Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |       
Autore: The Cactus Incident    15/03/2013    3 recensioni
E ho stravolto la vita di parecchie persone, un po’ trascinata dagli eventi, un po’ per mia volontà.
Il cammino della santità proprio non è proprio per me, ammettiamolo.
Sono una creatura dannata, una macchina per uccidere, un predatore……
Eppure eccomi lì, ad aspettare davanti a un liceo mentre guardavo lo smalto appena asciutto di una bella tonalità di nero intenso con i riflessi viola.
Si, Kendra Hale mette lo smalto, qualche problema?
ATTENZIONE: fem!Derek
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Teen wolf OS


*eh-ehm… Unoduetre… prova prova*
Popolo di efp, mi sono intrufolata anche in questo fandom.
No, non vi libererete mai di me.
Non aspettatevi chissà cosa da questa OS, ma mi era venuta voglia di provare una Sterek con fem!Derek che per l’occasione si chiamerà Kendra (era la cosa più vicina che sono riuscita a pensare….. visto che DerekA suonava proprio di merda, mi sono tuffata su un anagramma un po’ “appezzottato”) e io me la immagino COSI' (cliccate)
Ambientato dopo l’attacco degli alpha.
Buona lettura

Homo Homini Lupus
 -l'uomo è un lupo per l'uomo-  






They can keep me out

‘Til i tear the walls
‘Til I save your heart
And to take your soul
For what has been done
Cannot be undone
In the evil’s heart
In the evil’s soul





Ero nella mia Camaro, e aspettavo.
Mi ero pulita gli occhiali da sole fino a consumare le lenti, controllata le unghie fino allo schifo. Continuavo a smaltarle anche se poi finiva sempre per rovinarsi in men che non si dica. Non so, magari era un modo come un altro per falsare normalità, credo.
Anche per quello mi presentavo sempre molto presto davanti scuola, anche due-tre ore di anticipo.
Lo smalto, un po’ di tempo per pensare a quello che ne stavo facendo della mia assurda esistenza.
In effetti ero una creatura che ufficialmente non esisteva.
Una roba da filmetto splatter o per giovani adolescenti arrapati, cose da leggende e film horror….
Eppure esisto, strano ma vero.
E ho stravolto la vita di parecchie persone, un po’ trascinata dagli eventi, un po’ per mia volontà.
Il cammino della santità proprio non è proprio per me, ammettiamolo.
Sono una creatura dannata, una macchina per uccidere, un predatore……
Eppure eccomi lì, ad aspettare davanti a un liceo mentre guardavo lo smalto appena asciutto di una bella tonalità di nero intenso con i riflessi viola.
Si, Kendra Hale mette lo smalto, qualche problema?
Ho una collezione di giacche di pelle, una Camaro e lo smalto, non credo sia un reato. Di tutto quello che ho combinato, proprio non mi si deve rinfacciare questo.
Beh, almeno la minaccia degli alpha era stata tolta di mezzo e la vita a Beacon Hills aveva ripreso un corso apparentemente tranquillo, cosa che non avveniva da quando il caro zio Peter aveva fatto fuori mia sorella.
Diedi anche una controllata alla mia chioma corvina, per controllare eventuali doppie punte che non avevo.
Mi stavo annoiando, come al solito, eppure mi ostinavo a presentarmi con largo anticipo.
Insomma, adesso lo andavo anche a prendere a scuola.
Già era perverso il fatto che fosse più piccolo di me, adesso lo andavo a prendere anche a scuola.
Che caduta di stile Kendra, davvero.
Adesso dovrebbe vedermi Laura, mi avrebbe come minimo aperto la gola con i denti.
“Dee Dee Dee, che brutta fine che hai fatto” avrebbe bofonchiato con la sua voce canzonaria, chiamandomi col nomignolo che più odiavo.
Mio Dio, ero imputabile per pedofilia! Come se lo sceriffo Stilinski non mi avesse già inquadrato abbastanza male…
Insomma, arrestata tre volte (ma poi sempre scagionata) per omicidio… ci manca solo una denuncia per pedofilia e circuizione di minore, dannazione.
Eppure eccomi qua, ero andata a prenderlo. Di nuovo. E Stiles sarebbe uscito fra un’ora e mezza.
La nostra storia non era una buona cosa, per nessuno dei due.
Lui era un umano petulante, minorenne, fragile, con frequenti istinti suicidi e completamente privo dell’istinto di sopravvivenza.
Ed era minorenne, dannatamente minorenne.
Dio, come se non avessi già fatto abbastanza danni in tutta la mia vita….
Ma, dannazione, lui mi ricordava tutto quello che mi era stato strappato via: l’adolescenza, quel pizzico d’ingenuità avanzata dall’infanzia e la classica idiozia adolescenziale.
A me era stato tolto tutto questo quando Kyle Argent mi aveva fregato.
E mi aveva fregato per bene, davvero.
Lo sapete bene, cosa era successo, non c’è bisogno che io ve lo ricordi.
E, fra l’altro, non credete che essere un mannaro in un posto come New York sia semplice. Ogni volta che io o Laura perdevamo le staffe bisognava spiegare a tutto il vicinato che il nostro cane era andato fuori di testa.
Avevamo comprato un cane solo per questo, pure bello grosso, si chiamava Derek. Era un alano blu bavoso e tranquillo e sinceramente non so il perché di quel nome, ma a me piaceva.
Mi buttai i capelli dietro una spalla e accesi lo stereo. Partì un cd orribile che aveva fatto Stiles, ma non avevo nemmeno voglia di tirarlo fuori.
Era tutta roba stupida, io ero per un genere un po’ più….. massiccio, diciamo così.
Quando arrivò a una strana canzone di Bon Iver, mi scocciai e lo tirai fuori, mettendone dentro uno dei Five Finger Death Punch.
Frugando nel cruscotto ne uscì anche un cd di musica francese.
Buon Dio, quanti anni erano che quel reperto stava lì?
Doveva essere un avanzo del mio ex, Alain. Francese, gran pezzo di figo, il problema era che aveva l’aria tenebrosa e scocciata quasi quanto me e insieme sembravamo due cadaveri che camminavano.
In più aveva una detestabile “R” moscia (e non francese, proprio moscia) e quando pronunciava il mio nome sembrava un rantolo orribile.
E poi era troppo pieno di sé.
Aprii il finestrino e lanciai fuori il cd con molta nonchalance.
Continuai ad ispezionare il vano portaoggetti ma non saltò niente di eclatante.
Altri cd, un pacco di preservativi mezzo vuoto, qualche penna, un blocchetto, fazzoletti di carta, i documenti dell’auto… roba da cruscotto, per intenderci.
C’era anche un apribottiglie, ma sono dettagli. Che poi come ci era finito un apribottiglie?
Stesi le gambe sul sedile del passeggero e col dito lisciai un graffio sulla pelle del seggiolino.
Ero lì, per Stiles e mi sentivo dannatamente stupida e vulnerabile.
Era un punto debole, quel ragazzino logorroico.
Quel ragazzino speranzoso, pronto a tutto per gli amici e per un branco a cui nemmeno apparteneva, ma di cui ormai faceva parte.
Lo ammetto, lo avrei ucciso diverse volte in più e più modi. In alcuni casi davvero ero stata a tanto così dal farlo secco….. ma poi era successo qualcosa.
E’ sempre difficile spiegare l’esatto momento in cui una rottura di coglioni, smettere di essere solo quello.
Sarà stata la dedizione con cui si dedicava a una causa non sua, l’avermi tenuto a galla in una cazzo di piscina o forse prima, col cazzotto che mi tirò quando Kyle mi sparò con quella schifezza, non saprei, ma qualcosa cominciò a cambiare. In me, fra di noi.
La tensione era più di prima, diversa e dannatamente palpabile.
La vera incrinatura pesante ci fu quando Gerard lo picchiò. Dopo un iniziale moto ilare durato un decimo di secondo (perché andiamo, un adolescente in pieno sviluppo che si fa picchiare da un ottantenne è ridicolo), era partita un’ansia spaventosa.
Gerard Argent poteva essere capace di tutto. Se era stato in grado di far ammattire suo figlio e sua nipote, non si sarebbe fatto troppi scrupoli a far fuori il banalissimo figlio dello sceriffo della contea.
Se solo l’avesse fatto, però, i miei denti si sarebbero conficcati ben più in profondità che nel braccio.
Se ne erano resi conto tutti che c’era qualcosa fra me e Stiles, ma nel bel mezzo dei casini dovuti al branco di alpha, metterlo in un pericolo di questa maniera, non mi sembrava proprio il caso. Come se non ci pensasse già da solo a mettersi nei guai.
Non sapevo quanto sarebbe durata, quanto lui avrebbe potuto sopportare il mio carattere… lunatico e tutta questa roba da lupi.
Lui alla fine era un umano, poteva anche volere una vita normale… anche se sapevo bene che lui ci godeva come un dannato a esser invischiato nella nostra vita senza farne parte del tutto.
Era come se la sua arma segreta fosse proprio la sua umanità. Forse aveva qualche complesso d’inferiorità, ma su lui faceva affidamento il branco più di quanto io stessa non dimostrassi.
E poi era importante per me.
E’ difficile da spiegare a parole. Era come se lui fosse la personificazione di tutto quello che io non avrei mai potuto più essere.
Umanità? Non c’era mai stata.
Adolescenza? Bruciata. In tutti i sensi.
Gioia? ….. servono spiegazioni? Davvero? Sarei troppo infelice anche per un Dissennatore.
Si, so cos’è un Dissennatore, non infierite su quel poco che è stato della mia adolescenza.
Ma Stiles era lì, giovane e allegro…. Anche se sua madre era morta e suo padre non c’era praticamente mai.
Ma lui andava avanti, senza diventare un pezzo di ghiaccio, senza essere un mostro….
Credevo di aver messo completamente da parte il mio lato umano quando mi era toccato seppellire Laura. Non credevo che avrei più potuto qualche emozione positiva, davvero.
Voi non sapete cosa vuol dire perdere il controllo di se stessi, diventare un animale.
Credo sia paragonabile a una dipendenza, ma impossibile da combattere, con cui si può solo convivere, imparare a domare, al massimo.
E’ come essere una bomba a orologeria a cui mancano due secondi per esplodere e che alla minima pressione esagerata rischia di esplodere.
E le bombe non sono mai una cosa buona, per nessuno.
Pensateci, nemmeno per la bomba stessa è una buona cosa. Che ne rimane dopo che è esplosa?
Schegge, qualche avanzo bruciacchiato. Oltre a tutti i morti che si è tirata dietro.
Essere un mutaforma è così.
Avere Stiles è come avere altri quattro secondi per riassopire l’ordigno prima che esploda.
Quattro secondi, ma bastano per tagliare il cavo giusto, posso assicurarvelo.
I miei quattro secondi. Un respiro e torno un po’….. umana, lucida.
Era questo il maggior dono che mi faceva sempre. Bastava uno sguardo, un sorriso o uno dei suoi infiniti sproloqui e ricordavo di essere umana anche io.
Di avere ancora un cuore, da qualche parte, che oltre ad accelerare i battiti per la rabbia, ogni tanto ne perdeva qualcuno per quell’umano strano che in fin dei conti era il più normale di tutta la compagnia.
Stiles, il più normale. Già, vedi tu che razza di situazione.
Non sarei stata capace di dire se l’amavo, ma probabilmente vi ero molto vicina.
Come facesse lui a provare qualcosa per me, non mi era molto chiaro.
Ero tutt’altro che brutta e di questo ne ero abbastanza consapevole, ma partendo dal fatto che quando mi arrabbio mi spuntano le zanne fino ad arrivare al fatto che è come se avessi il ciclo due volte al mese, non riesco a concepire come un umano possa amare una come me.
E a quanto mi era parso di capire, nemmeno lui riusciva a spiegarselo poi tanto.
Ma adoravo il modo in cui mi guardava, che spesso riusciva anche a zittirlo, finalmente.
Il piccolo ragazzo senza nome: non aveva voluto dire nemmeno a me come si chiamasse sul serio. Inizialmente ero tentata dall’intrufolarmi nella scuola o recuperare la sua patente e scoprirlo. Ero stata davvero ad un tanto così dal farlo, ma poi avevo preferito rispettare la sua scelta.
Almeno una, cosa che lui non faceva praticamente mai.
E a me andava bene, il mio ragazzo senza nome, l’ometto della ragazza-lupo.
Non suonava troppo male.
Buttai un occhio all’orologio sul cruscotto e tolsi le gambe dal seggiolino, rimettendomi seduta.
Per un po’ guardai lo stereo. Stiles odiava i Five Finger.
Motivo in più per tenere dentro il cd.
Tre… Due… Uno…
DREEEEEEEEEEEEEEEN.
Dio, quanto odio il suono della campanella.
Come al solito mi ero fermata esattamente davanti all’ingresso e come sempre tutto mi guardavano.
Mi piacevano gli ingressi in grande stile, che volete che vi dica.
Dopo un po’ che stavo cominciando a sbuffare, riaccesi la Camaro e poco dopo vidi arrivare Stiles e Scott e due si scambiarono due frasi davanti alle porte.
“Allora pensi tu alla jeep?”
“Si, tranquillo”
“Grazie Scottino” Stiles mollò le chiavi della sua auto in mano all’amico e corse a infilarsi nella Camaro, scansando diversi idioti che continuavano ad appiccicarsi alla mia auto.
“Dì ai tuoi amichetti che se trovo un solo graffio, levigherò la vernice con le loro lingue”
“Mi sei mancata anche tu”
Si allacciò la cintura e aumentai i giri del motore di colpo, in modo da terrorizzare tutti quelli che ancora non si spostavano.
Subito sgommarono tutti via e un ghigno beffardo si aprì sulle mie labbra.
“Certo che sarai una vecchietta acida che buca i palloni dei ragazzini davvero formidabile”
“Collezionerò palle da baseball evidentemente. Adesso vuoi un bacio o preferisci continuare a occuparti di quanto diventerò acida con l’età?” dissi avvicinando il viso al suo, mentre facevo un’inversione a U semplicemente perfetta.
“Beh, rimani comunque una dannatissima sour-she-wolf…. Però, Mio Dio guarda la strada!”
“Ssssh, sei noioso” dissi incollando le labbra alle sue.
“Se mio padre ti vede siamo morti” sospirò contro le mie labbra.
“Oggi non è un buon giorno per morire, magari domani” bofonchiai dopo avergli mordicchiato il labbro inferiore. Il ragazzo mugugnò contro le mie labbra e infilò una mano dietro la mia nuca.
“Stiles se proprio vuoi posso continuare, ma ci toccherebbe accostare, sai?”
“Non sembra essere una cattiva idea” sorrisi sulle sue labbra e mi allontanai.
“Fai il bravo, ragazzino, non ho intenzione di essere arrestata ancora. T’immagini poi se tuo padre ci beccasse in una situazione del genere?”
“Dovrei solo seppellirmi, probabilmente. Seppellirmi o fuggire in Perù. O magari in Colombia, sotto il nome di Carlos”
“Non sai parlare spagnolo”
“E chi te lo dice?” inarcai un sopracciglio e lo guardai. “Ho fame. Ti va di mangiare qualcosa?” proposi preferendo cambiare argomento.
“Si! Ho voglia di waffles!” si mise a cercare nello zaino e alla fine si lasciò sfuggire una bestemmia fra i denti mollando il povero JanSport per terra.
“Ok, ho scherzato, niente waffles”
“Ok, pago io, spilorcio….”
“Non sono spilorcio ho solo scordato il portafogli nella jeep. E se tu non insistessi tanto a voler andare in giro con la tua auto, potremmo anche usare la jeep”
“Mi rifiuto di farmi vedere su quella cosa. Ho ancora una dignità”
“Chi l’avrebbe mai detto” sospirai e accelerai leggermente. Lui guardò lo stereo e sbuffò.
“Ancora quei cosi? Davvero?”
“A me quei cosi piacciono ok? E i tuoi cd sono una palla” sbuffò e estrasse il cd dallo stereo. Alzai gli occhi al cielo, ma lo feci fare ugualmente.
Inserì di nuovo quella palla che aveva masterizzato lui e andò alla numero nove.
Ok, questa era bella, mi toccava ammetterlo.
Non ricordavo mai il nome del gruppo, ma la cantante aveva una voce pazzesca e la canzone parlava di sette diavoli e di acqua santa.
“Abbassa, mi stai uccidendo” sospirai e lui sbuffò.
“Sei sempre la solita acida”
“Per questo andiamo a mangiare waffles, magari mi addolcisco”
“La vedo difficile, avresti più bisogno della casa di pan di zenzero di Hansel e Gretel affogata nello sciroppo d’acero e che galleggia nel fiume della fabbrica di cioccolato con Augustus…”
“Ho capito ho capito! E poi a me quella favola non mi è mai piaciuta. Ho sempre preferito Cappuccetto Rosso”
“Sei dannatamente banale. Perché non la Bella e la Bestia?” bofonchiò e gli lanciai un sorriso lascivo.
“Perché io sono entrambi, bellezza” lui fece la sua solita faccia tonta che emtteva su quando mi guardava per davvero.
“Ah, lo so bene, non preoccuparti”
Rimase per un po’ in silenzio e la cosa mi preoccupò.
Se Stiles sta in silenzio non può di certo essere una cosa buona.
“Che succede?” chiesi abbastanza prevenuta.
“Siamo in primavera” cominciò. Non aveva molto voglia di parlare.
Brutto segno Kendra, brutto segno. Batti la ritirata ora che sei in tempo. Apri lo sportello e rotola.
“Quindi?” chiesi invece di fuggire fuori dal finestrino.
“Quindi a breve si concluderà l’anno”
“E allora?”
“E a breve ci sarà il ballo”
Dannazione.
“Bella merda” sbottai, felice come sempre.
“No, dico sul serio”
“In bocca al lupo, Stiles, visto com’è andata l’ultima volta” dissi facendo finta di non capire.
“Oh, piantala, hai capito dove voglio andare a parare”
“Oh, certo che no”
“Che non hai capito o che non vuoi venire?”
“Per quale motivo dovrei venire? E poi non posso, non frequento la scuola”
“Ma l’hai frequentata, il ché ti permette di venire al ballo” disse aprendosi in un enorme sorriso e guardandomi con i suoi migliori occhioni da cucciolo.
Inclinai il viso di lato, affogando nella dolce tonalità ambrata dei suoi occhi….
“No” emisi secca e tornai a guardare la strada.
“Oh perché?”
“Perché è al liceo, è pieno di adolescenti ubriachi e molesti, la musica fa schifo e non ho un vestito”
“Si può rimediare”
“Stiles, per favore”
“Oh, andiamo, ho già preso i biglietti!”
“Tu cosa?! E quanto avresti speso?” mi liquidò con un gesto della mano.
“Non ha importanza. Dai, ci sarà tutto il branco e saranno tutti in coppia tranne me. E’ odioso fare il reggi moccolo, sai?”
“Vacci con Danny” dissi sarcastica.
“Gliel’ho chiesto, è impegnato pure lui” rispose il castano facendo finta di essere serio.
“Oh, questo si che è un dramma. E non c’è nessuno dei tuoi numerosissimi amici pronto ad andare con te?” dissi mettendo in fuori il labbrino.
“Dee, ti prego! Ti lavo la Camaro fino al diploma! Perfavoreperfavoreperfavore! Giuro che la smetterò di farti cd mosci, come li chiami tu e butterò la felpa rossa, ma ai la brava e vieni”
Rimasi a lungo in silenzio, godendomi la sua faccia supplichevole.
“Se la smetti una volta per tutte di chiamarmi Dee e magari aggiungi anche la lucidatura, ne possiamo parlare”
Mi afferrò il viso e baciò, rischiando anche di mandarci fuori strada quando approfondì facendosi strada fra le mie labbra con la lingua.
Dio benedica i miei sensi da mutaforma, altrimenti adesso saremmo carne macinata.
“Grazie” sospirò a due millimetri dalle mie labbra. Annuii e sorrisi.
“E non la buttare la felpa, mi piace” sorrise a sua volta e dopo avermi baciato ancora un po’, tornò a sedersi correttamente.
“Passo a prenderti alle otto?” chiese convinto e io gli quasi scoppiai a ridere.
“Adesso non esagerare, al massimo passo io” la sua mascella scricchiolò per quanto si era spalancata e mi guardò allibito.
“Io non andrò al ballo di primavera con quella catapecchia di jeep” affermai convita.
“Ma ciò vuol dire che mio padre ci vedrà”
“Lo so”
“E ti sparerà”
“Probabile” dissi alzando le spalle e facendo finta di non importarmene. Non che me ne fregasse tanto, in effetti, ma un po’ doveva interessarmi.
“Tutto per evitare di andare in jeep?” chiese sconvolto e trattenni un sorriso.
“Stiles, hai visto la tua macchina? Davvero….”
“Ma…. Ma…. Ma….” Balbettò mentre parcheggiavo davanti alla tavola calda.
“Ma ci penserò io allo sceriffo, adesso datti una mossa, ho fame” uscii dall’auto e aspettai che si desse una mossa e fui tentata dal chiudercelo dentro, ma desistetti.
Mi venne vicino e mi prese distrattamente la mano.
Lo lasciai fare.
“Sei molto permissiva oggi” disse sarcasticamente.
“Tu ricorda sempre che la tua gola è dannatamente fragile… a differenza dei miei denti”
“Lo terrò a mente” mi schioccò un bacio sulla guancia. “Non sei male quando non sei completamente acida”
“Grazie” dissi sorridendo mentre camminavo spedita verso l’ingresso.




ALLOOOOOOOOOOOORA V.v
Prima non mi sono presentata.
Ciao, mi chiamo Cactus *parte il coro degli AA “Ciaaaaao Cactuuuus”*
E se siete arrivate fin qui meritate tutta la mia stima
Non so perchè ho scritto questa OS….
Se ha riscontro positivo credo di voler aggiungere un secondo capitolo (che non ho ancora scritto, ma a cui sto pensando)
Spero abbiate apprezzato il mio piccolo sclero e magari me lo facciate sapere :D pure se mi dovete dire che fa schifo, non mi offendo (non è vero)
Ps: la magnifica donna che io ho utilizzato come prestavolto è Frances Bean Cobain, niente po’ po’ di meno che la figlia di Kurt Cobain e Courtney Love. Mi sembrava molto gettonata in giro Megan Fox, ma Frances mi era sembrata più…. Incazzata, ecco.
Se ci sono degli errori perdonatemi.
La canzone all’inizio sarebbe la “numero nove”, ovvero “Seven Devils” di Florence and the Machine.
Alla prossima! (spero)
The Cactus Incident

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: The Cactus Incident