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Autore: _pimpolina_    15/03/2013    0 recensioni
–E’ che ho paura- ci fu il silenzio. - Ho paura. Si ho paura. com'è strano dirlo. Ma io sono strana. Sono strana perché per me avere paura è peggio che continuare a sorridere al mondo, anche quando stai morendo dentro, anche quando soffri. Avere paura mi da' fastidio, perché so che non ci posso fare assolutamente nulla, eppure continuo ad andare avanti. Ho paura di innamorarmi di te. Di crederti. Ho di sentirmi dire “ti amo”. ho paura di non essere abbastanza forte.- detto questo Harry la baciò. -Ti amo.- sussurrò. -Ora hai paura?- Meg scosse la testa
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Meg. Mi chiamano tutti così e sono sicura che continueranno a farlo. Ho sedici anni, i capelli castani con delle ciocche rosa, gli occhi verdi e sono abbastanza alta. Ora non è un buon momento per me. Non lo è mai. Sono stufa, stufa di viverci sopra a quest’angoscia. Stufa di dover fare tutto da sola, di affrontare la paure. Sono semplicemente stanca. Sembra che non vada niente nella mia vita. Detesto alzarmi la mattina, con un sorriso falso stampato sul viso, detesto far finta che non mi interessi. Ecco. Si, per quanto possa sembrare strano mi mancano. Mi mancano le risate di mia madre, il vocione di mio padre, e le litigate assurde con quella peste di mia sorella Hanna.
 Sapete, i miei mi hanno cacciata. Era meglio cambiare scuola. Forse, non avevano tutti i torti. La nostra piccola cittadina era a sud di Las Vegas. Un posto poco raccomandabile. Mio padre è tornato due o tre volte con dei lividi, se li procurava mentre andava a lavoro. Mia madre non metteva mai il naso fuori di casa. Mi hanno mandato via, per proteggermi, mentre loro sono ancora lì, a soffrire. Pensavano che a Londra sarebbe andato tutto meglio, ma ancora non lo so nemmeno io. Mi sveglio la notte con la sicurezza che non li rivedrò, e ci ripenso. Mi mancano, era la mia famiglia. Ora sono a casa di mia zia. Lei è sempre fuori per lavoro, e starò molto tempo da sola. La grande e fredda metropoli si prospetta molto silenziosa. Proprio quello che non ci voleva. L’unica cosa che desideravo era  starmene il più lontano possibile da casa e dimenticarmi di tutto, dimenticarmi di stare male. Sapevo che non ci sarei riuscita, di solito, io, le allontano le persone. –Meg … vatti a preparare, io devo andare e tu farai tardi a scuola!- urlò mia zia Karen dai piani alti. Che merda. Non sapevo nulla della scuola, e non volevo, tanto, sarebbe stato come non andarci. Avrei fatto l’asociale come al solito. Sono arrivata a pensare di non potere più stare con gli altri. I pesi che porto sono troppo grandi. Mi ricordo ancora quando nel mio vecchio liceo mi prendevano in giro, mi picchiavano. Mi ricordo gli occhi color ghiaccio di Josh mentre mi sbatteva al muro e mi bloccava i polsi.
Quando mi mordeva la labbra, così tanto la far sgorgare del liquido rosso in superficie. Mi terrorizzava andare a scuola. Mi terrorizzava stare lì. Avevo iniziato anche a tagliarmi per colpa sua. La lametta scorreva sulla mia pelle provocandomi un dolore, l’unico che riuscivo a controllare. Josh era stato il mio incubo, era il mio incubo. Ora è tutto finito. Posso iniziare una nuova vita, ma non so come si fa. Nella mia vecchia città, se non ti vestivi come una prostituta non eri nessuno. Se non sculettavi, e non ti facevi toccare il culo, potevi anche evitare di farti vedere in giro. Io ero la sola a mettersi i pantaloni di jeans, le felpe, e a stare alla larga dalle mani dei miei compagni. Per questo Josh mi aveva presa di mira. –Sei così innocente … - sussurrava mentre mi stingeva il mento tra le mani. Le sue gambe cingevano le mie, e mi bloccavano. –Così bella … sai, credo che io e te staremo bene insieme.-  quello fu il nostro primo incontro.
Da quel giorno in poi, per tre anni, non fece altro che darmi il tormento.  Quei pensieri mi passavano per la testa quando l’asfalto grigio del marciapiede mi accompagnava fino all’entrata della nuova scuola. Era meglio di quanto pensassi: niente vetri rotti, e bella spaziosa. La cosa che era rimasta uguale era l’abbigliamento. Le ragazze, anche lì sembravano della troie. Le prime volte mi chiedevo come facessero, anche in inverno, a vestirsi in quel modo … dopo un po’ smisi di farci caso. Lo zaino mi sovrastava le spalle, e mi torturavo le maniche elastiche della mia bella felpa blu cobalto. Probabilmente tutti sapevano che ero nuova. Sembrava la scena di un film. Mentre passavo, si aprivano le acque e una marea di sguardi indiscreti mi avvolse completamente. Mi sentivo importante, ma sapevo che non era così. Sapevo che la gente mi guardava solo perché ero diversa, perché ero il nuovo giocattolino. Andai in segreteria, e senza dire nulla ritirai il mio orario di lezioni. Prima ora. Arte. Adoro quella materia. Bastava un foglio bianco per scaricare tutta la tensione. Stavo camminando, assorta dal programma di studi, quando sentì una forza misteriosa farmi cedere le gambe e obbligarmi a cascare per terra. Chiusi gli occhi. Che strano nessuno rise. Mi guardavano si, ma come per dire “stai bene? Ti sei fatta male?”. Il ragazzo che era di fronte a me, teneva una sigaretta tra le dita, un libro da una parte, e il cellulare il tasca. Quando si accorse che c’era qualcuno sul pavimento, alzò gli occhi al cielo, ma poi mi osservò più attentamente.
Harry’s pov
Ma che cazzo. Ero lì a farmi i fatti miei, ancora quella sanguisuga di Lottie? Stavo per scacciarla quando abbassai lo sguardo. Non era lei. Era un’altra ragazza. La fissai per qualche secondo incapace di muovermi. Aveva i pantaloni? Strano. E poi non l’avevo mai vista. Ancora più strano. Continuai a stare lì, fermo come un’idiota.  Un completo idiota. Lei si alzò timidamente, riprese i libri, e mi guardò negli occhi. Verdi. Come i miei. Vedi smeraldo con le pupille dilatate. Sembrava la mia versione al femminile, le mancavano solo i capelli ricci. Una delle sue maniche si alzò leggermente, e mi permise di scorgere dei piccoli tagli. Avrei voluto saltarle addosso, chiederle cos’era successo, era come se la conoscessi da sempre. Ma prima che potessi farlo, non me ne resi nemmeno conto … già, se n’era già andata. Allunga il collo per scorgerla alla fine del corridoio. Mi voltai in cerca di qualcosa, non so nemmeno io di cosa, ma sono sicuro che quella è stata una delle poche volte in cui ho avuto una botta di culo. Le era scivolato il telefonino dalla mano, e era ancora a terra. Lo afferrai e le corsi dietro. Quella ragazza era come una calamita per me.  
 
Nota autrice:
Allora bellezze!!! Questa è la mia seconda ff e spero vi piaccia!!! Recensite vi prego! E ora che farà Harry? Mlmlmlmlm è il cattivo ragazzo della situazione e non può farsi coinvolgere da una così … ma riuscirà a resisterle??? Vedremo come andrà a finire tra i dueee!!! Rendetemi fiera eh! ;)
Ciaooo xx
#chiara
  
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