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Autore: KiraKira90    15/03/2013    3 recensioni
Una profezia sul potere, una femmina testarda ed un principe orgoglioso...
Sullo sfondo di un'imminente battaglia i vecchi nemici devono unirsi e amicizie preziose rinsaldarsi.
Quattro anni dopo la morte di Naraku, l'avanzata di un esercito straniero si fa inesorabile e l'Ovest ha solo una scelta: resistere!
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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26. Affiorare

 

“Fanciulla dai capelli dorati che fuggi dal tuo castello. Non temermi …”

Mya s’irrigidì di colpo. Tutto avrebbe potuto aspettarsi, ma mai quello che le stava di fronte.
Rinsaldò la presa sulle spade, quasi minacciata da quella presenza. Si muoveva! Parlava! Era … viva!
Rimase imbambolata a fissare quel volto, dotato di occhi, bocca e profonde rughe. Era qualcosa d’incomprensibile …
Cercò di darsi una qualche spiegazione, ma mai aveva visto qualcosa del genere.
Neppure la sua fantasia poteva supporre tali fattezze per quella voce. “Cosa sei?”
Non riuscì a chiedere qualcosa di più intelligente. Eppure, non le sembrò affatto una domanda fuori luogo.

“Non temermi …” ripeté ancora. “La mia natura è ben più semplice di quanto immagini …”

Mya soppesò quelle parole, non sentendosi però rincuorata. Aveva evitato di darle una vera risposta e la cosa la irritava.
Scrutò con cura la possente magnolia. Ne percorse gli incavi e i nodi. Cercò di capire se il suo aspetto fosse solo un inganno e poi cercò conferma.
“Sei un demone?” richiese più bruscamente di prima.

“Esatto, fanciulla dorata.”

Fu irritata da quell’appellativo. Perché continuava a chiamarla così? Perché continuava a rivangare quel ricordo? Quel frammento che aveva cercato invano di soffocare? “Non mi piaci … demone!” sputò le parole furiosa. La corteccia si contrasse e scricchiolando si dipinse un sorriso.

“Non desideravo turbarti …” Era benevolo il suo sguardo. Come un Buddha che osserva un cucciolo irrequieto, per lo spavento che gli ha recato.

Sentì la rabbia prosciugarsi e con la mente più lucida abbassò le armi. “Cosa vuoi da me?”
L’espressione dello youkai non mutò e un’improvvisa folata scompigliò con forza i capelli della yasha. Il vento si perse fra il fogliame della magnolia, scuotendole con forza. 
“Ho compreso Kagura!” si lamentò l’albero, destando l’interesse di Mya. “Non essere impaziente!”  
La yasha osservò la scena incuriosita, domandandosi a chi si rivolgesse con tale enfasi. Non poteva di certo essere il vento.
Eppure tutte le sue certezze vacillavano al cospetto di quella bizzarra creatura …

“Credo sia meglio fare chiarezza …” Con quelle parole l’attenzione della yasha fu catturata. “Il mio nome è Bokuseno …”

 

***

 

Era rimasta in silenzio e aveva ascoltato.
Nella sua mente scorrevano limpide tutte le parole di Bokuseno. Le stava ancora macinando, cercando di elaborarle con chiarezza.
Il racconto di chi egli fosse. Di cosa fosse stata quella brezza e di come tutto si intrecciasse con lui. Sesshomaru …
Non era cosa facile da credere. Non era cosa semplice affrontare il suo ricordo. “Un altro …”pensò. “Un’altra memoria da seppellire.”
Eppure nonostante tutto aveva ascoltato senza interrompere. La curiosità aveva avuto la meglio ed aveva appreso. Quante cose ora sapeva, quante cose riusciva ora a capire … Ma ora che aveva i mezzi per comprenderlo, lui non c’era più.
S’intristì.
Che senso aveva sapere di suo padre, Inu no Taisho? Che senso aveva sapere dell’esistenza di Inuyasha, un mezzo demone? Che senso aveva apprendere dei suoi nemici e amici passati? Nessuno! Nessuna rilevanza. Eppure era convinta che quell’incontro non fosse stato casuale. Il destino doveva aver steso la sua trama e lei doveva esserci finita in mezzo. Lo maledì e lo definì crudele. Poi, al tumulto seguì la rassegnazione.
“Perché mi hai detto tutto questo?” la ritenne una domanda legittima. Del resto lei non aveva chiesto nulla al riguardo.
Pareva un lungo preambolo di un importante discorso, ma i cui contenuti ignorava ancora …

“Come ti ho detto, il vento mi porta molte informazioni...” ricominciò. “Fra Kagura e me c’è ormai un tacito accordo!”
“Non mi stai rispondendo.” costatò lei, alzando gli occhi da terra con fare spazientito.
Bokuseno la guardò divertito.
“Sei troppo impaziente, mia cara!”
“E voi di pazienza ne avete sin troppa …” parve rimproverarlo con distacco, suscitando il suo stupore. “Se avete qualcosa da dirmi fatelo!”
“Credevo che quanto raccontato ti interessasse …”
“Non è il momento per le vecchie storie. Ci sono problemi ben più urgenti da risolvere e di cui discutere!”
“Or dunque?”
“Voglio che smettiate di rispondere alle domande che non vi ho fatto, evitando quelle che vi ho posto!” sbottò nervosa.
Bokuseno si sentì deliziato da quell’arguzia irruente e la corteccia si contrasse nuovamente in un’espressione allegra.
“Capisco che così possa essere sembrato, ma non era certamente questa la mia intenzione.spiegò con tono pacato. “Il tempo per me scorre molto lentamente ... ” sospirò benevolo. “Non credo di sapere davvero cosa sia l’urgenza.”
Quelle parole placarono in parte l’irruenza di Mya.
“Ad ogni modo comprendo il tuo stato d’animo ed è proprio per questo che sei qui
.aggiunse quieto.
“Che intendi?” chiese lei, titubante.
“Nulla di ciò che accade in questa foresta, mi sfugge. Ogni foglia e ogni stelo d’erba funge da mio prolungamento. Sento i semi crescere e gli animali rintanarsi e neppure i sussurri più lievi mi sono indifferenti …” Mya si sentì spaventata da quelle parole, quasi intuisse cosa realmente cercasse di dirle.
“Talvolta persino i sogni più intensi, fatti all’ombra della mia dimora, mi raggiungono.”
La yasha rabbrividì, sentendosi nuovamente minacciata. Strinse ancora le spade, puntandole contro il demone millenario. Bokuseno però non fu allarmato da quel gesto, anzi, parve sorridere dei suoi stessi pensieri e poi continuò.

“Yasha dorata che da fanciulla correvi nel tuo palazzo, non temermi.
Yasha dorata che da tempo fuggi dal tuo passato, non rinnegare te stessa.
Mya figlia del Continente, vittima di morte e conquiste, ribellati.
Combatti e sconfiggi le tue paure. Affronta te stessa!”

Mya ascoltò sconvolta quelle parole, che come un mantra vibravano. La testa le girava, le ginocchia vacillavano e le sue difese parevano indebolirsi. Cosa le aveva fatto? Riuscì a raccogliere la poca lucidità che le restava e vide uno dei rami di Bokuseno trasformarsi. Assunse le sembianze di un braccio che si abbassò su di lei, ponendo quella mano rugosa sulla sua testa.
“Ora rammenta ciò che eri, per poter finalmente divenire ciò che desideri.”

 

***

 

Buio.
Era tutto buio.
Mya si chiese dove fosse finita, dove lui l’avesse trascinata, ma poi la sua mano tastò una parete.
Sembrava rinchiusa in qualcosa. Portò le mani davanti a sé e spinse con forza.
La porta si aprì e fu accecata dalla luce improvvisa. Fece alcuni passi in avanti, mentre gli occhi si abituavano a quel cambio repentino.
Si girò per guardare indietro, ma non c’era più traccia della porta da cui era uscita. Iniziò ad agitarsi nell’apprenderlo e si guardò attorno stranita.
Si trovava in un lungo porticato, intervallato da colonne laccate di rosso. Si avvicinò ad esse, ammirando il panorama che incorniciavano. Era magnifico. Una città fiorente si estendeva ai suoi piedi, diramandosi sempre più verso le più lontane terre coltivate. Una pagoda svettava fiera con le montagne sullo sfondo e l’aria era fresca. Non ricordava odori più piacevoli …

“Myaaa!”ricordava quella voce, ma non poteva essere ...
“Myaaa! Dove sei?” Se la ritrovò davanti e tutti i suoi dubbi svanirono. Tentò di inventarsi qualcosa per giustificare la sua presenza, ma non fu necessario. Parve non vederla, come se non ci fosse, e allora tutto le fu chiaro. Maledì Bokuseno, ma era fin troppo presa ad osservarla mentre si allontanava, per venire distratta da altri pensieri. Com’era bella. I suoi capelli erano meravigliosamente raccolti, lasciando libere solo alcune ciocche dorate. Le ricadevano morbide sul petto, riuscendo a toccare terra. L’hanfu la fasciava, quasi fosse stata una seconda pelle, e i suoi colori risaltavano enormemente su quella meravigliosa stoffa verde.  Ogni fruscio di seta ne esaltava l’eleganza. Fiera e gentile al contempo. Quanto aveva invidiato quel portamento ...
Senza motivo apparente, spinta da qualcosa di irrazionale, le andò dietro. Scostava ogni tenda, continuando a chiamarla spazientita. Sentire il suo nome dalla sua bocca, le provocò una forte nostalgia. Ricacciò indietro alcune lacrime, odiando quella situazione. Perché le stava facendo rivivere tutto questo?
“Presa!”Una voce diversa, le causò la medesima fitta. Suo padre stava proprio lì, dietro l’angolo, ma non ebbe il coraggio di varcarlo. Sapeva cosa accadeva ora e le voci che sentiva lo confermavano.
“Dannazione!”si ritrovò a sbraitare. “Perché mi fai questo, stupido albero?Fammi uscire da quest’incubo!” gli ordinò con tutta la foga e la convinzione di cui era capace. Poi, si rannicchiò contro la parete vicina, chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie con forza. “Svegliati! Svegliati!”iniziò a ripetere senza sosta, non accorgendosi che era di nuovo immersa nel buio.


“Affronta te stessa, fanciulla dorata. Solo così potrai affrontare il tuo nemico …”.

 

 - continua -

 

 

ANGOLINO AUTRICE: Saluti e chiarimenti

Rieccoci qui finalmente. Che fatica questo capitolo! Fiù …
Ogni volta che sembrava avessi trovato il modo giusto di descrivere la scena, cambiavo direzione. XD
Non sono abituata ad incentrare il tutto su un unico personaggio o su un’unica situazione, ma le circostanze narrative mi hanno costretta!
Ho ritenuto fosse più appropriato dare un certo spazio al momento, comunque. Spero non sia risultato eccessivamente noioso, ma se così è stato, vi prego di farmelo presente. Veniamo ai dovuti chiarimenti ora.

Come qualcuno aveva ben intuito, anche Kagura ha avuto il suo ruolo e ad essere sincera mi ha fatto piacere riuscire ad inserirla in qualche modo. Anche Bokuseno ha avuto il suo momento di gloria. Mi ha sempre incuriosita e mi sono abbastanza sbizzarrita con lui. Sarà che ho un legame particolare con la magnolia del mio giardino, ma l’ho sempre trovata una figura che ispira fiducia. Voi no?


Il chiarimento veramente degno di questo nome lo dedico allHanfu. Ai meravigliosi, sgargianti e fluttuanti Hanfu. *-*
Utilizzato durante la storia della Cina sia in epoca classica sia moderna, condividendone la sua lunga durata e la sua storia, l'Hanfu è un pezzo importante del patrimonio culturale del popolo Han. Purtroppo, a causa dell'invasione Manciù nel XVII secolo e il divieto di indossare l'Hanfu, molti Han, come la maggior parte del mondo, pensano ancora che i costumi Manchu, come il Tangzhuang ed il Qipao, siano i costumi tradizionali cinesi. Ma l'Hanfu non è completamente scomparso nel mondo moderno. Durante feste tradizionali cinesi ed i giorni importanti della storia della Cina, si possono ancora vedere una minoranza di Han vestita con l'Hanfu.
Diversi costumi nazionali dei paesi dell'Asia orientale e del Sud-est asiatico si s
ono sviluppati sulla base dell'Hanfu: come il kimono giapponese, il coreano Hanbok, fino al vietnamita áo voi. L'Hanfu attualmente è utilizzato principalmente in ambiti religiosi, indossato dai sacerdoti durante le cerimonie.



Da sinistra a destra: Hanfu, Tangzhuang, Qipao, kimono, Hanbok, áo voi.

Alla prossima. KissKiss KiraKira90

 

   
 
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