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Autore: fraVIOLENCE    15/03/2013    1 recensioni
"E.. dio, non so nemmeno perchè io stia dicendo questo, non è da me! Io.. Io sono Tom Delonge, diamine! Non ho bisogno di dire queste cose!"
Ambientata nell'estate 1999, dopo l'uscita di Enema of the State.
La protagonista è Jennifer, la migliore amica dei tre ragazzi californiani, una ventunenne che presto si ritroverà a fare i conti con un nuovo mondo: quello dell'amore.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Tom.
Arrivai all'aereoporto con Mark e Travis, erano le 8.45.
Controllavo il telefono ogni trenta secondi, ma non c'era alcun messaggio o alcuna telefonata di Jennifer.
"Stai tranquillo, dai. Manca ancora un'ora e mezza, vedrai che verrà" - mi rassicurò Travis, massaggiandomi una spalla.
Sospirai, guardandomi intorno e cercandola tra la folla.
"Lo spero" - sussurrai.
Facemmo imbarcare i bagagli e ci sedemmo su delle scomode poltroncine della sala d'aspetto.
Presi un giornale dal porta riviste e iniziai a sfogliarlo svogliatamente, finchè a pagina 87 notai una nostra foto.
Sorrisi appena, era una delle foto scattate per Enema of the State e nel piccolo articolo il giornalista ci valutava come la band punk-rock più gettonata del momento.
Era bello venire apprezzati per la propria musica, mi appagava parecchio e mi rendeva fiero di me, dei miei amici.
Iniziai a viaggiare con la fantasia, immaginandomi tra dieci anni con i miei migliori amici.. e con Jennifer, finchè la vibrazione del telefono mi fece sussultare.
Lo acchiappai dalla tasca e risposi, senza nemmeno guardare chi fosse a chiamarmi.
"Pronto?!" - risposi, agitato.
"Tom! Sono Kari! Jennifer allora è arrivata?"
Era mia sorella, sospirai.
"No Kari, non ancora" - sussurrai.
"Non ti ha avvertito?" - mi chiese lei dolcemente.
"Non mi ha ancora mandato nessun messaggio o chiamato.. Io.. Io non so cosa fare. Non voglio essere pesante, se deciderà di non venire me ne farò una ragione e la lascerò stare una volta per tutte" - dissi, tutto d'un fiato.
Kari sospirò.
"Fammi sapere. Divertiti in Australia fratellone, mi raccomando"
"Sì.. Ci proverò. Ti richiamo quando arrivo. Ciao Kari" - riattaccai e tirai la testa indietro, appoggiandola contro il muro.
Tenevo ancora il telefono tra le mani, sperando che squillasse, ma niente.
Avevo il cuore che batteva a mille e lo stomaco sotto sopra, non riuscivo a starmene con le mani in mano.
"Tutto bene?" - mi chiese Mark.
Scossi la testa e strofinai i palmi delle mani sudate sui pantaloni.
"Sto sudando, Mark. Non ce la faccio, sto impazzendo" - mormorai.
"Stai calmo, ieri sera mi ha promesso che ci avrebbe pensato. Conosciamo bene Jennifer, lo sai che mantiene le promesse" - mi tranquillizzò Mark.
"Non verrà, me lo sento" - sospirai, portandomi le mani sul viso.
"Devi stare tranquillo" - mi ripetè Mark.
"Mark come cazzo faccio a stare tranquillo?" - sbottai - "Come pretendi che mi impegni sul palco se so che lei non vuole più saperne di me? Se lei non verrà sarà tutto uno schifo! Fanculo, non ci voglio più andare in Australia!" - mi alzai e iniziai a camminare velocemente verso l'uscita, seguito da Mark, che mi si posizionò davanti.
"Dove vuoi andare?" - mi chiese.
"Non lo so, via da qui. Non ci voglio andare in Australia" - feci per sorpassarlo, ma mi bloccò.
Mi appoggiò le mani sulle spalle, guardandomi negli occhi.
"Tom, facciamo una cosa. Se lei non verrà, tu ti prenderai queste due settimane come una pausa da tutto, facendo quello che ti piace. Suonare e far divertire la gente con la tua musica. Con la nostra musica. Ci stai?"
"Mark.. Tu senza Skye come staresti?" - gli chiesi, ricambiando il suo sguardo.
"Male, sicuramente! Non riesco nemmeno ad immaginare come starei, però di certo non manderei tutto a puttane!"
"E allora se non riesci ad immaginare non parlare a sproposito, cristo!" - alzai il tono della voce, attirando l'attenzione di tutti i passanti.
"Tom, devi capire che se tu decidessi di non prendere quell'aereo e di non venire con noi non manderesti a puttane solo la tua vita, ma anche la mia e quella di Travis. Cambieresti la nostra carriera, un'opportunità del genere non va sprecata! So che è difficile, ma devi andare avanti. Se decidessi di rimanere qui te ne pentiresti per tutta la vita, credimi"
Quelle parole mi colpirono parecchio, Mark non aveva tutti i torti.
Mi convinse. Mark riusciva sempre a convincermi.
"Sì, hai ragione.. L'Australia mi farà bene" - annuii convinto - "Però comunque adesso faccio una camminata. Torno tra un po', tranquillo"
"Va bene, ti aspetto di là allora" - disse Mark, tornando nella sala d'aspetto.
Mi incamminai verso l''uscita dell'aereoporto e mi appoggiai al muro dell'edificio, guardando l'ora sul telefono.
Erano le 9.42 e di Jennifer ancora nessuna traccia.
Sospirai e scossi la testa, non sarebbe venuta. Ne ero sicuro.
Come aveva detto Mark, avevo bisogno di un po' di tempo per non pensare a nulla, per quanto fosse difficile.
Insomma, stavo per partire con la mia band per andare a suonare in un altro continente!
Mi passai una mano sul viso, mugolando silenziosamente.
Stavo pensando ad un sacco di fesserie.
Non sarei stato felice senza Jennifer, non avrei sopportato nemmeno un giorno solo senza di lei, figuriamoci tutta la vita.
Mi avvicinai ad un passante e chiesi gentilmente una sigaretta. Me la accesi, andando a sedermi su una panchina lì vicino.
Feci il primo tiro e socchiusi gli occhi, schiudendo le labbra per soffiare fuori il fumo.
Provai a pensare ad altro, a concentrarmi sul tour, ma non ci riuscivo.
Il mio cervello non riusciva a tenere Jennifer fuori dai miei pensieri.
Ero in trappola: non potevo abbandonare Jennifer per i miei amici, ma allo stesso tempo non volevo partire per due settimane senza di lei.
Però quello che sentivo non aveva importanza in quel momento, quello che dovevo fare era partire. Partire senza di lei.
Mi riportai la sigaretta tra le labbra e feci un lungo tiro, lasciandomi accarezzare il viso dalla brezza estiva.
Cacciai fuori il fumo dalle narici e sbuffai, dopo aver sentito dallo speaker l'annuncio del mio volo.
Mi alzai, gettai la sigaretta in terra e la pestai con la punta della scarpa destra.
Mi avvicinai all'entrata dell'aereoporto e mi guardai intorno, sperando di scorgere Jennifer, ma di lei nessuna traccia.
Tornai nella sala d'aspetto e con Mark e Travis ci dirigemmo alle piste.
Controllai per l'ultima volta il telefono: nessun messaggio e nessuna chiamata.
Ormai era certo: da quel giorno, la nostra vita sarebbe cambiata.
  
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