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Autore: Mary Sue    15/03/2013    1 recensioni
Erano passate nove notti dall’ultima volta che la città era riuscita a dormire in pace, senza il terrore nel sentire il fiato pesante di una Creatura Oscura, senza vedere attraverso le sbarre della finestra un’ombra cupa strisciare sulla parete della casa dirimpetto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Nagon, il sovrano di Lydria si lasciò cadere sulla poltrona rossa nei suoi appartamenti. Ogni giorno, la situazione precipitava a ritmo crescente, e non era più sicuro di riuscire a rappresentare il popolo e risolvere i problemi del regno come un tempo.
Lo squillo penetrante della sirena della Torre riecheggiò per tutta la città. Sentì il rumore dei portoni del palazzo reale che si chiudevano, le grate delle finestre che calavano e le protezioni magiche che si attivavano.
Erano passate nove notti dall’ultima volta che la città era riuscita a dormire in pace, senza il terrore nel sentire il fiato pesante di una Creatura Oscura, senza vedere attraverso le sbarre della finestra un’ombra cupa strisciare sulla parete della casa dirimpetto.
Da troppo tempo Lydria viveva nel terrore. Troppa gente stava sparendo, e troppi venivano rapiti, uccisi o divorati da una Creatura, magari davanti ai propri cari.
Una soluzione possibile c’era, ma lui e il Consiglio non sapevano nemmeno se avrebbe funzionato. Tutte le loro speranze si aggrappavano ad una vecchia profezia. Avevano mobilitato delle ricerche, ma intanto la gente continuava a morire.
Il sovrano si addormentò sulla poltrona, senza nemmeno togliersi il mantello.
 

 
Nella sala ricevimenti entrò un bel ragazzo con occhi azzurro ghiaccio e i capelli castani scompigliati. Aveva la pelle abbronzata e dei tratti forti e virili, forse troppo per i suoi centotrentanove* anni. Indossava un’armatura argentea decorata con motivi a spirale, leggermente bruciacchiata; portava un elmo sottobraccio e una spada nel fodero gli pendeva sul fianco.
Si inchinò.
– Salute, Sire.
– Salute, Kaym caro. Ho sentito che ci sono stati problemi alla Palestra.
Il ragazzo si sedette sulla sedia imbottita portata nella sala appositamente per lui, allungando le gambe. – Sì, Sire. Un novellino si è infiltrato nella sala comandi ed ha tentato di distruggere la sala principale, durante la lezione di scherma del gruppo di Miril. Credo si sia comportato così perché è risultato ultimo nella classifica settimanale. Siamo riusciti a spegnere l’incendio, però.
– E dov’è adesso, questo ragazzino?
– Sta pulendo i bagni con la spazzola più piccola che siamo riusciti a trovare. Dev’essere uno spazzolino per punte di freccia.
Il sovrano rise sommessamente. – Come, non ne sei sicuro?
– Nessuno pulisce più le punte di freccia. – replicò Kaym. – Le esercitazioni con bersagli viventi sono state abolite proprio da Voi, da prima che io iniziassi l’addestramento.
Nagon fece un mezzo sorriso, come se avesse realizzato solo allora di aver salvato la vita ad animali innocenti. – E come stanno Miril e i suoi?’
– Bene; sono un po’ scossi e bruciacchiati, ma nessuno è morto o gravemente ustionato.
Nagon annuì.
– Non mi avete convocato solo perché Vi confermassi che la Palestra è stata quasi carbonizzata, vero? – chiese Kaym.
– No, certo che no. Ho un incarico da affidarti. Un incarico molto importante
Gli occhi di Kaym si illuminarono. - Sono tutt’orecchi.
– Sicuramente ricordi la riunione del Consiglio alla quale ti ho permesso di partecipare. Quella sulla possibilità di recuperare Imah, la Predestinata dall’altro mondo.
– Come potrei dimenticarmene?
Nagon sorrise. – L’abbiamo trovata. Olivia Davidson, così è conosciuta nell’altro mondo. Vive in un posto chiamato San Francisco. Se vivesse ancora qui, tre giorni fa avrebbe festeggiato il suo centoquarantunesimo compleanno.
– E quanti anni ha, nell’altro mondo?
– Diciotto o diciannove, credo.
– Beh, Sire, è una buona notizia. Ma cosa devo fare io?
Nagon esitò. – Voglio che tu vada nell’altro mondo a prenderla.
Il ragazzo parve colpito da un fulmine. – I-io? Sire, siete sicuro di volermi affidare un compito del genere?
– Certo, Kaym caro. – replicò il sovrano con dolcezza. – Ti conosco da molto tempo, ti reputo il più indicato per un incarico delicato come questo. Ti prego di accettare. Ti do tutto il tempo per pensarci.
Il giovane Kaym rimase in silenzio per un po’, con aria pensosa, giocherellando nervosamente con i lacci dello stivale. – Se è per il bene di Lydria, accetto.
Il re annuì con espressione soddisfatta, accarezzandosi la barba grigia. – Partirai al sedicesimo tramonto dell’Astro Maggiore a partire da oggi. Tutto è stato calcolato, in modo che la tua permanenza nell’altro mondo coincida con il periodo in cui il tempo qui scorre più lentamente, al fine di ridurre i danni mentre tu hai tutto il tempo per avvicinarti alla Predestinata. Ma dovrai tornare insieme a lei dopo trenta, massimo trentacinque tramonti dell’Astro Minore, vale a dire duecentoventi giorni dell’altro mondo. È di vitale importanza che i tempi vengano rispettati.
– Inoltre, ho inviato due uomini nell’altro mondo, ti procureranno un’identità falsa, un guardaroba terrestre e qualche altro oggetto che può tornarti utile. Tra due giorni lo Stregone sarà disponibile per insegnarti tutto ciò che c’è da sapere per assomigliare a un terrestre.
Kaym strabuzzò gli occhi. – Lo Stregone? Proprio lui?
– Cosa c’è che non va nello Stregone?
– Ecco… quell’uomo…
–Ti mette paura?
Il ragazzo annuì quasi impercettibilmente.
– Avanti, non fare così. Tutti hanno paura, persino i grandi eroi dei racconti temono qualcosa. Il fatto che tu sia terrorizzato dallo Stregone non mette in dubbio il tuo valore di guerriero. Anzi, ti confesserò una cosa: la presenza del Capo del Consiglio mi mette una certa inquietudine, e sono anni che cerco un buon pretesto per licenziarlo.
Kaym iniziò a fare delle smorfie ridicole per trattenere le risate.
– OSI PRENDERTI GIOCO DI ME? – tuonò Nagon, ma anche lui faticava a trattenersi dal ridere.
I due si guardarono negli occhi per un istante, poi scoppiarono.
Il sovrano si lanciò in una pessima imitazione del Capo del Consiglio, storcendo la bocca e sgranando gli occhi. – L’unica soluzione è intensificare la sicurezza! Raddoppiare il numero delle guardie! Ci vuole sicurezza COS-TAN-TE!
Kaym gettò la testa all’indietro ridendo di gusto.
– Sire…
– Che resti tra noi. – Il sovrano fece l’occhiolino.
– Devo andare. Non manca molto al coprifuoco, e Miril mi ha detto di passare il dito su ogni superficie dei bagni per controllare se quella peste li ha puliti a dovere. Arrivederci. – fece un inchino frettoloso, non esattamente conforme alle buone maniere, ma il sovrano parve non badarci.
– Arrivederci, Kaym.
Il ragazzo uscì dal salotto ricevimenti, accompagnando la pesante porta di legno scuro intagliato.
 
 
 


* I numeri sono stati convertiti dal sistema numerico lydriano a quello a noi noto. Centotrentanove anni corrispondono a circa diciassette anni e sei mesi sulla terra.





Ohayou! (non potevo non mettercelo, e non potevo non colorare la scritta di verde ciespuglio, chi ha capito ha capito. lol)
Finalmente sono riuscita a mettere in piedi qualcosa che si può definire 'prologo di livello qualitativo passabile'.
Se tra i pochissimi lettori che capiteranno c'è qualcuno della 1G che ha assistito ai miei scleri contro il blocco d'autore e ha letto in anteprima esclusiva il primo frammento di prologo (e magari anche il capitolo 1 che ho eliminato)  sa quante energie ho impiegato in queste poche righe, che di certo non faranno successo. Vabbuò, d'altra parte mi sono divertita a scriverlo.
Anche se è deleterio per la salute mentale dell'autore, ho deciso di pubblicare questa storia mentre è work in progress per un semplice motivo: ho bisogno di uno stimolo. Infatti, se avessi rimandato la pubblicazione, andrei avanti molto a rilento. Il fatto di sapere che c'è gente (per quanto in pochi siano) che legge questa long cazzona mi da una spinta ad andare avanti.
Per il cappy capitolo 1, dovrete aspettare un po'. E sapete perché? IL FAMIGERATO BLOCCO D'AUTORE MI HA FATTO VISITA. *musichetta horror accompagnata dal rombo di tuono*
Seriamente, è la cosa che odio di più insieme al ciclo, alle zanzare, alle cornamuse e al passato di verdura. Non so se è un vero e proprio blocco d'autore, infatti io ho un'idea per far arrivare la cazzo di protagonista nel cazzo di altro mondo per salvare la cazzo di pelle ai suoi abitanti, solo che non riesco a metterlo per iscritto.
Per i capitoli successivi non preoccupatevi, ho già in mente molte cose, e ho preso appunti per non dimenticarmi nulla. Ho fatto bene, smemorata come sono. E saranno anche parecchio più lunghi di questo prologo. D'altra parte, il prologo è sempre più corto dei capitoli che vengono dopo (presi singolarmente, obviously).
Ora, immaginatevi un gattino con gli occhi dolci che vi dice 'recensisci, recensisci, ti prego, meow'.
Baci e abbracci,
Sabrina

P.S. Non venitemi a dire che cespuglio si scrive senza i, lo so.
P.P.S. OMD, il mio scazzo finale è quasi più lungo del prologo.
P.P.P.S. 'Ohayou' significa 'buongiorno' in giapponese e OMD non è Oh Mio Dio, ma Oh My Darren. #sapevatelo
   
 
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