1. La foresta proibita

-Stupeficium!-

Urlai stringendo più forte la mia bacchetta tra le mani correndo a perdifiato.
Quella sera, io e mia sorella Diana, eravamo sgattaiolati fuori dal castello per incontrare un Mangiamorte che doveva darci un messaggio. Erano circa le dieci di sera quando arrivammo al luogo d’incontro: la foresta proibita. Mi aveva sempre intimorito quel luogo. Già solamente il nome ti faceva pensare alle peggio specie di animali e/o bestie che si potevano nascondere dietro ogni albero. L’ora prestabilita per l’incontro passò e sospirai rumorosamente evitando di guardare Diana che si stava spazientendo. Che avessimo sbagliato giorno? O magari l’ora… Non riuscii a formulare le domande ad alta voce che in lontananza iniziai a sentire il rumore di tanti zoccoli che calpestavano la terra veloci, come se mille cavalli stessero cavalcando a tutta velocità. Guardai torvo Diana portando la mano sulla tasca dove tenevo la bacchetta pronto a lanciare qualunque incantesimo. In pochi secondi, un branco di centauri si delineò all’orizzonte avvicinandosi furiosi mentre ci puntavano i loro archi contro. Il cuore balzò in gola stringendola impedendomi di avvertire Diana che stava di spalle. Così dovetti strattonarle il braccio iniziando una folle corse.
Ed eccoci qui, a correre e lanciare incantesimi contro uno stupido branco di centauri che, per chi sa quale motivo, ci stava inseguendo con l’intento di ucciderci. Mi girai veloce verso di loro e lanciai il mio incantesimo per farli arretrare, rischiando di finire a terra per colpa di una radice troppo sporgente. Dopo poco, fu il turno di Diana che lanciò decisa un “Incarceramus” contro un centauro che stava per scoccare una freccia proprio nella mia direzione. Ci avrei scommesso 100 galeoni che tutto quello era opera degli Auror, soprattutto perché i centauri erano fuori dalla loro zona di foresta e loro non uscivano mai dal loro territorio. Ma ora mi potevo forse fermare a discutere su questi piccoli particolari?
Nemmeno a nominare quei ficcanaso degli Auror, che un paio di loro spuntarono dal nulla puntandoci contro le bacchette con un sorrisino beffardo.

-Diana! Attenta!

Urlai abbassando la testa appena in tempo per schivare un loro colpo che, per fortuna, andò dritto contro un altro Auror scaraventandolo lontano. Risi appena sentendo le gambe bruciare per l’enorme sforzo che stavo compiendo.

-Non ce la faccio più a correre, Draco!

Urlò Diana dopo aver schivato all’ultimo un incantesimo. Ormai erano diversi minuti che stavamo scappando a gambe levate ed eravamo all’estremo. Così tanto sfiniti che anche i nostri “Incendio” o “Reducto” erano ormai deboli e lanciati un po’ a caso, tanto per far uscire qualcosa dalla bacchetta e contrastare gli Auror. Mi chiedevo come arrivassero le notizie dei nostri incontri agli Auror.. C’era forse una spia tra i Serpeverde della scuola? O forse qualche Mangiamorte veterano collaborava con il ministero? Pieno di rabbia strinsi più forte la bacchetta dando fuoco ad un albero, che crollò bloccando la strada alla combriccola che ci inseguiva. Chi aveva osato mettere in pericolo la mia vita e quella di mia sorella? Chi era lo sporco traditore? Mi fermai di colpo aspettando che qualcuno oltrepassasse l’albero. Distesi il braccio puntando dritto di me la bacchetta: ero pronto a lanciare qualunque maledizione.
Ma nessuno si fece vivo e piano piano la rabbia scivolò via facendomi ritornare in me. Lentamente spostai di nuovo il braccio accanto il mio fianco e mi guardai intorno. Riuscii ad individuare in fretta mia sorella che mi faceva cenno di continuare ad andare avanti. Forse aveva ragione: affrontare tutti quei centauri e gli Auror da soli non era un’ottima idea.

-Ci siamo addentrati molto... forse troppo

Dissi tra un respiro affannoso e l'altro appoggiandomi contro un albero bello grande. Ancora non mi ero ripreso per la corsa.. Diedi una veloce occhiata alla foresta notando che non ero mai stato così all'interno. Non si vedeva nulla, seppur fosse notte prima la luce della luna risplendeva alta nel cielo illuminando lievemente il cammino. Quasi ci leggessimo nella mente, entrambi sussurrammo “Lumos” in contemporanea e le loro bacchette si illuminarono.

-Non penso ci stiano seguendo- dissi guardandomi alle spalle. Diana fece lo stesso ed annuii. - Non lo so, non penso.. Ma rimaniamo in allerta.-

In allerta…Certo, sarebbe stato facile se la foresta non sembrasse così oscura, fredda e pericolosa. Un brivido percorse la mia schiena e continuai a camminare alla ricerca del castello. Sperai vivamente che Hogwarts fosse nei dintorni così da poter tornare in fretta nel dormitorio ed infilarmi nel letto. “Stupidi Auror!” imprecai nella mente mentre calpestavo delle foglie bagnate.

- E.. Se ci perdessimo? Insomma.. Non penso riusciranno mai a trovarci.

Diana aveva ragione, c'era una buona probabilità di perdersi.. Anche se, a dire il vero, dov'è che eravamo? Scossi la testa sospirando. A quel punto, eravamo già dispersi e qualcosa mi diceva che tornare indietro non sarebbe stata un buona idea. L'afferrai per il braccio avvicinandola: essere dispersi in due era una cosa e dover trovarsi da soli in quel luogo era un'altra.

-Vediamo di non perderci tra di noi..

Alla luce delle nostre bacchette gli alberi apparivano minacciosi, quasi ci volessero prendere con i loro rami biforcuti. Probabilmente era anche colpa del buio che mi stordiva, del silenzio che premeva contro la mia testa schiacciandola in una pressa invisibile.

-L-la vedi anche tu?

Chiesi facendo un lieve gesto con il capo indicando la nebbia bianca che avanzava verso di noi. Le luci delle nostre bacchette tremolarono improvvisamente e sentii le orecchie tapparsi con un risucchio. Lentamente abbassai la testa in modo da avvicinarmi a Diana così da poterla sentire parlare. Cosa diavolo stava succedendo in quella foresta? Sapevo che era "proibita" e che il nome non era stato dato a caso.. Però, avevo sempre creduto che ci fossero creature strane e non spaventose o pericolose. Mentre camminavamo piano, una figura nera con forse quattro zampe iniziò a delinearsi a circa 100 metri da noi. Sentii la pancia vuota e la testa girare, come se fossi svuotato da ogni cosa e ogni pensiero. Mi bloccai sul posto strattonato da mia sorella e sentii la bocca asciutta.

-Diana...??

Sussurrai in preda al panico. Diana sembrava paralizzata accanto a me e mi stritolava il braccio. Non diceva una sola parola, forse nemmeno respirava.. cos'era quell'ombra? E perchè sembrava si ingrandisse come se un mostro gigante si stesse avvicinando?

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Angolo scrittore:
come già detto nella descrizione, è una FF su una Role di un Gioco di Ruolo. Per chi conosce i Gdr su Facebook, ho dovuto integrare sia i miei commenti, sia quelli di Diana. Spero che questo inizio vi sia piaciuto e che vi abbia coinvolto (e fatto venire un po' di ansia u.u). Fatemi sapere se ci sono errori o ripetizioni e dite le vostre impressioni.
Siamo ancora all'inizio e il bello deve ancora arrivare!