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Autore: Holly 8    15/03/2013    4 recensioni
Prologo
Il demone mi teneva per la gola e il mio corpo era bloccato contro il muro,I suoi occhi erano fissi nei miei!Sapevo cosa mi aspettava in fondo me l'ero cercata volevo solo vendicarmi. Ma la vendetta non porta mai a una buona soluzione!La vendetta non cancella il dolore non riporta in dietro le persone che ami,ti lascia soltanto quel ’enorme vuoto che non si colmerà mai.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Eravamo a Scottsdale da quasi una settimana e le cose non andavano bene per niente. Niente andava bene! “Allora!Ricapitolando." "Noi siamo qui da una settimana lei non si è vista!" "Forse la tua fonte ci ha fregato!” Dissi a Sam mimando la frase con le classiche virgolette “No." "Ha detto che sarebbe venuta qua!” Non sollevò il volto dallo schermo del portatile. “A davvero!Mi sembra che qualcuno stia giocando al gatto con il topo!” mi guardo e poi abbasso lo schermo “Che vuoi dire con questo?” Non gli sarebbe piaciuta per niente la mia risposta, ma me l’aveva chiesto lui quindi non avrei usato tanti giri di parole. “La tua fonte chiama e ci dice dov’è Lilith"! Noi partiamo, e quando arriviamo a destinazione, lei non c’è. E noi ci ritroviamo davanti ad un paio di cadaveri. "Non ti ha mai sfiorato il pensiero che lei sappia dove siamo e cosa facciamo?” Come sospettavo, non gli piacque la mia esposizione dei fatti. La sua espressione passa da curiosità a furente nel giro di pochi secondi. Non l’avevo mai visto così arrabbiato. “Non sono stupido!” “So quello che faccio.” “Non metterei in pericolo le nostre vite!” “Tanto meno la tua!” Non si era accorto di aver iniziato a urlare. La sua voce riecheggiava nella stanza. Ed io inconsapevolmente iniziai a indietreggiare. “Va bene ho capito.” “Smetti di gridare per favore.” Non si era reso conto della distanza che c’era fra noi. Il suo viso cambio espressione si sentiva in colpa per la reazione che ha avuto. “Scusa.” “Non volevo spaventarti.” “Adesso cosa facciamo?” “Io esco a dare un’occhiata in giro.” “Tu ricontrolla se c’è sfuggito qualcosa!” Ci vollero sette ore per riordinare e controllare gli spostamenti di Lilith. Fu inutile. Ogni conclusione era un vicolo cieco. La mancanza di sonno non mi aiutava per niente. Ero soprappensiero quando all’improvviso sentii qualcuno armeggiare con la serratura. Mi alzai di corsa per impugnare la pistola dal comodino e spensi la luce. Mi nascosi dietro il muretto che separava la cucina dai letti. In pochi attimi la luce si accese e uscii allo scoperto. “Abbassala sono io!” ma per fortuna nessun mostro solo Sam. “Cazzo!” “Mi hai fatto venire un infarto!” “Hai.” Non mi diede il tempo di finire la frase. “Mi sono dimenticato le chiavi: ” “Potevi bussare!” “Pensavo dormi.” Fui io a interromperlo stavolta. “Non dire quella parola!” “L’ho rimossa dal mio cervello!” Gli voltai le spalle, e andai a rimettere la pistola su comodino. Mentre alzavo la testa, mi ritrovai a guardare la mia immagine riflessa allo specchio! Ed era decisa messa male. Avevo gli occhi gonfi, la faccia smagrita e un colorito che faceva invidia anche a un cadavere! All’improvviso la mia immagine sparì e ciò che comparve era qualcosa di notevolmente spaventoso. Dean legato alla ruota. Dilaniato in modi che nessuno si può lontanamente immaginare. Sembrava che il tempo si fosse fermato. Poi l’immagine si dissolse. E il mio stomaca non resse e mi diressi in bagno chiudendo la porta a chiave. Il mio stomaco rigetto quel poco di cibo che avevo ingerito. Mi lavai i denti e usci dal bagno. Tenevo la testa bassa e andai a sbattere contro Sam che si era messo dietro la porta. Questa era stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Siediti!” Il suo tono non annetteva repliche. “Adesso tu risponderai a tutte le mie domande senza obbiettare!” Non avevo via di scampo, questa volta sarebbe stato difficile dribblare la domanda che alla fine sarebbe arrivata. “Da quanti giorni non dormi?” A questa potei rispondere sinceramente. “ Tre giorni.” “ E da quando hai i flash back?” Lui pensava che vedessi sempre la stessa cosa ma si sbagliava di grosso. “Non ricordo di preciso.” “Un paio di giorni forse di più!” Poi si voltò e inizio a riempire le sacche. Qualcosa era andato storto! “Fammi indovinare.” “Lei non c’è!” “Hai trovato un altro demone che ha confessato, tu l’hai ucciso e adesso dobbiamo sparire?” “Si!” “ Falla finita!” “Il tuo sarcasmo non aiuta!” Non aggiunsi altro, il nostro rapporto era già abbastanza rischio. Mise nel bagagliaio la mia borsa e Sam lo chiuse. “Sali in macchina." "Arrivo subito.” “Ok.” Attraverso la strada e andò alla tavola calda. Torno in dietro con un bicchiere. Non avrei mai guidato la macchina di Dean per nessuna ragione al mondo. “Caffè!” “Devo guidare?” Sul suo volto apparve un sorriso a trenta sei denti “No!" "devi dormire!” C’era qualcosa di diverso adesso. Dean non urlava più. Stava sussurrando qualcosa al demone che lo stava torturando. Poi lo liberò dalle catene di quel arnese infernale. Hai suoi piedi apparve una nebbiolina nera con delle sfumature arancioni che risaliva lentamente sul suo corpo. Il demone torno di nuovo, ma non era da solo c’era una donna con lui. La legò. Poi guardo Dean che sollevo un coltello e inizio a torturarla. Cercai di urlare ma dalla mia bocca non usci alcun suono. Volevo che tutto questo finisse, cercavo di andare via ma non ci riuscivo. Era come se qualcuno mi costringesse a guardare. Il demone porto un’altra anima. Persi il conto di quante salirono sulla ruota. Dean alzo il viso e guardò verso l’alto e lo feci anch’io. C’era una luce, bianca che si avvicinava sempre di più e avvolse tutto. I miei occhi facevano fatica ad aprirsi avevo la bocca secca, mi sentivo spossata. Cercai di muovere le gambe ma erano indolenzite. “Dove siamo?” La mia voce era un sussurro ma abbastanza forte perché Sam sentisse. Lo vidi irrigidirsi “Siamo a poche miglia da Pontiac.” Perché stavamo andando li! “Perché stiamo..” Non riuscì ha finire la frase. Mi addormentai di nuovo. Quando mi svegliai, ero sdraiata sopra un letto. Mi sollevai a sedere e guardai Sam appoggiato alla cucina con una tazza in mano. In quel momento il mio cervello ebbe un’illuminazione. Mi alzai e andai dritta da lui e gli dissi. “Sam!” “Hai messo il sonnifero nella camomilla?”
   
 
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