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Autore: Doila483    15/03/2013    2 recensioni
Alex, una ragazzina di quindici anni, con un sogno, che condivideva col resto del mondo.
Il suo sogno aveva un nome: Justin Bieber. Il suo idolo. Nonostante non l'avesse mai incontrato, mai visto, credeva nel Never Say Never. Sapeva che sarebbe arrivato il suo momento... e non si sbagliava.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il suo braccio destro circondava alla perfezione il suo busto. La mano di Justin era perfettamente appoggiata sul fianco destro di Alex. Le sue dita, che lei amava profondamente, che lei aveva sempre desiderato toccare, erano lì, sul suo fianco. Stava impazzendo. 
Era Justin, la cingeva per il fianco, era dannatamente bello, accanto a lei.
Alex sentiva il cuore a mille, non riusciva neanche a dirgli 'Ehi, sei la mia vita', oppure 'Grazie per tutto'. Non gli aveva detto neanche 'Ciao' quando si era avvicinata a lui, era bloccata, non riusciva a dire niente, a malapena respirava. Justin l'aveva notato, aveva cercato di farla parlare, le aveva fatto due o tre domande, lei non aveva risposto, non riusciva neanche a sostenere il suo sguardo, abbassava la testa, Justin sorrideva. 
L'aveva abbracciata, e le aveva accarezzato la schiena più volte per farla calmare, perché sapeva che stava impazzendo dentro di sé. L'aveva stretta a sé per una foto, poi sarebbe dovuto entrare.
Sembrava che quel momento non volesse mai finire, e Alex ringraziò il cielo per questo. 
Sonny era lì a fare quella benedetta foto che Alex avrebbe portato sempre con sé; la foto che si sarebbe appesa al muro, che avrebbe messo ovunque: nel suo diario, nei suoi quaderni, ma soprattutto era l'immagine che avrebbe avuto sempre nel suo cuore: lei abbracciata al suo idolo.
Quanto lo amava? Voleva dirglielo, doveva saperlo.
Il flash li aveva colpiti appena, e il loro abbraccio si sciolse. Alex si girò verso Justin, Justin la guardò pensando dovesse dirgli qualcosa, e non si sbagliava.
« I-io.. » 
All'improvviso non sentì più la sua voce. Aveva detto qualcosa, ne era sicura, ma non sentiva la sua voce. Provò a ripeterla, Justin la guardava come per dire 'Ma cosa c'è?'. 
Alex provò a dire 'Mi senti?' ma non sentì la sua stessa voce e cominciò a preoccuparsi. 
Non si sentiva più la terra sotto i suoi piedi. Un battito di ciglia e Justin non era più lì. 
Dov'era? Se n'era andato? Dov'era andato? No, un attimo, Alex doveva urlare a Justin quanto diamine lo amasse.
Alex sentì le lacrime agli occhi che premevano per uscire fuori, ma alle sue orecchie giunsero delle note che conosceva bene: Justin stava cantando Common Denominator?
All'improvviso le sembrò di essere nella sua camera. Le sembrò di vedere i suoi poster, la sua porta, il suo letto.
Un attimo... quella era la sua stanza. Dov'era Justin?
Sbattè le palpebre e venne colpita dai raggi del Sole, e le note di Common Denominator e la voce dolce di Justin c'erano ancora.
Diamine... era solo un sogno. Un altro sogno. E quella era la sua sveglia.
Mise 'stop' e sbattè ancora le palpebre, cercando di abituarsi alla presenza di quella luce che a momenti le toglieva la vista.
Sentì tre colpetti alla porta. Non si chiese neanche chi fosse, chi poteva essere se non sua madre?
« Avanti.. » disse Alex, con la voce impastata dal sonno.
La porta si aprì e Mila fece capolino « Siamo sveglie? » disse sorridendo. Entrò chiudendosi la porta alle spalle e si sedette sul letto della figlia.
« Mmh.. » mugulò in risposta Alex.
« Dormito bene? » chiese Mila, sistemandole il ciuffo.
« Sì. Ho fatto un sogno strano. Bello, ma strano » accennò, per poi continuare « Ho sognato che ero abbracciata a Justin, ci stavamo facendo una foto.. non gli avevo rivolto la parola perché non avevo neanche il coraggio di guardarlo negli occhi, e la cosa lo divertiva » disse sorridendo « ...poi, ho pensato saggiamente di ringraziarlo, e la mia voce non usciva più. Non la sentivo più, non la sentiva neanche lui, mi guardava con una faccia... »
« Tesoro, il ragazzo solo una faccia ha.. » disse Mila scherzando.
Alex la fulminò con lo sguardo, trattenendo una risata « Guarda che non mi sei simpatica » disse per niente convinta.
Mila rise di gusto, accarezzandole le gambe da sopra il lenzuolo.
« Beh.. questo sogno oggi lo realizziamo, okay? »
Ecco che Alex perse un battito. Quella mattina avrebbe visto Justin. Lo sapeva, era così.. dannatamente certo. Sapeva dove Justin provava, sapeva a che ora andare, e il bello è che poteva farlo senza problemi. Poteva farlo, non aveva niente che le ostacolasse il cammino. Oh, quello era il suo giorno, dannazione. 
« Dio, muoio » rispose semplicemente Alex. Era solo un pensiero, solo un pensiero, e il suo cuore cominciava a correre, veloce, velocissimo. Aveva gli orsi nel suo stomaco che si scannavano a vicenda. Povera lei.
Mila sorrise intenerita e parlò « Ascolta, Alex, adesso ti preparo la colazione.. Poi ti lavi, ti vesti, e andiamo a prendere Sonny, okay? »
« Ah, no, stai tranquilla, Sonny viene qui a piedi tra poco. Ne abbiamo parlato ieri, dovrebbe essere qui a momenti »
« Ah, va bene. Meglio così » disse sorridente. Uscì dalla stanza della figlia, per poi scendere al piano di sotto.
Alex rimase immobile nel letto, lo sguardo perso nel vuoto. Stava pensando. Pensava che, diamine, quella mattina sarebbe cambiato tutto. Justin in quel momento molto probabilmente era in qualche hotel. Non lo sapeva, ma sapeva che Justin era nella sua città, e lei era lì in quel letto e in poche ore lo avrebbe visto. Non poteva crederci, sembrava tutto così.. surreale. 
Finalmente era arrivato il suo momento. Se lo sarebbe goduto fino alla fine, non si sarebbe fatta sfuggire niente, avrebbe badato a tutto, fatto caso a ogni particolare, l'avrebbe conservato nel proprio cuore e nella propria mente, sempre, non si sarebbe dimenticata di nulla, ne era sicura.
Guardò il poster che aveva appeso sulla porta: Justin stava cantando, si vedevano le vene sul collo, aveva il viso rosso. 
Le si inumidirono gli occhi in un istante.
« Ti amo » disse sottovoce. Non aveva bisogno di dirlo ad alta voce, aveva solo bisogno di dirlo.
« Ti amo in un modo incredibile » disse ancora, come se Justin potesse sentirla. Oh, presto l'avrebbe sentita. Un paio d'ore e Justin l'avrebbe sentita quella frase, forte e chiara.
Aveva aspettato anni, due-tre ore non erano nulla.
Le scivolò una lacrima, che caddè sul lenzuolo. Si asciugò gli occhi e si riavviò i capelli.
"Beh... alziamoci" si disse. Dio, non stava nella pelle, era emozionatissima. Andò in bagno con una certa fretta, anche se non ne aveva motivo. Si tirò indietro i capelli con una fascia e si lavò il viso con del detergente che usava più sua madre. Sapeva che Justin non l'avrebbe guardata minimamente, ma ci teneva ad avere un aspetto almeno 
decente, anche perché comunque non aveva chissà quali vestiti, quindi la sua 'ottima figura' poteva benissimo scordarsela, non aveva nulla di che, questo lo sapeva.
Non aveva intenzione di truccarsi, voleva solo delle scarpe decenti, che non fossero bucate o sporche, anche se sicuramente Justin non si fermava a fissare le scarpe degli altri. Comunque era per sicurezza, lei non si sentiva mai sicura, e per una volta voleva esserlo; almeno quella volta che doveva incontrare il suo idolo!
Si pulì il viso e si lavò i denti. Nel frattempo le parve di sentire la porta di casa chiudersi. Forse era arrivata Sonny. Si fermò e sentì sua madre parlare, per poi sentire anche la voce della sua migliore amica. Sorrise e continuò a lavarsi.
Uscì dal bagno e vide Sonny davanti a sé. Non si dissero niente, si guardarono per pochi istanti e si abbracciarono come se non si vedessero da anni.
« Mi sento male » disse Alex sorridendo e cacciando indietro quelle dannate lacrime.
« Tesoro.. » disse semplicemente Sonny.
Alex si godette ancora un po' il caloroso abbraccio della sua amica, poi si staccò e la portò in camera.
« Cosa hai deciso di metterti? » chiese Sonny radiosa.
« Io.. non lo so ancora, veramente. Non ho nulla di che » ammise in imbarazzo. Doveva per forza dirle certe cose? Si sapeva che era una pezzente.
Sonny la guardò e si avvicinò al suo piccolo armadio. Diede un'occhiata.
« Beh, perché non metti la maglia che ti ha portato tua madre? Quella di Justin che canta, 
è molto bella, e inoltre è perfetta per l'occasione » disse facendole l'occhiolino « Ti metti dei normalissimi shorts e le Converse rosse che hai avuto l'anno scorso al compleanno »
« Ma quelle sono rovinate! » si lamentò Alex. All'improvviso si vergognò di ciò che possedeva. Insomma, non che se ne fosse sempre vantata, si vergognava comunque dei suoi vestiti, ma mai come allora c'aveva dato tanta importanza. Le cose, in quel momento, erano ben diverse.
« Justin non si metterà mica a guardarti le scarpe! E poi non sono così rovinate. Ci scrivi sopra qualcosa su Justin. Magari ci scrivi 'Never Say Never', non so, sarebbero più belle così. Che dici? » disse Sonny sorridente.
Alex sorrise, si lasciò convincere « Va bene, dai. Hai fatto colazione? » 
Sonny, nel frattempo, tirava fuori gli indumenti di Alex « Sì, tranquilla »
Alex si girò e andò a prendere un pennarello nero che aveva sulla sua scrivania. Prese le Converse e ci scrisse sopra 'Never Say Never'.
Sonny la guardava mentre si cambiava, e si dava anche un'occhiata attorno: non aveva molti poster appesi in camera, ma dava comunque l'idea di una vera Belieber, e sorrise all'idea che in poche ore Alex si sarebbe trovata tra le braccia del suo idolo. Ne era così contenta, e lei avrebbe assistito alla scena.
Alex corse in bagno per pettinarsi i capelli e uscì fuori. Lei non riusciva a vederlo, non si piaceva molto, non amava i suoi vestiti, ma era così bella nella sua semplicità e Sonny si ritrovò a pensare che magari a Justin sarebbe anche piaciuta. Era una ragazza così carina, intelligente, semplice, e forte. Soprattutto forte: non aveva mai mollato, e se Justin teneva davvero al Never Say Never allora avrebbe saputo apprezzare la sua amica Alex.
« Andiamo? » disse Alex sorridente.
Sonny si destò da quei pensieri e si alzò dal letto, dirigendosi in cucina con Alex che, in pochi secondi, finì la sua colazione.
« Alex, calma » disse Sonny godendosi una Alex del tutto priva di controllo. Tremava, era agitata, non vedeva l'ora di muoversi.
« Calma. Io. Tu vuoi scherzare. Andiamo, adesso, per favore » supplicò sua madre e la sua amica, che risero e si diressero verso la porta di casa.
Okay, Alex cominciava a credere che da un momento all'altro il cuore avrebbe ceduto, e gli orsi nella sua pancia sarebbero morti dissanguati a furia di scannarsi.
'Justin... sto arrivando.'
 
Erano in macchina. Prima di uscire, Alex aveva preso il suo mp3 e una foto di Justin alla quale teneva particolarmente. Perché? Non sapeva dirlo di preciso. C'erano molte foto di Justin, alcune erano davvero meravigliose. E oggettivamente, forse, c'erano foto più belle di quella che aveva lei in quel momento tra le mani. Eppure a lei piaceva davvero tanto, forse perché vedeva qualcosa di diverso in Justin, nei suoi occhi, anche se era semplicemente una foto. Forse perché aveva un sorriso sincero, quello per il quale Alex stravedeva. Non lo sapeva, le piaceva terribilmente e basta. Voleva un autografo su quel pezzetto di carta che ritraeva il suo idolo.
Accanto a lei c'era Sonny, condividevano gli auricolari per sentire le canzoni di Justin. 
Sonny non era una fan, ma comunque aveva sempre pensato che Justin fosse un bravo cantante e, perché no, anche un bel ragazzo. L'unica che impazziva veramente, lì, per quel Justin, era Alex. Ed era brutto, perché per quanto sua mamma e Sonny dicessero di capirla, per quanto si sforzassero di aiutarla, comunque non potevano capirla veramente, come l'avrebbe capita una fan come lei. No, non una fan. Una Belieber. Per Alex la differenza tra 'fan' e 'Belieber' era abissale.
Durante il tragitto, Sonny dava indicazioni per raggiungere la meta. Alex era concentrata sulla musica di Justin, ma anche su ciò che vedeva fuori dal finestrino: voleva ricordare ogni negozio, ogni angolo, ogni albero, ogni cosa. Voleva ricordare tutto di quel meraviglioso giorno, così se un giorno fosse ripassata da quelle parti -cosa molto probabile- avrebbe riprovato tutte quelle emozioni. Al sol pensiero sorrise. Si stava avvicinando, il cuore le batteva furiosamente nel petto, e lei cominciava a tremare. Non poteva davvero crederci. Desiderò immensamente che non fosse uno dei suoi soliti sogni, anche se tutto sembrava così reale. Era strano, ma doveva essere per forza reale.
Quella doveva essere veramente la sua occasione.. Non osò tirarsi dei pizzicotti perché vedeva chiaramente quanto la cosa fosse vera, e ci credeva. Ci credeva veramente.
In quel momento stavano ascoltando 'Beauty And A Beat', Alex accennava qualche passo della coreografia e cantava. Sonny canticchiava, non conosceva le parole, e sorrideva. 
Era davvero una bella canzone, e anche Mila, alla guida, canticchiava. Alex la sentì appena, ma sorrise comunque. Forse lei era davvero malata, ma la "Bieber Fever" ce l'avevano un po' tutte e tre, lì dentro.
Il tempo passò, tra una canzone e l'altra: Beauty And A Beat, Fall, Baby, Runaway Love. 
Che bella playlist, Alex l'adorava tremendamente, c'erano tutte le canzoni di Justin, tutte.
Passarono circa quindici minuti, e Alex sentì qualcosa che la fece tremare immediatamente dalla testa ai piedi:
« Ecco, è qui, siamo arrivate »
Guardò attentamente avanti e vide un gruppetto di ragazze. No, non aveva sentito male, neanche un po'. Erano arrivate veramente. Ogni ragazza lì era una Belieber, Belieber come lei. 
Mila, fortunatamente, trovò un parcheggio non molto lontano da lì, e quando parcheggiò sospirò, forse come per dire 'Ce l'abbiamo fatta'.
Scesero tutte e tre dalla macchina, era una mattinata davvero bella, e faceva caldo. 
Alex voleva sorridere, perché il suo cuore sorrideva, ma non ci riuscì. Riusciva solo a sentire il battito del suo cuore che le rimbombava nelle orecchie e le tremavano molto le mani. Aveva un'aria da 'No, sono passata di qui per caso, non sono fan di Justin Bieber. Un attimo, chi è Justin Bieber?' perché non riusciva davvero a mostrare le sue emozioni. Eppure in questo, Alex, era bravissima: sapeva esternare i propri sentimenti, le proprie emozioni, ma non in quel momento, proprio no. Sembrava paralizzata. Doveva assimilare tutto, doveva rendersene ancora conto, doveva realizzare il tutto.
« Hey, Alex, vuoi che andiamo a chiedere se stanno aspettando Justin? » le chiese Sonny, toccandole il braccio.
Alex sembrava davvero paralizzata.
« Uhm.. vai tu » rispose. Improvvisamente si sentiva in imbarazzo.
Sonny annuì e si avvicinò a quel gruppetto di ragazze. Catturò la loro attenzione, tutte si girarono verso di lei, e vide Sonny parlare. Dopo neanche un secondo vide tutte le ragazze fare 'sì' con la testa, e Alex si sentì morire. Sonny sorrise a tutte e tornò indietro.
« Okay, è sicuro, è qui, e lo stanno aspettando tutte » disse sorridendo radiosa. 
Alex si mise entrambe le mani sul petto, come per voler calmare il proprio cuore che, poveretto, stava davvero impazzendo. Ebbe paura di svenire da un momento all'altro. Doveva calmarsi e godersi il momento. E soprattutto, anche se le sembrava impossibile, non doveva assolutamente piangere. 
Tirò fuori tutto l'ossigeno che aveva in corpo, e respirò ancora, lentamente. Mila l'abbracciò.
« Amore, come sono contenta. Mi sembra di essere al tuo posto, non mi sembra vero » ammise ridacchiando. Alex non sorrise, non ci riusciva proprio, ma dentro si stava sciogliendo.
« Non è possibile. Non è possibile che lui sia qui, che arriverà tra poco, che lo vedrò, che lo abbraccerò. Insomma, sentirò la sua voce a pochi centimetri di distanza, vedrò chiaramente i suoi movimenti, vedrò i suoi occhi. Non ce la posso fare » disse cominciando a piangere silenziosamente. Sonny l'abbracciò subito.
« Oh, Alex.. » cominciò « Non piangere. E se Justin dovesse vederti in lacrime? Sei più bella quando sorridi » disse per farla sorridere.
Alex si passò una mano sulle guance per asciugarsele, erano già incredibilmente bagnate. 
« Sai quante ragazze ha visto piangere.. » le fece notare Alex.
« Ne avrà viste tante, senz'altro. Ma tu quando sorridi splendi, devi farti vedere » disse sorridendo. Mila sorrise con lei.
« Ma non mi calcolerà minimamente, sono una delle tante, non farà caso alle mie lacrime o al mio sorriso, non farà caso a niente, sii realista.. »
« Tu sei speciale. Dici che Justin è bravo e bello, eccetera, ma se è anche intelligente si accorgerà di quanto tu sia speciale. Non ti sto dicendo che si inginocchierà e ti chiederà immediatamente di sposarlo, sto solo dicendo che nei tuoi occhi può vedere tutto quello che hai provato, tutto quello che lui è per te. Ci vuoi credere un pochetto, Alex? L'hai fatto fino a ora, e adesso sei qui, e tra poco lo sarà anche lui » disse, accarezzandole la schiena e abbracciandola, per poi continuare « Oddio, ma ci pensi? Lui sarà qui tra poco! » disse lanciando quasi un urlo. Un momento, chi era la fan lì, Alex o Sonny?
Alex si fece contagiare da quella risata e rise anche lei. Le tremava la mandibola.
« Non mi far piangere! » disse Alex, ridendo e trattenendo le lacrime « Oddio, finalmente sono qui.. » 
Si guardò intorno e cercò di memorizzare tutto.
« Hai la macchina fotografica, Sonny? » le chiese Alex, e la vide annuire « Ti dispiacerebbe fare qualche foto, per favore? Vorrei memorizzare ogni cosa »
« Sì, okay » disse, prendendo la macchina fotografica dalla sua borsa. Alex la vide fare foto un po' a tutto, anche al gruppetto di Beliebers lì, anche a Mila e anche a lei. Non doveva essere un bel vedere, però, aveva le lacrime agli occhi, era sconvolta. E Justin ancora non s'era fatto vedere. 
Non passò molto tempo, anche se ad Alex quei minuti sembrarono anni, secoli. Fece attenzione a tutto, anche a quella macchina nera che, da lontano, riusciva comunque a vedere. Il suo cuore perse un battito. Justin?
« Mica quello è Justin? » disse ad alta voce.
Di colpo Mila e Sonny si girarono verso il punto in cui Alex guardava. 
« Non ne so molto, ma secondo me sì » disse Sonny.
Si vide un po' di movimento nel gruppetto lì vicino e capirono che quello era Justin.
« Okay, è lui » disse Sonny, molto semplicemente. 
Alex tremò come una foglia. D'un tratto non si sentì più le gambe.
« Alex! » disse Mila allarmata, quando vide sua figlia crollata sulle sue ginocchia. Si piegò e la vide mettersi una mano in fronte, con lo sguardo perso nel vuoto.
« Alex, hey! » la chiamò ancora la madre, con Sonny al suo fianco.
Alex vide quel gruppetto che si avvicinava di poco alla macchina ormai ferma, e le sembrò di vedere qualche omone. Non capiva più niente, probabilmente se Justin fosse uscito neanche se ne sarebbe accorta, non riconosceva niente e nessuno.
Sonny si piegò su Alex « Alex, dai, alzati, è uscito, è lì! »
Alex quasi si rifiutò di alzarsi, non si sentiva pronta, non era pronta, non lo era proprio per niente, non poteva vederlo. Non ce la faceva. E pur volendo, non riusciva ad alzarsi. Una lacrima cominciò a dar via a un pianto che racchiudeva quattro anni d'emozioni pure, malori, problemi e sogni.
Alex guardò. Sì, osò guardare da quella parte, e vide Justin. Si mise una mano sulla bocca, divenne rossa e scoppiò a piangere. No, lui era lì. Non poteva essere vero. Sembrava finto.
« Non è lui, non è lui » disse tra una lacrima e un'altra.
« Scema, alzati, sì che è lui! Andiamo, dai! »
Alex pianse ancora di più. Justin si stava facendo le foto con quel gruppetto di ragazze, stava facendo gli autografi, regalava un sorriso a ognuna di loro, parlava. Quasi sentiva la sua voce. Non ne era sicura, sentiva solo il suo cuore che batteva forte, ancora. Ma quando voleva starsi fermo e zitto quel dannato cuore?!
« Te lo vuoi perdere o cosa?! Alex, dai alzati! » continuò Sonny. 
« Dai, amore, alzati » le disse Mila, cercando di farla alzare. Alex tremava come una dannata foglia, non riusciva a tenersi in piedi.
« Non voglio svenire » disse all'improvviso Alex, non riuscendo a controllarsi. 
Diamine, non le sembrava vero. Justin, Justin Bieber. Era lì. Era lui, cavolo, era il suo idolo. Era lì davanti a lei. Lui non la vedeva, ma lei lo vedeva.. Eccome se lo vedeva. Era così bello, ed era il suo sogno. Sembrava davvero finto. Dopo anni di poster, video, mp3 e sogni.. come poteva non sembrarle finto, quell'angelo?
A Sonny sembrò di vedere Justin allontanarsi per entrare.
« Justin! » urlò Sonny. Alex spalancò gli occhi. Mila alzò lo sguardo su Justin, e questo si girò. Si girarono anche le altre ragazze. 
Sonny alzò la mano per farsi vedere, e vide chiaramente che Justin spostò lo sguardo da lei ad Alex, per terra, inginocchiata, con la testa abbassata e una mano sulla bocca. 
Justin si avvicinò, e il cuore prese a battere persino a Sonny.
« Eccolo, Alex, sta venendo qui. Alzati, dai » disse Sonny, incoraggiando Alex. Non aveva pensato che così dicendo, la sua amica si sarebbe sentita anche peggio.
Alex trovò il coraggio per alzare di poco la testa, quanto bastava per guardare Justin che avanzava verso di lei. Si sentì quasi la febbre, per l'ansia. Era lui.. quelle gambe lo stavano conducendo a lei. Com'era possibile?
« Che succede qui? » disse Justin sorridendo, cercando di catturare l'attenzione di Alex. Il bello era che lui aveva completamente la sua attenzione, ce l'aveva da sempre. Alex sentì chiaramente la sua voce. La sentì così vicina alle sue orecchie, sentiva la sua presenza, lui era lì, lo vedeva con la coda dell'occhio e sentiva i suoi movimenti, persino il rumore che facevano i pantaloni mentre lui si inginocchiava.
« Hey, hey » disse, cercando di alzarle il viso.
Alex vide quelle mani, quelle dannate mani per le quali lei andava letteralmente pazza. Le vide avvicinarsi al suo viso. Quel movimento richiedeva a malapena un secondo, ma ad Alex sembrava che le mani si stessero avvicinando alle sue guance in un modo terribilmente lento. Si sentì morire. 
Ed eccole. Le mani di Justin. Erano le sue, erano di Justin, erano bellissime, calde, ed erano sul suo viso bagnato.
Justin alzò il viso di Alex dolcemente e la vide rossa, che strizzava gli occhi e liberava tante lacrime.
Il suo sorriso assunse un'aria sempre più tenera « Oh, non piangere » le disse, accarezzandole il viso « Non piangere » continuò. Alex, però, non riusciva davvero a fermarsi. Quelle mani, quella voce, era troppo per lei. Esplose.
Sonny e Mila cercarono di alzarla « Dai, Alex, alzati » disse Mila.
Justin le aiutò, e Alex, anche se non si sentiva del tutto le gambe, fu in piedi. Alzò lentamente lo sguardo e si ritrovò quegli occhi che la facevano morire, nei suoi occhi. Justin le sorrise.
« Ce l'abbiamo fatta, sei in piedi » disse scherzando. Alex, presa dal panico, non rise e pianse. Justin rise intenerito e l'abbracciò, cercando di tranquillizzarla.
« Non piangere, Alex » disse, per poi staccarsi un attimo, guardarla negli occhi e chiederle « Ti chiami Alex, vero? » 
Sapeva che era quello il suo nome, nemmeno un secondo prima l'aveva detto quella ragazza bionda che l'aveva chiamato e fatto avvicinare. Ma voleva far sbloccare quella povera ragazza che aveva davanti, voleva farla parlare, farla sorridere.
« S-Sì.. » disse Alex, annuendo, e abbracciando Justin.
La sua vita. La sua unica ragione di vita, ce l'aveva tra le braccia. Che sensazione incredibile, avrebbe voluto provarla per sempre. Il suo petto, le sue braccia, il suo calore, il suo profumo.
'Cuore, non cedere' si disse mentalmente.
« Ma tu parli! » disse Justin scherzando, col tentativo di strapparle un sorriso, o magari una risata.
« Me lo fai un sorriso, Alex? » le chiese prendendole di nuovo il viso tra le mani. Alex aveva la pelle liscia e, anche se le guance erano bagnate, Justin se ne accorse. Le accarezzò una guancia col pollice e le sorrise.
Alex lo guardò negli occhi.
'I suoi occhi...' pensò incantata. Da dove veniva quel ragazzo? No, non dal Canada. Non poteva essere reale, non poteva essere ammessa tanta perfezione, forse non era legale per un umano. Un umano non era perfetto, Justin sì, lo era, eccome se lo era. Era dannatamente bello, aveva degli occhi che, in quel momento, le regalarono emozioni uniche, nel vero senso della parola, e mai e poi mai avrebbe saputo spiegare cosa stesse provando, non lo sapeva spiegare neanche a sé stessa in quel momento.
Pensò che Justin era lì, che il suo sogno lo aveva realizzato, e anche alla perfezione. 
Justin la stava abbracciando, le stava sorridendo, era lì, era tornato indietro per lei, voleva vederla sorridere.
'Amore mio. Sei qui.' pensò.
Le nacque in un modo del tutto spontaneo un sorriso, un sorriso che forse nessuno aveva mai visto, neanche sua madre. Non era uno di quei sorrisi alla 'Sono pazza di Justin'. Era un sorriso unico, era il sorriso che avrebbe dedicato solamente a Justin, era di sua proprietà, gli apparteneva. Era bello, e sincero. Justin doveva notarlo, per forza.. lei ci sperava così tanto.
« Oh, che bel sorriso » le disse, contento di averla fatta sorridere. La abbracciò e le accarezzò la schiena « Non piangere, Alex. Vuoi che ci facciamo una foto? »
Sonny si preparò con la macchina fotografica, mentre Mila era lì, con quel sorriso da ragazzina, da adolescente. Le sembrava di vedere sua figlia con il suo fidanzato. Justin era un così bravo ragazzo, le sembrò di volergli bene, in un certo senso. Era possibile?
« Dai dai, facciamoci una foto » le disse. Alex ancora non aveva fiatato, a parte quel 'Sì' di non pochi secondi prima, a malapena sussurrato.
Alex, rossa in viso e con le lacrime agli occhi, si mise accanto a Justin, che le cinse il fianco.
'Come nel mio sogno..' si ritrovò a pensare. Era vero che i sogni potevano diventare realtà. Lei, il suo, ce l'aveva stretto a sé.
Justin e Alex guardarono nell'obbiettivo. Alex, al momento, non lo poteva vedere, ma Sonny vide il sorriso da infarto di Justin che ad Alex piaceva tanto. Sorrise. Quei due erano la sua migliore amica e il suo idolo. Era la realtà, era un momento che avrebbe, avrebbero, ricordato per sempre. Non poté fare a meno di pensare che era davvero orgogliosa della sua migliore amica, ed era incredibilmente felice per lei. Justin la abbracciava, le cingeva il fianco, e sapeva che Alex stava morendo.
Scattò la foto, e sorrise a entrambi. Justin sciolse appena l'abbraccio e guardò Alex.
« Stai bene, Alex? » le chiese premuroso. 
'Justin.. mi stai facendo vivere, certo che sto bene. Quando te ne andrai starò male' rispose Alex nella sua testa.
« S-Sì.. grazie.. » rispose « E-E tu? »
Justin sorrise intenerito « Io sto bene, ti ringrazio. Hai qualcosa da farti autografare? » le chiese abbassando appena la testa ma senza distogliere lo sguardo. Si riferiva alla foto che Alex stringeva tra le mani, c'era lui che sorrideva. L'aveva notata.
Alex sembrò non capire, poi si ricordò della foto.
'Sei una stupida, te le deve dire lui le cose?' si rimproverò. 
« Ah, s-sì, per favore.. » disse appena, e gli passò la foto.
« Mi presti la tua spalla per due secondi? » disse lui senza smettere di sorridere. Quella Alex sembrava così fragile. Non riusciva a parlare, era tenera.
Lei si girò e Justin appoggiò la foto sulla sua spalla. Alex si sentì toccare dal pennarello, e sentì la mano di Justin chiaramente appoggiata su di sé. Che magnifica sensazione. C'era un modo per sentirla su di sé ancora per molto? Anzi, no, per sempre?
« Fatto » disse Justin. Alex si girò, e trovarselo davanti le fece di nuovo una strana impressione. Era un angelo, le veniva da piangere. Lo amava tremendamente. 
« Grazie.. » disse lei, distogliendo lo sguardo. Non riusciva a reggere.
« Grazie a te » rispose Justin, regalandole l'ennesimo sorriso. Alex credette di esserne veramente innamorata.
« U-uhm.. Tu.. » cominciò Alex imbarazzata « Tu.. q-quanto resti qui? »
« Ancora qualche giorno. Lunedì vado via » le rispose tranquillo.
Lunedì. Bene, quindi poteva vederlo anche Sabato e Domenica? 
Si sentì in imbarazzo, ma doveva saperlo, così parlò:
« E io.. Domani posso tornare a trovarti? »
Justin sorrise teneramente. In quel momento si ritrovò a pensare che forse nessun'altra fan gliel'aveva mai chiesto prima d'allora. O almeno non in quel modo. 
« Certo, come no! » le rispose, abbracciandola « Ora devo andare, Alex. Allora che faccio, mi aspetto una tua visita domani? » le disse sorridendole. Alex si sentì morire. 
« Io.. » si girò verso la madre « Possiamo tornare? »
Mila aveva una faccia come per dire 'Mi prendi in giro? Hai aspettato questo momento per tanto tempo, è il minimo' e infatti disse qualcosa di simile.
« Amore, non lo hai mai visto, adesso hai la possibilità, è il minimo che io possa fare » le disse sorridendole e accarezzandole la schiena.
Justin guardò Alex « Non mi avevi mai visto prima d'ora? »
« Io.. no, mai » ammise con un tono triste. 
« Ma come? Non sei di Los Angeles? Non sei mai riuscita a prendere i biglietti in tempo? »
Alex si sentiva in imbarazzo. Doveva per forza dire al suo idolo che non aveva un solo fottuto soldo e a soli quindici anni si era messa a lavorare per aiutare sua madre nelle faccende economiche e conservare qualcosa per andare a vederlo appena possibile? 
« Io.. N-no.. Non ho mai potuto vederti perché.. non posso permettermelo.. » ammise completamente paonazza in viso e guardandolo negli occhi, facendogli capire che erano i soldi a mancare in famiglia. 
'Bella figura di merda, Alex. Bella figura di merda. Hai appena detto al tuo idolo che sei una pezzente. Ti farei un applauso, ma sono solo la tua vocina.'
Justin fece una piccola 'o' con la bocca, spiazzato da quella risposta. Non si aspettava una simile frase, credeva fosse altro. Ma d'altronde poteva capirla benissimo. Era famoso, aveva i soldi, ma c'era passato anche lui e ricordava ancora quei periodi neri come se li stesse vivendo proprio in quel momento.
« Oh.. io.. capisco » disse, a corto di parole « Beh, non ti preoccupare Alex, ci saranno tante occasioni. Io domani mi aspetto di vederti qui va bene? » disse porgendole il suo mignolo. Cosa? Justin voleva che Alex gli facesse una promessa? Ma la voleva morta o cosa?
Alex fece incastrare i loro mignoli e notò che si incastrarono in un modo perfetto. 
« Va bene » gli disse « A domani, allora. Ti ringrazio, Justin » disse lei sentendo ancora gli occhi umidi. Trovò il coraggio di abbracciarlo. Non so dove lo trovò, forse sotto le scarpe, forse le arrivò dal cielo, o semplicemente ascoltò il suo cuore, sconnettendo il cervello. Lo abbracciò e basta. Si sentì stringere a lui e amò profondamente quella sensazione, che la riempì fino a farla star male.
« A domani, Alex, e non piangere! » le disse ridacchiando. Il sorriso di Alex si allargò a dismisura. Quel sorriso voleva dire 'Io ti amo fottutamente, Justin Bieber'.
« N-no.. non piango » promise sorridendo timidamente.
Justin le regalò un ultimo sorriso, e un ultimo saluto. 'Ultimo' almeno per quel giorno, e andò via, salutando di nuovo le altre ragazze ed entrando nel palazzetto.
Alex si girò meccanicamente verso la sua migliore amica e sua madre. 
Successe tutto in due secondi, scoppiò a piangere.
« E' bellissimo » disse « Non è possibile, non può essere successo. N-non può essere successo a me. E-e lui.. non può essere reale! E' la perfezione, mio Dio, la p-perfezione » continuò, tenendosi il petto, come se il cuore dovesse uscire da un momento all'altro e un pensierò le balenò in mente.
« O-oddio. Non gli ho detto quanto lo amo. Non gliel'ho detto! » disse dandosi degli schiaffi mentalmente. Era la prima cosa da fare!
Mila e Sonny sorrisero intenerite, Sonny l'abbracciò e disse:
« Glielo dirai domani. Perché domani torneremo qui, lo riabbraccerai, ti farai un'altra foto e gli dirai ogni cosa, va bene? O glielo puoi dire anche Domenica, ma ti prometto che glielo dirai, Alex. Ora non ci pensare, goditi il momento » 
La sua voce tremava. Alex la guardò curiosa, stava per mettersi a piangere? No, lei doveva darle forza.
« Stai per piangere? » le chiese Alex.
Sonny negò con la testa, ma una lacrima la tradì. Maledette lacrime che ti tradiscono, maledette loro. Sonny chiuse gli occhi.
« E' che sono così contenta per te, Alex, lo meritavi così tanto. Te lo sei meritato, e meriti di vederlo anche domani e Domenica. Te lo sei meritato, c'hai sempre creduto e sono così fiera di te » disse abbracciandola tanto da farle male. Era un dolore piacevole, però, e Alex amò subito quell'abbraccio e la forza che Sonny stava inconsapevolmente usando per stringerla a sé.
« Non ci posso credere » continuò Alex « Non ci posso credere » disse piangendo.
Guardò sua madre che le accarezzava i capelli e le sorrise. Sciolse l'abbraccio con Sonny e si dedicò a sua madre. Sonny aveva gli occhi leggermente rossi. Era davvero la sua migliore amica, condividevano tutto: gioia, tristezza, rabbia, ogni cosa. Le voleva un bene incredibile, era unica. Come avrebbe fatto senza di lei?
Doveva ringraziarla, ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscita.
E doveva ringraziare anche sua madre, l'aveva accompagnata, l'aveva aiutata e in quel momento era lì che l'abbracciava.
Si sentiva così felice.
D'un tratto pensò a una cosa, forse la cosa più giusta che potesse pensare: non aveva i soldi, non aveva una casa di lusso o una macchina potente. Ma aveva una madre che voleva solo la sua felicità e che le dimostrava ogni giorno quanto l'amasse. Aveva una migliore amica perfetta, alla quale era davvero legata, e alla quale era debitrice per ogni cosa. E aveva un idolo fottutamente dolce, gentile, bello. Perfetto. Anche se neanche il termine 'perfezione' era degno di descrivere Justin Bieber. Justin era unico. E non lui come cantante. Beh, sì, anche. Aveva una voce incredibile, e la sua musica era stata l'unica che avesse colpito veramente Alex.
Ma lei si riferiva, più che altro, a Justin, quel ragazzo canadese con un sogno che ha realizzato lui da solo, credendoci e senza mollare. Quel ragazzo che cantava sulle scale di un teatro, prendendosi dei soldi per vivere. Quello era il suo idolo, non solo Justin Bieber la star, ma Justin Bieber il ragazzo che le aveva insegnato molte cose e che aveva lottato per sé e per la sua famiglia. Era davvero un idolo a prescindere. Un modello da seguire. E lei lo amava terribilmente.
E poteva dire di avere, finalmente, quel 'Never Say Never' di cui tutti parlavano. Quello che bussava alla porta di ogni fan e che, quel giorno, aveva bussato anche alla sua porta
Aveva visto con i suoi occhi la bellezza del Never Say Never, aveva colto il suo vero valore, l'aveva fatto suo. 
Lo sapeva.
Lei aveva tutto.
  
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