Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: neichan    01/10/2007    2 recensioni
Ci sono licantropi fuori nel mondo dei maghi.Un attacco su Harry gli dà una vita nuova.E,a causa dei cambi,una marea di guai...liberamente ispirato dalla serie dedicata ad Anita Blake, scritta da Laurell Hammilton
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FURRY MAGIC

FURRY MAGIC

 

Di ne’ichan

 

Tradotto da bran

 

Cap.34

Abiti color cremisi svolazzanti, capelli come argento ed oro fluenti dietro di lui. Due uomini erano seduti, uno sull'altro grembo scattarono in piedi dalla sedia che divisero sul lontano lato della stan­za. O, piuttosto, quello sotto catapultò quello sotto verso l'alto, e quello seduto nel grembo fu lan­ciato verso l'alto, lembi flagellanti.

Amrys saltò al lato del suo re, mettendosi tra Lucius ed i due uomini.

C'erano cinque persone nella grande, comoda stanza. Amrys diede la schiena ai due che conosceva, era più sicuro, Graeme e Harry. Gli altri tre, che non conosceva, ricevettero sguardi accorti. Lucius mise una mano sulla spalla del suo secondo, sfolgorando agli uomini di fronte a loro.

L'uomo dai neri ed arruffati capelli, che aveva rapito l'Eletto del suo clan, era quello che era seduto sulla sedia, quello che si era alzato. Un alto, magro, uomo che guardava gentilmente malaticcio, con capelli castano-rossastri prossimo a lui, entrambe le mani agganciate strettamente alle braccia supe­riori di Black. Un momento fa era seduto nel grembo di Black. Ora, lottava per tenere fermo l'altro uomo. Non permettergli di gettarsi sugli esseri-leopardo ed attaccare.

“Graeme?” Disse Lucius, rimanendo in guardia contro gli occupanti, non del clan, della stanza. Concentrandosi su quello che stava muovendosi, piuttosto che quello che era rimasto seduto.

“Il tuo Eletto è sicuro, ed incolume, mio re.” Rispose Graeme, e la tensione che era stata nel corpo di Lucius alleviò, Le sue spalle si abbassarono di una frazione, e prese un profondo alito. Il biondo accennò col capo, poi alzò il mento fissando l'uomo che ora era precipitato a terra. I due sembrava­no abbastanza accoppiati uniformemente. Uno forte e esplosivo, l'altro più in controllo, abbastanza che potesse fermare il compagno, per ora.

“Tu?” Chiese Lucius, gentilmente, voce solo abbastanza morbida da non tagliare l'aria con la sua acutezza.

“Sto bene, mio re.” Mormorò in ritorno Graeme. L'uomo arrossì, sorpreso e lieto con la dichiarazio­ne pubblica di preoccupazione da parte di Lucius, di fronte ad estranei.

“Ti sono debitore, mio terzo, per seguirlo qui.” Disse Lucius, intendendo ogni parola. Non si sareb­be mai perdonato se Harry avesse subito dei danni, o ucciso. Era il suo ruolo, proteggere e rendere felice colui che aveva Scelto. Ancora, Harry era svanito da sotto il suo naso. Solo l'azione rapida di Graeme aveva distolto il disastro. E solo l'opportunità, aveva fatto si che si trattasse del padrino e non Andromeda o il professore matto, che l'afferrasse.

“Il mio diritto, mio re.” Rispose Graeme, formalmente, ma col cuore. Lucius inclinò la testa i rico­noscimento. Graeme rilassò la presa sul giovane.

Harry rilasciò un anelito, e rapidamente lasciò Graeme, per fiondarsi nelle braccia di Lucius. Il ra­gazzo stava portando quello che sembrava una camicia da notte, troppo lunga, ma giusta di spalle. Probabilmente apparteneva all'uomo sottile, pensò Lucius, abbracciando Harry con un braccio, e te­nendo libero l'altro per difenderli e alzandolo per pigiarlo al suo petto, accomodato che, in dei modi, Harry fosse vestito mentre trovandosi fra gente che non apparteneva al clan.

La spinta per chiederlo qui, di fronte all'uomo che l'aveva rubato stava sommergendolo. Il bisogno di mostrare a tutti che il giovane era suo, era del clan, era immenso. Ma Lucius, lottò contro lui. La situazione non era sicura ancora. E l'Eletto non rispondeva sempre bene ad esser preso in pubblico.

Immediatamente, il padrino cominciò a lottare, gridando minacce, tentando di arrivare a Harry. L'uomo sottile stava avendo difficoltà che lo tiene, fino a che il quinto uomo che era stato original­mente nella stanza si alzò e con un braccio fermò Sirius. Tenendolo facilmente. Dominandoli tutti. Era Tambyn, il re degli esseri-lupo.

“No, per favore, Sirius. Non farlo. Questo è il re del clan, il mio re, Lucius Malfoy.” Stava dicendo Harry. “Sirius, è OK. Io sto bene. Non bado ad essere con gli esseri-leopardo.” Disse, tentando di calmare l'uomo. Ma, lo conosceva abbastanza da non lasciare la protezione dell'abbraccio di Lucius ed andare dal suo padrino. Graeme si avvicinò al suo re ed al suo secondo, affiancandoli.

“So chi è. Lui è un essere-leopardo.” Ululò Sirius, tentando di contorcersi fuori della presa di Re­mus. “Lui ti ha rubato dalla tua gente!”

“Cosa?” Disse Harry, veramente confuso. “Di cosa stai parlando, Sirius?”

“Lui progettò tutto questo. Ti cambiò mentre non ero presente e non potevo fermarlo...Non preoccu­parti, ti aiuterò ad uscirne...ti aiuterò a diventare uno di noi, non un lordo *gatto*.” Ringhiò Sirius, occhi che ardono rossi come guardò a Lucius. Questi alzarono le sopracciglia. Questo era pericolo­so.

“Quieto.” Disse Tambyn, nel suo rimbombo profondo, stridente. Lui si rivolse a Lucius. “Il mio lupo desidera posare richiesta per questo giovane. Lui dice di essere il suo guardiano, e che non die­de il permesso perché fosse girato. Dalla nostra legge lui ha un diritto sul ragazzo.”

“Lui è il mio!” Ululò Sirius di nuovo, nonostante i mormorii calmanti di Remus. “Lui appartiene al branco!”

“Lui. E'. Il. Mio. Eletto.” Disse Lucius, enunciando con chiarezza ghiacciata ogni parola. “Non può essere rimosso dal clan. Non lo permetterò.”

“Tu sei un re. Capisci le sacre leggi dei pacchi e dei clan. Devi permettermi di prenderlo e proteg­gerlo come uno dei miei finché questa questione può esser risolta nel consiglio del pacco.” Disse ra­gionevolmente Tambyn. “Devo seguire le nostre leggi.”

E arrivò fuori verso Harry. “Non può esser risolto in alcun altro modo. Lui deve venire con noi.” In­sisté Tambyn.

“Hai sentito le parole del nostro re. L'Eletto rimarrà con il clan.” Rispose Amrys, indovinando che Lucius stava iniziando a scuotere in ira dietro di lui.

Tambyn scosse la testa. “Non ho alternativa, ma rafforzare le nostre leggi.” disse lui, quasi malinco­nicamente, stendendo di nuovo la mano verso Harry.

Harry ne aveva avuto abbastanza. Lui sibilò, zanne crescenti, pelliccia che scoppia fuori su tutto il suo corpo e artigli che compaiono sulle sue zampe. Con le ultime tracce di voce umana, parlò.

“Sta via da me.” Disse ringhiando.

“Prima che ricorriamo a misure fisiche, è probabile che si parli civilmente?”

La voce vellutata di Severus Snape tagliò attraverso la tensione. Saggiamente, non si mise tra i due gruppi, ed evitò studiosamente l'essere-gatto arruffato, ma si mosse su così che tutti potessero ve­derlo chiaramente. “il sig. Potter è uno dei nostri studenti, e così era sotto la nostra difesa alla durata che lui ha subito l'attacco. Non quello del sig. Black.”

“Quella è una bugia!” Gridò Sirius, lottando più decisamente. Harry fece un grrrr sotto voce. Sirius continuò. “Lui è il mio!”

“Sirius!” Esclamò Remus. “Quello non aiuterà!”

“Non abbandonerò il mio Eletto, Tambyn. Come tu lotteresti per il tuo erede, io lotterei per quello che è mio.” Disse Lucius Malfoy. “Le tue leggi non sono le mie. Lui è un essere-leopardo e non un essere-lupo. Le leggi che lui segue sono le nostre.”

“Sono pienamente d'accordo. Permettici di discutere con calma la questione, mio re. Non c'è nessun bisogno di far peggio le cose.” Disse Remus, guardando a Tambyn. “Non risolverebbe nulla una lot­ta, e il giovane può rimanere ferito. Lui sembra pronto a lottare strenuamente a seguirti.” E gettò un'occhiata al gattino che stava ringhiando malaugurantemente.

“Le leggi...” Cominciò Tambyn, sopracciglio inalzato. L'uomo si atteneva alle leggi che governava­no la sua gente. Senza far eccezioni. La legge dava sicurezza al branco, sapevano che comporta­mento fosse accettabile, e quello che darebbe luogo a punizione.

“Non può legare gli esseri-leopardo. A meno che tu sia d'accordo ad esser legato dalle nostre leggi? Equità? Parità?” Disse Lucius, espressione arcigna, rigido. L'uomo permise ad una zanna di mostra­re come si allungò in una minaccia meno sottile.

“Ti darei un ostaggio per assicurare la sicurezza del tuo Eletto.” Offrì Tambyn. Poi si stese, conti­nuando a parlare. “Non subirà alcun danno. Ti do la mia parola d'onore.”

“No.” Disse Lucius come l'essere-leopardo-Harry si acquattò basso e schiena inarcata, coda che si allargava a proporzioni stupefacenti, pelliccia presente su tutto il corpo. “Può essere solo un gattino, ma farà dei seri danni se tenterai di prenderlo. Chiaramente, dovresti prima passare tutti noi. Lui appartiene al nostro clan e nessuno lo prenderà da esso.”

“Questo, entrò nel nostro Feudo col mostro e lo rubò da noi, dalla sua casa.” Sputò fuori Graeme, aguzzando un solo artiglio a Sirius. “Non si può aver fiducia in lui. E le nostre leggi impediscono che cediamo il nostro Eletto a voi. Lui è del nostro re, e solamente il nostro re può scegliere di ri­nunciarlo. Il mio re ha detto che non lo farà, e così, l'Eletto rimarrà con noi.”

“Quello, non spetta a te dirlo, gatto.” Disse Tambyn, drizzandosi.

“Forse, possiamo prendere un profondo respiro, e calmarci?” Si avventurò a dire Remus, cautamen­te. Tutti si girarono a sfolgorare a lui, eccetto Severus Snape.

“Come dissi”, intervenne Snape, nel provvisorio silenzio. “Il sig. Potter non era sotto la difesa del sig. Black. Perciò il beneplacito da parte del sig. Black, o la mancanza di esso, non ha importanza. Harry fu attaccato e *accidentalmente* girato. Non fu progettato o sanzionato. Credo che la vera in­tenzione era ucciderlo. Quindi. Ora abbiamo i fatti, lui è un essere-leopardo. Malfoy, qui, è il re di quel gruppo, e così il sig. Potter è soggetto a lui. O desidera aprire la lattina di vermi come quali leggi del mondo magico dovrebbe applicarsi al branco o al clan?”

Tambyn guardò all'altro uomo snello che vestiva abiti del clan. Odorava come una creatura umana. “Non mi piace. Non ha l'odore giusto.” Disse lui. “Che diritto ha per interferire nei nostri affari?”

“Sono un professore assunto da Hogwarts, e così, sono uno dei responsabili per il suo benessere.” Informò l'uomo Snape. Snape rifiutò costantemente di notare che loro erano tutti intenti a fissarlo, l'essere-gatto incluso. Gli enormi occhi color smeraldo di Harry erano grandi come piattini, e aveva momentaneamente fermato di ringhiare.

“L'assicuro, professore, che non riceverà danni con noi.” Asserì Tambyn. “me ne occuperò perso­nalmente. Sarà al mio fianco giorno e notte.”

“Lo porterai al suo letto?” Chiese Amrys, improvvisamente.

“E' il coniuge di un re. Gli farei l'onore di portarlo al mio letto.” Tambyn si stese, orgoglioso e re­gio. Poi fissò in giù il biondo più corto.

“Lei lo vuole per suo proprio!” Ringhiò Graeme, l'inizio di un bagliore nei suoi occhi, che solita­mente precedeva il cambio.

“Normalmente, non desidero maschi.” Li informò il re-lupo superbamente. “Ma io onorerò il coniu­ge di un altro re e gli permetterò di avere piacere con me. Tutte le sue necessità saranno adempiute.”

“No. A meno che tu non desideri morire per quel piacere. Il mio Eletto non è donato a nessun altro. Neppure un re.” Affermò Lucius.

Harry sembrò d'accordo, i suoi ringhi avevano ri-iniziato, con un volume doppio. Il gattino inarcò e ringhiò, scoprendo tutti i suoi denti, facendo chiaro il suo dispiacere all'idea di Tambyn. Quasi ecci­tò in furia, baffi rigidi per l'oltraggio. Le sue anche tesero come si preparò a lanciarsi all'essere-lupo e ferirlo con i suoi artigli stesi.

“Sig. Potter”, disse una voce liscia, familiare da sette anni delle classi di pozioni. “Non sia un asino. Se lei li attacca, loro l'avranno nella loro presa. E se possono trovare le loro mani su lei, possono apparire con lei, ad una destinazione che sia più vantaggiosa per loro.”

Graeme, sentendo l'indecisione del giovane, saltare e lottare o rimanere in una posizione sicura, af­ferrò una manciata di pelliccia spessa e scura e lo tenne su.

Harry rilasciò fuori un ringhio sgonfiato come sentì la presa sicura sopra la sua pelliccia. Harry ug­giolò. Aveva desiderato affondare i suoi denti nel lupo realmente. Solo che provassero di toccarlo...i suoi denti luccicarono.

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: neichan