stessa.
Tutti e due provavamo la stessa cosa.
Avevo bisogno di tornare indietro, rivivere i momenti passati con lui.
Ma c'era un grosso problema. 
Alex.
Amavo pure lui. Non sapevo chi avrei dovuto scegliere. 
Non ebbi tempo di pensarci che Jack mi abbracciò.
Mi baciò sulla fronte e ci baciammo. Il bacio durò per secondi che sembravano ore. Ci staccammo senza parole tutti e due.
Guardai l'ora e in quel gesto Jack capì che era l'ora di andarsene. Uscì e feci un gesto con la mano come per sventolarlo.
Tutto questo senza parole.
Mi preparai per dormire e mi coricai.
Non dormii veramente. Ripensavo a quei pochi minuti prima e se era il caso di perdonarlo o no.
Il giorno dopo mi svegliai alle 11 (molto presto, ahah) e lessi un messaggio di 2 ore prima.
Era da parte di Alex.
"Ti devo parlare... al parco alle 14. A dopo, ti amo."
Andai al parco all'ora prevista e ci sedemmo sul prato
-Dimmi- dissi, dopo aver sospirato.
-Bhé, ecco, i miei si devono trasferire a Londra per motivi di lavoro..-
-Quando?-
-Settimana prossima dobbiamo trasferirci.-
-Anche tu?- dissi, staccando un filo d'erba
Sospirò. -Si.- si mise le mani in faccia, sospirò di nuovo e ricominciò -avrei possibilità di lavoro, là.-
Abbassai la testa. -Mi mancherai.- sussurrai.
Sembrava volessi parlare al prato.
Lui prese il mio mento con due dita e lo tirò su.
-Anche tu.- e cominciò a baciarmi sulla fronte, sulle guance e sul collo.
Voleva scendere più giù ma prima che potesse farlo lo fermai.
Mi girai e guardai i bambini che giocavano sull'altalena e sugli scivoli. 
Mi rigirai verso di lui. -Non qui.-
Sorrise. Sapeva cosa volevo intendere. Si alzò e aiutò pure me. Andammo nella sua macchina e ci portò a casa sua. 
I suoi genitori erano andati via e tornavano la sera dopo quindi avevamo la casa libera. Entrammo e ci tolsimo scarpe, giacche e cianfrusaglie varie. Camminai dietro di lui, con le mani dentro le sue.
Zampettammo fino in camera sua.
Non c'era bisogno di chiudere la stanza quindi la lasciammo aperta.

CONOR'S POINT OF VIEW

Non mi importava che quella fosse la ragazza di un mio vecchio amico.
La volevo.
Dovevo averla. Anche solo per una notte. Non importava. L'avrei rapita o qualcos'altro. Ci avrei pensato. 
I miei pensieri vennero fermati da quella troia che stava sotto di me. AnnaDaiCapelliRossi2: Savannah. 
-Ehi,- disse provocante. Mi aspettavo un 'vuoi un po' di shweppes? E invece tradì le mie aspettative. -A cosa stai pensando? Sei qui con me, non devi vagare con la mente.-
-Zitta lurida troia. Sono io quello che decide. Non ti permettere a dire quello che devo fare sennò sai la storia di Ginevre.- lei annuì terrorizzata e continuò a fare quello che doveva. Infondo era pagata per questo.
Ginevre.
Quella ragazza era la ribelle di turno.
Tutte le ragazze obbedivano ai miei ordini, lei invece diceva a me cosa dovevo fare e che dovevo pensare anche a lei e le sue esigenze.
Così un bel giorno le puntai il coltello alla gola e osò ribattere.
Premetti il coltello in profondità.
Gemeva e urlava dal dolore. Ci godevo da matti.
Così imparava a fare la comandina.
Trascinai il coltello sempre più in profondità, si agitava nuda sotto di me, mentre tenevo il mio bacino nudo contro il suo e entravo e uscivo.
Si scatenava sotto di me mentre forzavo il coltello e lo trascinavo verso il suo seno. 
Portai il coltello appena dopo la fine delle sue costole. 
Infine lo tirai fuori e passai la lingua sulle ferite traboccanti di sangu. 
Non si trattenne più e si pose sopra di me. Mi mollò uno schiaffo ma ero ancora in possesso del coltello. 
Se l'era cercata.
Ripassai il coltello sulle ferite che le avevo causato prima.
Finchè non si arrese e pronunciò
-Farò tutto quello che vuoi tu, ti prego.-
Io sorrisi e la lasciai andare, sapendo che la sera dopo sarebbe tornata. Infatti fu cosí.
Ora raccontavo tutta la vicenda a chi non mi obbediva e, magicamente, cambiava idea subito.

Spazio autrice
Stavolta ho pubblicato il 3° capitolo subito dopo il 2° però per il prossimo capitolo vorrei avere almeno 5 recensioni qui sotto e 5 nel secondo capitolo.
Grazie mille. :)
Secondo voi che succederà nei prossimi capitoli? 
Che coppia supportate? Jexi o Alexi? 
E Conor? Come vi sembra? (mooooolto dolce c:) ahah
Le recensioni mi servono anche per migliorare la storia quindi se recensite mi consigliate, non voglio le recensioni per fama e.e
Al prossimo capitolo c:

  
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