Tutto taceva. Lei era sola, in quella stanza. Quella stanza che non aveva un passato. Quella stanza che la teneva imprigionata. Quella stanza che aveva sempre odiato. Era distesa sul letto, in attesa di qualcosa, ma non sapeva neanche lei di che cosa. Sin da piccola aveva avuto un solo desiderio: essere libera. E immersa nei suoi pensieri, passava la giornata.

Era una ragazza. Nessuno sapeva la sua età, forse nemmeno lei.

Lei era perfetta. Lei era sola. Lei aveva un passato che nessuno avrebbe mai desiderato. Lei aveva un destino che nessuno immaginava.

La mattina seguente, come tante altre mattine, si svegliò tardi. Era ancora ubriaca dalla sera prima, aveva due grandi occhiaie nere che risaltavano nel suo viso pallido. Si alzò dal letto, barcollando. Si preparò un caffè, pensando a sua madre, e ad un padre che non aveva mai avuto. Una serie di ricordi offuscati le invase la mente, vedeva solo immagini oscure, immagini che la tormentavano dalla morte della madre, una morte a cui aveva assistito.

Più tardi, di nuovo rinchiusa in quella cupa stanza, aprì la finestra e si mise a riflettere.

“Perchè non posso essere anch'io come le persone normali? Perchè non posso avere una famiglia, andare a scuola, avere degli amici o uscire il Sabato sera? E perchè quell'uomo voleva proprio mia madre? Perchè è morta, in un modo così... Strano?”

Ogni giorno era come una tortura per lei. Ma dentro di lei c'era una cosa che la spingeva ad andare avanti. Voleva capire perchè avevano ucciso proprio sua madre. Voleva andare avanti a vivere, era disposta persino a soffrire. Un giorno l'avrebbe scoperto. O almeno sperava.

La sera tardi andava in qualche bar a rubare, per raccogliere un po' di soldi. Raggiunta una certa cifra, poteva permettersi di andare a Toledo, dove sua madre lavorava. E quella sera non fu diversa. Uscì di “casa” tardi, verso le undici. S'incamminò verso il locale a cui puntava. Nessuno avrebbe mai sospettato di quella gracile ragazzina. Faceva piuttosto freddo, ma non aveva nulla con cui coprirsi. L'unica cosa che aveva era un coltello. Aprì lentamente la porta del bar, fece qualche passo incerto. Era un locale strano, aveva delle decorazioni assurde. I clienti erano tutti ubriachi marci. Chi urlava, chi spaccava qualcosa, chi fischiava alle ragazze che passavano vicino.

Si diresse verso la cassa ma, prima che potesse dire qualcosa o tirare fuori il coltello, due grandi uomini vestiti di nero la presero.

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SALVEEEEEEEEEE

Spero che vi sia piaciuto il primo capitolo della mia ff. Siamo solo agli inizi, quindi non è possibile dire nulla riguardo ai personaggi. Se mi volete dire qualcosa o dare un parere potete recensire, oppure scrivetemi su ask http://ask.fm/benedettab99 o su twitter twitter.com/xneedsomeone